CSOAMezzaCanaja

Ambasciata dei diritti

21/02/09 DOPO IL CORTEO: “L’OSPEDALE RIMARRA’ LIBERO DA RAZZISMO E PAURA”

by on Feb.23, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

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DOPO IL
CORTEO: “L’OSPEDALE RIMARRÀ LIBERO DA RAZZISMO E PAURA”

Sabato 21
febbraio il Coordinamento Migranti Terza Italia, il CSOA Mezza Canaja e
L’Ambasciata dei Diritti hanno portato in strada più di trecento persone tra
migranti e italiani per protestare contro il pacchetto sicurezza, soprattutto
contro la norma che dà la facoltà ai medici di denunciare i clandestini. 

Il corteo,
che ha visto la partecipazione di alcuni medici ed infermieri, era aperto da
uno striscione con scritto: “Medici, non spie. La salute è un diritto: No al
pacchetto sicurezza”. Partito da Via Carducci per fare una prima sosta sotto l’ingresso
dell’ospedale cittadino, dove hanno preso la parola alcuni attivisti di Terza
Italia provenienti dal Senegal e dal Marocco, l’avvocato dell’Ambasciata dei
Diritti Marche Paolo Cognini e il Direttore del pronto soccorso di Senigallia,
il Dottor Attilio Casagrande. Quest’ultimo con grande coraggio e chiarezza si è
schierato contro la norma che vuole trasformare i medici in spie, affermando
chiaramente che il pronto soccorso non denuncerà nessun clandestino che
ricorrerà a cure mediche. Un risultato importante della mobilitazione, che
rende le strutture sanitarie locali libere dalla paura e dal razzismo.

Il corteo
poi si è diretto in centro storico, per finire nella piazza centrale della
città. Qui, oltre a comunicare a molti cittadini presenti le ragioni della
manifestazione è stato anche lanciato un appello all’Amministrazione Comunale
di rifiutare l’attivazione delle ronde e la determinazione nel bloccarle dal
basso.

GALLERIA FOTOGRAFICA

 

PER APPROFONDIRE:
Comunicato pre
manifestazioe del Coordinamento Migranti Terza Italia

In corteo contro il governo
della paura
| Comunicato pre manifestazione del Csoa Mezza Canaja e
dell’Ambasciata dei Diritti
Volantino
della manifestazione

 

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21/02/09 IN CORTEO CONTRO IL GOVERNO DELLA PAURA – COMUNICATO DEL CSOA MEZZA CANAJA

by on Feb.19, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

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IN CORTEO CONTRO IL GOVERNO DELLA PAURA

 

 “Chi è di casa, chi
è straniero, chi è diverso?

Partito con un sogno e rimasto senza poetica: Io, migrante
italiano in America”.

(da “Jackanapes – Sono tuo simile”
– Signor K)

“Vengono qua e ci stuprano le
nostre donne
”. E
già, perché le nostre donne possiamo stuprarle solo noi. In fondo è questo il
sottointeso che è nella testa di tutti coloro che ripetono questa frase. Quel
“nostre” dà la misura del livello di cultura maschilista, machista e fascista
che è in quell’espressione. La donna è intesa come un oggetto, qualcosa che si
possiede. La causa
della violenza sulle donne non è l’immigrazione – neanche statisticamente – ma
è l’uomo. Un uomo di merda!
“Eh ma, gli immigrati sono tutti
criminali, soprattutto i clandestini”
. Come dire che tutti gli italiani sono mafiosi,
soprattutto i siciliani. “Però ci rubano
il lavoro”
. Vallo a dire agli operai inglesi!

