CSOAMezzaCanaja

Ambasciata dei diritti

18/04/09 IN CORTEO PER LA LIBERTA’: ASSEDIO ALLA CASERMA DEI CARABINIERI

by on Apr.20, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

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Senigallia, 18/4/’09 – Libertà!
Rompiamo i controlli.

CRONACA DEL CORTEO

Sabato 18 aprile è stata una giornata di mobilitazione nazionale che da
Verona a Castel Volturno, passando per Bologna, Padova, Pisa, Brescia, Reggio
Emilia, Conegliano fino a Senigallia ha visto scendere in piazza migliaia di
persone contro il razzismo, la crisi, il pacchetto sicurezza e per la libertà,
la dignità e i diritti di tutte e tutti: italiani e migranti.

A Senigallia, dietro a due striscioni con scritto: “Libertà, rompiamo il controllo. Diritti e dignità per il Rione Porto
e “Che la paura cambi fronte”, un
corteo di 250 persone ha attraversato le principali vie del centro
storico.  Partito da Via Carducci il
corteo ha raggiunto Piazza Roma – principale piazza cittadina – bloccando più
volte il traffico nei principali snodi stradali, urlando in italiano e in arabo
le ragioni della protesta. In piazza Roma, sotto il Comune, davanti a
tantissimi cittadini, è stata letta la proposta di “riqualificazione dal basso”
del Rione Porto scritta dal Coordinamento Migranti Terza Italia.

Il corteo è poi ripartito verso la Caserma dei Carabinieri per denunciare un
pestaggio avvenuto nei pressi di Piazza Manni lo scorso 3 aprile, quando in
pieno pomeriggio quattro carabinieri hanno aggredito, ammanettato, umiliato e
pestato alcuni lavoratori ambulanti senegalesi, davanti agli occhi sbigottiti
di molte persone.

Durante il tragitto alcuni agenti in borghese e in divisa hanno provato
a farsi largo nel corteo, aggredendo un ragazzo diciassette alla quale è
seguita la risposta decisa e determinata dei manifestanti che hanno respinto la
provocazione degli agenti.

Altri momenti di tensione si sono avuti davanti alla caserma dei
carabinieri quando alcuni manifestanti hanno attaccato all’ingresso della
caserma uno striscione con scritto “Basta
con gli abusi in divisa: Vergogna!
” mentre altri chiudevano simbolicamente
i due lati della via con il nastro che si usa per segnalare il pericolo durante
i lavori stradali. Anche in questa situazione i manifestanti sono venuti a
contatto con le forze dell’ordine, che però non sono riuscite ad impedire lo
svolgimento delle azioni. Il corteo è poi ripartito verso Via Carducci, dove si
è sciolto.

Finito il corteo alcuni manifestanti sono stati seguiti dalle forze
dell’ordine fino a casa. D’estrema gravità, è quello che è accaduto ad una
coppia di ragazzi che, a corteo finito, mentre camminavano tranquillamente per
le vie del centro per fare spesa, si sono accorti di essere pedinati e ripresi
con una telecamera da tre agenti in borghese per poi, dopo poco, essere fermati
da una volante dalla quale sono scesi due poliziotti, uno dei quali
particolarmente nervoso e aggressivo.  Quando sono giunti nel posto – sotto il Comune
– altri manifestanti per capire cosa stava succedendo, il clima era molto teso.
Sono volati spintoni e insulti, finché un poliziotto ha aperto la fondina portando
la mano verso la pistola. A quel punto i manifestanti presenti hanno iniziato a
urlare spostandosi in Piazza Roma, attirando così l’attenzione delle persone
che passavano nei paraggi e questo, probabilmente, ha evitato che la pistola fosse
estratta.

La situazione di forte imbarazzo e difficoltà per le forze dell’ordine
ha permesso ai manifestanti di allontanarsi.

Un gesto gravissimo – fosse anche di un rambo in erba – che è
paradigmatico del clima repressivo e del senso d’impunità di cui le forze
dell’ordine sanno di godere in questo paese.

