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Femme Canaja

02/03/12 INCONTRO CON OPERAIE DELLA OMSA E PROIEZIONE

by on Feb.26, 2012, under Femme Canaja, Serate e Dibattiti

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01-29/03/12 CINEMA ARVULTùRA: TRA LA FESTA, IL RITO E IL SILENZIO SCEGLIAMO LA LOTTA!

by on Feb.26, 2012, under Femme Canaja, Serate e Dibattiti

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22/09/10 L’AUTORITÀ GIUDIZIARIA METTE SOTTO SEQUESTRO IL CSOA MEZZA CANAJA

by on Sep.22, 2010, under Ambasciata dei diritti, Cirko Canaja, Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni, Drugstore - bottega antipro, Femme Canaja, Feste, General, Serate e Dibattiti

L’autorità giudiziaria mette sotto sequestro il csoa mezza canaja

IL GIUDICE, IL SINDACO E LO SPAZIO DELLA POLITICA

Sequestro mezza canaja

Nella mattina di mercoledì 22 settembre l’autorità giudiziaria di Ancona ha posto sotto sequestro la fabbrica ex-ragno che il Mezza Canaja occupa da dieci mesi.

La messa dei sigilli è la conclusione di un’articolata operazione giudiziaria che è cominciata lo scorso 24 giugno con la notifica a tredici attivisti del centro sociale di altrettante denunce con l’accusa di occupazione, scasso e istigazione a delinquere. In verità, compare anche un altro denunciato, ovvero il direttore responsabile del Corriere Adriatico per aver pubblicato le motivazioni dell’occupazione. Altro che bavaglio, questa è intimidazione bella e buona verso chi svolge il proprio lavoro.

Le denunce firmate dal Procuratore della Repubblica Giovanna Lebboroni hanno fornito su un piatto d’argento al Giudice per le Indagini Preliminari la motivazione per mettere sotto sequestro lo spazio. Ricordiamo, uno spazio abbandonato da circa vent’anni, di proprietà della società “SO. DE. CO. REAL ESTATE S.R.L.”, una delle scatole cinesi della “Unione Fiduciaria s.p.a.”. In pratica, uno stabile in mano alla grande rendita finanziaria e speculativa.

La pratica della messa dei sigilli, del sequestro preventivo, per sgomberare gli spazi occupati è ormai un dispositivo repressivo da anni ampiamente usato in tutta Italia. L’azione giudiziaria occupa lo spazio della politica, si sostituisce a essa, eliminando di fatto ogni possibilità di mediazione, di trattativa, d’incontro, di confronto, di dialogo e di dialettica tra la dimensione sociale dei movimenti e quella politica delle istituzioni.

L’azione giudiziaria si dà quindi come atto di violenza pura.

La strategia politica della seconda Amministrazione Angeloni – quella con i Verdi al governo – verso il Mezza Canaja è stata essenzialmente quella di aprire una trattativa che avesse, di fatto, come unico obiettivo la demolizione delle ex-colonie Enel, utilizzando il ricatto della penale per evitare ogni tipo di resistenza. La strategia dell’Amministrazione Mangialardi – quella con i Verdi, PdCI e SEL al governo – è stata invece quella di ignorare pubblicamente il problema, di far finta di niente.

Nonostante sei anni di precarietà, tre occupazioni e continue tensioni, il Mezza Canaja – piaccia o non piaccia – si è però radicato nel tessuto sociale di questa città, assumendo, di fatto, il ruolo di un’organizzazione politica riconosciuta e partecipe alla vita civica e pubblica di Senigallia.

E’ ora che chi governa questa città si assuma la responsabilità politica di dire a tutti i suoi cittadini se il Mezza Canaja è una risorsa – un bene comune – per Senigallia o se invece è un problema. Il primo caso implica una gestione politica, il secondo una da ordine pubblico. Scorciatoie burocratico-amministrative fondate sul dare un colpo al cerchio – far star calmi noi – e uno alla botte – non fare scelte politiche pubbliche – non sono più praticabili. Oggi, o la politica ha la volontà di trovare una soluzione pubblica, credibile e stabile, partendo da un accordo condiviso tra parti diverse e con diversi interessi, oppure, accetta la criminalizzazione dei movimenti, perché questo è ciò che nemmeno troppo sottotraccia, emerge dall’azione giudiziaria.