Potremmo proseguire con i luoghi comuni, soprattutto con quelli che il
Governo fomenta con inaudita violenza per costruire il capro espiatorio dei
mali che affliggono l’Italia. Ebbene sì, in tempi di crisi è necessario
costruire il “nemico pubblico” per darlo in pasto al popolo affamato. L’Italia è in recessione, i consumi calano, gli stipendi vanno a picco, i
licenziamenti e la disoccupazione andranno sempre più a costituire la
quotidianità di molte persone. Chi lavora, invece, incroci le dita e speri di non
essere tra quei quattro che ogni giorno ci rimettono la pelle. É la precarietà
che ci rende insicuri e la nostra insicurezza è la loro sicurezza.

È la sicurezza dei banchieri e dei ricchi industriali che si sono visti
risarcire la crisi che hanno prodotto. È la sicurezza di imprenditori e padroni
senza scrupoli che decentralizzano in est-europa mentre in Italia mettono gli operai
in cassa integrazione. È la sicurezza dei baroni e delle lobby
politico-economiche che gestiscono la formazione e la ricerca. Per tutti
coloro che invece si ritrovano investiti dalla crisi, c’è la risposta inutile e
umiliante della social card. Il sovrano non vuole che il popolo muoia di fame,
tanto meno che assalti i forni!

Il governo Berlusconi e soprattutto la Lega, avevano promesso più
autonomia alle regioni, federalismo fiscale, detassazione e: “Padroni a casa nostra, perché Roma è
ladrona!”.
Mentre i leghisti sono tutti a Roma ad occupar poltrone, nulla di tutto
ciò è stato realizzato ed in più nessuna risposta reale alla crisi economica è
stata data, tantomeno alcuna forma di ridefinizione dello stato sociale o
redistribuzione di reddito. E allora di chi è la colpa? Qualcuno, in fondo, dovrà più degli altri
pagare la crisi! Per questo serve il capro espiatorio cui addossare tutti i mali,
distogliendo così l’attenzione dalle politiche ad personam del governo. Ecco i migranti, ecco i nuovi untori!

La logica che sta dietro le norme vessatorie del pacchetto sicurezza nei
confronti dei migranti è la stessa che ordina le cariche contro gli operai di
Pomigliano e di Milano. Il padrone che fa lavorare in nero un clandestino è lo
stesso padrone che ricatta i lavoratori italiani sui salari. L’affitto o il
mutuo della casa sono un furto per tutti, e il problema delle graduatorie delle
case popolari non sono i migranti, bensì l’assenza decennale di una politica
abitativa di cui il più grande responsabile è lo Stato. La guerra tra poveri fa comodo a Berlusconi, agli speculatori, ai
banchieri, agli strozzini, ai palazzinari, alla mafia e agli squadroni fascisti
paragovernativi con la loro politica di coltelli e spranghe. La guerra tra
poveri è contro chi lavora, chi studia e tra le mille insidie della precarietà
cerca di costruirsi un futuro.

La paura, la xenofobia e il razzismo producono insicurezza per tutti e
tutte, perché ci rendono diffidenti gli uni verso gli altri. Diffidenti del
nostro vicino di casa o di chi ha una lingua diversa. La stessa diffidenza, la
stessa paura, che viene richiesta come alibi morale a chi lavora negli ospedali
per denunciare un clandestino. La sanità la vogliamo per tutti e la vogliamo gestita da medici e infermieri,
non da spie e delatori.

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Sabato 21 febbraio alle ore 17:00 saremo in Via Carducci per raggiungere
in corteo l’ospedale cittadino e chiedere che la direzione sanitaria locale
affermi tramite una posizione netta, ufficiale e pubblica il suo impegno a non
denunciare gli immigrati clandestini che necessitino di cure.

   
CSOA Mezza Canaja – Ambasciata dei Diritti

 

PER
APPROFONDIRE:

·         
 La salute è un diritto.
Medici e non spie
| Comunicato del coordinamento migranti "Terza
Italia"

·         
Scarica il volantino della
manifestazione

 

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21/02/09 MANIFESTAZIONE CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA. LA SALUTE E’ UN DIRITTO. MEDICI E NON SPIE. COMUNICATO DEL COORDINAMENTO MIGRANTI TERZA ITALIA

by on Feb.16, 2009, under Ambasciata dei diritti

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Manifestazione contro il “pacchetto
sicurezza”

La salute è un diritto. Medici e non
spie.