 

Galleria Fotografica

 

Comunicati di indizione del corteo:

-  Per la libertà rompiamo i
controlli
| Coordinamento Migranti Terza Italia
-  Il
18 aprile: diritti e dignità
| Ambasciata dei Diritti Senigallia
-  La
vostra sicurezza è la nostra prigionia
| Csoa Mezza Canaja

 

 

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18/04/09 IL 18 APRILE: DIRITTI E DIGNITA’. COMUNICATO DELL’AMBASCIATA DEI DIRITTI (SENIGALLIA)

by on Apr.16, 2009, under Ambasciata dei diritti

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IL 18 APRILE:   DIRITTI E DIGNITA’ 

 

In questi giorni che ci avvicinano al corteo del 18 aprile,
ci sembra opportuno fermarci a ragionare sulla complessità della tematica
dell’immigrazione e di come questa debba essere affrontata, soprattutto a
livello locale.

La
presenza di migranti è un dato ormai consolidato in tutti i nostri territori,
ci sono stranieri presenti da decenni, ci sono le prime generazioni di figli di
immigrati nati in Italia, abbiamo una economia che sempre di più vede l’entrata
in scena di imprese straniere.

Nelle
nostre città lavoratori e lavoratrici migranti contribuiscono alla crescita
economica, sociale e culturale della intera comunità.

A fronte
di tutto ciò la politica e le istituzioni cavalcano in maniera del tutto
irresponsabile e miope una cultura dell’odio e della diffidenza, funzionale
solo al mantenimento dello status quo, che non ha altro risultato se non quello
della intolleranza e della paura.

L’insicurezza
è utilizzata come lascia passare per politiche legislative ignobili e
demagogiche, che sottraggono e attaccano lentamente i diritti di tutti e ci
rendono più deboli e ricattabili.

Il
“pacchetto sicurezza” conclude un processo di riscrittura normativa delle
regole che disciplinano l’immigrazione, affermando l’esigenza, soprattutto in
un periodo di crisi economica, di costruire un capro espiatorio sul quale
riversare responsabilità e colpe di chi, da decenni,  governa e si               arricchisce  sulla speculazione e la rendita finanziaria.

Norme come
il reato di soggiorno irregolare, l’aumento dei tempi di permanenza nei cie (ex
cpt), non producono maggiore sicurezza, ma alimentano emarginazione e
invisibilità, creando condizioni di povertà e sfruttamento.

Questo non
è un problema per i soli migranti, perché è il primo passo verso la
ricattabilità di tutti nei propri posti di lavoro, sia sul salario che sulla
qualità della prestazione.

L’esibizione
del permesso di soggiorno per il compimento di qualsiasi atto di stato civile
(es. riconoscere proprio figlio), la trasformazione di medici in spie,
l’impossibilità di accedere ai servizi di money transfert per gli irregolari,
sono norme che nulla hanno a che vedere con la sicurezza dei cittadini,
piuttosto, creando una massa di individui senza diritti, acutizzeranno
l’ingresso nel mondo del lavoro sommerso e della microcriminalità.

L’opposizione
sociale e radicale, che si è vissuta nelle strade di tutto il paese, obbliga il
governo ad alcuni passi indietro e al riconoscimento delle istanze poste dai
movimenti.

Anche a
Senigallia è fondamentale imporre una nuovo modello di intervento sulle
politiche dell’immigrazione.

I grandi
problemi sociali non si risolvono con la polizia, il controllo e l’ordine
pubblico, né con la solidarietà verbale o con le buone intenzioni,  ma richiedono il pieno riconoscimento dei
diritti fondamentali, superando la logica dell’intervento emergenziale e
assumendosi la responsabilità del cambiamento nelle sue questioni strutturali.

Da mesi
chiediamo, come Ambasciata dei Diritti e Coordinamento migranti TERZA ITALIA,
l’apertura del centro di accoglienza, colpevolmente abbandonato e lasciato a se
stesso dal governo di centro sinistra.

A più
riprese abbiamo chiesto la condizione dei contributi affitti per le famiglie
straniere e l’esigenza di intervenire e garantire il diritto all’ abitare per
tutti.

Riconosciamo
l’intervento del sindaco Luana Angeloni, forse l’unico, contro ronde e per il
diritto alla salute, ma è necessario andare oltre, come imprescindibile è
intervenire sul rione porto, garantendo servizi e centralità al quartiere, non
con polizia e ghettizzazione, che rendono il rione isolato, ma integrandolo
fino in fondo nel tessuto sociale della città (mercato rionale; circoli
ricreativi; cinema), partendo dalla valorizzazione delle particolarità e della
multiculturalità.