Lunedì 27 settembre incontreremo il Sindaco Maurizio Mangialardi per proporgli una “soluzione politica”. Soltanto una volta ascoltate e pesate le sue parole, decideremo se e come reagire allo sgombero, se è il tempo del confronto o dello scontro.

Mezza Canaja

RADIO ONDA D’URTO – Intervista a Nicola Mancini
http://www.radiondadurto.org/agenzia/2010-09-22-14-42_red_nicola-mezza-canaja.mp3

TG3 – Servizio
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-dd6088d8-c60f-4678-8768-fa55293e44d2-popup.html

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15/09/09 LIBERATO L’EX-ENEL. LIBERATI DALLA PENALE. ANNO ZERO

by on Sep.15, 2009, under Ambasciata dei diritti, Cirko Canaja, Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni, Corrispondenze dal Messico, Drugstore - bottega antipro, Femme Canaja, Feste, No complanare, Osteria Canaja, Plage Sauvage, Serate e Dibattiti, Smash G8

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Liberato
l’ex-Enel. Liberati dalla penale.

ANNO ZERO

"O gentiluomini, la vita è breve e se noi viviamo,
viviamo per camminare sulle teste dei re"

(Shakespeare – Riccardo III)

 

Alle ore
8:30 di mercoledì 16 settembre i locali delle ex-colonie ENEL sono stati
riconsegnati a Morpurgo e alla ditta di cui è il maggior azionario.

Alle ore
8:30 di mercoledì 16 settembre si è estinta definitivamente la penale che da
anni gravava direttamente su di noi e indirettamente sul Comune e quindi su
tutta la cittadinanza.

Alle ore
8:30 di mercoledì 16 settembre un rappresentante del Comune nella persona del
Dirigente Maurizio Mandolini, un rappresentante di Iniziative Turistiche
Senigallia s.r.l. nella persona di Riccardo Morpurgo, ed un rappresentante
della disciolta associazione il Pane e le Rose nella persona di Marianna
Lombardi, tramite una scrittura privata, hanno formalizzato tutto questo. Anno
zero, dunque!

Questo è
il risultato raggiunto dopo cinque mesi di “trattativa triangolare” tra noi,
Morpurgo e l’Amministrazione Comunale, quest’ultima rappresentata dal
Vicesindaco Ceresoni e dall’assessore Mangialardi. Una trattativa dura, tesa,
improvvisa, che vedeva da una parte la frettolosa volontà di demolire l’ex-ENEL
in piena estate pur non avendo nessun permesso per costruire e dall’altra un’attività
politica e culturale – la nostra – già programmata e che non poteva saltare.
Nel mezzo il Comune ed una penale di oltre duecentomila euro.

Noi non
siamo eroi, tanto meno sulla pelle e le tasche degli altri. Non potevamo
permettere che la penale di circa tre anni di occupazione venisse pagata – per
ovvia impossibilità nostra – con le tasse dei senigalliesi. Non potevamo
permettere che con i soldi pubblici si risarcisse un facoltoso privato, perché
per noi sarebbe stata una scelta politicamente e moralmente devastante. Per
tutelare i nostri concittadini, la nostra dignità e la nostra coerenza abbiamo
scelto di scendere a patti e di arrivare ad un compromesso, l’unico possibile:
lasciare l’ex-ENEL senza colpo ferire, senza resistere, in cambio
dell’immediato annullamento della penale e dell’individuazione di un nuovo
spazio per far ripartire il centro sociale. La prima richiesta era ovviamente
indirizzata a Morpurgo ed alla sua società, la seconda all’Amministrazione
Comunale.

