CSOAMezzaCanaja

30/04/09 2 ROOM::::::DANCEHALL SPRING & STUDENTS PARTY

by on Apr.25, 2009, under Feste

 
Bom Chilom at Mezza Canaja:::

 
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18/04/09 CHE LA PAURA CAMBI FRONTE! COMUNICATO POST CORTEO

by on Apr.21, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

CHE LA PAURA CAMBI FRONTE! 

“Le cose su cui si fonda la forza dello Stato sono
l’illusione, la presunzione d’assenza di una resistenza e la passività”.

(Toni Negri – “Il Ritorno”)

Dopo sabato
sono in molti ad avere meno paura. Lo abbiamo letto negli sguardi pieni di
gioia e rabbia dei migranti, ma anche di molti ragazzi della nostra città che
si sono uniti al corteo. Per la prima volta non erano soli, isolati, obbligati
al silenzio dalle perquisizioni che diventano intimidazioni, vessazioni o
violenza. Sabato hanno potuto guardare le forze dell’ordine in faccia e dire
che fatti come il pestaggio accaduto il 3 aprile non passeranno più sotto
silenzio. Sabato, fosse anche per qualche minuto, la paura ha cambiato fronte.

La paura,
oggi, è uno strumento di governo. Ha paura l’operaio della grande fabbrica in
vista della prossima decentralizzazione. Ha paura il lavoratore della piccola
azienda di servizi che deve cambiare gestione. Ha paura il giovane precario del
call-center o la giovane lavoratrice di un centro commerciale a causa del
salario troppo basso e in ansia per il rinnovo del contratto. Ha paura
l’insegnate pendolare con contratto annuale. Ha paura la giovane laureata che
non trova spazio nel mercato del lavoro, abita ancora in famiglia e tira su qualche
soldo facendo la cameriera o la baby sitter. Ha paura l’operaio a rischio di
vita nei cantieri edili in appalto. Ha paura lo studente che tra debiti,
crediti e parziali non sa se riuscirà a dare gli esami sufficienti a non perdere
la borsa di studio e quindi a non essere espulso dal sistema censitario
dell’università. Ha paura il migrante che, pur di mantenere il permesso di
soggiorno, è costretto a vivere in condizioni di schiavitù. Tutte queste figure
sociali sono accomunate dalla paura, la paura come sistema di sfruttamento,
come strumento coercitivo per mettere i corpi obbedientemente al lavoro.

Senza paura
non potrebbero governare la crisi e le tensioni sociali che esploderanno in
autunno, quando anche la cassa integrazione verrà meno.  Senza paura non potrebbero giustificare le
limitazioni di libertà e diritti.

L’emergenza
sicurezza si fonda sulla produzione di paura. Isolare le persone, chiuderle in
casa, in ufficio o in un supermarket a diffidare del vicino, soprattutto se migrante.
Distruggere ogni spazio di socialità reale e allora, chiudere i parchi,
eliminare panchine e fontane, installare telecamere, diminuire le illuminazioni
nelle vie, togliere bidoni e bagni pubblici, aumentare le forze dell’ordine,
trasformare chi beve una birra in un pericoloso alcolizzato e chi si fa una
canna in un contagioso drogato. Se non basta, via la patente, sequestro
dell’automobile, multe per migliaia di euro, lavori socialmente (in)utili, psicologi,
assistenti sociali, visite mediche, tribunali e carcere.

Nella nostra
città niente spiaggia nelle notti estive, se non in quelle comandate, e niente
musica dopo le una: più che un lungomare, un ospizio.

Le strade e
le piazze non si sono svuotate per la microcriminalità. Le strade e le piazze
erano già vuote ed è per questo che la microcriminalità si è insediata. Il
Rione Porto è insicuro perché è vuoto, non perché vi sono i migranti. Il Rione
Porto necessita di spazi sociali, culturali, economici e aggregativi che non
siano il fuoco di paglia di un evento folkloristico. Sono i residenti di quel
quartiere – migranti e italiani – che, valorizzando proprio l’aspetto
multiculturale, possono trasformare Via Carducci in qualcosa di unico a
Senigallia, reintegrandola così nel tessuto sociale cittadino. Solo ridando
vita, insieme, alle strade e alle piazze smetteremo di avere paura. Solo non
avendo più paura saremo veramente sicuri. Sicuri d’essere liberi.
 

