CSOAMezzaCanaja

Ambasciata dei diritti

22/09/10 L’AUTORITÀ GIUDIZIARIA METTE SOTTO SEQUESTRO IL CSOA MEZZA CANAJA

by on Sep.22, 2010, under Ambasciata dei diritti, Cirko Canaja, Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni, Drugstore - bottega antipro, Femme Canaja, Feste, General, Serate e Dibattiti

L’autorità giudiziaria mette sotto sequestro il csoa mezza canaja

IL GIUDICE, IL SINDACO E LO SPAZIO DELLA POLITICA

Sequestro mezza canaja

Nella mattina di mercoledì 22 settembre l’autorità giudiziaria di Ancona ha posto sotto sequestro la fabbrica ex-ragno che il Mezza Canaja occupa da dieci mesi.

La messa dei sigilli è la conclusione di un’articolata operazione giudiziaria che è cominciata lo scorso 24 giugno con la notifica a tredici attivisti del centro sociale di altrettante denunce con l’accusa di occupazione, scasso e istigazione a delinquere. In verità, compare anche un altro denunciato, ovvero il direttore responsabile del Corriere Adriatico per aver pubblicato le motivazioni dell’occupazione. Altro che bavaglio, questa è intimidazione bella e buona verso chi svolge il proprio lavoro.

Le denunce firmate dal Procuratore della Repubblica Giovanna Lebboroni hanno fornito su un piatto d’argento al Giudice per le Indagini Preliminari la motivazione per mettere sotto sequestro lo spazio. Ricordiamo, uno spazio abbandonato da circa vent’anni, di proprietà della società “SO. DE. CO. REAL ESTATE S.R.L.”, una delle scatole cinesi della “Unione Fiduciaria s.p.a.”. In pratica, uno stabile in mano alla grande rendita finanziaria e speculativa.

La pratica della messa dei sigilli, del sequestro preventivo, per sgomberare gli spazi occupati è ormai un dispositivo repressivo da anni ampiamente usato in tutta Italia. L’azione giudiziaria occupa lo spazio della politica, si sostituisce a essa, eliminando di fatto ogni possibilità di mediazione, di trattativa, d’incontro, di confronto, di dialogo e di dialettica tra la dimensione sociale dei movimenti e quella politica delle istituzioni.

L’azione giudiziaria si dà quindi come atto di violenza pura.

La strategia politica della seconda Amministrazione Angeloni – quella con i Verdi al governo – verso il Mezza Canaja è stata essenzialmente quella di aprire una trattativa che avesse, di fatto, come unico obiettivo la demolizione delle ex-colonie Enel, utilizzando il ricatto della penale per evitare ogni tipo di resistenza. La strategia dell’Amministrazione Mangialardi – quella con i Verdi, PdCI e SEL al governo – è stata invece quella di ignorare pubblicamente il problema, di far finta di niente.

Nonostante sei anni di precarietà, tre occupazioni e continue tensioni, il Mezza Canaja – piaccia o non piaccia – si è però radicato nel tessuto sociale di questa città, assumendo, di fatto, il ruolo di un’organizzazione politica riconosciuta e partecipe alla vita civica e pubblica di Senigallia.

E’ ora che chi governa questa città si assuma la responsabilità politica di dire a tutti i suoi cittadini se il Mezza Canaja è una risorsa – un bene comune – per Senigallia o se invece è un problema. Il primo caso implica una gestione politica, il secondo una da ordine pubblico. Scorciatoie burocratico-amministrative fondate sul dare un colpo al cerchio – far star calmi noi – e uno alla botte – non fare scelte politiche pubbliche – non sono più praticabili. Oggi, o la politica ha la volontà di trovare una soluzione pubblica, credibile e stabile, partendo da un accordo condiviso tra parti diverse e con diversi interessi, oppure, accetta la criminalizzazione dei movimenti, perché questo è ciò che nemmeno troppo sottotraccia, emerge dall’azione giudiziaria.

Lunedì 27 settembre incontreremo il Sindaco Maurizio Mangialardi per proporgli una “soluzione politica”. Soltanto una volta ascoltate e pesate le sue parole, decideremo se e come reagire allo sgombero, se è il tempo del confronto o dello scontro.