Noi
abbiamo rispettato i patti, la proprietà pure, l’Amministrazione Comunale no. Alle
ore 8:30 di mercoledì 16 settembre abbiamo abbandonato volontariamente uno
spazio, la penale è stata annullata, ma dall’Amministrazione non viene indicata
alcuna alternativa per poter proseguire legalmente l’attività politica, sociale
e culturale del Mezza Canaja. Certo, posti pubblici non ve ne sono molti. Certo,
un privato non ci affitterebbe volentieri un posto. E’ anche certo però, che se
non avessimo contestato il Sindaco durante il Cateraduno, occupato le case
della Curia, denunciato pubblicamente – per primi – i conflitti di interesse e
la mancanza di “etica pubblica” nell’azione dell’Amministrazione (vedi il caso
di Villa Bucci) e soprattutto se fossimo stati solamente un’associazione
culturale, magari un po’ vivace, ma nei fatti innocua e silente davanti alle
malefatte di chi governa, beh, sicuramente un posto si sarebbe trovato.

Lasciamo
nell’ex-ENEL un pezzo importante di noi. Vi lasciamo il sudore per averlo
ricostruito, gli affetti che lì hanno potuto incontrarsi e nascere, le
relazioni umane, sociali e politiche che grazie a quello spazio siamo riusciti
a costruire in città, la fratellanza di centinaia di compagni e compagne di
tutt’Italia, le botte date e prese per difendere lo spazio da fascisti e
spacciatori. Lasciamo un pezzo della nostra vita. Una vita che abbiamo scelto
di vivere dentro una dimensione collettiva, praticando quotidianamente il
difficile e contraddittorio percorso dell’autonomia e della libertà.

Lasciamo
tutto questo, ma usciamo a testa alta. Ora, ci offrono una trattativa non più
con l’Amministrazione – guarda caso – ma con una cordata di partiti del
centro-sinistra che vorrebbero aiutarci – farsi da garanti – nel trovare una
sede. Grazie, ma abbiamo già dato! Una trattativa con l’istituzione pubblica è
una conquista ed un riconoscimento politico che deriva da un conflitto più o
meno aspro. Una trattativa con i partiti invece, è sostanzialmente qualcosa che
sta a metà tra una politica assistenziale ed una clientelare. Dignità,
coerenza, credibilità e stile ci impediscono di accettare.

Preferiamo
percorrere altre strade, in basso a sinistra. Preferiamo guardare lontano, in
alto, sulle gru delle fabbriche chiuse o sui tetti dei provveditorati e dei
Musei Capitolini. Guardiamo ad una nuova stagione di lotte e ad una possibile
ricomposizione di classe. Guardiamo con sorriso complice le prime avvisaglie di
un nuovo movimento sociale dopo anni di torpore e barbarie. Anche noi andremo
sui tetti, insieme a tutte e tutti coloro che sono stanchi di pagare la crisi,
sul tetto di un nuovo spazio occupato per liberarlo dalla rendita, dalla
speculazione, dalla privatizzazione e dal degrado, per farne non uno spazio
pubblico, ma uno spazio comune. Per noi è l’anno zero, e sappiamo bene che
bisogna avere una casa per andare in giro per il mondo.

Infine,
vorremmo concedere “l’onore delle armi” a Roberto Paradisi, nostro strenuo
nemico e puntuale contabile, che in questi anni ha impugnato la penale come principale
arma per aizzarci contro la folla. Caro Roberto, ti sei battuto con valore,
ma questa battaglia finisce qua e tu l’hai persa.

 

Mezza Canaja

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ATTI DI RICONSEGNA DELL’EX-ENEL

 

LO SMONTAGGIO DELL’EX-ENEL

 

 

 

 

 

 

RICORDI IMPRESSI NEL MURO

 
 
 

 

 

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04/04/08 FERRARA: HAI PARLATO SOLO GRAZIE ALLA CELERE!

by on Apr.05, 2008, under Femme Canaja

FERRARA,
ABBIAMO UN MESSAGGIO PER TE:

HAI
PARLATO SOLO GRAZIE ALLA CELERE!”

Come
volevasi dimostrare, anche ieri – giovedì 3 aprile –
abbiamo avuto l’ennesima prova della non-democrazia dello Stato
italiano. Come
già successo nelle altre città della penisola, a
partire dal Nord per arrivare fino alla straordinaria giornata di
Bologna, anche noi abbiamo dato la nostra accoglienza
all’inconcepibile Ferrara e alla sua ignobile lista pro-life.