 

CSOA Mezza Canaja

Coordinamento Migranti
Terza Italia

Ambasciata dei Diritti
Senigallia

 

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Cronaca del corteo

Galleria Fotografica

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Video del corteo

Comunicati di indizione
del corteo:


-  Per
la libertà rompiamo i controlli
| Coordinamento Migranti Terza Italia
-  Il
18 aprile: diritti e dignità
| Ambasciata dei Diritti Senigallia
-  La
vostra sicurezza è la nostra prigionia
| Csoa Mezza Canaja

 

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21/04/04 SCUOLA: SI ESTENDE IL FRONTE DELLA LOTTA – COORDINAMENTO DIFESA SCUOLA PUBBLICA SENIGALLIA

by on Apr.21, 2009, under Collettivo Studentesco Zenit

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SCUOLA: SI ESTENDE IL
FRONTE DELLA LOTTA

Si è
svolta a Senigallia la prima assemblea regionale di tutti i comitati spontanei
a difesa della scuola pubblica, contro i tagli previsti dalla legge
Gelmini  in applicazione della
finanziaria del ministro Tremonti. Erano presenti decine di rappresentanti dei
comitati locali più attivi nella mobilitazione nel corso di questi mesi.

Dal
Coordinamento difesa scuola pubblica di Senigallia che ha promosso
l’iniziativa, ai comitati di Ancona, Pesaro, Fano, Orciano, Jesi, Falconara,
Fabriano, Osimo e Macerata. Una aggregazione di docenti insegnanti e studenti
che negli ultimi mesi ha dato una risposta dal basso all’attacco in atto contro
l’istituzione scolastica e la sua qualità attraverso manifestazioni, convegni,
presidi, consigli comunali straordinari, petizioni e scioperi.

Molti i
temi al centro del confronto: la drammatica situazione di licenziamento che
minaccia per il prossimo anno circa 1.400 precari nella nostra regione ( 927
posti di docenti in meno di cui 826
in organico di diritto e i rimanenti 101 in organico di fatto, l’ulteriore taglio
per il personale ATA di 450 unità; nessuna provincia viene risparmiata: i posti
in meno saranno 276 ad Ancona, 324 ad Ascoli Piceno, 167 a Macerata e 160 a Pesaro e Urbino), le
precarie condizioni di sicurezza di molti edifici scolastici che ospitano più
alunni del consentito, i tagli sulle supplenze, la perdita di qualità del
servizio. Da più interventi è stata sottolineata la necessità di proseguire la
mobilitazione coinvolgendo il più alto numero di genitori, insegnanti, studenti
e organizzazioni sindacali in questa fase delicata in cui vengono date risposte
alle richieste delle famiglie. Dalle prime anticipazioni sembra però certo che
esse saranno totalmente disattese dal governo che vuole proseguire imperterrito
sulla linea dei tagli! Alla faccia di quanto si è sbandierato negli ultimi
mesi. Sembra che non saranno affatto accolte le nuove richieste di tempo pieno
e che per tutti l’orario settimanale concesso sarà di 27 ore.

E’
intenzione di tutti i partecipanti all’assemblea di dare vita ad un
coordinamento regionale permanente per costruire forme di protesta comuni. A
breve sarà richiesto un incontro alla direzione dell’Ufficio scolastico
regionale per avere dati certi sulle prospettive della nostra scuola.

Coordinamento difesa scuola pubblica Senigallia

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18/04/09 IN CORTEO PER LA LIBERTA’: ASSEDIO ALLA CASERMA DEI CARABINIERI

by on Apr.20, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

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Senigallia, 18/4/’09 – Libertà!
Rompiamo i controlli.

CRONACA DEL CORTEO

Sabato 18 aprile è stata una giornata di mobilitazione nazionale che da
Verona a Castel Volturno, passando per Bologna, Padova, Pisa, Brescia, Reggio
Emilia, Conegliano fino a Senigallia ha visto scendere in piazza migliaia di
persone contro il razzismo, la crisi, il pacchetto sicurezza e per la libertà,
la dignità e i diritti di tutte e tutti: italiani e migranti.

A Senigallia, dietro a due striscioni con scritto: “Libertà, rompiamo il controllo. Diritti e dignità per il Rione Porto
e “Che la paura cambi fronte”, un
corteo di 250 persone ha attraversato le principali vie del centro
storico.  Partito da Via Carducci il
corteo ha raggiunto Piazza Roma – principale piazza cittadina – bloccando più
volte il traffico nei principali snodi stradali, urlando in italiano e in arabo
le ragioni della protesta. In piazza Roma, sotto il Comune, davanti a
tantissimi cittadini, è stata letta la proposta di “riqualificazione dal basso”
del Rione Porto scritta dal Coordinamento Migranti Terza Italia.