Mezza Canaja

RADIO ONDA D’URTO – Intervista a Nicola Mancini
http://www.radiondadurto.org/agenzia/2010-09-22-14-42_red_nicola-mezza-canaja.mp3

TG3 – Servizio
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-dd6088d8-c60f-4678-8768-fa55293e44d2-popup.html

Comments Off on 22/09/10 L’AUTORITÀ GIUDIZIARIA METTE SOTTO SEQUESTRO IL CSOA MEZZA CANAJA more...

30/01/10 UN ALTRO SFRATTO, UN’ALTRA MOBILITAZIONE

by on Jan.30, 2010, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

UN ALTRO SFRATTO, UN’ALTRA MOBILITAZIONE

Oggi una trentina di militanti del csoaMezza Canaja e del Coordinamento migranti Terza Italia hanno promosso unpresidio di denuncia sull’ennesima crisi abitativa.

Giunti alle dieci in via Tagliamento, zonastadio, i movimenti sociali si sono uniti alla protesta di una famigliatunisina, abitante a Senigallia da quindici anni, che ieri  ha subìto uno sfratto per finita locazione,con la concessione di tre giorni, da parte dell’ufficiale giudiziario, pertrasferire i propri beni ed effetti personali.

La condizione è quella di un padre conl’80% di invalidità civile, madre iscritta alle liste di collocamento, due figliminori di sette e dieci anni e con l’ unico reddito quello di 450 euro dellapensione del padre; l’ affitto richiesto è di 450 euro.

La famiglia, appena venuta a conoscenzadello sfratto, aveva cercato di rivolgersi al mercato immobiliare senzaottenere alcuna soluzione, impossibilitata ad esaudire le garanzie richiestedalle agenzie.

Il risultato paradossale è quello di unnucleo familiare che  dopo aver semprepagato il canone di locazione intaccando anche i risparmi,  si trova gettato in mezzo alla strada.

Andando per ordine ci teniamo asottolineare anzitutto il comportamento inqualificabile dei servizi sociali cheancora una volta hanno estorto a degli sfrattati il consenso al trasferimento eall’abbandono della casa sotto la minaccia dell’allontanamento dei figli.

Non è la prima volta che si verifica unaccaduto del genere; in più di un picchetto ci è capitato di denunciare questocomportamento assolutamente vergognoso da parte dei servizi sociali di questacittà; per questo ci sembra opportuno iniziare a vigilare contro uncomportamento di sistematico ed ignobile ricatto che coinvolge famiglie di sfrattatiitaliani e migranti, in una città teoricamente governata da una giunta dicentro sinistra.

La proposta degli stessi uffici è quella diun affitto diviso a metà tra comune e famiglia per quattro mesi all’hotelTrocadero e poi il nulla. L’ennesima proposta emergenziale che concede un tettoper qualche mese – chiaramente dietro compenso –  e che non garantisce nessuna forma di dignitàa chi si trova in difficoltà.

Chiediamo il blocco immediato dello sfrattoe che il comune si proponga come soggetto terzo di garanzia per un affittoproporzionale alle risorse della famiglia.

Quello che sin da ora deve essere chiaro èche non sarà considerata accettabile nessuna soluzione che non contempli unaprospettiva di lunga durata.

La lotta per il diritto ad una casa – diquesta famiglia  e di tutte le altresotto sfratto – proseguirà fino a quando in questa città, al di là dei proclamielettorali di chi amministra, non verrà riconosciuta piena dignità e giustiziaa quanti oggi vivono le condizioni di precarietà, sfruttamento edemarginazione.

  

CsoaMezza Canaja 

Coordinamentomigranti Terza Italia   

Ambasciatadei Diritti Senigallia

 
 
 
 
 
Comments Off on 30/01/10 UN ALTRO SFRATTO, UN’ALTRA MOBILITAZIONE more...

25/01/10 LIBERA DI ESSERE DONNA. SUL RAPIMENTO DI UNA RAGAZZA PAKISTANA TRA SENIGALLIA E FANO.

by on Jan.25, 2010, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

LIBERA DI ESSERE DONNA.

SUL RAPIMENTO DI UNA RAGAZZA PAKISTANA TRA SENIGALLIA E FANO.

 

 

Inquesti giorni le città di Fano e Senigallia hanno occupato le pagine di cronacadella carta stampata e i telegiornali locali e nazionali.

Unanotorietà seguita al rapimento di una ragazza diciassettenne da parte del padrepakistano.

