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18/04/09 PER LA LIBERTA’ ROMPIAMO I CONTROLLI: DIRITTI E DIGNITA’ PER IL RIONE PORTO – COMUNICATO DEL COORDINAMENTO MIGRANTI TERZA ITALIA

by on Apr.10, 2009, under Ambasciata dei diritti

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PER LA
LIBERTA’: ROMPIAMO I CONTROLLI

Diritti e dignità per il Rione Porto

 

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La politica scellerata del governo Berlusconi contro gli immigrati, in
quest’ultimo anno, ha portato ad un’ulteriore modificazione dello stato di
diritto, arrivando a negare i principi fondamentali della Costituzione.

· Il pacchetto sicurezza

Lo slogan “gli italiani al
sicuro dal clandestino criminale” ci fa venire in mente il 1984 di Orwell,
dove ogni istituzione svolge la funzione opposta al nome: il ministro della
pace è quello della guerra, il Popolo delle libertà è quello della schiavitù.
Infatti, oggi, in nome della sicurezza si riduce la libertà di movimento e i
diritti sociali d’italiani e migranti.

· Le ronde

La Lega Nord con
il consenso del resto della maggioranza, si prepara tramite la formalizzazione
delle ronde a trasformare le nostre città in campi di battaglia. Un far-west
dove vige la “giustizia fai da te”, che avrà come unica conseguenza l’aumento
di tensione e d’insicurezza per tutti e tutte. 

· Facoltà di denunciare i pazienti clandestini.

La proposta di legge che dà
la facoltà a medici e infermieri di denunciare i non regolari serve solo a
produrre paura e non sicurezza. Il timore di essere espulsi allontana queste
persone dagli ospedali, esponendo italiani e migranti al rischio di contagio in
caso di malattia infettiva. L’ultimo caso di Brescia risale al 9 aprile, Maccan
un ragazzo senegalese recatosi in ospedale per un mal di denti è stato
prelevato ed espulso, ha dichiarato che non avrebbe più messo piede in un
ospedale.  La lotta condotta a Senigallia, invece, ha ottenuto la
liberazione delle strutture sanitarie locali dal razzismo e dal sospetto.

Solo un governo che controlla i mezzi d’informazione, poteva dipingere
così efficacemente l’immigrato non regolare come un vero e proprio criminale,
permettendo così la negazione di diritti fondamentali come la casa, il lavoro e
la libertà di movimento. Solo un governo che identifica il migrante come pura
forza-lavoro e non come persona soggetta a diritti e doveri, può rinchiudere
uomini e donne che non hanno commesso alcun reato dentro dei lager (CIE) per
poi rimpatriarli nelle stesse terre martoriate da guerre e fame dalle quali
sono scappati. Oggi giorno accostare la figura del clandestino a quella dello
stupratore, del ladro o dello spacciatore è il dispositivo per creare nella
mentalità comune degli italiani pregiudizi e xenofobia. I bersagli di questa
discriminazione non sono però solo gli irregolari ma tutti i migranti.

A Senigallia i problemi non son diversi dal resto d’Italia. Un ghetto
multietnico è stato creato nel quartiere porto, ove l’economia locale già in
difficoltà sopravvive quasi solo grazie ai migranti che qui vivono e lavorano.
Le forze dell’ordine non fanno che controllare assiduamente con fermi,
frequenti perquisizioni corporali in mezzo alla strada, intimidazioni,
vessazioni e a volte violenze fisiche.  In via Carducci, fra persone
oneste, si scherza su chi è stato fermato più volte in un giorno, i vincitori
sono quasi sempre i senegalesi per la loro pelle scura.

Noi del coordinamento migranti « Terza Italia » vogliamo
combattere la discriminazione insieme a tutti i senigalliesi. Crediamo
fermamente nel fatto che la maggior parte degli italiani sia con noi e che come
noi non tolleri gli abusi delle forze dell’ordine. Ricordiamo che venerdì 3
aprile, cinque venditori ambulanti, nei pressi del foro Annonario verso le
18:45, sono stati ammanettati, sbattuti a terra e nella condizione d’immobilità
in cui versavano picchiati di fronte a una folla di testimoni.

Ogni progetto d’integrazione, da parte del Comune, nel quartiere porto
è stato fallimentare. Non si promuove l’integrazione installando telecamere o
terrorizzando con continui raid delle forze dell’ordine, tanto meno
abbandonando il quartiere a se stesso, in una potenziale guerra tra poveri.
Questo serve solo a creare barriere, e di quelle c’è ne sono già troppe.

Noi del coordinamento migranti « Terza Italia » chiediamo
l’aiuto della società civile e democratica di questa città, di tutte quelle
associazioni e movimenti che come noi credono che la sicurezza corrisponda al
rispetto della dignità e dei diritti sociali di tutti e tutte.

Per tutti questi motivi sabato 18 aprile scenderemo in piazza alle ore
17:00 in via Carducci con un corteo che attraverserà le vie cittadine. Chi
sacrifica la libertà in nome della sicurezza non si merita né l’una né l’altra.

 

Coordinamento migranti « Terza
Italia »

 


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