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21/02/09 IN CORTEO CONTRO IL GOVERNO DELLA PAURA – COMUNICATO DEL CSOA MEZZA CANAJA

by on Feb.19, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

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IN CORTEO CONTRO IL GOVERNO DELLA PAURA

 

 “Chi è di casa, chi
è straniero, chi è diverso?

Partito con un sogno e rimasto senza poetica: Io, migrante
italiano in America”.

(da “Jackanapes – Sono tuo simile”
– Signor K)

“Vengono qua e ci stuprano le
nostre donne
”. E
già, perché le nostre donne possiamo stuprarle solo noi. In fondo è questo il
sottointeso che è nella testa di tutti coloro che ripetono questa frase. Quel
“nostre” dà la misura del livello di cultura maschilista, machista e fascista
che è in quell’espressione. La donna è intesa come un oggetto, qualcosa che si
possiede. La causa
della violenza sulle donne non è l’immigrazione – neanche statisticamente – ma
è l’uomo. Un uomo di merda!
“Eh ma, gli immigrati sono tutti
criminali, soprattutto i clandestini”
. Come dire che tutti gli italiani sono mafiosi,
soprattutto i siciliani. “Però ci rubano
il lavoro”
. Vallo a dire agli operai inglesi!

Potremmo proseguire con i luoghi comuni, soprattutto con quelli che il
Governo fomenta con inaudita violenza per costruire il capro espiatorio dei
mali che affliggono l’Italia. Ebbene sì, in tempi di crisi è necessario
costruire il “nemico pubblico” per darlo in pasto al popolo affamato. L’Italia è in recessione, i consumi calano, gli stipendi vanno a picco, i
licenziamenti e la disoccupazione andranno sempre più a costituire la
quotidianità di molte persone. Chi lavora, invece, incroci le dita e speri di non
essere tra quei quattro che ogni giorno ci rimettono la pelle. É la precarietà
che ci rende insicuri e la nostra insicurezza è la loro sicurezza.

È la sicurezza dei banchieri e dei ricchi industriali che si sono visti
risarcire la crisi che hanno prodotto. È la sicurezza di imprenditori e padroni
senza scrupoli che decentralizzano in est-europa mentre in Italia mettono gli operai
in cassa integrazione. È la sicurezza dei baroni e delle lobby
politico-economiche che gestiscono la formazione e la ricerca. Per tutti
coloro che invece si ritrovano investiti dalla crisi, c’è la risposta inutile e
umiliante della social card. Il sovrano non vuole che il popolo muoia di fame,
tanto meno che assalti i forni!

Il governo Berlusconi e soprattutto la Lega, avevano promesso più
autonomia alle regioni, federalismo fiscale, detassazione e: “Padroni a casa nostra, perché Roma è
ladrona!”.
Mentre i leghisti sono tutti a Roma ad occupar poltrone, nulla di tutto
ciò è stato realizzato ed in più nessuna risposta reale alla crisi economica è
stata data, tantomeno alcuna forma di ridefinizione dello stato sociale o
redistribuzione di reddito. E allora di chi è la colpa? Qualcuno, in fondo, dovrà più degli altri
pagare la crisi! Per questo serve il capro espiatorio cui addossare tutti i mali,
distogliendo così l’attenzione dalle politiche ad personam del governo. Ecco i migranti, ecco i nuovi untori!

La logica che sta dietro le norme vessatorie del pacchetto sicurezza nei
confronti dei migranti è la stessa che ordina le cariche contro gli operai di
Pomigliano e di Milano. Il padrone che fa lavorare in nero un clandestino è lo
stesso padrone che ricatta i lavoratori italiani sui salari. L’affitto o il
mutuo della casa sono un furto per tutti, e il problema delle graduatorie delle
case popolari non sono i migranti, bensì l’assenza decennale di una politica
abitativa di cui il più grande responsabile è lo Stato. La guerra tra poveri fa comodo a Berlusconi, agli speculatori, ai
banchieri, agli strozzini, ai palazzinari, alla mafia e agli squadroni fascisti
paragovernativi con la loro politica di coltelli e spranghe. La guerra tra
poveri è contro chi lavora, chi studia e tra le mille insidie della precarietà
cerca di costruirsi un futuro.

La paura, la xenofobia e il razzismo producono insicurezza per tutti e
tutte, perché ci rendono diffidenti gli uni verso gli altri. Diffidenti del
nostro vicino di casa o di chi ha una lingua diversa. La stessa diffidenza, la
stessa paura, che viene richiesta come alibi morale a chi lavora negli ospedali
per denunciare un clandestino. La sanità la vogliamo per tutti e la vogliamo gestita da medici e infermieri,
non da spie e delatori.

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Sabato 21 febbraio alle ore 17:00 saremo in Via Carducci per raggiungere
in corteo l’ospedale cittadino e chiedere che la direzione sanitaria locale
affermi tramite una posizione netta, ufficiale e pubblica il suo impegno a non
denunciare gli immigrati clandestini che necessitino di cure.

   
CSOA Mezza Canaja – Ambasciata dei Diritti

 

PER
APPROFONDIRE:

·         
 La salute è un diritto.
Medici e non spie
| Comunicato del coordinamento migranti "Terza
Italia"

·         
Scarica il volantino della
manifestazione

 


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