L’esitoconclusivo della vicenda, iniziata martedì, è l’arresto del padre e della madre,accusati di sequestro di persona, il riformatorio per il fratello, possibilecompartecipe con i genitori, l’affidamento ad una comunità per la sorellaminore, il ritorno ,nella casa protetta, per la giovane portata via.

Immediatamentel’attenzione si è posta sul fattore sociale e culturale, sulle problematicheche sorgono all’interno dei nuclei familiari composti da cittadini immigrati,l’articolato fenomeno di adattamento con il mondo e le abitudini occidentali,il contrasto generazionale tra figli nati in Italia e i loro genitori legatialle tradizione.

L’inconciliabilitàtra le pulsioni di libertà e di normalità delle prime generazioni di figli dimigranti, nati nel nostro paese, ed una educazione basata su riferimentilontani e spesso non capiti, ha portato, in alcuni casi, a tragicheconseguenze, ricordate e menzionate nelle ore di buio intercorse tra l’arrivodel padre pakistano al centro di accoglienza di Fano e l’arresto avvenuto ilgiorno susseguente.

Ormaiè iniziato il valzer delle riflessioni e delle strumentalizzazioni, da un latoi partigiani della nostra supremazia culturale, della necessità di porre unargine all’islamizzazione della società, del pericolo di un integrazione chepotrebbe sgretolare le certezze e i valori condivisi, che vede nella chiusura enell’isolamento della fortezza Europa, nei pacchetti sicurezza, nei filtriall’ingresso e nella regolamentazione dei flussi migratori l’unica salvezza,dall’altro chi cerca di avventurarsi nel terreno arduo di un analisi piùcomplessa.

Per  prima cosa chiaro deve essere ilriconoscimento, per ogni uomo e donna, della legittima volontà di libertà eautonomia, la giusta aspirazione a poter vivere una vita che sia il fruttodelle proprie scelte.

Lottareper la costruzione di un futuro che sia speranza di emancipazione eraggiungimento dei propri bisogni e delle proprie aspettative è un dirittointangibile, da rivendicare nei confronti di chiunque decida di frapporsi alsacrosanto desiderio di autodeterminazione.

Inquesto senso va la nostra solidarietà più profonda alla ragazza, la vicinanzadovuta a tutti/e coloro che combattono per guadagnarsi la possibilità a poterdecidere sul proprio corpo e sulla propria vita, indipendentemente dalleconvenzioni sociali, dalle morali o dalle normative statali.

Lastoria italiana e anche il passato più recente, sono il coacervo di tentativi edispositivi di controllo volti a limitare le scelte, ad imporre un modellosull’altro, quasi sempre attraverso lo strumento legislativo, a ricordarci,oltre la retorica, come anche l’intimità e le decisioni private siano il fruttotroppo spesso della logica della maggioranza.

Ilritorno nelle piazze e nelle strade in difesa del diritto delle donne all’aborto,contrasta il tentativo, mosso da più parti, di ritornare al passato, unregresso che possa essere esempio ed esperimento di resistenza e intransigenzacontro quelle istanze, che muovono dalla società, e chiedono pieni diritticivili e sociali per tutti, dai migranti alle comunità omosessuali, dalle donnealle espressioni della diversità di genere.

Insecondo luogo sarebbe opportuno trarre, da quanto accaduto, la forza perincentivare quei percorsi di liberazione ed eguaglianza sostanziale che sonoancora lontani nel nostro paese; al contrario, le voci che si levano sonoquelle dell’apologia e della difesa ad oltranza di un sistema migliore(italiano;europeo;occidentale) che però tollera la violenza domestica e non neiconfronti della donna, la cronica disparità nell’accesso al mondo del lavoro,accentuata da un modello produttivo e di organizzazione, flessibile e precario,che lascia poche garanzie (pensiamo al ricatto della maternità) e accentuapratiche di sfruttamento e criminalità organizzata, come abbiamo potuto vedereemblematicamente a Rosarno, i pestaggi sistematici di omosessuali, l’assalto ailocali gay, i barboni incendiati nelle stazioni, i pogrom nei confronti deicampi rom.

