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Smash G8

04/07/09 GIORNATA DELL’INDIPENDENZA – TUTTE/I A VICENZA!!! PARTENZA DA SENIGALLIA IN AUTOBUS

by on Jun.30, 2009, under Comunicati e Manifestazioni, Smash G8

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LEGGI L’APPELLO PER VICENZA 

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NO G8 – APPELLO DELLE COMUNITA’ RESISTENTI DELLE MARCHE

by on Jun.23, 2009, under Comunicati e Manifestazioni, Smash G8

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NO G8 –
APPELLO DELLE COMUNITÀ RESISTENTI DELLE MARCHE

Le Comunità Resistenti
delle Marche fanno proprio l’appello contro il G8 lanciato dall’assemblea
nazionale del 1° giugno tenutasi nel capoluogo abruzzese colpito dal
sisma. 

“L’Aquila e le altre,
oltre il g8”

coglie il segno della rinnovata forza e intelligenza collettiva dei movimenti
nell’interpretare e misurare la trasformazione del presente al tempo della
crisi.  

Sono i bisogni e i
desideri reali che attraversano i territori ad alimentare nuove forme del
conflitto, a dar vita a movimenti che provano a ricomporre dal basso il legame
sociale e cooperante delle nostre comunita’. Comunità in resistenza che con i
colori dell’autonomia e dell’indipendenza disegnano nuove istituzioni del
comune. 

E’ questo segno che
ritroviamo nell’itinerario tracciato dalla contestazione ai G8 tematici, nella
centralità riconosciuta al protagonismo dei migranti, dei precari della
formazione e della ricerca, delle soggettività attive sul terreno di
rivendicazione del diritto al reddito e alla casa, di quanti si oppongono ai
nuovi dispositivi securitari. 

Lo stesso segno della
dignità testimoniata dalla straordinaria reattività delle comunità abruzzesi,
che senza piegarsi all’emergenza, tentano di rovesciarla contro chi ne vuole
fare un esperimento autoritario.  

E’al loro fianco che
condivideremo la battaglia per la ricostruzione sociale e sosterremo le
iniziative che realtà sociali abruzzesi e le popolazioni sfollate autonomamente
individueranno le per le giornate del vertice.  

Anche dalle Marche
rilanciamo l’appello a una mobilitazione diffusa che attraversi tutte le città
italiane ed europee, le capitali degli otto grandi.  

Le porte d’oriente del
nostro territorio soffrono di una ferita aperta, che non si rimargina, che
giorno dopo giorno gronda il sangue delle centinaia di migranti e richiedenti
asilo che incontrano la morte sulle sponde dell’Adriatico. 

I movimenti sociali
marchigiani, le esperienze di autogestione, l’associazionismo per la cooperazione
e i diritti di cittadinanza, le reti contro la devastazione e la speculazione,
lanciano una grande giornata di iniziativa al porto di Ancona per il fine
settimana in concomitanza con le date del summit. 

Una Giornata Senza Frontiere: un giorno per
recuperare alla città di Ancona lo spazio negato del porto, per liberarlo dalle
barriere e dalle gabbie dove si infrangono i desideri di libertà di centinaia
di esseri umani: uomini e donne che affermano, col sacrificio della loro vita,
la nuova cittadinanza globale e solidale.

Una Giornata Senza Frontiere nel segno
dell’autonomia e dell’indipendenza dentro e contro la crisi dell’impero,
quell’indipendenza che sabato 4 luglio a Vicenza decreteremo insieme al popolo
No Dal Molin per liberare la terra dalle basi di guerra e restituirla alla
dignità del comune. 


