CSOAMezzaCanaja

Plage Sauvage


08/08/09 CASE SENZA GENTE. GENTE SENZA CASE. OCCUPARE E’ GIUSTO!

by on Aug.08, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni, Plage Sauvage

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CASE SENZA GENTE. GENTE SENZA CASE.

OCCUPARE É GIUSTO!

Nella città
ad alta tensione abitativa, con gli affitti più cari delle Marche e con circa
8.344 abitazioni vuote, oggi – sabato 8 agosto – sono state occupate due case. É
la prima volta che accade a Senigallia.

Due anni
fa abbiamo denunciato la mala urbanistica cittadina e la collusione tra il
potere politico e quello economico/finanziario mentre lo scorso anno abbiamo presentato
un “Piano per la ricostruzione di un patrimonio di edilizia pubblica cittadina
e per il diritto all’abitare a Senigallia”. In questi due anni abbiamo bloccato
sfratti, fatto consulenza legale gratuita, denunciato gli affitti in nero e
siamo sempre puntualmente intervenuti nella discussione urbanistica cittadina.

Nessuno ci
ha mai risposto e chi amministra si è voltato dall’altra parte, affrontando
l’emergenza abitativa in forme caritatevoli, assistenziali, parziali ed
emergenziali.

A
Senigallia è in atto una riqualificazione urbana che mira a cementificare e
privatizzare spazi pubblici. Basti pensare ai poli di lusso all’ex-Sacelit o
alle ex-Colonie Enel, al Piano Cervellati e a Palazzo Gherardi, alla Complanare
ed alle speculazioni sull’arceviese e la corinaldese. Il risultato sarà
l’aumento generale dei fitti, l’espulsione dei ceti popolari dal centro storico
e la migrazione dei giovani nelle frazioni. Una città per utenti e non per
abitanti.

Oggi il
tempo delle parole è finito. Oggi siamo passati all’azione diretta.

Abbiamo
occupato due case di proprietà della Curia, una delle più grandi proprietarie d’immobili
sfitti di Senigallia. Abbiamo occupato per un ragazzo di Senigallia, operaio con
contratto a tempo determinato senza possibilità di rinnovo e con una paga che
rende impossibile permettersi un affitto.

Abbiamo
occupato per una famiglia di migranti, residenti in Italia da 26 anni,
lavoratori ambulanti regolari, ma senza la possibilità di garantirsi una
stabilità abitativa.

Pensiamo
che la città sia dei cittadini, di quanti contribuiscono alla crescita
economica, culturale, sociale e solidale di un territorio e per questo ha
diritto di deciderne lo sviluppo. Abbiamo cominciato una riqualificazione dal
basso e l’occupazione di oggi è solo la prima tappa. Una riqualificazione che
mira a recuperare ad uso comune – pubblico e sociale – gli spazi sfitti e
abbandonati della nostra città. Recuperare e non cementificare, ristrutturare e
non costruire, non allontanare ma includere i ceti popolari e precari, decidere
e non essere soggetti passivi delle decisioni altrui, sicurezza come garanzia
di reddito e casa e non come paura e militarizzazione. Oggi, abbiamo cominciato
la costruzione di una città per abitanti e non per utenti.

La casa è
un diritto inalienabile, è affermazione di dignità e sicurezza per ogni
persona.

Italiani e
migranti vivono una comune condizione di abuso e di sfruttamento. Comune è la
precarietà, i salari bassi e gli affitti alti. Comune è l’impossibilità di
potersi costruire una vita, un futuro. Comune dunque è la lotta. La guerra tra
poveri fa comodo solo ai leghisti ed a coloro i quali si arricchiscono sulla
pelle e sul lavoro altrui.

Chiediamo
l’apertura di una trattativa tra gli occupanti, la Curia e l’Amministrazione
Comunale, che porti alla regolarizzazione delle occupazioni con un affitto
mensile a canone sociale o l’individuazione di altre unità abitative. “In tempi di crisi per un affitto popolare
50 euro al mese possono bastare!”.