LaLegaNord,che utilizzando l’accaduto e ribadisce la mano dura nei confrontidell’immigrazione, è la principale responsabile di questa campagna di odio, diquesto attacco indiscriminato ad ogni diversità, del dilagare dello schiavismodei braccianti migranti nel mezzogiorno e del caporalato, alimentato dal lavoronero e dalla ricattabilità dovuta al “pacchetto sicurezza”.

Su  questo ferma deve essere la risposta dei movimentie di ogni singolo cittadino contro fenomeni di razzismo e miopismo politico eculturale strumentali.

L’ultimariflessione ci vede perplessi circa i proclami entusiastici di tutti gliaddetti ai lavori che in questi giorni si sono occupati della vicenda.

Alrisultato, per fortuna, positivo per la ragazza, si accompagna quello di unnucleo familiare in frantumi, al di là delle considerazioni di facciata, unaintera famiglia dispersa tra carceri, riformatori e comunità non può non essereanche il fallimento completo di quelle istituzioni che avrebbero dovutoprevenire, capire e tutelare,  lasconfitta in primis dei servizi sociali e dei mediatori culturali intervenuti,la manifesta inadeguatezza di una presunta società superiore che ancora non hafatto i conti con se stessa.

  

 

CSOAMEZZA CANAJA

AMBASCIATADEI DIRITTI Senigallia

Coordinamento migranti TERZA ITALIA

Comments Off on 25/01/10 LIBERA DI ESSERE DONNA. SUL RAPIMENTO DI UNA RAGAZZA PAKISTANA TRA SENIGALLIA E FANO. more...

16/12/09 CERCAVI GIUSTIZIA, TROVASTI LA LEGGE |COMUNICATO DOPO LA CONDANNA DI YOUSEFH FAUD PER RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE

by on Dec.16, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

CERCAVI GIUSTIZIA, TROVASTI LA LEGGE

Comunicato dopo la
condanna di Yousefh Faud per resistenza a pubblico ufficiale

Ad una settimana di
distanza dalla condanna a nove mesi e dieci giorni di Yousefh Faud, avvenuta
Giovedì 10 dicembre,  per resistenza a
pubblico ufficiale, a seguito di un controllo al Matt bar questa estate, ci sembra
giusto intervenire e prendere la parola.

Ci sembra doveroso proprio
perchè, come strutture organizzate, abbiamo preso le difese di questo ragazzo e
abbiamo denunciato il comportamento violento e inspiegabile degli agenti
della volante dei carabinieri durante una normale operazione di controllo
.

Con un autentico colpo di
spugna, in Tribunale, si sono volute nascondere le incongruità e i dubbi
sollevati dalla difesa, condannando il migrante e ribadendo il corretto operato
delle forze dell’ordine.

Il testimone oculare,
presentato dall’ avvocato di Youseph Faud, non è stato accolto dal giudice
poiché, la difesa, avrebbe dovuto presentarlo nelle precedenti udienze,
peccato però che, tolto il processo per direttissima, nel quale la difesa
aveva ottenuto il rinvio, ci sia stata una sola udienza, rinviata per
assenza del giudice stesso,e nella quale la difesa non ha potuto produrre le
proprie prove e argomentazioni.

Quello che emerge è l’ennesima
dimostrazione di come in Italia vi sia un sistema di strutturale impunità per
le forze dell’ordine che si rendono responsabili di abusi e violenze, fatto di
protezioni, omertà, pressioni politiche e intimidazioni (cosa peraltro a noi
denunciata da alcuni che avevano assistito all’evento).

Faud, il 12 luglio, dopo
aver mostrato  – su richiesta –  regolarmente i suoi documenti, si era dall’ingresso
del Matt bar spostato fino al bancone per comprare una bottiglietta d’acqua; al
suo ritorno è stato buttato a terra, picchiato e arrestato per essersi
allontanato.

Dai carabinieri il gesto è
stato spiegato affermando che il migrante avrebbe potuto disfarsi di supposte sostanze
stupefacenti e poi avrebbe opposto resistenza.

Le persone presenti hanno
negato comportamenti violenti da parte del migrante e soprattutto non si spiega
come mai, una volta che il soggetto in questione era stato ammanettato e chiuso
in macchina, gli agenti non abbiano controllato nel bar la presenza o meno di
droga o altro.

Tutto questo avveniva dopo
che da mesi i movimenti senigalliesi denunciavano un clima di ingiustificata
violenza e di continue minacce durante i controlli, soprattutto quando ad
essere controllati erano migranti.