Comunità Resistenti delle Marche contro
il G8
 

 

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AGGIORNAMENTI E
APPROFONDIMENTI

– Contro
il G8 del prossimo luglio | Appello

Approfondimenti
e aggiornamenti su Globaproject.info

Assemblea
a L’Aquila contro il G8

 

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19/05/09 TORINO 19 MAGGIO – L’ONDA PERFETTA. IN 10.000 CONTRO IL G8, CARICHE E SCONTRI NELLA ZONA ROSSA

by on May.20, 2009, under Smash G8

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TORINO 19
MAGGIO – L’ONDA PERFETTA. IN 10.000 CONTRO IL G8, CARICHE E SCONTRI NELLA ZONA
ROSSA

DA www.uniriot.org – L’Onda
anomala torna ad invadere le strade, a bloccare le città e a rilanciare il
conflitto intorno al nesso formazione-lavoro a partire dalla contestazione
dell’illeggittimo e insostenibile G8 University Summit . Diecimila studenti a
Torino decidono di attraversare il centro dopo il concentramento al Block G8
Building, sanzionando banche e agenzie interinali, urlanco ancora che "Noi
la crisi non la paghiamo". Tutta l’Onda decide di violare la zona rossa,
di non accettare divieti rispetto alla libertà di movimento e di tentare di
raggiungere il luogo dell’illeggittimo summit della lobby baronale dei rettori:
abbiamo difeso il corteo dalle cariche e denunciamo l’uso pesante e
spropositato di lacrimogeni lanciati ad altezza uomo contro gli studenti.
Ancora un’altra Onda che travolge il G8 dell’Università, ancora un’altra volta
manifestiamo il nostro dissenso, giorno dopo giorno in ogni facoltà costruiamo
l’autoriforma, la riappropiazione di reddito, la produzione autonoma di saperi!

COMUNICATO
DELL’ONDA –
L’Onda Perfetta è l’onda migliore,
quella da cavalcare che vale una vita per tutti i surfisti. Quella espressasi
questa mattina a Torino è stata l’Onda migliore possibile.
Abbiamo dimostrato, a mesi di
distanza dalla mobilitazione dell’autunno, dopo che in molti già ci davano per
morti, di esserci e di essere.Oggi siamo scesi in piazza per una nuova grande
mareggiata, invadendo le strade di una Torino blindata per proteggere Baroni e
feudatari dell’università in crisi. Siamo giunti da tutta Italia (qualcuno
anche da oltre confine) per esprimere tutta la nostra contrarietà a questo
insostenibile G8 dell’università. Abbiamo respinto l’arroganza del G8 dei
rettori, asserragliati al castello del Valentino, tentando di stanarli,
provandoci, credendoci, con la determinazione e la partecipazione di chi sa che
in ballo c’è il proprio futuro.

Abbiamo contestato
l’illegittimità del G8 University Summit ribadendo che i rettori e la CRUI, che promuoveva il
vertice, sono i rappresentanti (il)legittimi di una università che sopravvive
tra le macerie. Noi siamo invece l’espressione concreta di una rappresentanza
impossibile che non delega a nessuno istanze, vertenze, progetti.

10.000
studenti da tutta Italia in una marcia veloce, gioiosa ma incazzata,
determinata e convinta, che in fretta e furia ha raggiunto la sede del summit,
senza dimenticarsi di colpire i simboli della crisi (banche e agenzie del
lavoro), per tentare di sfondare il muro di un esercito frapposto tra i propri
bi-sogni e le autorità di un’università che di sostenibile non ha assolutamente
nulla.


Oggi abbiamo fatto presente, ancora una volta, che la crisi noi non la
pagheremo e che anzi utilizzeremo ogni occasione per rovesciarvela contro.
Sapendo che questo è solo un momento di passaggio, tra lo straordinario autunno
che ci siamo lasciati alle spalle e quello a venire, denso di aspettative e
nuovi spazi di azione dentro la crisi.
A fine corteo, un’assemblea pubblica, collettiva e condivisa cui hanno
partecipato tutte le articolazioni locali dell’onda, ha deciso di assumersi
nella totalità gli eventi e le pratiche messe in campo in questa giornata di
conflittualità e riappropriazione di spazi e visibilità. L’assemblea ha inoltre espresso solidarietà ai due
arrestati, richiedendone l’immediata liberazione. Non li lasceremo soli!