Sabato 18
aprile, il corteo che partirà da via Carducci, dovrà rappresentare la tappa
iniziale nel percorso per il rilancio del rione Porto, scontrandosi contro ogni
muro e politica securitaria, dicendo no a qualsiasi ipotesi di ronde nella
nostra città.

Il 18
aprile chiederemo casa e reddito per tutte/i contro la crisi, dignità contro la
barbarie giuridica, amore per i nostri quartieri lasciati al degrado.

Ambasciata dei Diritti (Senigallia)

Comunicato del Coordinamento Migranti Terza Italia

 

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18/04/09 PER LA LIBERTA’ ROMPIAMO I CONTROLLI: DIRITTI E DIGNITA’ PER IL RIONE PORTO – COMUNICATO DEL COORDINAMENTO MIGRANTI TERZA ITALIA

by on Apr.10, 2009, under Ambasciata dei diritti

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PER LA
LIBERTA’: ROMPIAMO I CONTROLLI

Diritti e dignità per il Rione Porto

 

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La politica scellerata del governo Berlusconi contro gli immigrati, in
quest’ultimo anno, ha portato ad un’ulteriore modificazione dello stato di
diritto, arrivando a negare i principi fondamentali della Costituzione.

· Il pacchetto sicurezza

Lo slogan “gli italiani al
sicuro dal clandestino criminale” ci fa venire in mente il 1984 di Orwell,
dove ogni istituzione svolge la funzione opposta al nome: il ministro della
pace è quello della guerra, il Popolo delle libertà è quello della schiavitù.
Infatti, oggi, in nome della sicurezza si riduce la libertà di movimento e i
diritti sociali d’italiani e migranti.

· Le ronde

La Lega Nord con
il consenso del resto della maggioranza, si prepara tramite la formalizzazione
delle ronde a trasformare le nostre città in campi di battaglia. Un far-west
dove vige la “giustizia fai da te”, che avrà come unica conseguenza l’aumento
di tensione e d’insicurezza per tutti e tutte. 

· Facoltà di denunciare i pazienti clandestini.

La proposta di legge che dà
la facoltà a medici e infermieri di denunciare i non regolari serve solo a
produrre paura e non sicurezza. Il timore di essere espulsi allontana queste
persone dagli ospedali, esponendo italiani e migranti al rischio di contagio in
caso di malattia infettiva. L’ultimo caso di Brescia risale al 9 aprile, Maccan
un ragazzo senegalese recatosi in ospedale per un mal di denti è stato
prelevato ed espulso, ha dichiarato che non avrebbe più messo piede in un
ospedale.  La lotta condotta a Senigallia, invece, ha ottenuto la
liberazione delle strutture sanitarie locali dal razzismo e dal sospetto.

Solo un governo che controlla i mezzi d’informazione, poteva dipingere
così efficacemente l’immigrato non regolare come un vero e proprio criminale,
permettendo così la negazione di diritti fondamentali come la casa, il lavoro e
la libertà di movimento. Solo un governo che identifica il migrante come pura
forza-lavoro e non come persona soggetta a diritti e doveri, può rinchiudere
uomini e donne che non hanno commesso alcun reato dentro dei lager (CIE) per
poi rimpatriarli nelle stesse terre martoriate da guerre e fame dalle quali
sono scappati. Oggi giorno accostare la figura del clandestino a quella dello
stupratore, del ladro o dello spacciatore è il dispositivo per creare nella
mentalità comune degli italiani pregiudizi e xenofobia. I bersagli di questa
discriminazione non sono però solo gli irregolari ma tutti i migranti.

A Senigallia i problemi non son diversi dal resto d’Italia. Un ghetto
multietnico è stato creato nel quartiere porto, ove l’economia locale già in
difficoltà sopravvive quasi solo grazie ai migranti che qui vivono e lavorano.
Le forze dell’ordine non fanno che controllare assiduamente con fermi,
frequenti perquisizioni corporali in mezzo alla strada, intimidazioni,
vessazioni e a volte violenze fisiche.  In via Carducci, fra persone
oneste, si scherza su chi è stato fermato più volte in un giorno, i vincitori
sono quasi sempre i senegalesi per la loro pelle scura.