Nel nostro Paese
assistiamo, ormai abituati, ad un tragico bollettino fatto di abusi e
provocazioni.

Non possiamo dimenticare
le morti di ragazzi come Sandri, Aldrovandi e in ultimo Cucchi selvaggiamente
uccisi.

Giovani morti senza
motivo, uccisi da agenti di polizia o carabinieri, vite stroncate con disinvolta
facilità e brutalità mentre gli agenti spesso con altrettanta
facilità protetti; le prove insabbiate, le ricerche e le indagini oggetto
di continui depistaggi.

Aggiungiamo le morti nei
CIE (Centri identificazione ed espulsione) e nelle carceri, spesso nascoste
dietro falsi suicidi, oltre alle denunce per maltrattamenti e al noto fenomeno
dei detenuti drogati e anestetizzati dalle istituzioni carcerarie stesse.

Ancora una volta
registriamo il fatto che in Italia ci siano vite che valgono meno, persone la
cui dignità può essere tolta senza le attenzioni mediatiche e la luce dei riflettori.

La stigmatizzazione del
diverso (migranti, tossicodipendenti, omosessuali, clochard) sembra non rendere necessario
fare giustizia, ascoltare le ragioni, visionare le prove.

Gli emarginati e reietti
della società devono subire in silenzio, per loro non valgono le garanzie
democratiche di uno stato di diritto,  sono invisibili sacrificabili in nome della
sicurezza.

  

 

 Coordinamento Migranti Terza
Italia

Ambasciata dei Diritti

CSOA Mezza Canaja

 

Comments Off on 16/12/09 CERCAVI GIUSTIZIA, TROVASTI LA LEGGE |COMUNICATO DOPO LA CONDANNA DI YOUSEFH FAUD PER RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE more...

21/11/09 ANCORA UNA VOLTA NESSUNA AGIBILITA’ ALLA LEGA!

by on Nov.23, 2009, under Ambasciata dei diritti, Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni

ANCORA UNA VOLTA NESSUNA AGIBILITA’ ALLA LEGA

Ancora una volta la Lega Nord e il suo tentativo di
radicarsi in città è stato bloccato.

Sabato 21 novembre – mentre il Coordinamento Difesa
Scuola Pubblica raccoglieva le firme per la messa in sicurezza delle aule
scolastiche – un improvvisato banchetto dei leghisti che, invece, voleva
raccogliere le firme per il crocefisso nelle scuole, ha trovato la pronta
risposta di una sessantina di studenti e migranti che con i loro corpi hanno
contestato e oscurato il banchetto dei “padani de noatri”. 

Nessuna tregua verso chi specula su paure e
insicurezze. Senigallia non è Padania.

 

LEGA NO GRAZIE: CARICHE A SENIGALLIA

COMUNICATO E VIDEO SCONTRI

 

 

 

Comments Off on 21/11/09 ANCORA UNA VOLTA NESSUNA AGIBILITA’ ALLA LEGA! more...

24/09/09 APARTHEID A SENIGALLIA?

by on Sep.28, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

APARTHEID A SENIGALLIA?

 

Il Coordinamento migranti "Terza Italia"
fotografa un cartello con su scritto "Cercasi operai italiani".

L’attuale crisi economica
produce man mano che si radicalizza seri problemi di carattere sociale, fra i
più gravi, quello del razzismo. Nonostante la maggior parte dei senigalliesi
combatta il razzismo, il fenomeno non accenna ad arretrare, inglobando uffici
che erogano servizi, come le agenzie per la casa, del lavoro, nemmeno gli
uffici pubblici si salvano. Fino ad adesso il "razzismo" a Senigallia
è sempre rimasto circoscritto e ogni volta che una forza politica (Forza Nuova)
ha cercato di seminarlo, hanno sempre trovato come ostacolo la popolazione
civile, che con assemblee pubbliche e manifestazioni hanno espresso il loro
vivo dissenso.