Chiediamo
che la Curia e
l’Amministrazione Comunale arrivino ad un accordo per affittare le case sfitte
di proprietà della Chiesa a prezzi popolari.

Non è
stato tolto nulla a nessuno, le case erano sfitte da anni e nessuno è in attesa
di entrarvi. É stato solo praticato un diritto. Proprio per questo diffidiamo
chi di dovere, dal gestire le occupazioni come un problema d’ordine pubblico, ignorando
quello che sono realmente, l’espressione di un problema politico e sociale. La
casa è un diritto e lo difenderemo.

 

CSOA Mezza Canaja

Coord. Migranti TERZA
ITALIA

Ambasciata dei
Diritti Senigallia

 

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– Guarda le foto

 

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10-16/08/09 PLAGE SAUVAGE 009: CAMPEGGIO E FESTIVAL: PROGRAMMA DETTAGLIATO

by on Aug.03, 2009, under Plage Sauvage

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Dal 10 al 16 agosto la quarta edizione del
campeggio al csoa Mezza Canaja

PLAGE SAUVAGE 009

Il precariato si prende la vacanza…!

Dal 10 al 16 agosto torna Plage Sauvage, campeggio e festival organizzato per
il quarto anno consecutivo dal Csoa Mezza Canaja di Senigallia.

Sei
giorni di

campeggio attrezzato (bagni, docce, spazio tenda, posteggio camper, cucina,
internet point wireless, palestra) all’interno del giardino del CSOA Mezza
Canaja, di fronte al mare con spiaggia libera/liberata.
Sei giorni di

eventi, incontri, socialità, feste, cultura, mostre fotografiche, dibattiti,
musica ed azioni di riappropriazione dei beni comuni.
Sei giorni per

tessere reti, esperienze e lotte.
Sei giorni per

affermare forme di vita autonome dentro e contro la Metropoli Diffusa
Marche.

PROGRAMMA:

– Lunedì 10 agosto

Dalle h. 18 – C’est la Plage…Bienvenue!


Martedì 11 agosto

h. 23 – Rebel Music

dj Shuma, Freccia Jonica& dj Briga


Mercoledì 12 agosto

h. 21:30 – L’Aquila: yes
we camp!

L’abruzzo tra terremoto e
ricostruzione. All’incontro saranno presenti gli attivisti della Rete 3e32.


Giovedì 13 agosto

h. 21:30 – Napoli, la
monnezza e le menzogne del governo.

Proiezione del film: "Una montagna di balle"di N.
Angrisano.

– Venerdì 14 agosto

h. 23 – Trash night on the beach

Con dj Nestor & dj
Dempir nella spiaggia libera/liberata.


– Sabato 15 agosto

h. 23 – Dancehall night from Jamaica

Liveshow with L.T. Stitchie & Bunny General. After Always Loving Jah
& Hotta Faya.
Warm
up by Kamikaze sund.


Domenica 16 agosto

"Nun stè malì a
ringrignàt…andàn a fa’ na rivoltura!

—————————————————————————————–

Plage Sauvage sarà
ospitata negli spazi del Centro Sociale Occupato Autogestito Mezza Canaja
Lungomare L. da Vinci n°1 – Marina Nuova, Senigallia (An)

Info e contatti:

blog csoamezzacanaja.noblogs.org

myspace myspace.com/mezzacanaja

mail mezzacanaja@yahoo.it

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10-16 AGOSTO PLAGE SAUVAGE 009 – IL PRECARIATO SI PRENDE LA VACANZA

by on Jul.25, 2009, under Plage Sauvage

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DAL 10 AL 16 AGOSTO 2009 PLAGE SAUVAGE 4

by on Jul.21, 2009, under Plage Sauvage

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14/08/08 PLAGE SAUVAGE III – VIDEO: OCCUPAZIONE ASSESSORATO ALL’URBANISTICA E CORTEO IN CITTA’

by on Sep.01, 2008, under Plage Sauvage

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PLAGE SAUVAGE ‘008 LE LORO E LE NOSTRE PAROLE

by on Aug.25, 2008, under Plage Sauvage

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Plage Sauvage ‘008

La verità ti fa male … lo sai!

