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Drugstore – bottega antipro

22/09/10 L’AUTORITÀ GIUDIZIARIA METTE SOTTO SEQUESTRO IL CSOA MEZZA CANAJA

by on Sep.22, 2010, under Ambasciata dei diritti, Cirko Canaja, Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni, Drugstore - bottega antipro, Femme Canaja, Feste, General, Serate e Dibattiti

L’autorità giudiziaria mette sotto sequestro il csoa mezza canaja

IL GIUDICE, IL SINDACO E LO SPAZIO DELLA POLITICA

Sequestro mezza canaja

Nella mattina di mercoledì 22 settembre l’autorità giudiziaria di Ancona ha posto sotto sequestro la fabbrica ex-ragno che il Mezza Canaja occupa da dieci mesi.

La messa dei sigilli è la conclusione di un’articolata operazione giudiziaria che è cominciata lo scorso 24 giugno con la notifica a tredici attivisti del centro sociale di altrettante denunce con l’accusa di occupazione, scasso e istigazione a delinquere. In verità, compare anche un altro denunciato, ovvero il direttore responsabile del Corriere Adriatico per aver pubblicato le motivazioni dell’occupazione. Altro che bavaglio, questa è intimidazione bella e buona verso chi svolge il proprio lavoro.

Le denunce firmate dal Procuratore della Repubblica Giovanna Lebboroni hanno fornito su un piatto d’argento al Giudice per le Indagini Preliminari la motivazione per mettere sotto sequestro lo spazio. Ricordiamo, uno spazio abbandonato da circa vent’anni, di proprietà della società “SO. DE. CO. REAL ESTATE S.R.L.”, una delle scatole cinesi della “Unione Fiduciaria s.p.a.”. In pratica, uno stabile in mano alla grande rendita finanziaria e speculativa.

La pratica della messa dei sigilli, del sequestro preventivo, per sgomberare gli spazi occupati è ormai un dispositivo repressivo da anni ampiamente usato in tutta Italia. L’azione giudiziaria occupa lo spazio della politica, si sostituisce a essa, eliminando di fatto ogni possibilità di mediazione, di trattativa, d’incontro, di confronto, di dialogo e di dialettica tra la dimensione sociale dei movimenti e quella politica delle istituzioni.

L’azione giudiziaria si dà quindi come atto di violenza pura.

La strategia politica della seconda Amministrazione Angeloni – quella con i Verdi al governo – verso il Mezza Canaja è stata essenzialmente quella di aprire una trattativa che avesse, di fatto, come unico obiettivo la demolizione delle ex-colonie Enel, utilizzando il ricatto della penale per evitare ogni tipo di resistenza. La strategia dell’Amministrazione Mangialardi – quella con i Verdi, PdCI e SEL al governo – è stata invece quella di ignorare pubblicamente il problema, di far finta di niente.

Nonostante sei anni di precarietà, tre occupazioni e continue tensioni, il Mezza Canaja – piaccia o non piaccia – si è però radicato nel tessuto sociale di questa città, assumendo, di fatto, il ruolo di un’organizzazione politica riconosciuta e partecipe alla vita civica e pubblica di Senigallia.

E’ ora che chi governa questa città si assuma la responsabilità politica di dire a tutti i suoi cittadini se il Mezza Canaja è una risorsa – un bene comune – per Senigallia o se invece è un problema. Il primo caso implica una gestione politica, il secondo una da ordine pubblico. Scorciatoie burocratico-amministrative fondate sul dare un colpo al cerchio – far star calmi noi – e uno alla botte – non fare scelte politiche pubbliche – non sono più praticabili. Oggi, o la politica ha la volontà di trovare una soluzione pubblica, credibile e stabile, partendo da un accordo condiviso tra parti diverse e con diversi interessi, oppure, accetta la criminalizzazione dei movimenti, perché questo è ciò che nemmeno troppo sottotraccia, emerge dall’azione giudiziaria.

Lunedì 27 settembre incontreremo il Sindaco Maurizio Mangialardi per proporgli una “soluzione politica”. Soltanto una volta ascoltate e pesate le sue parole, decideremo se e come reagire allo sgombero, se è il tempo del confronto o dello scontro.