Con l’alleanza del Pdl con
la Lega Nord
l’attuale maggioranza ha iniziato una nuova fase di razzismo, questa volta di
stampo politica, seminato dalle stesse mani che reggone le redini del paese
(Vedere Pacchetto Sicurezza). L’amministrazione comunale di Senigallia dal
canto suo ha contribuito alla crescita di questo fenomeno, rapportandosi con le
associazioni di immigrati solo di nome e ghettizzando chi li rappresenta
realmente, come Coord. migranti "Terza Italia". Gli stessi programmi
di questa giunta contengono elementi di stampo razzista, come i continui
controlli agli esercizi commerciali degli immigrati e le continue perquisizioni
corporee a cui sono sottoposti. I consiglieri aggiunti (due comunali, uno
provincia) non assolvono minimamente alle loro responsabilità, al contrario
sono completamente estranei alla politica per gli immigrati.

L’ultimo esempio di questo
degrado della dignità, è rappresentato dalla vetreria "Misa" s.r.l.
in Via Veronese 36, che ha appeso un cartello in bella vista all’ingresso con
su scritto "Cercasi operai solo ITALIANI", senza rispetto per i
diritti degli immigrati, propri degli uomini. Il contenuto del cartello è
sintomatico del razzismo diffuso. Se il proprietario della vetreria avesse
voluto assumere solo italiani avrebbe potuto scartare gli immigrati al
colloquio, come avviene nella maggioranza dei casi, l’aver ostentato questo
cartello rimanda al clima di Apartheid, dove le città erano tappezzate di
cartelli di questo stampo.

Abdellah
Manyani

 

Comments Off on 24/09/09 APARTHEID A SENIGALLIA? more...

15/09/09 LIBERATO L’EX-ENEL. LIBERATI DALLA PENALE. ANNO ZERO

by on Sep.15, 2009, under Ambasciata dei diritti, Cirko Canaja, Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni, Corrispondenze dal Messico, Drugstore - bottega antipro, Femme Canaja, Feste, No complanare, Osteria Canaja, Plage Sauvage, Serate e Dibattiti, Smash G8

st1:*{behavior:url(#ieooui) }

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}

Liberato
l’ex-Enel. Liberati dalla penale.

ANNO ZERO

"O gentiluomini, la vita è breve e se noi viviamo,
viviamo per camminare sulle teste dei re"

(Shakespeare – Riccardo III)

 

Alle ore
8:30 di mercoledì 16 settembre i locali delle ex-colonie ENEL sono stati
riconsegnati a Morpurgo e alla ditta di cui è il maggior azionario.

Alle ore
8:30 di mercoledì 16 settembre si è estinta definitivamente la penale che da
anni gravava direttamente su di noi e indirettamente sul Comune e quindi su
tutta la cittadinanza.

Alle ore
8:30 di mercoledì 16 settembre un rappresentante del Comune nella persona del
Dirigente Maurizio Mandolini, un rappresentante di Iniziative Turistiche
Senigallia s.r.l. nella persona di Riccardo Morpurgo, ed un rappresentante
della disciolta associazione il Pane e le Rose nella persona di Marianna
Lombardi, tramite una scrittura privata, hanno formalizzato tutto questo. Anno
zero, dunque!

Questo è
il risultato raggiunto dopo cinque mesi di “trattativa triangolare” tra noi,
Morpurgo e l’Amministrazione Comunale, quest’ultima rappresentata dal
Vicesindaco Ceresoni e dall’assessore Mangialardi. Una trattativa dura, tesa,
improvvisa, che vedeva da una parte la frettolosa volontà di demolire l’ex-ENEL
in piena estate pur non avendo nessun permesso per costruire e dall’altra un’attività
politica e culturale – la nostra – già programmata e che non poteva saltare.
Nel mezzo il Comune ed una penale di oltre duecentomila euro.

Noi non
siamo eroi, tanto meno sulla pelle e le tasche degli altri. Non potevamo
permettere che la penale di circa tre anni di occupazione venisse pagata – per
ovvia impossibilità nostra – con le tasse dei senigalliesi. Non potevamo
permettere che con i soldi pubblici si risarcisse un facoltoso privato, perché
per noi sarebbe stata una scelta politicamente e moralmente devastante. Per
tutelare i nostri concittadini, la nostra dignità e la nostra coerenza abbiamo
scelto di scendere a patti e di arrivare ad un compromesso, l’unico possibile:
lasciare l’ex-ENEL senza colpo ferire, senza resistere, in cambio
dell’immediato annullamento della penale e dell’individuazione di un nuovo
spazio per far ripartire il centro sociale. La prima richiesta era ovviamente
indirizzata a Morpurgo ed alla sua società, la seconda all’Amministrazione
Comunale.