Io so. Io so perché la terza edizione di un
campeggio completamente autorganizzato, autofinanziato, autogestito che da la
possibilità a più di 580 persone – donne, uomini, ragazzi e ragazze, famiglie
con bambini – di passare le vacanze nella città più cara delle Marche è visto
dall’Amministrazione Comunale come un potenziale pericolo. Io so perché uno
spazio come la Plage
Sauvage che offre cultura, socialità, informazione,
aggregazione, politica, sottraendo tutto ciò al business del divertimento e del
profitto privato è percepito come un problema di ordine pubblico.

Io so che tutto ciò che non è disciplinato e
controllato impedisce a chi governa e alle sue agenzie di intrattenimento di
lucrare sui desideri e sulle frustrazioni delle persone: io so che la sicurezza
è un business!

Io so. Io so cos’è accaduto dentro l’ex-GIL.

I Vigili Urbani sotto mandato dell’Amministrazione
Comunale, sono intervenuti ad occupazione già avviata. Uno di loro ha
insultato, minacciato e aggredito uno di noi per impedirgli di portare al piano
superiore una banale macchina fotografica: una chiara provocazione per trasformare
un’iniziativa assolutamente tranquilla in violenta. Non ci sono riusciti.

Io so che non spetta ai Vigili gestire l’ordine
pubblico e che la celere – ampiamente schierata – non è intervenuta. Io so che
ognuno si assume le conseguenze delle proprie azioni.

Io so che Mangialardi ha stigmatizzato l’intervento
dei Vigili, ammettendo che la nostra occupazione era pacifica e priva di ogni
volontà di recare danno a persone o cose. Alla stampa ha riferito l’esatto
contrario.

Io so. Io so che la provocazione dei Vigili è
servita ai Politici per spostare l’asse della discussione dal problema della
casa a spicciole questioni di ordine pubblico. Io so che lor signori l’hanno
fatto perché non hanno argomentazioni da spendere: non possono spenderle, le
loro clientele non glielo permettono. Io so che chi utilizza la menzogna per
nascondere la propria incapacità politica si merita solo vergogna.

Io so. Io so chi Governa veramente la città: so che
la Giunta Angeloni
è allo stesso tempo succube e complice dei gradi potentati economici. Io so che
tra i Consiglieri Comunali seduti tra i banchi del PD ed eletti in collegi
blindati vi sono i rappresentanti d’interessi privati. Io so cos’è la politica
clientelare.

Il Piano Cervellati che procurerà l’espulsione
definitiva di tutti i ceti popolari dal centro storico.

I borghi e le periferie sempre più privi di servizi
e infrastrutture.

La costruzione di un albergo di lusso all’ex-Sacelit:
un altro spazio pubblico sottratto alla città.

La Complanare come merce di scambio
con la Società
Autostrade.

La soffiata sull’approvazione della variante
arceviese, fatta agli amici degli amici, per poter vendere o comprare prima dell’abbassamento
degli indici di edificabilità; i nove secondi concessi alle controdeduzioni. Io
so che lungo la strada della Marina di Scapezzano abita il Consigliere Comunale
Belardinelli. Io so che la variante corinaldese è già pronta e che le promesse
per cambiare le destinazioni d’uso dei terreni in cambio di voti sono già state
fatte. Io so come si specula in edilizia.

Io so che l’ex-GIL è pignorata, che i responsabili
hanno stipulato polizze assicurative con i soldi pubblici e sempre con
quest’ultimi sono stati pagati i viaggi di Campanile a Napoli – multe comprese
-, le telefonate di Mangialardi, le maxiretribuzioni dei dirigenti tra cui
quella del capo dei Vigili Brunaccioni.

Io so che Assessore si diventa per equilibri di
partito e spartizione di poltrone, e non per capacità e competenze. Io so che
Campanile quando parla di edilizia pubblica confonde canone sociale,
concordato, contributo affitti, bonus casa ed autocostruzione. Io so che
Campanile non sa nulla di politiche abitative altrimenti le sue risposte
sarebbero puntuali e circoscritte e non vaghe e generiche.