Mezza Canaja

RADIO ONDA D’URTO – Intervista a Nicola Mancini
http://www.radiondadurto.org/agenzia/2010-09-22-14-42_red_nicola-mezza-canaja.mp3

TG3 – Servizio
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-dd6088d8-c60f-4678-8768-fa55293e44d2-popup.html

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15/09/09 LIBERATO L’EX-ENEL. LIBERATI DALLA PENALE. ANNO ZERO

by on Sep.15, 2009, under Ambasciata dei diritti, Cirko Canaja, Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni, Corrispondenze dal Messico, Drugstore - bottega antipro, Femme Canaja, Feste, No complanare, Osteria Canaja, Plage Sauvage, Serate e Dibattiti, Smash G8

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Liberato
l’ex-Enel. Liberati dalla penale.

ANNO ZERO

"O gentiluomini, la vita è breve e se noi viviamo,
viviamo per camminare sulle teste dei re"

(Shakespeare – Riccardo III)

 

Alle ore
8:30 di mercoledì 16 settembre i locali delle ex-colonie ENEL sono stati
riconsegnati a Morpurgo e alla ditta di cui è il maggior azionario.

Alle ore
8:30 di mercoledì 16 settembre si è estinta definitivamente la penale che da
anni gravava direttamente su di noi e indirettamente sul Comune e quindi su
tutta la cittadinanza.

Alle ore
8:30 di mercoledì 16 settembre un rappresentante del Comune nella persona del
Dirigente Maurizio Mandolini, un rappresentante di Iniziative Turistiche
Senigallia s.r.l. nella persona di Riccardo Morpurgo, ed un rappresentante
della disciolta associazione il Pane e le Rose nella persona di Marianna
Lombardi, tramite una scrittura privata, hanno formalizzato tutto questo. Anno
zero, dunque!

Questo è
il risultato raggiunto dopo cinque mesi di “trattativa triangolare” tra noi,
Morpurgo e l’Amministrazione Comunale, quest’ultima rappresentata dal
Vicesindaco Ceresoni e dall’assessore Mangialardi. Una trattativa dura, tesa,
improvvisa, che vedeva da una parte la frettolosa volontà di demolire l’ex-ENEL
in piena estate pur non avendo nessun permesso per costruire e dall’altra un’attività
politica e culturale – la nostra – già programmata e che non poteva saltare.
Nel mezzo il Comune ed una penale di oltre duecentomila euro.

Noi non
siamo eroi, tanto meno sulla pelle e le tasche degli altri. Non potevamo
permettere che la penale di circa tre anni di occupazione venisse pagata – per
ovvia impossibilità nostra – con le tasse dei senigalliesi. Non potevamo
permettere che con i soldi pubblici si risarcisse un facoltoso privato, perché
per noi sarebbe stata una scelta politicamente e moralmente devastante. Per
tutelare i nostri concittadini, la nostra dignità e la nostra coerenza abbiamo
scelto di scendere a patti e di arrivare ad un compromesso, l’unico possibile:
lasciare l’ex-ENEL senza colpo ferire, senza resistere, in cambio
dell’immediato annullamento della penale e dell’individuazione di un nuovo
spazio per far ripartire il centro sociale. La prima richiesta era ovviamente
indirizzata a Morpurgo ed alla sua società, la seconda all’Amministrazione
Comunale.

Noi
abbiamo rispettato i patti, la proprietà pure, l’Amministrazione Comunale no. Alle
ore 8:30 di mercoledì 16 settembre abbiamo abbandonato volontariamente uno
spazio, la penale è stata annullata, ma dall’Amministrazione non viene indicata
alcuna alternativa per poter proseguire legalmente l’attività politica, sociale
e culturale del Mezza Canaja. Certo, posti pubblici non ve ne sono molti. Certo,
un privato non ci affitterebbe volentieri un posto. E’ anche certo però, che se
non avessimo contestato il Sindaco durante il Cateraduno, occupato le case
della Curia, denunciato pubblicamente – per primi – i conflitti di interesse e
la mancanza di “etica pubblica” nell’azione dell’Amministrazione (vedi il caso
di Villa Bucci) e soprattutto se fossimo stati solamente un’associazione
culturale, magari un po’ vivace, ma nei fatti innocua e silente davanti alle
malefatte di chi governa, beh, sicuramente un posto si sarebbe trovato.