Il corteo è poi ripartito verso la Caserma dei Carabinieri per denunciare un
pestaggio avvenuto nei pressi di Piazza Manni lo scorso 3 aprile, quando in
pieno pomeriggio quattro carabinieri hanno aggredito, ammanettato, umiliato e
pestato alcuni lavoratori ambulanti senegalesi, davanti agli occhi sbigottiti
di molte persone.

Durante il tragitto alcuni agenti in borghese e in divisa hanno provato
a farsi largo nel corteo, aggredendo un ragazzo diciassette alla quale è
seguita la risposta decisa e determinata dei manifestanti che hanno respinto la
provocazione degli agenti.

Altri momenti di tensione si sono avuti davanti alla caserma dei
carabinieri quando alcuni manifestanti hanno attaccato all’ingresso della
caserma uno striscione con scritto “Basta
con gli abusi in divisa: Vergogna!
” mentre altri chiudevano simbolicamente
i due lati della via con il nastro che si usa per segnalare il pericolo durante
i lavori stradali. Anche in questa situazione i manifestanti sono venuti a
contatto con le forze dell’ordine, che però non sono riuscite ad impedire lo
svolgimento delle azioni. Il corteo è poi ripartito verso Via Carducci, dove si
è sciolto.

Finito il corteo alcuni manifestanti sono stati seguiti dalle forze
dell’ordine fino a casa. D’estrema gravità, è quello che è accaduto ad una
coppia di ragazzi che, a corteo finito, mentre camminavano tranquillamente per
le vie del centro per fare spesa, si sono accorti di essere pedinati e ripresi
con una telecamera da tre agenti in borghese per poi, dopo poco, essere fermati
da una volante dalla quale sono scesi due poliziotti, uno dei quali
particolarmente nervoso e aggressivo.  Quando sono giunti nel posto – sotto il Comune
– altri manifestanti per capire cosa stava succedendo, il clima era molto teso.
Sono volati spintoni e insulti, finché un poliziotto ha aperto la fondina portando
la mano verso la pistola. A quel punto i manifestanti presenti hanno iniziato a
urlare spostandosi in Piazza Roma, attirando così l’attenzione delle persone
che passavano nei paraggi e questo, probabilmente, ha evitato che la pistola fosse
estratta.

La situazione di forte imbarazzo e difficoltà per le forze dell’ordine
ha permesso ai manifestanti di allontanarsi.

Un gesto gravissimo – fosse anche di un rambo in erba – che è
paradigmatico del clima repressivo e del senso d’impunità di cui le forze
dell’ordine sanno di godere in questo paese.

 

Galleria Fotografica

 

Comunicati di indizione del corteo:

-  Per la libertà rompiamo i
controlli
| Coordinamento Migranti Terza Italia
-  Il
18 aprile: diritti e dignità
| Ambasciata dei Diritti Senigallia
-  La
vostra sicurezza è la nostra prigionia
| Csoa Mezza Canaja

 

 

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18/04/09 LA VOSTRA SICUREZZA E’ LA NOSTRA PRIGIONIA – COMUNICATO DEL CSOA MEZZA CANAJA

by on Apr.16, 2009, under Comunicati e Manifestazioni

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LA VOSTRA SICUREZZA E’ LA
NOSTRA PRIGIONIA

“Se la
televisione sta sera hai rifiutato, minaccian rappresaglia schierando
l’appuntato”

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Sabato 18 aprile scendiamo in piazza per ribadire la nostra avversità
verso il “pacchetto sicurezza”, verso le sue modalità di attuazione e per
sottolineare ancora una volta l’idea che il Governo Berlusconi ha della
sicurezza: controllare e non tutelare.

Fatta eccezione per le solite figure improcessabili come quelle che
indossano la divisa o che ricoprono cariche istituzionali, siamo totalmente
immersi in una società del controllo che spia, giudica e categorizza ogni
cittadino, creando una morale di non accettazione della diversità, di ciò che
siamo e di ciò che vorremmo essere. Ogni giorno, infatti, assistiamo alla
creazione/produzione ad hoc di interscambiabili e fantomatici nemici pubblici
buoni per ogni occasione. Basti pensare alla disparità con cui i media trattano
i reati commessi da cittadini migranti rispetto a quelli italiani: la gogna
mediatica per i primi, una notizia in sordina e compassionevole per i secondi
anche quando si tratta dei medesimi crimini.