Io non so se Scattolini sia del PD o di “Liberi per
Senigallia”, ma so che non sa usare i congiuntivi.

Io so che vi è una lotta per l’egemonia interna al PD
tra la fazione ex-comunista e quella ex-democristiana e che quando il Sindaco è
assente i topi ballano.

Io so che Roberto Pardisi si candiderà sindaco e che
il Corriere Adriatico gli fa campagna elettorale. Io so che il primo articolo
sull’occupazione dell’ex-GIL scritto da M. Pagliari faceva informazione e poi
quelli scritti dalla Marinelli diffamazione.

Io so. Io so che Senigallia sarà trasformata in una
città ad uso e consumo del mercato turistico, soprattutto di lusso. I cittadini
saranno solo degli arredi e lo spazio pubblico sarà riqualificato, in altre
parole privatizzato.

Io so che il Mezza Canaja rappresenta l’anomalia e
per questo va normalizzato o eliminato. Io so che se ci porranno davanti a
questo bivio, tracceremo un’altra strada. Io so che le giunte cambiano ma i
centri sociali restano e che la legalità non è altro che la forma per imporre e
consolidare l’illegalità del potere.

Io so perché cerco di “seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive,
di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche
lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammenti di un intero
coerente quadro politico”.
(P.P. Pasolini – “Il Romanzo delle Stragi”).

 

CSOA Mezza Canaja

 

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Vedi
anche:

14
agosto 2008 – Occupazione Assessorato all’Urbanistica – cronaca e foto.

Piano pubblico e
popolare per la ricostruzione di un patrimonio d’edilizia pubblica per il
diritto all’abitare a Senigallia.

Rassegna stampa:

– Da 60019.it del 20 agosto 2008 | Plage
Sauvage 2008 un successo con 580 campeggianti da tutta Italia

– Da Viveresenigallia.it del 20
agosto 2008 | Plage
Sauvage chiude i battenti, da settembre la sfida è per la casa.

– Da ilMessaggero del 21 agosto
2008 | I
noglobal: Richiamiamo i turisti come il Summer

– Dal Corriere adriatico del 21
agosto 2008 | Blitz
e vigili aggrediti, allarme no-global

– Dal Corriere adriatico del 21
agosto 2008 | La
difesa del Mezza Canaja “Siamo stati provocati”

– Da Viveresenigallia.it del 21
agosto 2008 | Il
Comune contro il Mezza Canaja: inaccettabile l’occupazione della ex Gil

– Da Viveresenigallia.it del 22
agosto 2008 | Verdi
ai no global: le ronde non ci piacciono, meglio il dialogo
.

– Da Viveresenigallia.it del 22
agosto 2008 | Scattolini
(Pd): urge una soluzione per il Mezza Canaja

– Da Senigallia.org del 22 agosto
2008 | "Ora
basta: la violenza non può più essere tollerata"

– Dal Corriere adriatico del 22
agosto 2008 | La
polizia muncipale “vogliamo sicurezza”

– Dal Corriere adriatico del 22
agosto 2008 | Rapporto
inviato alla procura

 

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14/08/08 OCCUPAZIONE ASSESSORATO ALL’URBANISTICA E CORTEO IN CITTÀ – PIANO PUBBLICO E POPOLARE: PER LA RICOSTRUZIONE DI UN PATRIMONIO DI EDILIZIA PUBBLICA PER IL DIRITTO ALL’ABITARE A SENIGALLIA