Lasciamo
nell’ex-ENEL un pezzo importante di noi. Vi lasciamo il sudore per averlo
ricostruito, gli affetti che lì hanno potuto incontrarsi e nascere, le
relazioni umane, sociali e politiche che grazie a quello spazio siamo riusciti
a costruire in città, la fratellanza di centinaia di compagni e compagne di
tutt’Italia, le botte date e prese per difendere lo spazio da fascisti e
spacciatori. Lasciamo un pezzo della nostra vita. Una vita che abbiamo scelto
di vivere dentro una dimensione collettiva, praticando quotidianamente il
difficile e contraddittorio percorso dell’autonomia e della libertà.

Lasciamo
tutto questo, ma usciamo a testa alta. Ora, ci offrono una trattativa non più
con l’Amministrazione – guarda caso – ma con una cordata di partiti del
centro-sinistra che vorrebbero aiutarci – farsi da garanti – nel trovare una
sede. Grazie, ma abbiamo già dato! Una trattativa con l’istituzione pubblica è
una conquista ed un riconoscimento politico che deriva da un conflitto più o
meno aspro. Una trattativa con i partiti invece, è sostanzialmente qualcosa che
sta a metà tra una politica assistenziale ed una clientelare. Dignità,
coerenza, credibilità e stile ci impediscono di accettare.

Preferiamo
percorrere altre strade, in basso a sinistra. Preferiamo guardare lontano, in
alto, sulle gru delle fabbriche chiuse o sui tetti dei provveditorati e dei
Musei Capitolini. Guardiamo ad una nuova stagione di lotte e ad una possibile
ricomposizione di classe. Guardiamo con sorriso complice le prime avvisaglie di
un nuovo movimento sociale dopo anni di torpore e barbarie. Anche noi andremo
sui tetti, insieme a tutte e tutti coloro che sono stanchi di pagare la crisi,
sul tetto di un nuovo spazio occupato per liberarlo dalla rendita, dalla
speculazione, dalla privatizzazione e dal degrado, per farne non uno spazio
pubblico, ma uno spazio comune. Per noi è l’anno zero, e sappiamo bene che
bisogna avere una casa per andare in giro per il mondo.

Infine,
vorremmo concedere “l’onore delle armi” a Roberto Paradisi, nostro strenuo
nemico e puntuale contabile, che in questi anni ha impugnato la penale come principale
arma per aizzarci contro la folla. Caro Roberto, ti sei battuto con valore,
ma questa battaglia finisce qua e tu l’hai persa.

 

Mezza Canaja

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ATTI DI RICONSEGNA DELL’EX-ENEL

 

LO SMONTAGGIO DELL’EX-ENEL

 

 

 

 

 

 

RICORDI IMPRESSI NEL MURO

 
 
 

 

 

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10/11/07 INCONTRO DIBATTITO CON DON ANDREA GALLO : UN PRETE DI STRADA CONTRO OGNI PROIBIZIONISMO

by on Nov.05, 2007, under Drugstore - bottega antipro

 

 

 

 

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SULL ‘ ANTIPROIBIZIONISMO…

by on Sep.17, 2007, under Drugstore - bottega antipro


  

La problematica e annosa questione del rapporto centri
sociali [comunità ribelli]/sostanze psicoattive necessita oggi di una nuova
definizione. Infatti l’antiproibizionismo, inteso semplicemente come
legalizzazione delle “droghe”, medicalizzazione del consumo problematico-abuso
e “riduzione del danno”, risulta essere nel contesto della società reale
odierna un concetto se non da seppellire, quanto meno da superare.

Il proibizionismo, e di riflesso la questione
antiproibizionista, qui ed ora –in una fase storica di ipercapitalismo dominata
dal cosiddetto “pensiero unico” cui tutti devono uniformarsi o coattivamente
essere assoggettati-, abbraccia tematiche che vanno ben oltre la mera
discussione sulle “droghe”. Le strategie di controllo e disciplinamento sociale
cui gli individui e per estensione la collettività sono vittime (e dove la
produzione, la circolazione, lo scambio-spaccio e il consumo di sostanze
psicotrope sia legali che illegali rappresentano la manifestazione fenomenica più
chiara ed evidente)  non sono nient’altro
che le forme in cui si appalesa l’essenza del dominio biopolitico.