Noi
abbiamo rispettato i patti, la proprietà pure, l’Amministrazione Comunale no. Alle
ore 8:30 di mercoledì 16 settembre abbiamo abbandonato volontariamente uno
spazio, la penale è stata annullata, ma dall’Amministrazione non viene indicata
alcuna alternativa per poter proseguire legalmente l’attività politica, sociale
e culturale del Mezza Canaja. Certo, posti pubblici non ve ne sono molti. Certo,
un privato non ci affitterebbe volentieri un posto. E’ anche certo però, che se
non avessimo contestato il Sindaco durante il Cateraduno, occupato le case
della Curia, denunciato pubblicamente – per primi – i conflitti di interesse e
la mancanza di “etica pubblica” nell’azione dell’Amministrazione (vedi il caso
di Villa Bucci) e soprattutto se fossimo stati solamente un’associazione
culturale, magari un po’ vivace, ma nei fatti innocua e silente davanti alle
malefatte di chi governa, beh, sicuramente un posto si sarebbe trovato.

Lasciamo
nell’ex-ENEL un pezzo importante di noi. Vi lasciamo il sudore per averlo
ricostruito, gli affetti che lì hanno potuto incontrarsi e nascere, le
relazioni umane, sociali e politiche che grazie a quello spazio siamo riusciti
a costruire in città, la fratellanza di centinaia di compagni e compagne di
tutt’Italia, le botte date e prese per difendere lo spazio da fascisti e
spacciatori. Lasciamo un pezzo della nostra vita. Una vita che abbiamo scelto
di vivere dentro una dimensione collettiva, praticando quotidianamente il
difficile e contraddittorio percorso dell’autonomia e della libertà.

Lasciamo
tutto questo, ma usciamo a testa alta. Ora, ci offrono una trattativa non più
con l’Amministrazione – guarda caso – ma con una cordata di partiti del
centro-sinistra che vorrebbero aiutarci – farsi da garanti – nel trovare una
sede. Grazie, ma abbiamo già dato! Una trattativa con l’istituzione pubblica è
una conquista ed un riconoscimento politico che deriva da un conflitto più o
meno aspro. Una trattativa con i partiti invece, è sostanzialmente qualcosa che
sta a metà tra una politica assistenziale ed una clientelare. Dignità,
coerenza, credibilità e stile ci impediscono di accettare.

Preferiamo
percorrere altre strade, in basso a sinistra. Preferiamo guardare lontano, in
alto, sulle gru delle fabbriche chiuse o sui tetti dei provveditorati e dei
Musei Capitolini. Guardiamo ad una nuova stagione di lotte e ad una possibile
ricomposizione di classe. Guardiamo con sorriso complice le prime avvisaglie di
un nuovo movimento sociale dopo anni di torpore e barbarie. Anche noi andremo
sui tetti, insieme a tutte e tutti coloro che sono stanchi di pagare la crisi,
sul tetto di un nuovo spazio occupato per liberarlo dalla rendita, dalla
speculazione, dalla privatizzazione e dal degrado, per farne non uno spazio
pubblico, ma uno spazio comune. Per noi è l’anno zero, e sappiamo bene che
bisogna avere una casa per andare in giro per il mondo.

Infine,
vorremmo concedere “l’onore delle armi” a Roberto Paradisi, nostro strenuo
nemico e puntuale contabile, che in questi anni ha impugnato la penale come principale
arma per aizzarci contro la folla. Caro Roberto, ti sei battuto con valore,
ma questa battaglia finisce qua e tu l’hai persa.

 

Mezza Canaja

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}

 

ATTI DI RICONSEGNA DELL’EX-ENEL

 

LO SMONTAGGIO DELL’EX-ENEL

 

 

 

 

 

 

RICORDI IMPRESSI NEL MURO

 
 
 

 

 

Comments Off on 15/09/09 LIBERATO L’EX-ENEL. LIBERATI DALLA PENALE. ANNO ZERO more...

16/08/09 SPAZI DI INTEGRAZIONE E NON SGOMBERI

by on Aug.18, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni, Plage Sauvage

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}

SPAZI D’INTEGRAZIONE E NON SGOMBERI

Il giorno giovedì 13 agosto il Coordinamento Migranti "Terza
Italia" stanco di vedersi ripetutamente negare il diritto ad avere una
sede da parte del comune di Senigallia, ha deciso di agire praticando l’azione
diretta verso promesse fatte e mai mantenute.