Uno dei più clamorosi esempi è la problematica degli stupri,
problematica diffusa e sicuramente non nuova, soprattutto alle migliaia di
donne che subiscono abusi da parte dei mariti all’interno delle mura domestiche
(il 69% degli stupri avviene in famiglia). Anche se ci vogliono convincere che
il nemico è il clandestino fanatico e squilibrato, molto spesso lo stupratore
indossa i panni di un marito, onesto lavoratore e cittadino italiano modello.

Sarebbe però un grave errore pensare che il problema del controllo
riguardi solo i migranti. Infatti, attraverso il pacchetto sicurezza ed altre
leggi repressive che mirano a disciplinare luoghi, modi e tempi della socializzazione
si mira a limitare la libertà delle scelte comportamentali di ognuno di noi. Lo
Stato sanziona pesantemente automobilisti, giudicandoli attraverso tabelle con
parametri irreali e inaccettabili. Conseguenza, 
la patente viene ritirata e la macchina sequestrata o soppressa, il
tutto, magari, per aver bevuto una birretta con gli amici. Allo stesso tempo,
mentre devastano la cultura della riduzione del danno ed annunciando la
tolleranza zero su ogni tipo di sostanza, ecco che la segretaria del gruppo parlamentare
della Lega Nord di Roma viene trovata a Lugano con 8 kg di cocaina importata dal
Brasile e diretta al mercato capitolino.

Altrettanto vale per i turni di lavoro, organizzati per evitare contatti
prolungati tra colleghi evitando così la possibilità per costoro di
organizzarsi e lottare per i propri diritti. Oppure, possiamo pensare a cose
più banali come i giardini pubblici, dove vengono man mano tolte panchine e
fontane, all’accesso alla spiaggia nelle notti estive, al coprifuoco serale per
chi fa o ascolta musica o alle poche aree verdi rimaste che vengono trasformate
in terreni edificabili, fonte di guadagno per i soliti speculatori edilizi.
Infine, pensiamo all’enorme potere assolutamente discrezionale che ogni agente
delle forze dell’ordine ha su tutto questo e su molto altro in materia sia
penale che amministrativa, e come questo venga usato, spesso e volentieri, come
ricatto o minaccia da scambiare con favori o vessazioni.

In questo scenario, dove la società è come un puzzle che si rompe e si
frammenta, ogni tassello se isolato perde valore e non riesce più a
incastrarsi/relazionarsi con gli altri.

La società isola, la solitudine genera paura che a sua volta produce
disillusione, rassegnazione, frustrazione e spesso silente accettazione di ogni
sopruso.

Sabato 18 aprile diciamo NO AL CONTROLLO, SI ALLA
LIBERTA’! 

Riprendiamoci i nostri spazi, la nostra socialità e
la nostra città!

Appuntamento ore 17:00 in via Carducci per
attraversare tutti insieme il quartiere che rappresenta il paradigma securitario
della nostra città.

CSOA
Mezza Canaja

 

         
Comunicato
del Coordinamento Migranti Terza Italia

         
Comunicato
dell’Ambasciata dei Diritti Senigallia

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18/04/09 IL 18 APRILE: DIRITTI E DIGNITA’. COMUNICATO DELL’AMBASCIATA DEI DIRITTI (SENIGALLIA)

by on Apr.16, 2009, under Ambasciata dei diritti

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IL 18 APRILE:   DIRITTI E DIGNITA’ 

 

In questi giorni che ci avvicinano al corteo del 18 aprile,
ci sembra opportuno fermarci a ragionare sulla complessità della tematica
dell’immigrazione e di come questa debba essere affrontata, soprattutto a
livello locale.

La
presenza di migranti è un dato ormai consolidato in tutti i nostri territori,
ci sono stranieri presenti da decenni, ci sono le prime generazioni di figli di
immigrati nati in Italia, abbiamo una economia che sempre di più vede l’entrata
in scena di imprese straniere.

Nelle
nostre città lavoratori e lavoratrici migranti contribuiscono alla crescita
economica, sociale e culturale della intera comunità.

A fronte
di tutto ciò la politica e le istituzioni cavalcano in maniera del tutto
irresponsabile e miope una cultura dell’odio e della diffidenza, funzionale
solo al mantenimento dello status quo, che non ha altro risultato se non quello
della intolleranza e della paura.