Noi del coordinamento migranti « Terza Italia » vogliamo
combattere la discriminazione insieme a tutti i senigalliesi. Crediamo
fermamente nel fatto che la maggior parte degli italiani sia con noi e che come
noi non tolleri gli abusi delle forze dell’ordine. Ricordiamo che venerdì 3
aprile, cinque venditori ambulanti, nei pressi del foro Annonario verso le
18:45, sono stati ammanettati, sbattuti a terra e nella condizione d’immobilità
in cui versavano picchiati di fronte a una folla di testimoni.

Ogni progetto d’integrazione, da parte del Comune, nel quartiere porto
è stato fallimentare. Non si promuove l’integrazione installando telecamere o
terrorizzando con continui raid delle forze dell’ordine, tanto meno
abbandonando il quartiere a se stesso, in una potenziale guerra tra poveri.
Questo serve solo a creare barriere, e di quelle c’è ne sono già troppe.

Noi del coordinamento migranti « Terza Italia » chiediamo
l’aiuto della società civile e democratica di questa città, di tutte quelle
associazioni e movimenti che come noi credono che la sicurezza corrisponda al
rispetto della dignità e dei diritti sociali di tutti e tutte.

Per tutti questi motivi sabato 18 aprile scenderemo in piazza alle ore
17:00 in via Carducci con un corteo che attraverserà le vie cittadine. Chi
sacrifica la libertà in nome della sicurezza non si merita né l’una né l’altra.

 

Coordinamento migranti « Terza
Italia »

 

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18/04/09 MANIFESTAZIONE: LIBERTA’ – ROMPIAMO IL CONTROLLO – DIRITTI E DIGNITA’ PER IL RIONE PORTO – VIA CARDUCCI ORE 17

by on Apr.10, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

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02/04/09 DIBATTITO: DIRITTO DI ASILO NEGATO: MIGRANTI E RICHIEDENTI ASILO TRA ANCONA E PATRASSO – ANCONA

by on Mar.31, 2009, under Ambasciata dei diritti

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14/03/09 PRESIDIO: NO LAGER NO CIE – COMUNITA RESISTENTI MARCHE – ORE 11 PIAZZA ROMA, ANCONA

by on Mar.09, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

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NO AL PACCHETTO SICUREZZA
LIBERTÁ & REDDITO CONTRO LA
CRISI
SABATO 14 MARZO 2009 ORE 11:00
P.ZZA ROMA – ANCONA

 

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Nel mezzo di una crisi globale che costringe  milioni di persone a sopravvivere
nell’incertezza del futuro e nella precarietà del presente, si susseguono leggi
e decreti-legge che contrabbandati come politiche per la sicurezza colpiscono
pesantemente proprio i soggetti più deboli.
Lo chiamano pacchetto sicurezza ma in realtà si tratta di norme che producono
insicurezza sociale creando ad arte un clima di paura, odio, intolleranza e
razzismo.
Il pacchetto sicurezza è un altro passo verso un diritto disuguale, in cui non
conta quello che fai ma quello che sei. É il presupposto di ogni legge
razzista. Nel mirino i migranti, i poveri, i senza casa e chiunque si opponga
all’ingiustizia e alla discriminazione.

Le ronde non faranno altro che rendere insicuri i nostri quartieri

I C.I.E (ex-cpt) trasformeranno le nostre città in prigioni a cielo aperto,
creando ghetti nei quali le persone vengono private di ogni diritto.

La nostra società è iniettata di paura. Paura del presente, paura del reale,
del vicino, del collega di lavoro (sicuro concorrente), paura del migrante,
paura del gay. Paura di pensare altro che non sia il privato. Paura come
strumento di controllo tipico dei regimi totalitari.
E’ necessario resistere al tentativo di utilizzare la crisi come strumento per
soffocare le nostre libertà (già ridotte al lumicino) e cancellare i nostri
diritti (oramai ben pochi).

Contro la crisi rivendichiamo LIBERTA’ E REDDITO.
Contro la crisi rivendichiamo il diritto alla salute ed alle cure come diritto
universale: nei nostri ospedali vogliamo medici e infermieri non spie e
delatori.