In Italia l’inverno volge al
termine e la temperatura si sta alzando, eppure per noi migranti fa più freddo
che mai. Il gelo prodotto dall’ennesimo attacco da parte del governo ai nostri
diritti fondamentali, innalza ulteriormente quella parete, che da troppo tempo
separa il mondo dei cittadini italiani, dal nostro, ormai sempre più un terzo
mondo. Su quelli di noi più fortunati, i cosiddetti “regolari”, piovono penalizzazioni
che suonano come una condanna collettiva, dopo il risalto dato ai recenti casi
di stupro, perpetrati da stranieri, come se le responsabilità personali di
questi criminali, ricadessero su tutti noi.

·         
La tassa per il permesso di soggiorno, salita fino
ai 200 euro, come se il fatto di essere il 9,8% del Pil nazionale e pagare
regolarmente tutti i contributi, non fossero abbastanza.

·         
L’introduzione del reato d’ingresso e soggiorno
irregolare.

·         
L’esibizione del permesso di soggiorno per tutti
gli atti di stato civile e per i servizi di money transfert.

·         
Registrazione per i senza fissa dimora.

·         
Permesso di soggiorno a punti.

·         
La cancellazione anagrafica dopo sei mesi dalla
scadenza del permesso di soggiorno.

Per quelli di noi meno
fortunati, i cosiddetti “irregolari”, l’approvazione del “pacchetto sicurezza”
il 6 febbraio al Senato, rappresenta la negazione del diritto alla vita e alla
salute. La facoltà ai medici di denunciare i clandestini è il chiaro tentativo
di impedire l’accesso ai servizi di sanità pubblica a noi migranti, utilizzando
come strumento di allontanamento la paura. Le ripercussioni di questa grave
manovra politica, sono facilmente prevedibili: le donne che vorranno abortire
ci penseranno due volte prima di recarsi in una struttura pubblica, si produrrà
una sanità parallela e illegale e si metterà in pericolo l’intera salute
pubblica. Per questo motivo sabato 21
ore 17.00
partiremo in corteo da via
Carducc
i insieme al c.s.o.a. Mezza Canaja, e all’Ambasciata dei diritti per
raggiungere l’ospedale civile e chiedere che l’ente ospedaliero locale prenda
una posizione pubblica e ufficiale di non applicazione di questa norma.

 

Coordinamento Migranti

“TERZA ITALIA”

 

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SCARICA IL MANIFESTO

 

 

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21/02/09 MANIFESTAZIONE: LA SALUTE E’ UN DIRITTO! MEDICI E NON SPIE NO AL PACCHETTO SICUREZZA ORE 17 VIA CARDUCCI

by on Feb.16, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

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04/01/09 GAZA NON E’ SOLA: CORTEO IN CENTRO STORICO

by on Jan.05, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

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Corteo a Senigallia

GAZA NON
E’ SOLA!

Oggi,
domenica 4 gennaio, il neonato Coordinamento Migranti Senigallia “Terza Italia”,
insieme al CSOA Mezza Canaja e l’Ambasciata dei Diritti sono scesi in piazza
per manifestare la propria solidarietà alla lotta del popolo palestinese che in
questi giorni sta resistendo all’attacco israeliano. 

Un sit-in
in Piazza del Duca che grazie ad una grande partecipazione si è presto
trasformato in un corteo che ha percorso tutte le vie principali del centro
storico.

In più di
trecento persone tra italiani e migranti – con una massiccia partecipazione di
quest’ultimi – hanno urlato la propria indignazione verso il massacro che è in
atto a Gaza. Dalla Rocca Roveresca è stata ammainata la bandiera dell’Unione
Europea e issata quella palestinese.