In
moltissimi lo abbiamo contestato davanti al Teatro Sperimentale di
Pesaro dove era stato invitato a parlare; alcune di noi, mentre fuori
si fischiava, si suonavano le pentole e si ascoltava la musica, sono
entrate dentro dove si teneva la presentazione della lista. Nemmeno
il tempo di alzarci e gridare: “Vergogna”, siamo state trascinate
fuori dalla polizia a suon di calci  e pugni prontamente
intervenuta alla richiesta di difesa di Ferrara. La stessa sera ad
Ancona, i nostri corpi hanno invaso Via dei Mercanti per raggiungere
ancora una volta Ferrara e gridargli di nuovo la nostra indignazione.

Il
titolo di oggi della pagina locale de "Il Messaggero"
riporta senza mezzi termini la schiacciante realtà: “
Ferrara
alla Loggia parla solo grazie alla celere
”.
Evidentemente, dopo
le violenze gratuite perpetrate dalle forze dell’ordine a Bologna
e Pesaro e la determinata resistenza che hanno trovato, è
bastato un gioioso corteo di donne e uomini che
democraticamente si appropriavano del diritto di decidere sui propri
corpi, per blindare un’intera zona del capoluogo marchigiano. 

Resistere
è stata la nostra risposta; da Bologna, dove assieme alle
centinaia di persone siamo corsi nelle piazze per respingere Ferrara,
a Pesaro e Ancona dove ancora una volta abbiamo praticato il nostro
diritto all’autodeterminazione. Contro la lista “Aborto? No
grazie”, contro e la vergognosa difesa attuata nei confronti di
Ferrara … contro tutti quelli che pensano a noi come assassine o
come strumento di controllo. Sui
giornali siamo state etichettate come “ragazzine” ma la verità
è che eravamo corpi: ragazzi, donne e uomini che sono scesi
nelle strade della proprie città e si sono anzitutto ripresi
il diritto di manifestare.

Quello
che oggi sentiamo è gioia, perché abbiamo impedito che
parole sporche, ipocrite, ideologiche, false, offensive e pericolose
per la salute, il diritto e la cultura, potessero essere pronunciate
come se nulla fosse … come se fossero "democratiche".
Abbiamo interrotto la conferenza di Ferrara all’interno del
Teatro di Pesaro e abbiamo fatto arrivare le nostre voci e i nostri
desideri fino alla blindatissima sala della conferenza di Ancona. Abbiamo
costretto a Ferrara ad uscire da entrambe le sale da porte nascoste,
come un topo che scappa.

Per
affermare che sui nostri corpi decidiamo noi, che la vera sicurezza è
quella dei diritti e che il primo diritto è quello ad una vita
dignitosa.

Giù
le mani dal corpo delle donne… oggi come allora!

 CSOA
Mezza Canaja

LEGGI ANCHE DA:

GLOMEDA

GLOBAL PROJECT

AUDIO:

Audio durante i
tafferugli a Pesaro:
http://noblogs.org/flash/mp3player/mp3player.swf

FOTO PESARO:

http://multimedia.quotidiano.net/?media=8441&tipo=photo&id=185459&cat_principale_page=1&canale=0&canale_page=1

http://www.ilmessaggero.it/view.php?data=20080404&ediz=14_PESARO&npag=33&file=2_4908.xml&type=PHOTO

http://www.ilmessaggero.it/view.php?data=20080404&ediz=14_PESARO&npag=36&file=1_4981.xml&type=PHOTO

http://www.ilmessaggero.it/view.php?data=20080404&ediz=14_PESARO&npag=36&file=3_4985.xml&type=PHOTO

FOTO ANCONA:

http://www.globalproject.info/gp_galleria.php3?id_article=15616

http://www.ilmessaggero.it/20080404/foto/4987.jpg

RASSEGNA STAMPA

IL MESSAGGERO:

http://www.ilmessaggero.it/view.php?data=20080404&ediz=14_PESARO&npag=36&file=F_4995.xml&type=STANDARD

CORRIERE ADRIATICO:

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=83630F164223B634A768A4FA5C545978

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=9F624FD4F27D1F5551C300C3B42B6AD7