Non permettiamo ai fantasmi razzisti di impossessarsi dei
nostri territori.
SABATO 14 MARZO 2009 ORE 11.00 – P.ZZA ROMA – ANCONA

COMUNITÁ RESISTENTI DELLE MARCHE
AMBASCIATA DEI DIRITTI – MARCHE
ASSOCIAZIONE YABASTA – MARCHE

 
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LETTERA INVIATA AL SINDACO SULLA SANITA’

by on Mar.07, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

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Alla
cortese attenzione:
 

del Sindaco Luana Angeloni

del Direttore Generale
della Zona 4 di Senigallia, Ing.
Maurizio Bevilacqua

della
Direttrice Sanitaria dell’ospedale, Dott.ssa
Silvana Seri
 

Addì, 6
Marzo 2009

 

OGGETTO:
“Lettera aperta in difesa della salute pubblica”

 

Siamo abitanti di questa città. Siamo italiani, migranti regolari e
clandestini, ma soprattutto siamo persone che lavorano, studiano e che nella
loro quotidianità contribuiscono alla crescita sociale, culturale ed economica
di Senigallia.

Sabato 21 febbraio in più di trecento abbiamo manifestato lungo le vie
cittadine contro la norma che abolendo il divieto di segnalazione verso i
migranti irregolari, istituisce la facoltà di denunciarli nel momento in cui
ricorrano a delle cure. In poche parole il trasformare i medici in spie.

Pensiamo che siate al corrente degli importanti risultati ottenuti dalla
mobilitazione. Scriviamo “pensiamo”, poiché la stampa locale – tranne il
giornale online 60019 – non ne ha fatto minimamente menzione. Quel giorno in
piazza non solo erano presenti alcuni medici delle strutture sanitarie locali,
ma il Dirigente del Pronto Soccorso di Senigallia Attilio
Casagrande, ha preso pubblicamente posizione, affermando che
la struttura da lui diretta non denuncerà nessuno. In seguito, la stessa
posizione è stata assunta anche dal locale Dipartimento per le dipendenze
patologiche (SERT). Riteniamo questo un risultato politico importante in quanto
espressione di civiltà contro la barbarie giuridica e sociale espressa dalla norma.
Un risultato importante,ma a nostro avviso, non sufficiente, ed è per questo
che vi scriviamo.

Al Sindaco Angeloni in quanto rappresentante della massima autorità
sanitaria del territorio, chiediamo una presa di posizione politica pubblica di
opposizione a questa norma delatoria.

Al Direttore Generale della Zona 4 di Senigallia, Ing. Maurizio
Bevilacqua e alla Direttrice Sanitaria dell’ospedale Dott.ssa Silvana Seri,
chiediamo che l’Azienda Sanitaria nel suo complesso faccia propria la posizione
del Dott. Casagrande e che lo faccia in forme pubbliche, attraverso
l’affissione di cartelli informativi che spieghino a chiare lettere che nell’ospedale
di Senigallia non si denuncia nessuno, così come sta avvenendo in molte città
d’Italia tra cui Bologna e Roma.

In ultimo, vi chiediamo di prendere in considerazione la possibilità di
sanzionare per violazione del codice deontologico, quei singoli medici che dopo
aver prestato le cure denunceranno il paziente.

Riteniamo che la norma presente nel pacchetto sicurezza, abbia come
principale scopo non tanto quello di vincolare i medici nel loro lavoro, ma
quello di produrre e diffondere paura tra i migranti, in modo che al di là
delle posizioni locali, rifiutino a prescindere di farsi curare per paura di
essere denunciati. Questo oltre a ledere i diritti umani, mette a repentaglio
la salute pubblica.

Riteniamo che le varie autorità preposte si debbano assumere la responsabilità
di prendere una posizione pubblica e netta contro quest’attacco al diritto e
alla dignità umana.

 

In attesa di una vostra risposta,

vi porgiamo i più cordiali saluti.

 
 

Coordinamento Migranti Terza Italia

CSOA Mezza Canaja

Ambasciata dei Diritti Marche

 

 

Rassegna
Stampa:

Da Vivere
Senigallia.it | Lettera aperta in difesa della salute pubblica.

Dal Corriere
Adriatico| Lettera alle autorità “Aiutiamo gli stranieri”

 

 

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ECCO CHE COS’E’ IL COORDINAMENTO MIGRANTI TERZA ITALIA -COMUNICATO DI ABDELLAH MANYANI

by on Mar.07, 2009, under Ambasciata dei diritti

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ECCO COS’È IL COORDINAMENTO MIGRANTI

"TERZA ITALIA"