Nessuna
equidistanza è possibile tra aggressore e aggredito, tra carnefice e vittima.
Siamo con i palestinesi, con le loro donne, i loro bambini, i loro uomini e con
i loro resistenti.

Ancora una
volta pietre contro carri armati. Ancora una volta la dignità di un popolo
contro la prepotenza di uno Stato e dei suoi accoliti americani. Ancora una
volta la solidarietà di chi non si vuole sentire complice dell’attendismo
interessato dell’Europa.

Il corteo
di oggi, ha però anche un’importanza tutta locale. Infatti, per la prima volta
a Senigallia, i migranti si sono autorganizzati e sono usciti dal quartiere
porto, che ormai è sempre più un ghetto separato dal resto della città da un
muro invisibile fatto di pregiudizi, diffidenza e speculazione politica che
alimenta paura e razzismo tra i cittadini.

I
migranti, oggi, oltre a solidarizzare con la Palestina hanno
denunciato le condizioni di precarietà e sfruttamento che quotidianamente
vivono, dalla casa al lavoro. Problemi che accomunano tutta una fascia di
popolazione al di là del paese di provenienza, della lingua, della cultura e
della religione. Un problema comune anche a molti italiani. Solo organizzandosi
insieme, sfidando diffidenze e pregiudizi, si può lottare per i propri diritti
e per la propria dignità.

 
 

coordinamento migranti senigallia
terza italia

csoa mezza canaja

ambasciata dei diritti

 

 –Galleria fotografica

 

 

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05/01/09 NASCE IL COORDINAMENTO MIGRANTI “TERZA ITALIA”

by on Jan.05, 2009, under Ambasciata dei diritti

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I
migranti si autorganizzano:

A
Senigallia nasce “Terza Italia

Da pochi
giorni siamo entrati in un nuovo anno, quello che si è chiuso ci lascia negli
occhi le immagini della strage di Castelvolturno, l’uccisione a Milano di Abba,
il pestaggio a Parma di Emanuel, controlli continui nei nostri negozi, nelle
strade, nei quartieri, sgomberi di case e centri di accoglienza.

Quello
però che abbiamo vissuto è stato anche un anno di partecipazione, dignità e
rivolta. Per la prima volta in Italia, i migranti sono scesi in piazza, si sono
autorganizzati, sono stati motore delle proprie lotte.

Il
protagonismo emerso è l’altra faccia di una medaglia fatta di emarginazione e
discriminazione, di politiche securitarie strumentali al soffocamento e governo
dei conflitti sociali.

La
riscrittura in atto delle norme che disciplinano la vita dei migranti mira a
cambiare radicalmente il nostro modo di vivere e a cancellare qualsiasi forma
di stato sociale.

Prima la “Bossi-Fini”
ora il “pacchetto sicurezza” con il quale ipocritamente si cerca di scaricare
su di noi il fallimento più generale di una società colpita dalla crisi
economica e incapace di pensare ad un modello diverso di gestione del
territorio e delle vite che non sia fatto di repressione, polizia e dispositivi
di controllo.

Siamo con
tutti gli studenti e lavoratori che urlano “noi la crisi non la paghiamo”, non
siamo disposti a vivere nell’invisibilità e ad accettare, con il lavoro nero e
la clandestinità, di pagare le responsabilità di chi per decenni si è arricchito
sulla sofferenza e povertà dei più.

A
Senigallia siamo schiacciati dai continui controlli in via Carducci e nel rione
Porto, dal problema della casa, dalla mancanza di un centro di accoglienza,
dalle restrizioni e condizioni inaccettabili che viviamo, soprattutto in estate
come lavoratori ambulanti.

Siamo
stanchi di delegare i nostri bisogni ad associazioni, partiti e sindacati che
accrescono il proprio prestigio politico ed economico sulla nostra sofferenza.
Da oggi decidiamo noi, autorganizzandoci dal basso, scegliendo noi i contenuti,
i tempi e le forme della lotta. Ci siamo chiamati “Terza Italia” perché sia
chiaro a tutti che c’è un terzo mondo anche dentro le sfavillanti città
d’occidente, Italia e Senigallia comprese.