Un’occupazione imposta dalla disperata situazione in cui versano i
migranti in questa città e dalla disperata necessità dei progetti che possono
essere attuati solo con una sede,come un asilo nido per i bambini,uno sportello
legale informativo, corsi di lingua italiana, araba e tanti altri ancora.

Abbiamo deciso di occupare uno spazio abbandonato, lasciato a marcire, con
l’intenzione di ristrutturarlo e pagare un affitto ai proprietari.

Non sono passate 24 ore dallo sgombero del locale, ci domandiamo quanto tempo
debba ancora passare prima che il comune di Senigallia esaudisca la nostra
prima richiesta, ovvero che gli immigrati di Senigallia, possano aver diritto
ad uno spazio dove esistere.

In caso contrario continueremo ad occupare stabili, continueremo a dimostrare
per le vie di questa città, fino a riunirci nei locali dello stesso comune se
sarà necessario. Molti di noi hanno affrontato il mare, per venire qua, quindi
come possiamo temere denunce o manganelli?

 

Coordinamento Migranti TERZA
ITALIA

 

Comments Off on 16/08/09 SPAZI DI INTEGRAZIONE E NON SGOMBERI more...

16/08/09 VOI SGOMBERATE NOI CONTINUEREMO A OCCUPARE

by on Aug.17, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni, Plage Sauvage

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}

VOI SGOMBERATE, NOI CONTINUEREMO AD OCCUPARE

Giovedì 13 agosto abbiamo occupato una casa sfitta da circa dieci anni
in Via Mamiani. Lo abbiamo fatto insieme al Coordinamento Migranti TERZA ITALIA
che da mesi è in cerca di una sede. Volpini aveva promesso sede e riapertura
del centro di accoglienza ma nulla di tutto ciò è avvenuto.

L’occupazione di Via Mamiani è stata prima di tutto per noi un modo per
evidenziare un problema, per porre una questione all’attenzione
dell’Amministrazione Comunale e di chi in privato spende belle parole e in
pubblico tace o invoca legge e ordine.

Non sapevano né la proprietà né le condizioni strutturali
dell’abitazione. La casa era talmente in degrado e lo era da tanti anni, che ci
sembrava abbandonata anche da ogni proprietario. Abbiamo letto sui giornali
dell’inagibilità della casa e l’abbiamo anche verificato entrandovi, per questo
diciamo chiaramente che non è nostra intenzione rientrarvi, perché non vogliamo
mettere a repentaglio l’incolumità di nessuno. Se Rossi e Canafoglia vogliono fare
denuncia, lo facciano pure, denunce e processi in corso ne abbiamo già tanti e
non ci hanno mai fermato.

Ci teniamo a ribadire che il nostro obiettivo era di porre un problema e
se l’Amministrazione Comunale non andrà a trattare seriamente con TERZA ITALIA,
siamo già pronti ad occuparne un’altra.

Riqualificare, mettere in sicurezza e valorizzare socialmente gli spazi
sfitti e abbandonati è un atto di amore per la città in cui si vive, per
restituirla ai suoi abitanti, sottraendola alla rendita, a speculatori ed a
privatizzazioni. Lo abbiamo già detto, abbiamo cominciato per non fermarci.

 

CSOA Mezza Canaja

 

  

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}

·        
COMUNICATO STAMPA DELL ‘AZIONE

·        
VIDEO DELL’OCCUPAZIONE

 

Comments Off on 16/08/09 VOI SGOMBERATE NOI CONTINUEREMO A OCCUPARE more...

13/08/09 VIDEO OCCUPAZIONE CASA DEL MIGRANTE

by on Aug.17, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni, Plage Sauvage

 

        
CRONACA E FOTO

        
COMUNICATO

        
URBANIZZAZIONE DAL BASSO | TAPPA 2 PLAGE SAUVAGE 009

        
IL PRECARIATO SI PRENDE LA CASA | TAPPA 1 PLAGE SAUVAGE 009

Comments Off on 13/08/09 VIDEO OCCUPAZIONE CASA DEL MIGRANTE more...

Looking for something?

Use the form below to search the site:

Still not finding what you're looking for? Drop a comment on a post or contact us so we can take care of it!