L’insicurezza
è utilizzata come lascia passare per politiche legislative ignobili e
demagogiche, che sottraggono e attaccano lentamente i diritti di tutti e ci
rendono più deboli e ricattabili.

Il
“pacchetto sicurezza” conclude un processo di riscrittura normativa delle
regole che disciplinano l’immigrazione, affermando l’esigenza, soprattutto in
un periodo di crisi economica, di costruire un capro espiatorio sul quale
riversare responsabilità e colpe di chi, da decenni,  governa e si               arricchisce  sulla speculazione e la rendita finanziaria.

Norme come
il reato di soggiorno irregolare, l’aumento dei tempi di permanenza nei cie (ex
cpt), non producono maggiore sicurezza, ma alimentano emarginazione e
invisibilità, creando condizioni di povertà e sfruttamento.

Questo non
è un problema per i soli migranti, perché è il primo passo verso la
ricattabilità di tutti nei propri posti di lavoro, sia sul salario che sulla
qualità della prestazione.

L’esibizione
del permesso di soggiorno per il compimento di qualsiasi atto di stato civile
(es. riconoscere proprio figlio), la trasformazione di medici in spie,
l’impossibilità di accedere ai servizi di money transfert per gli irregolari,
sono norme che nulla hanno a che vedere con la sicurezza dei cittadini,
piuttosto, creando una massa di individui senza diritti, acutizzeranno
l’ingresso nel mondo del lavoro sommerso e della microcriminalità.

L’opposizione
sociale e radicale, che si è vissuta nelle strade di tutto il paese, obbliga il
governo ad alcuni passi indietro e al riconoscimento delle istanze poste dai
movimenti.

Anche a
Senigallia è fondamentale imporre una nuovo modello di intervento sulle
politiche dell’immigrazione.

I grandi
problemi sociali non si risolvono con la polizia, il controllo e l’ordine
pubblico, né con la solidarietà verbale o con le buone intenzioni,  ma richiedono il pieno riconoscimento dei
diritti fondamentali, superando la logica dell’intervento emergenziale e
assumendosi la responsabilità del cambiamento nelle sue questioni strutturali.

Da mesi
chiediamo, come Ambasciata dei Diritti e Coordinamento migranti TERZA ITALIA,
l’apertura del centro di accoglienza, colpevolmente abbandonato e lasciato a se
stesso dal governo di centro sinistra.

A più
riprese abbiamo chiesto la condizione dei contributi affitti per le famiglie
straniere e l’esigenza di intervenire e garantire il diritto all’ abitare per
tutti.

Riconosciamo
l’intervento del sindaco Luana Angeloni, forse l’unico, contro ronde e per il
diritto alla salute, ma è necessario andare oltre, come imprescindibile è
intervenire sul rione porto, garantendo servizi e centralità al quartiere, non
con polizia e ghettizzazione, che rendono il rione isolato, ma integrandolo
fino in fondo nel tessuto sociale della città (mercato rionale; circoli
ricreativi; cinema), partendo dalla valorizzazione delle particolarità e della
multiculturalità.

Sabato 18
aprile, il corteo che partirà da via Carducci, dovrà rappresentare la tappa
iniziale nel percorso per il rilancio del rione Porto, scontrandosi contro ogni
muro e politica securitaria, dicendo no a qualsiasi ipotesi di ronde nella
nostra città.

Il 18
aprile chiederemo casa e reddito per tutte/i contro la crisi, dignità contro la
barbarie giuridica, amore per i nostri quartieri lasciati al degrado.

Ambasciata dei Diritti (Senigallia)

Comunicato del Coordinamento Migranti Terza Italia

 

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18/04/09 PER LA LIBERTA’ ROMPIAMO I CONTROLLI: DIRITTI E DIGNITA’ PER IL RIONE PORTO – COMUNICATO DEL COORDINAMENTO MIGRANTI TERZA ITALIA

by on Apr.10, 2009, under Ambasciata dei diritti

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PER LA
LIBERTA’: ROMPIAMO I CONTROLLI

Diritti e dignità per il Rione Porto

 

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La politica scellerata del governo Berlusconi contro gli immigrati, in
quest’ultimo anno, ha portato ad un’ulteriore modificazione dello stato di
diritto, arrivando a negare i principi fondamentali della Costituzione.

· Il pacchetto sicurezza

Lo slogan “gli italiani al
sicuro dal clandestino criminale” ci fa venire in mente il 1984 di Orwell,
dove ogni istituzione svolge la funzione opposta al nome: il ministro della
pace è quello della guerra, il Popolo delle libertà è quello della schiavitù.
Infatti, oggi, in nome della sicurezza si riduce la libertà di movimento e i
diritti sociali d’italiani e migranti.