Ecco l’onda perfetta…



Onda Anomala_Italia
Block G8 Building, Torino (h 16) 

FOTO

VIDEO

·        
scontri studenti-polizia (repubblica.it)

RASSEGNASTAMPA


[Cronaca
multi-mediale della giornata di mobilitazione da infoaut]

LA CRONACA DELLA GIORNATA

  • -14.40 ASCOLTA LE PRIME
    CONCLUSIONI DI GIANLUCA
    (ONDA ANOMALA TO/INFOAUT).
  • -14.20 L‘onda è in assemblea all’università.
    Un’elicottero
    sorveglia dall’alto e le forze dell’ordine si preparano a presidiare la
    zona circostante[ascolta la corrispondenza di radio onda d’urto ]
  • -14.00 la manifestazione torna per il centro,
    attraversando la città verso Palazzo Nuovo e il Block G8 Building. Un
    primo bilancio parla di due agenti contusi
  • -13.40 il corteo si sta
    ricompattando
    e si sta difendendo con casonetti usati come barricata. I
    lacrimogeni sono ancora impressionanti.
  • -13.35 il corteo ripiega su
    via Nizza
  • -ASCOLTA LA DIRETTA DEI PRIMI
    SCONTRI CON GIANLUCA in collegamento con RBO prima parte – seconda parte
  • 13.28 – TORINO BLOCK G8
    BARRICATE CONTRO LA
    POLIZIA
  • I compagni fanno barricate, la polizia cerca
    nuovamente di caricare ma trova una dura resistenza e si ferma. manuel di
    Radio Onda d’Urto
  • [Scarica il contributo audio,
    durata: 2 min.
    ]

·         
 

-13.25
– TORINO BLOCK G8 LA
POLIZIA RETROCEDE SOTTO UNA FITTA SASSAIOLA

La polizia carica ma sotto una fitta sassaiola dei compagni è costretta a retrocede.
Manuel da Torino [Scarica il contributo audio,
durata: 1 min.
] da Radio Onda d’urto

  • 13.24 – L’Onda continua a
    reggere, c
    ariche e lacrimogeni della
    polizia. L’aria è irrespirabile, ma gli studenti e le studentesse
    resistono. Un elicottero volteggia in aria e la questura tenta di chiudere
    le vie laterali, intimidendo il corteo. La situazione è tesa ma la
    detrminazione è tanta
  • 13.23 -L’Onda tenta di forzare
    il blocco,
    quantità incredibile di
    lacrmogeni. L’attacco dell’Onda è avvenuta con scudi ed estintori, ma non
    si riesce ancora a passare. la polizia non si avvicina, qualche carica
    laterale.
  • 13.20 – LA POLIZIA SPARA
    ALCUNI LACRMOGENI PER ALLONTANARE IL CORTEO
  • 13.15 – UN’ALTRA VOLTA,
    UN’ALTRA ONDA!
    il corteo prosegue determinato
    verso il valentino. Ascolta Simone dalla piazza
  • 13.10 – il corteo dell’ONDA
    ora è fermo davanti al blocco dlle forze dell’ordine,
    presenti
    con un numero ingente. Le vie intorno sono chiuse
  • 12.55 – il CORTEO E’ IN CORSO
    MARCONI,
    in dirittura d’arrivo verso le
    zone dichiarate off limits dalla questura. Attraversando San Salvario, il
    quartiere adiacente, l’onda ha trovato i negozi aperti a dispetto di quanto
    sostenevano i giornali cittadini
  • 12.41 – in corso vittorio
    colpita un’altra banca, chiusa con catene e lucchetti. Anche un’agenzia
    del lavoro interninale è stata sanzionata da scritte contro il lavoro
    precario. Ascolta la diretta di Simone
    (ONDA
    ANOMALA TO)
  • 12.21 –
    La
    manifestazione è ulteriormente cresciuta, sono arrivati tutti gli
    universitari provenienti da fuori Torino e molte persone stanno ancora
    affluendo. Gli organizzatori hanno stimato 10mila partecipanti. DA radio
    onda d’urto   [Scarica il contributo audio,
    durata: 7 min.
    ]
  • 12.15 – IL CORTEO E’ IN PIAZZA
    SOLFERINO E STA GIRANDO VERSO CORSO VITTORIO.
  • 12.10 Ascolta l’intervento di
    uno studente milanese
  • 12.05 – IN VIA PIETRO MICCA
    COLPITA banca UNICREDIT con uova e vernice: NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO! Ascolta la
    diretta con Dana
    (ONDA ANOMALA TO)
  • 12.00 – CORTEO IN PIAZZA
    CASTELLO
    migliaia
    in piazza, procede spedito per raggiungere il Valentino
    -prime foto dal sito di Repubblica
  • 11.51 – CORTEO IMPONENTE Via
    Po in Onda!
    in
    questo momento è sotto la sede del rettorato
  • 11.40  -CORTEO IN MARCIA
    VERSO LA SEDE DEL
    G8 è presente un pool di avvocati
    , sette, hanno indossato delle casacche
    arancioni con sopra la scritta «Supporto legale» e il numero di telefono,
    3315918248, e partecipano al corteo
  • 10.45 -PRIMO AGGIORMANTO DALLA
    PARTENZA