RESTO DEL CARLINO:

http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/pesaro/2008/04/03/77580-sperimentale_blindato_ferrara.shtml

http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/ancona/2008/04/03/77601-ferrara_contestato_anche_ancona.shtml

 

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APPROFONDIMENTI : GUZZANTI E BASCETTA

by on Apr.05, 2008, under Femme Canaja

 

http://www.youtube.com/watch?v=B8jfceMOdEs
 
 

L’ORTAGGIO A
GIULIANO FERRARA 

Marco
Bascetta

Il
lancio di verdure dal loggione non segnò la fine del teatro.
Il lancio di verdure su un palco elettorale non segnerà la
fine della democrazia. Si tranquillizzi Miriam Mafai. L’
insegnamento che lei e il suo giornale quotidianamente ci
impartiscono si ispira alla più classica predica che ogni
arcigna istitutrice impartisce ai suoi educandi: «Se da bambino
rubi la marmellata, da grande sarai un delinquente».
Ma le
ragazze e i ragazzi che a Bologna hanno contestato Giuliano Ferrara
non sono bambini e più che rubare rischiano di essere
derubati, di diritti e di libertà. Scomodare poi il povero
Voltaire, in un paese che farnetica di «tolleranza zero»,
è quanto di più sfacciato si possa immaginare. E, del
resto, ai tempi di Voltaire non c’erano i monopoli radiotelevisivi
né i grandi gruppi editoriali. Che esista una simmetria, una
«pari opportunità» tra le diverse voci, tra i
diversi soggetti dell’agire politico e sociale, è una
vergognosa finzione.
Risponda la democratica editorialista con un
po’ di onestà: se si fosse organizzata in un centro sociale
un’assemblea contro Ferrara, anche tre volte più folta dello
sparuto gruppetto che lo applaude, quante righe avrebbe dedicato la
Repubblica all’evento? Continuare ad agitare lo spettro della
violenza, che si tratti di fischi, scritte murali, lancio di ortaggi
o di mendicanti e lavavetri, finirà coll’essere, oltre che
una scemenza, un’istigazione. Se occupare un edificio o entrare in
un cinema senza pagare può significare a Bologna un’accusa
di insurrezione contro lo stato, non è forse, questo, un
invito a fare almeno sul serio?
Il ceto politico e la grande
stampa hanno perso il senso delle proporzioni. Per chi ha potere e
chi non ne ha non vige lo stesso galateo. Chi dispone di tutti gli
amplificatori per accusare decine di migliaia di donne di omicidio
può ben incassare qualche pomodoro in piazza.

Fonte: Il Manifesto
04.04.08
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03/04/08 FERRARA? … NO GRAZIE!!!

by on Apr.04, 2008, under Femme Canaja

FERRARA, ADESSO TI PERSEGUITEREMO NOI !!

Grande
novità alla corte dei politici d’Italia: una lista “ tutta
nuova ” per una proposta politica che puzza di vecchio .. meglio,
di Medioevo. La lista si chiama “ Aborto? No grazie!” e il suo
paladino che si erge a difensore della vita si chiama Giuliano
Ferrara.

Il
suo attacco non si limita solo alla legge 194, che ad oggi risulta
essere una delle migliori norme in merito a questioni sociali; quella
a cui stiamo assistendo è un’espropriazione della
sessualità, una decisa volontà di attuare dispositivi
che mirano al controllo sui soggetti, sui corpi, sulle forme di vita
e anche sulla riproduzione, garantendo il perpetuarsi di forme
repressive che minano la nostra autonomia, la nostra possibilità
di scelta, il nostro diritto all’autodeterminazione.

Mentre
Ferrara propone la moratoria sull’aborto nella quale il feto si
considera un soggetto giuridico del quale difendere il diritto alla
vita, ignora completamente quelli che sono i diritti e le esigenze
delle donne che – invece di essere soggetti liberi di scegliere se e
quando diventare madri – diventano semplici incubatrici che una volta
“sfornato” il pargolo, contano poco più di zero. Si
parla di difesa della vita e poi magari si sostengono le guerre di
religione (spesso nella presunta difesa delle donne islamiche) e
segretamente si vorrebbero abortire gli immigrati, le lesbiche, gli
omosessuali. Tutti soggetti inalienabili del diritto alla vita.