by on Aug.15, 2008, under Comunicati e Manifestazioni, Plage Sauvage

La Plage Sauvage ha percorso con un corteo di
circa trecento persone il centro storico per far conoscere a tutta la
cittadinanza la nostra proposta per la ricostruzione di un patrimonio di
edilizia pubblica/popolare in città e per il diritto all’abitare a Senigallia.
Abbiamo cominciato occupando l’Ex-GIL, attuale sede dell’Assessorato
all’Urbanistica, per consegnare all’Assessore Mangialardi il muro in cui
mattone per mattone, vi è scritta la nostra proposta. L’abbiamo occupato in
quanto riteniamo che la qualità del vivere e quindi anche dell’abitare, sia una
diretta conseguenza delle politiche urbanistiche e di come queste organizzano e
gestiscono il territorio.  Ridicola e
controproducente per gli stessi agenti, il tentativo della Polizia Municipale
di improvvisarsi dei “Rambo de noatri” e provocarci fisicamente. Ad azione è
corrisposta la legittima reazione. Dopo la costruzione del muro dentro
l’assessorato e la conferenza stampa, abbiamo attraversato in corteo le
principali strade e piazze del Mercato Popolare cittadino, facendo conoscere
alla popolazione senigalliese la crisi abitativa in cui versa la nostra città e
le soluzioni da noi proposte. Più di mille volantini sono passati di mano in
mano mentre molti cittadini applaudivano, esprimendoci il loro consenso alle
nostre parole ed alle nostre azioni. Infine esprimiamo la nostra solidarietà ai
compagni del collettivo sottotetto di Reggio Emilia sgomberati ieri mattina
dalle loro case.

-> Galleria Fotografica 

SENIGALLIA – L’ANNO DELLA CASA

PIANO PUBBLICO E POPOLARE: PER LA RICOSTRUZIONE DI
UN PATRIMONIO D’EDILIZIA PUBBLICA PER IL DIRITTO ALL’ABITARE A SENIGALLIA

 

“Il 2008 è l’anno della casa”. Frase
trionfalistica con cui si concludeva un’intervista all’Ass. Campanile sul
Corriere Adriatico dello scorso 3 maggio. Stranamente sa di cosa parla,
stranamente ha ragione. Nel 2008 Senigallia ha vinto la gara come località con
gli affitti estivi più cari delle Marche e tra i più cari d’Italia (Ricerca Tecnocasa,
pubblicata il 5/8/’08). 3.000 euro mensili per un bilocale con 4 posti letto
nel mese di Agosto: lo stesso costo di una vacanza a Taormina o ad Amalfi, di
più che a Riccione, Gallipoli, Numana o Cattolica. Risultato: si affitta sempre
meno e, conseguentemente, aumentano gli annunci di case in vendita, soprattutto
vicino al lungomare.
Non ci resta quindi che complimentarci sinceramente con Campanile e tutta
l’Amministrazione, sicuri che ci stupiranno ancora nei rimanenti quattro mesi.

Dobbiamo però
ammettere che diversi segnali stavano lì a farci presagire che quest’anno
sarebbe stato decisivo per il diritto alla casa. Ad esempio la costruzione di
circa settanta case popolari in Via Piave, Via Guercino e al Cesano.
Considerando che nell’ultima graduatoria per l’assegnazione delle case popolari
(settembre 2007) comparivano 260 domande, di queste ne restano disattese circa
200. E’ corretto precisare che in queste settanta nuove case (se e quando
saranno pronte) andranno a stare temporaneamente i residenti di Villa Aosta –
Tribù dei piedi neri – nel momento in cui cominceranno i lavori di
riqualificazione delle loro case. In più, immaginiamo che in un anno la crisi
abitativa si sarà aggravata e quindi al prossimo bando aumenteranno le
richieste. Risultato: gli alloggi agevolati saranno appannaggio per pochi,
anzi, pochissimi. Sul fronte del canone concordato le cose non vanno molto
meglio. Le case ad “edilizia sovvenzionata” saranno 22 in Via Guercino (inizio
dei lavori ad ottobre), 18 in
Via Maratea (Marzocca), 18 in
Via Capri (Marzocca, inizio lavori 2010), 10 in Via Cimarosa, 16 nell’area ex-Veco
(progettazione in corso) ed una trentina al Cesano. Il problema non è solo che
la maggior parte non sono pronte, ma che – per quanto ne sappiamo – non esiste
né un criterio né una graduatoria pubblica per l’assegnazione e fino ad oggi,
il canone concordato ha oscillato tra i 400 ed i 600 euro al mese. A questo
punto meglio farsi un mutuo che pagare la casa due volte!
Altre case – ancora da progettare – sono previste a Borgo Bicchia e alle
Bettolelle: canone sociale o concordato? Mistero!