    Gianluca [Infoaut] manifestazione ancora ferma. Sembra primi fermi intorno
    al corteo (notizia da confermare). Si aspetta l’arrivo del treno da milano
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19/05/09 UNIVERSITY SUMMIT – IO CI SARO’! MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO IL G8 DI TORINO DEL 17-18-19 MAGGIO

by on May.18, 2009, under Smash G8

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DI RITORNO DAL G8 DI ROSTOCK, PASSANDO PER ROMA

by on Jun.13, 2007, under Smash G8

WE ARE WINNING!  
WE ARE EVERYWHERE!

 Quando una forza in rete attacca, sciama sul nemico: innumerevoli elementi attaccano indipendentemente da tutte le direzioni convergendo verso un unico punto, e quindi spariscono ritornando nel loro ambiente”
(Toni Negri – “Moltitudine”)

 Partiamo da un dato, al G8 di Genova nel 2001 i grandi avevano promesso fondi per la lotta all’AIDS, mentre al G8 di Gleneagles nel 2005, avevano promesso altri fondi contro la povertà nel terzo mondo. Solo la zona rossa costruita intorno a Heiligendamm (G8 -2007) è costata oltre 12milioni di euro, a questa bisogna aggiungere tutti gli altri costi per poter “mandare in scena” la kermesse degli otto grandi.
Basterebbe questo per comprendere l’inutilità del G8 ed a svelarne la sua natura ipocrita e criminale, in quanto lor signori trovano i soldi per blindarsi da chi li contesta – e non dai kamikaze, come vanno a raccontare! – mentre non hanno interesse neanche a fare la carità ai paesi più poveri. Sia chiaro, non che ci aspettassimo il contrario!

 Il G8 dopo le grandi mobilitazioni della scorsa settimana è ormai un carrozzone in fuga, in fuga dai centri delle metropoli europee dopo la rivolta del 2001 ed ora in fuga anche dai boschi di Heiligendamm.
Il più grande dispositivo di sicurezza, la più grande operazione militare attuata in Germania dopo la seconda guerra mondiale (non siamo noi a dirlo, ma la polizia ed i politici tedeschi) è andata in frantumi, disarticolata e violata da milioni di corpi che hanno invaso le zone proibite da terra e da mare. La polizia nulla ha potuto contro lo sciame di manifestanti che tra strade, campi e boschi ha bloccato ogni arteria comunicativa tra la città di Rostock e la sede del vertice.
Giornalisti, delegati ed accreditati al banchetto dei potenti sono arrivati in ritardo – chi è riuscito ad arrivare – tramite elicottero, persino la classica foto di gruppo si è fatta in nave, perché il vertice dopo lo sfondamento della zona rossa, è stato dichiarato insicuro.