Il biopotere d’altronde lo definiamo come potere sulla
vita delle persone: gestione, utilizzazione e controllo del corpo umano.  E contro di esso si libera la nostra azione di
r_esistenza quando rivendichiamo la vita… la vita piena, non alienata,
soddisfatta nei bisogni, nei desideri e nelle passioni, salubre e felice.

 L'antiproibizionismo quindi non è una battaglia
vertenziale, né un movimento culturale che si propone di riformare in senso
liberale il dominio del capitale, né tantomeno  la scintilla che spalanca le porte ad un
orizzonte rivoluzionario di cambiamento sociale; l’antiproibizionismo è un
“modus operandi”, una metodologia di intervento politico attraverso cui veicolare
un messaggio di libertà: libertà di scelta, di gestione, di autodeterminazione
dei singoli individui rispetto al proprio corpo e al proprio tempo.

Libertà dei singoli che irrimediabilmente si trasforma da
un punto di vista moltitudinario in un avanzamento, un miglioramento delle
condizioni di esistenza, poiché sottrae corpi, strumenti e spazi alle strategie
di comando, sorveglianza e controllo che necessariamente questo sistema
dispiega per il proprio sostentamento e la propria riproduzione.

Questa scelta di libertà deve essere frutto della
consapevolezza e della coscienza degli individui; coscienza e consapevolezza
necessariamente realizzate non mediante una morale ancorché antitetica rispetto
a quella repressivo-dominante, ma bensì grazie alla condivisione di
informazioni, di “controcultura” e di autoformazione delle persone e dei gruppi
in genere. Consapevolezza e coscienza non sono concetti da instillare come
elisir di verità ma vanno costruite attraverso l’analisi soggettiva e
collettiva e attraverso l’elaborazione politica.

La convinzione antiproibizionista dunque è una scelta di
libertà… ma entro un margine ben definito.

Contro la retorica dell’esaltazione dello “sballo” e dello
stato alterato di coscienza come atto rivoluzionario…

Contro le sostanze psicoattive eccitanti e performanti che
ben si adattano ai ritmi della produzione capitalistica post-moderna…

Contro le sostanze devastanti in termini di salute che
annientano i corpi, le menti e gli animi delle persone…

Contro lo spaccio di “droga”, forma demistificata della
mercificazione e della speculazione che avviene ai danni degli individui, delle
comunità e degli spazi sociali che rappresentano l’alternativa –o quanto meno
la forma embrionale- di una società più giusta e migliore. Costruita in autonomia! In basso! A sinistra!

 CSOA  Mezza 
Canaja

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DRUGSTORE – BOTTEGA ANTIPROIBIZIONISTA

by on Jul.21, 2007, under Drugstore - bottega antipro

 

 … è un progetto “stupefacente” pensato e  realizzato dal CSOA MEZZA CANAJA.

    Fondamentalmente cerca di offrire informazioni quanto più
possibile accurate sulle

    sostanze psicotrope, sulla normativa in vigore che ne
regola il consumo, la detenzione

    e lo spaccio e sui grandi interessi economici e politici che
a livello globale ruotano e

    lucrano intorno alle “droghe”.

… propone di sviluppare nell'eterogeneo mondo dei
consumatori una coscienza

    e una consapevolezza maggiori
rispetto alle scelte di vita e di gestione del

 

    proprio corpo e del proprio tempo.

 

… sostiene intensamente la proposta
di un’altra politica nei confronti delle

 

             sostanze
psicoattive: l’ANTIPROIBIZIONISMO.

    Questa proposta si articola essenzialmente in due
principi:

    a) medicalizzazione
(ossia somministrazione sotto stretto controllo medico di alcune

    sostanze oggi vietate, in particolare gli oppiacei);

    b) legalizzazione
(quindi organizzazione da parte dello Stato, che distribuisce o in

    regime di monopolio o attraverso soggetti autorizzati
-concessionari-  le sostanze

    oggi
illegali).

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