CSOAMezzaCanaja

18/04/09 IL 18 APRILE: DIRITTI E DIGNITA’. COMUNICATO DELL’AMBASCIATA DEI DIRITTI (SENIGALLIA)

by on Apr.16, 2009, under Ambasciata dei diritti

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}

IL 18 APRILE:   DIRITTI E DIGNITA’ 

 

In questi giorni che ci avvicinano al corteo del 18 aprile,
ci sembra opportuno fermarci a ragionare sulla complessità della tematica
dell’immigrazione e di come questa debba essere affrontata, soprattutto a
livello locale.

La
presenza di migranti è un dato ormai consolidato in tutti i nostri territori,
ci sono stranieri presenti da decenni, ci sono le prime generazioni di figli di
immigrati nati in Italia, abbiamo una economia che sempre di più vede l’entrata
in scena di imprese straniere.

Nelle
nostre città lavoratori e lavoratrici migranti contribuiscono alla crescita
economica, sociale e culturale della intera comunità.

A fronte
di tutto ciò la politica e le istituzioni cavalcano in maniera del tutto
irresponsabile e miope una cultura dell’odio e della diffidenza, funzionale
solo al mantenimento dello status quo, che non ha altro risultato se non quello
della intolleranza e della paura.

L’insicurezza
è utilizzata come lascia passare per politiche legislative ignobili e
demagogiche, che sottraggono e attaccano lentamente i diritti di tutti e ci
rendono più deboli e ricattabili.

Il
“pacchetto sicurezza” conclude un processo di riscrittura normativa delle
regole che disciplinano l’immigrazione, affermando l’esigenza, soprattutto in
un periodo di crisi economica, di costruire un capro espiatorio sul quale
riversare responsabilità e colpe di chi, da decenni,  governa e si               arricchisce  sulla speculazione e la rendita finanziaria.

Norme come
il reato di soggiorno irregolare, l’aumento dei tempi di permanenza nei cie (ex
cpt), non producono maggiore sicurezza, ma alimentano emarginazione e
invisibilità, creando condizioni di povertà e sfruttamento.

Questo non
è un problema per i soli migranti, perché è il primo passo verso la
ricattabilità di tutti nei propri posti di lavoro, sia sul salario che sulla
qualità della prestazione.

L’esibizione
del permesso di soggiorno per il compimento di qualsiasi atto di stato civile
(es. riconoscere proprio figlio), la trasformazione di medici in spie,
l’impossibilità di accedere ai servizi di money transfert per gli irregolari,
sono norme che nulla hanno a che vedere con la sicurezza dei cittadini,
piuttosto, creando una massa di individui senza diritti, acutizzeranno
l’ingresso nel mondo del lavoro sommerso e della microcriminalità.

L’opposizione
sociale e radicale, che si è vissuta nelle strade di tutto il paese, obbliga il
governo ad alcuni passi indietro e al riconoscimento delle istanze poste dai
movimenti.

Anche a
Senigallia è fondamentale imporre una nuovo modello di intervento sulle
politiche dell’immigrazione.

I grandi
problemi sociali non si risolvono con la polizia, il controllo e l’ordine
pubblico, né con la solidarietà verbale o con le buone intenzioni,  ma richiedono il pieno riconoscimento dei
diritti fondamentali, superando la logica dell’intervento emergenziale e
assumendosi la responsabilità del cambiamento nelle sue questioni strutturali.

Da mesi
chiediamo, come Ambasciata dei Diritti e Coordinamento migranti TERZA ITALIA,
l’apertura del centro di accoglienza, colpevolmente abbandonato e lasciato a se
stesso dal governo di centro sinistra.

A più
riprese abbiamo chiesto la condizione dei contributi affitti per le famiglie
straniere e l’esigenza di intervenire e garantire il diritto all’ abitare per
tutti.

Riconosciamo
l’intervento del sindaco Luana Angeloni, forse l’unico, contro ronde e per il
diritto alla salute, ma è necessario andare oltre, come imprescindibile è
intervenire sul rione porto, garantendo servizi e centralità al quartiere, non
con polizia e ghettizzazione, che rendono il rione isolato, ma integrandolo
fino in fondo nel tessuto sociale della città (mercato rionale; circoli
ricreativi; cinema), partendo dalla valorizzazione delle particolarità e della
multiculturalità.

Sabato 18
aprile, il corteo che partirà da via Carducci, dovrà rappresentare la tappa
iniziale nel percorso per il rilancio del rione Porto, scontrandosi contro ogni
muro e politica securitaria, dicendo no a qualsiasi ipotesi di ronde nella
nostra città.

Il 18
aprile chiederemo casa e reddito per tutte/i contro la crisi, dignità contro la
barbarie giuridica, amore per i nostri quartieri lasciati al degrado.

Ambasciata dei Diritti (Senigallia)

Comunicato del Coordinamento Migranti Terza Italia

 


Comments are closed.

Looking for something?

Use the form below to search the site:

Still not finding what you're looking for? Drop a comment on a post or contact us so we can take care of it!