 La vittoria che i manifestanti hanno riportato è senza ombra di dubbio schiacciante, non solo per i suoi effetti pratici già citati, ma soprattutto perché soggettività diverse, provenienti da diverse nazioni e da diverse esperienze politiche e culturali, hanno saputo “cospirare” insieme e fare della differenza una virtù, una potenza … una gioiosa macchina da guerra.
Anche noi, insieme a molti altri centri sociali italiani, abbiamo attraversato con rabbia e gioia queste straordinarie giornate, imparando molte cose. In primis che i mezzi sono subordinati ai fini e che sono scelti ed utilizzati secondo la loro efficacia sia materiale che politica.
Il movimento di Rostock ci ha insegnato a diffidare dei fondamentalismi della non-violenza e di quelli della “violenza a tutti i costi”.
Il movimento di Rostock ci ha insegnato a maneggiare con intelligenza la parola e il fuoco.

 C’è un filo rosso che lega la guerriglia scoppiata il 2 giugno con i blocchi pacifici e di massa del 6 e 7 giugno. Questo filo non è solo composto dai medesimi corpi che a seconda del contesto hanno scelto la forma di protesta più adatta e quindi vincente, ma è l’assunzione cosciente della pratica dell’illegalità di massa e diffusa come minimo comune denominatore. Questo filo rosso lo abbiamo attraversato tutto, ne siamo stati parte attiva e lo rivendichiamo tutto come nostro, senza alcuna distinzione – fallace – tra buoni e cattivi.

Pratiche diverse che si legittimano e si sostengono vicendevolmente, senza nessuna dissociazione, senza nessuna condanna, senza nessuna discussione – falsa, ipocrita ed interessata – su violenza e/o non-violenza (eterna, noiosa ed inutile questione tutta italiana), ma su una sana e lucida laicità della decisione mirata a praticare l’obbiettivo, ovvero bloccare il summit tramite pratiche radicali, dirette, determinate, includenti e di massa.
Le pratiche si definiscono sugli obbiettivi e non sull’ideologia, e la diversità va rispettata in quanto ricchezza: queste sono le lezioni più preziose che ci riportiamo a casa.
Solo Agnoletto and c. affermano il contrario, ma che credibilità hanno costoro, che contestano il G8 mentre contemporaneamente fanno parte di un partito che è parte di uno dei governi che siede tra gli otto grandi?! Nessuna … ed infatti, tornati da Rostock abbiamo attraversato le strade di Roma in più di centomila persone, mentre la sinistra “finto-radicale” raccoglieva i pezzi della propria solitudine in Piazza del Popolo.

Rostock e Roma parlano lo stesso linguaggio, quello di una ritrovata autonomia dei movimenti da ogni forma di rappresentanza partitica ed istituzionale. Parlano dell’affermazione di un nuovo movimento europeo radicale ed autonomo sia nelle pratiche che nei contenuti.
Tra i campi e le strade, tra la polizia e le grate, tra le piazze di Rostock e di Roma c’erano miglia di corpi di donne e uomini venuti da tutto il mondo e che insieme hanno affermato: “Siamo venuti per restare!

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LA STRADA DA SENIGALLIA A ROSTOCK (per le foto clicca su Album)

by on Jun.06, 2007, under Smash G8

G8/ROSTOCK … Aquì estamos!