Vorrei
chiarire alcuni punti rispondendo alle domande che alcuni senigalliesi si
pongono circa la neonato coordinamento migranti "Terza Italia".
Capita spesso di sentire per strada senigalliesi del tipo: Cos’è Terza Italia?
Chi è dietro essa? A cosa punta? Perché è nata proprio adesso?ecc… Per
rispondere a queste domande bisogna tenere presente dei dati di tipo politico,
sociale e legati alla presenza degli immigrati in questa zona dell’Italia. A
Senigallia ci sono circa 3000 immigrati, di cui la maggior parte provenienti
dal terzo mondo. Tra i motivi per cui scelgono Senigallia ci sono: la posizione
geografica della città, il carattere aperto della sua gente e l’offerta di
lavoro stagionale. Bisogna inoltre tenere presente il danno rappresentato dai
cosiddetti rappresentanti degli immigrati, che si gloriano di questo titolo
mentre in realtà perseguono solo i loro personale tornaconto.
La multietnica storicamente è la prima associazione di immigrati. Negli ultimi
quattro anni, una nigeriana agisce per nome e conto dell’associazione,
sfruttando l’avanzata età del socio fondatore e presidente dell’associazione
Bruno Malatesta. Inoltre usa i locali dell’associazione come sede di un’altra
sua associazione chiamata Acads, senza averne il titolo perché i suddetti
locali erano stati in precedenza messi a disposizione da parte del comune alla
Multietnica. Questa signora cambia la serratura della sede quando vuole,
decidendo di volta in volta chi far entrare e chi lasciare fuori (due volte
negli ultimi 4 mesi). Rappresenta l’associazione presso la consulta regionale
degli stranieri, pur non assumendosi ufficialemente nessuna responsabilità a
riguarado, visto che non fà parte del direttivo, ma questo non le impedisce do
tenere costantemente all’oscuro i soci, della situazione finanziaria
dell’associazione. Come rappresentanti degli immigrati abbiamo inoltre due
consiglieri aggiunti in comune e un consigliere aggiunto nella Provincia. Non
conoscono i problemi dei migranti, ne prendono posizioni pubbliche a difesa
delle persone che rappresentano. Non organizzano iniziative, ne sono mai
apparsi su testate giornalistiche, ne su qualunque altro media informativo.
In soldoni è come se queste persone non esistessero. Le nuove leggi approntate
dal governo in carica sono in contraddizione con i diritti fondamentali
dell’uomo, come le classi ponte, le lungagini nel rinnovo del permesso di
soggiorno, le difficoltà nei ricongiungimento familiare, i nuovi ostacoli per
quanto riguarda l’accesso alle cure, gli eccessivi controlli da parte delle
forze dell’ordine, il razzismo, e tutto ciò viene ad aggiungiersi alle
difficoltà derivanti dalla lontananza dai propri cari. Il problemi riguardo
l’argomento casa: ci sono tante case sfitte ma sono inaccessibili agli
immigrati. Gli affitti sono esorbitanti. Il comune continua a ribadire che il
centro di accoglienza è aperto mentre in realtà è vuoto, nonostante l’alto
numero delle richieste per accedervi. A questo punto ci chiediamo quali sono le
politiche che il PD intende attuare nei confronti degli immigrati? Per quanto
riguarda il lavoro, diventato ancora più inafferrabile, per via della crisi che
stiamo attraversando. Iniziata dagli Stati Uniti, arrivando alla maggioranza
dei paesi, per la dipendenza della politica internazione, dal capitalismo
americano.
Adesso si ricercano soluzioni con programmi di stampo socialista. L’ultimo
decreto flussi del dicembre 2008 per 150.000 lavoratori, non ha fatto che
aggrava la crisi, in quanto quei posti di lavoro potevano essere assegnati ai
clandestini già presenti sul territorio, sanando la loro situazione economica e
del permesso di soggiorno. In realtà il decreto flussi è una miniera d’oro per
i trafficanti di uomini, che pretendono fino a 12000 euro a persona
procacciando contratti di lavoro falsi, senza garantire né casa e né lavoro.
Questi signori continuano a prosperare coi loro traffici in barba alle leggi
vigenti perché non ci sono controlli a riguardo. Tutti questi problemi hanno
fatto in modo che gli stranieri di Senigallia si uniscano per la prima volta,
per difendere i loro diritti e sollecitare risposte ai loro problemi in maniera
legale e propositiva. La sfida della "Terza Italia" consiste nel
avere l’aiuto delle coscienze vive, per essere pronti a sostenere la responsabilità
in cui consistono questi problemi.

Abdellah Manyani

 

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