In questi giorni
il nostro cuore batte per i fratelli e le sorelle palestinesi. Il dolore e la
rabbia che ci stringono sono il seme di una lotta che viene e di una strada che
con gioia ci apprestiamo a percorrere.

 

A Zaher,

perché un grido di libertà si alzi
nel cielo.

 

Coordinamento Migranti
Senigallia

“TERZA ITALIA”

  

Rassegna Stampa:

Giornale On-line 60019
http://www.60019.it/index.mv?senigallia=A-Senigallia-nasce-Terza-Italia:-coordinamento-dei-migranti&fname=60019rubriche_leggi&num_rubr=3&num_art=1231089979
Il Messaggero
http://sfoglia.ilmessaggero.it/view.php?data=20090104&ediz=13_ANCONA&npag=40&file=E_4797.xml&type=STANDARD
Giornale On-line Viveresenigallia:
http://www.viveresenigallia.it/index.php?page=articolo&articolo_id=185122
 
 
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04/10/08 ANCONA – OLTRE 2.000 PERSONE IN CORTEO CONTRO RAZZISMO E CPT

by on Oct.06, 2008, under Ambasciata dei diritti

 
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GUARDA LA GALLERIA FOTOGRAFICA
DA GLOBAL PROJECT ->
http://www.globalproject.info/gal-17158.html

 


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04/10/08 ANCONA – LOTTARE INSIEME SI PUO’ – MANIFESTAZIONE PER I DIRITTI DEI MIGRANTI

by on Oct.04, 2008, under Ambasciata dei diritti

 

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I DIRITTI
DI CHI?

I diritti non hanno
confini. Quando i governi confinano i diritti di alcuni, sono a rischio i
diritti e le libertà di tutti. Le furiose campagne di criminalizzazione dei
migranti a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi sono servite a giustificare
leggi che in nome della sicurezza ci rapinano dei nostri diritti fondamentali,
ci rendono sudditi dei sindaci-sceriffi, invadono le nostre città di telecamere
e militari: il pacchetto-sicurezza è solo un enorme furto di democrazia.

LA SICUREZZA DI CHI?
La sicurezza di cui abbiamo bisogno è quella del reddito, delle garanzie
sociali, della sanità, della scuola, della casa, della salute, della nostra
vita sottratta alla precarietà. Questa sicurezza non ha etnia, razza o
religione: è un diritto di tutti che ci unisce nella comune necessità di
lottare per la sua conquista. La sicurezza di cui parlano i governi è ben altra
cosa: è la sicurezza di coloro che sulla nostra precarietà fanno enormi
profitti, che vedono i nostri diritti come un costo da ridurre il più
possibile, che hanno bisogno del razzismo come giustificazione allo
sfruttamento disumano dei migranti, che hanno bisogno di migranti costretti
alla clandestinità perchè costituiscono una forza-lavoro ricattabile ed a
prezzi stracciati.

LA PAURA DI CHI?
Diffondere la paura
verso i migranti è sempre un buon sistema per dividerci tra persone che invece
vivono la stessa dura realtà quotidiana e per distogliere l’attenzione sociale
dai reali meccanismi che ci riducono alla fame. I migranti producono un’enorme
ricchezza. I precari producono un’enorme ricchezza. Tutti i lavoratori, in
qualsiasi settore siano inseriti, producono un’enorme ricchezza. Noi non
abbiamo paura dei migranti: abbiamo paura di chi brucia le nostre ricchezze nei
mercati finanziari, di chi ordina le guerre, di chi licenzia, espelle e
rinchiude a seconda della propria convenienza, di chi ci fa morire sui ponteggi
di qualche edificio.