 

La strada da Senigallia a Rostock è lunga, una striscia di asfalto che attraversa l’Europa dove alla certezza della partenza si contrappone l’incertezza dell’arrivo. L’Europa è fatta di frontiere e di trattati che ne decidono l’apertura e la chiusura secondo le esigenze del mercato. Chi viaggia verso Rostock non è un’esigenza del mercato, ma piuttosto un impedimento, un granello di sabbia dentro il sistema.
Lungo la strada si compone la carovana di chi proverà a violare i limiti imposti da Scenghen.
A Trento la prima tappa: parole, impressioni, birre e sigarette … la sentinella ci da il via, si parte!
L’Italia scorre via velocemente, l’Austria è più ostica, ma con caffè, zuccheri e buona musica la notte e la stanchezza si fanno meno pesanti.
Tra radio e telefoni la notizia corre veloce, la frontiera è chiusa, la polizia ci aspetta.
Ad Innsbruch abbandoniamo l’autostrada, i compagni austriaci ci guidano per stradine di campagna e piccoli paesini. Aggiriamo il blocco. L’Austria è alle spalle e con lei l’ultima frontiera e le guardie che la presidiavano. Siamo in Germania … ancora qualche ora e qualche altro caffè … ecco Rostock!

            L’arrivo è già partenza, il 4 giugno è la giornata dei migranti ed il corteo sta per partire. Gli organizzatori avevano previsto circa cinquemila persone, in strada ce ne saranno circa cinquantamila … troppi per la polizia che, infatti, ritira l’autorizzazione e blinda la piazza.
Ma come, perché si sono presentate così tante persone, quando la manifestazione precedente era stata “rovinata” dai cattivi ragazzacci in tuta nera? Perché le “persone normali” non hanno avuto paura di altri disordini? Perché i migranti che in completa autonomia gestiscono il corteo, invece di obbedire ai divieti imposti dalla polizia, decidono di violarli e portare a termine pacificamente il corteo?! La moltitudine prima dei divieti, viola la politica della paura, perché la battaglia che si è scatenata in piazza il 2 giugno durante la prima manifestazione di massa contro il G8, non ha indebolito il movimento, ma lo ha rafforzato.
Il movimento ha parlato per primo ed ha parlato due volte. Ha parlato con i numeri presenti in piazza – centomila persone – ed ha parlato con la conflittualità che è riuscito ad esprimere. Una conflittualità che può essere denigrata con l’appellativo di “violenza” solo da chi vorrebbe i movimenti compatibili ai giochi di potere della sinistra istituzionale. Una conflittualità che è stata capace di reagire alle continue provocazioni della polizia, rompendo quel clima di paura che mira ad ottenere che il dissenso politico possa essere espresso solo in forme concilianti e quindi funzionali al potere. Non esistono movimenti buoni contro movimenti cattivi se non nelle parole di chi è in mala fede, esiste, invece, un movimento che di volta in volta con laicità sceglie come esprimersi, secondo gli obbiettivi politici che di volta in volta decide di porsi, senza confondere mai i mezzi con i fini.

         Il 5 giugno si riparte, manifestazione contro la guerra. Partiamo dal campeggio in molti e subito ci dicono che per l’ennesima volta l’autorizzazione è stata revocata. La polizia ci perquisisce uno per uno, ma lascia sfilare il corteo che si svolge pacificamente secondo programma. Un filo rosso lega la mobilitazione contro gli otto grandi con la preparazione dell’accoglienza alla vista romana del criminale di guerra G. W. Bush … lo striscione comune dice: “From Rostock to Rome: Push Bush out everywhere!”.

 Continua …

Brigata Internazionale  Mezza Canaja

 

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SMASH G8! CONFLICTS MAKE EUROPE

by on Jun.02, 2007, under Smash G8

 

Da Senigallia in marcia verso il G8 di Rostock

“La classe è determinata dalla lotta di classe. Il compito della sinistra è quello di cogliere le premesse

di una possibile insorgenza collettiva e di articolarle in forma di un programma politico”.