· Le ronde

La Lega Nord con
il consenso del resto della maggioranza, si prepara tramite la formalizzazione
delle ronde a trasformare le nostre città in campi di battaglia. Un far-west
dove vige la “giustizia fai da te”, che avrà come unica conseguenza l’aumento
di tensione e d’insicurezza per tutti e tutte. 

· Facoltà di denunciare i pazienti clandestini.

La proposta di legge che dà
la facoltà a medici e infermieri di denunciare i non regolari serve solo a
produrre paura e non sicurezza. Il timore di essere espulsi allontana queste
persone dagli ospedali, esponendo italiani e migranti al rischio di contagio in
caso di malattia infettiva. L’ultimo caso di Brescia risale al 9 aprile, Maccan
un ragazzo senegalese recatosi in ospedale per un mal di denti è stato
prelevato ed espulso, ha dichiarato che non avrebbe più messo piede in un
ospedale.  La lotta condotta a Senigallia, invece, ha ottenuto la
liberazione delle strutture sanitarie locali dal razzismo e dal sospetto.

Solo un governo che controlla i mezzi d’informazione, poteva dipingere
così efficacemente l’immigrato non regolare come un vero e proprio criminale,
permettendo così la negazione di diritti fondamentali come la casa, il lavoro e
la libertà di movimento. Solo un governo che identifica il migrante come pura
forza-lavoro e non come persona soggetta a diritti e doveri, può rinchiudere
uomini e donne che non hanno commesso alcun reato dentro dei lager (CIE) per
poi rimpatriarli nelle stesse terre martoriate da guerre e fame dalle quali
sono scappati. Oggi giorno accostare la figura del clandestino a quella dello
stupratore, del ladro o dello spacciatore è il dispositivo per creare nella
mentalità comune degli italiani pregiudizi e xenofobia. I bersagli di questa
discriminazione non sono però solo gli irregolari ma tutti i migranti.

A Senigallia i problemi non son diversi dal resto d’Italia. Un ghetto
multietnico è stato creato nel quartiere porto, ove l’economia locale già in
difficoltà sopravvive quasi solo grazie ai migranti che qui vivono e lavorano.
Le forze dell’ordine non fanno che controllare assiduamente con fermi,
frequenti perquisizioni corporali in mezzo alla strada, intimidazioni,
vessazioni e a volte violenze fisiche.  In via Carducci, fra persone
oneste, si scherza su chi è stato fermato più volte in un giorno, i vincitori
sono quasi sempre i senegalesi per la loro pelle scura.

Noi del coordinamento migranti « Terza Italia » vogliamo
combattere la discriminazione insieme a tutti i senigalliesi. Crediamo
fermamente nel fatto che la maggior parte degli italiani sia con noi e che come
noi non tolleri gli abusi delle forze dell’ordine. Ricordiamo che venerdì 3
aprile, cinque venditori ambulanti, nei pressi del foro Annonario verso le
18:45, sono stati ammanettati, sbattuti a terra e nella condizione d’immobilità
in cui versavano picchiati di fronte a una folla di testimoni.

Ogni progetto d’integrazione, da parte del Comune, nel quartiere porto
è stato fallimentare. Non si promuove l’integrazione installando telecamere o
terrorizzando con continui raid delle forze dell’ordine, tanto meno
abbandonando il quartiere a se stesso, in una potenziale guerra tra poveri.
Questo serve solo a creare barriere, e di quelle c’è ne sono già troppe.

Noi del coordinamento migranti « Terza Italia » chiediamo
l’aiuto della società civile e democratica di questa città, di tutte quelle
associazioni e movimenti che come noi credono che la sicurezza corrisponda al
rispetto della dignità e dei diritti sociali di tutti e tutte.

Per tutti questi motivi sabato 18 aprile scenderemo in piazza alle ore
17:00 in via Carducci con un corteo che attraverserà le vie cittadine. Chi
sacrifica la libertà in nome della sicurezza non si merita né l’una né l’altra.

 

Coordinamento migranti « Terza
Italia »

 

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18/04/09 MANIFESTAZIONE: LIBERTA’ – ROMPIAMO IL CONTROLLO – DIRITTI E DIGNITA’ PER IL RIONE PORTO – VIA CARDUCCI ORE 17

by on Apr.10, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni

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