Ma
la bella novità che c’è nell’aria è la
rabbia e la reale appropriazione dell’autodeterminazione che le
donne da Padova, Torino, Livorno si stanno prendendo ogni volta che
Ferrara cerca di propagandare la sua ignobile lista.

Giovedì
3 aprile Ferrara ha deciso di Presentare la sua lista in ben due
città della nostra regione; a Pesaro e ad Ancona. Come negli
altri appuntamenti anche noi scenderemo nelle piazze per ricordare di
nuovo a Ferrara che né qui né in nessun’ altra città
è ben accetto. La nostra necessità e gioia di
contestare questa giornata parla con la voce delle tante donne che
sono morte a causa degli aborti clandestini, di quante ancora oggi,
vittime del pregiudizio e di questa cultura cattolica asfissiante e
oscurantista, non possono decidere sui e dei propri corpi.

Per
questo le Comunità Resistenti delle Marche invitano le donne e
gli uomini della nostra città a invadere con i propri corpi le
piazze e partecipare ai sit-in rumorosi – con quanto di più
chiassoso si ha in casa – organizzati a Pesaro per le 17:30 in
Piazza del Popolo e ad Ancona per le 20:30 davanti al Teatro Dorico. Per
affermare che sui nostri corpi decidiamo noi, che la vera sicurezza è
quella dei diritti e che il primo diritto è quello ad una vita
dignitosa.

Giù
le mani dal corpo delle donne … oggi come allora!

Comunità
Resistenti delle Marche

 

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8/03/08 TRA LA FESTA, IL RITO E IL SILENZIO…SCEGLIAMO LA LOTTA!!

by on Mar.10, 2008, under Femme Canaja

“L / Otto non solo a Marzo” 
Giù le mani dal corpo delle donne. 
 
  Era l’8 marzo 1908 quando a New York, le operaie dell’industria
tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili
condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse
per alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò
tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo
stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere
all’interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data
venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle
donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia.
E’ l’8 marzo 2008 ed ancora oggi continuiamo a lottare !!
  In questa giornata, dove la memoria viene distratta e soffocata dal
business della mimosa e del rito, ci sentiamo invece di riportare
l’attenzione su quello che è stato, su quello che purtroppo è, e su
quello che nel prossimo futuro costruiremo con le nostre lotte.
  Da qualche anno a questa parte la figura della donna ci viene dipinta
con estrema contraddizione, da una parte infatti siamo oggetto di
campagne sicuritarie sempre più repressive, dall’altra siamo anche le
assassine dei nostri figli che non riconoscono l’immenso valore della
vita.
  La
sicurezza si veste di rosa così nella nostra società “macista” ecco
comparire nuovi decreti, nuove leggi che individuano il nemico nel
diverso,che sfruttano la figura della donna al fine puramente
propagandistico e di controllo sociale.
  La campagna dei “difensori della vita” si
fa sempre più incalzante,in una commistione agghiacciante tra Chiesa e
Stato,si ritorna a parlare dell’aborto.
Quello
a cui assistiamo non è solo un vile attacco alla 194,ciò che suscita
maggiore rabbia è che si parli del corpo della donna e della difesa
della vita, si consideri il feto come oggetto giuridico e ci si arroghi
l’urgenza di garantirgli i sui diritti. Tutto ciò in uno scenario
sociale che di giorno in giorno vede morire persone sul lavoro, vede
costrette donne e uomini a sottoporsi agli incessanti ritmi della
precarietà.
Ed ecco che la donna diventa “incubatrice” di una vita di cui non
dispone;una vita che diventa proprietà allo Stato e di un etica che è sempre meno laica.
  Per questo oggi, come allora,abbiamo deciso di riappropriarci del
diritto di discutere e decidere sul nostro corpo, sensibilizzando tutta
la città attraverso degli striscioni che stimolano la riflessione di
ognuno di noi.
  Oggi come allora l’8 marzo rimane un giorno di lotta !!
 
 
 
“Tra la festa, il rito e il silenzio….scegliamo la lotta !!”
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