C’era una volta la “belle epoque” neoliberale. C’era Clinton con la sua mascella da soap-opera e l’idea dell’ “ulivo mondiale”. Era la fine degli anni novanta dello scorso secolo, la storia era finita già da un pezzo ed i potenti della terra si riunivano nelle piazze delle capitali mondiali in una pubblica manifestazione di sfarzo, lusso e potere.
Tutti potevano guardare, tutti potevano ammirare, tutti potevano desiderare, tutti potevano “partecipare” alla corte postmoderna di Re Sole. I sudditi guardavano la magnificenza dei regnanti nell’illusione che un giorno – molto presto – un briciolo di quella ricchezza e di quello sfarzo sarebbe toccata anche a loro.
E infondo perché non crederci, l’impero del male non esisteva più, la democrazia a stelle e strisce aveva vinto, l’economia privata cresceva svendendo patrimoni pubblici e diritti. Insomma, la storia umana si avviava verso il meritato lieto fine.
Ma qualcosa andò storto: la mascella di Clinton divenne ancora più pronunciata, quando vide quelli che riteneva i suoi sudditi più devoti – in quanto più ricchi – prendere per il bavero i delegati che si dirigevano al grande banchetto indetto dal WTO.
I sudditi si erano ribellati, avevano tolto la tovaglia dal banchetto, rompendo tutta l’argenteria. Il WTO falliva, la democrazia neoliberale restava nuda e per coprire la propria vergogna decretò lo stato d’assedio … Seattle, 30 novembre 1999.

 Il resto è storia. La storia di una “belle epoque” mai esistita, di paesi come l’Argentina ridotti alla fame dalle politiche infami del FMI, di diritti sociali venduti al miglior offerente, di profitti privati fatti sulla pelle e sul sudore di migliaia di persone in tutto il mondo, di multinazionali, banche ed organismi sopranazionali che decidono ed organizzano un sistema economico fondato sulla costante rapina dei beni pubblici e comuni, spingendosi fino a brevettare la vita.
E’ anche la storia del nostro paese e dello “spazio europeo” in cui viviamo. Spazi aperti per merci e capitali, ma chiusi agli esseri umani che fuggono dalla guerra e dalla fame. Spazi dove flessibilità e precarietà hanno tolto la possibilità ad ogni persona di poter dare una prospettiva alla propria vita. Spazi dove il lavoro nelle mani della “libera concorrenza” genera più di tre morti al giorno. Spazi dove da sinistra a destra si lanciano campagne allarmistiche sulla sicurezza, il controllo, il proibizionismo moralista e dove contemporaneamente, tramite imprese e cooperative, si sfrutta ogni angolo delle città, ogni risorsa ambientale per accaparrarsi profitti da reinvestire nel loro mercato clientelare.
In questi spazi però si determina una resistenza. Le battaglie nelle strade di Genova e di Buenos Aires hanno sparso semi. I frutti raccolti portano il sapore delle lotte in difesa dei beni comuni dalla Val Di Susa a Vicenza, dell’insorgenza delle banlieue e della lotta vincente contro il CPE, del rifiuto della privatizzazione delle università in Grecia e nella difesa dei centri sociali sotto sgombero da Copenaghen a Trento.

 Dal 6 al 8 giugno gli otto grandi si riuniranno in Germania per pianificare i prossimi passi della belligerante svendita del nostro pianeta, per organizzare e gestire quel processo di distruzione continua chiamato neoliberismo che fa sì che nel mondo una persona muoia di fame ogni minuto, che il divario tra ricchi e poveri aumenti sempre di più, che la guerra sia il principale strumento per risolvere la crisi economica ormai strutturale in cui versa l’occidente e che per eliminare ogni opposizione riduce la libertà al codice antiterrorismo.

Da Senigallia partiamo con molti per raggiungere i molti ed insieme impedire lo svolgimento del G8.

Il capitalismo è una creazione umana e come tale ha avuto un inizio ed avrà una fine. Partiamo verso la Germania per dare il nostro modesto ed umile contributo affinché ciò avvenga il prima possibile See you on the Barricades!

CSOA Mezza Canaja
Comunità Resistenti Marche

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