LA DEMOCRAZIA DI CHI?
Nel cuore dell’Italia e dell’Europa che si dicono democratiche esistono
lager per migranti: attualmente in Italia si chiamano C.I.E. (Centri di
Identificazione ed Espulsione), il nuovo nome che il ministro Maroni ha voluto
attribuire ai CPT. Ne vogliono costruire uno per regione e le Marche sono in
lista di attesa. Nel cuore dell’Italia che si dice democratica le leggi non
sono uguali per tutti: ci sono leggi speciali riservate ai migranti. Sono leggi
speciali che puniscono più severamente e consentono di rinchiudere un migrante
in un lager solo perchè è irregolare; costringono a pagare centinaia di euro
per avere un permesso di soggiorno che viene rilasciato solo dopo lunghi mesi
di trafile burocratiche; limitano drasticamente il diritto al ricongiungimento
con i propri familiari; come nell’Italia nazi-fascista di settant’anni fa
consentono di dichiarare lo stato di emergenza per la presenza di comunità Rom
e di prelevare le impronte digitali ai bambini. Nel cuore dell’Italia che si
dice democratica i militari pattugliano le nostre città.

QUESTA NON E’ NE’ LA NOSTRA DEMOCRAZIA
NE’ LA NOSTRA
SICUREZZA!


SABATO 4 OTTOBRE SAREMO NELLE STRADE DI ANCONA PER
DIRE:


– Che tutti i Centri Identificazione ed Espulsione devono essere chiusi
– Che le Marche non possono accettare nel proprio territorio nessun Centro di
Identificazione ed Espulsione
– Che ogni razzismo è nemico non solo dei migranti ma dei diritti e delle lotte
di tutti
– Che non vogliamo nelle nostre città i militari, i sindaci-sceriffo, le
schedature etniche e dell’infanzia
– Che le politiche sull’immigrazione devono esser radicalmente cambiate
– Che il ricatto del permesso di soggiorno deve finire attribuendo agli uffici
comunali il rilascio in tempi rapidi del documento

CONCENTRAMENTO SABATO 4
OTTOBRE ORE 15.00 STAZIONE TRENI SENIGALLIA PARTENZA CORTEO ORE 17.00 P.ZZA UGO
BASSI ANCONA

CSOA MEZZA CANAJA – AMBASCIATA DEI DIRITTI SENIGALLIA – COMUNITÀ
RESISTENTI DELLE MARCHE

<- VOLANTINO IN INGLESE

<-VOLANTINO IN FRANCESE

<-VOLANTINO IN SPAGNOLO

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DAL 7 LUGLIO CORSO D’ITALIANO PER STRANIERI GRATUITO

by on Jun.30, 2008, under Ambasciata dei diritti

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DECRETO FLUSSI 2007 – PETIZIONE PER L’ACCOGLIMENTO DI TUTTE LE DOMANDE INVIATE

by on Mar.17, 2008, under Ambasciata dei diritti

Decreto
Flussi 2007 – Petizione per l’accoglimento di tutte le domande
inviate

 Il
Progetto
MeltingPot Europa
e
l’
Ambasciata
dei Diritti
promuovono
nelle Marche la campagna per l’accoglimento di tutte le domande
inviate all’interno dell’ultimo decreto flussi attraverso una

petizione
che sarà inviata ai Ministeri competenti.

 
Questa
petizione nasce dalle sollecitazioni di molte associazioni,
collettivi, comitati e soprattutto singoli migranti.

Il
decreto flussi 2007 produrrà l’esclusione di oltre 550.000
persone dalla possibilità di avere un titolo di soggiorno e lo
farà con modalità assolutamente poco trasparenti.

Per
sottoscrivere la petizione

è sufficiente:
  collegarsi all’indirizzo
www.meltingpot.org/articolo12321.html
 inserire i propri dati nei campi riportati in fondo al testo
della petizione e clickare su "invia"; basterà poi
confermare la sottoscrizione attraverso un messaggio inviato
all’indirizzo e-mail specificato;
oppure

 firmare
il testo della petizione presso gli sportelli dell’
Ambasciata
dei Diritti:

Sede
di Ancona

Via Scrima, 29
Sede
di Senigallia

Lungomare da Vinci, 1 c/o Csa Mezza Canaja
Sede
di Falconara

Via Campanella c/o ex scuole Lorenzini, Villanova
Sede
di Macerata

Via Piaggia della Torre, 13

 Il
testo della petizione

In
Italia, centinaia di migliaia di migranti sono costretti
all’
"irregolarità" da una
legge, la Bossi Fini, spietata e crudele
, ma ancora in vigore.
Si
tratta di persone che quotidianamente contribuiscono a costruire la
realtà delle nostre città, con il loro lavoro, con la
loro presenza, con i loro progetti e le loro esperienze. Nonostante
questo, sono invisibili, privi di diritti.

L’ultimo
Decreto Flussi
, quello emanato negli ultimi mesi dell’anno 2007,
ha confermato una situazione allarmante, rappresentata dall’inoltro
di oltre 700.000 domande.  E’ cosa risaputa come queste
riguardino, per la quasi totalità, persone già presenti
in questo paese.
A fronte di oltre 700.000 domande presentate solo
170.000 sono le quote di ingresso messe a disposizione. Questi numeri
aiutano a capire come ogni tentativo di "governare le
migrazioni" gestendone in qualche modo i "flussi" sia
assolutamente anacronistico.
E’ questa idea stessa a produrre
"clandestinità".

Inoltre, la procedura messa
in campo per gestire l’invio delle domande si è rivelata un
vero e proprio caos telematico. Le ricevute attestanti il
ricevimento delle pratiche riportano orari che non hanno alcun
riferimento all’orario reale di invio. Da più parti sono stati
ipotizzati anche ricorsi legali, assolutamente auspicabili. Rimane
comunque il problema dei posti disponibili e questa è una
prima forma di "ricorso collettivo" contro l’ingiustizia

che vorrebbe escludere centinaia di migliaia di persone dalla
possibilità di avere il loro titolo di soggiorno.

La
retorica del discorso sull’immigrazione impone che, per entrare in
Italia, sia necessario avere un lavoro ed una casa.
Ma questa
stessa retorica impallidisce davanti alla realtà: tutte le
domande presentate con il decreto flussi riguardano persone con un
lavoro, ed una casa disponibili
.

Nonostante
questo la loro presenza continuerà ad essere negata, o peggio,
motivo di iniziative "contro il pericolo clandestinità".
Ogni
ipotesi di Decreto Flussi per l’anno 2008 non può non tener
conto delle domande ancora inevase. Diciamo questo anche perchè
la politica, in questi giorni impegnata nella campagna elettorale,
rischia di giocare sulla pelle dei migranti slogan o false promesse,
o peggio, di sottrarsi al dibattito.

Ma
in gioco c’è la vita di centinaia di migliaia di
persone
.
Consapevoli che la soluzione più corretta ed
immediata sarebbe quella di una sanatoria per tutti i migranti
presenti nel territorio italiano, che eviterebbe anche un inutile
viaggio "clandestino" a ritroso verso il paese d’origine
(con il decreto flussi si continua a fingere che i migranti assunti
si trovino nel loro paese di residenza) chiediamo quantomeno una
iniziativa minima per il riconoscimento del loro diritto ad avere
almeno un permesso di soggiorno
.

Noi,
chiediamo l’accoglimento di tutte le domande presentate con il
Decreto Flussi 2007.

 Progetto
MeltingPot – Europa  /  Ambasciata dei Diritti – Marche

 
Informazioni
e contatti:
Ambasciata dei
Diritti – Senigallia

Lungomare
Da Vinci 1
tel
340 7137543

email
ambasciatadeidiritti@yahoo.it
Redazione
Marche
Progetto MeltingPot Europa

tel
328/6505665
email
marche@meltingpot.org

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