Un altro
segnale dell’efficacia delle politiche abitative lo abbiamo potuto sperimentare
nel consumo di suolo cittadino per l’edilizia abitativa. Nonostante la
popolazione non sia sostanzialmente aumentata, si costruisce ovunque, prime, ma
soprattutto seconde e terze case. A questo punto ci poniamo una domanda: Perché
così tante case vuote ma la nostra città è definita ad “alta tensione
abitativa”? Perché ci sono case vuote e persone senza casa o in “disagio
abitativo”?  Per chi sono tutte queste
case? Noi una risposta l’abbiamo abbozzata: Forse per i turisti e forse anche a
causa di un “patto d’acciaio” tra costruttori ed Ente Pubblico. Intanto, i
costi salati di affitti e mutui hanno spinto molti senigalliesi – soprattutto
giovani – nei paesi limitrofi. In dieci anni gli abitanti di Ripe sono
raddoppiati, e la stessa cosa sta accadendo al Brugnetto, a Mondolfo, a Ponte
Rio ed a Pongelli. Come migranti, i nostri concittadini sono stati espulsi dal
mercato immobiliare di Senigallia e dalla sua politica abitativa. Per
permettersi una casa sono dovuti andare a 20km dalla città in cui lavorano. E
poi ci si lamenta del traffico!

Il segnale
determinate che però ci ha fatto convinto che questo sarebbe stato l’anno della
casa, è stato l’ingresso nella direzione delle politiche urbanistiche non di
Mangialardi (sic!), ma del Grosso Commercio, che insieme alla solita “banda del
mattone” governa il nostro territorio, disegnandolo a loro immagine e
somiglianza. Guardate i centri commerciali di Senigallia: Casualmente sono
tutti lungo l’asse della futura Complanare, addirittura l’imbocco è al Cityper
e l’uscita all’IperCoop. Oppure pensiamo al Piano Cervellati: In aperta
contraddizione con tutti i principi di interventi conservativi dei centri
storici, ecco la previsione di un centro commerciale in quello che fu il cinema
all’aperto Arena Italia. Alla faccia della riqualificazione urbanistica!
Per non parlare, infine, della ondata di speculazioni edilizie che vi sarà una
volta che alla Complanare si saranno aggiunte le varianti arceviese e
corinaldese.

La politica
della Giunta Angeloni è quella delle grandi infrastrutture e dei grandi eventi:
una città-spettacolo fatta su misura per il turista e non per i cittadini.
Notti bianche e grandi arterie stradali, il centro storico come una bomboniera
e i “quartieri-mostro” al Cesano, folklore e menù etnici al posto
dell’integrazione, polizia e finanza rispettivamente a caccia di ragazzini in
battigia e degli ambulanti abusivi, mentre si chiudono gli occhi su chi affitta
in nero. Una politica “pattizia”, fondata sulla contrattazione fra poteri, la
mediazione fra emergenze ed il coinvolgimento delle maestranze politiche,
invece che su un’alleanza fra ceti sociali, classi e territori. Una politica
che aumenta il PIL della città, ma non lo ridistribuisce, sempre più slegata
dalla stessa base sociale da cui una parte consistente del PD proviene. Una politica
molto simile a quella agita a Roma da Veltroni. Sappiamo com’è finita: pollice
verso!

La politica
urbanistica determina la politica abitativa e quindi la qualità del vivere. A
Senigallia scellerate scelte urbanistiche insieme ad una sfavorevole congiuntura
economica nazionale, hanno determinato un forte aumento del “disagio
abitativo”. Le facce del disagio sono molte: affitti alti, mutui insostenibili,
giovani coppie costrette a vivere coi genitori, lavori precari e salari bassi
che costringono i “bamboccioni” a restare in famiglia e i migranti a vivere in
condizioni di ricattabilità, di sovraffollamento e scarsa igiene, anziani e
mamme con figli minorenni sotto sfratto, lavori stagionali sfiancanti, senza
diritti e mal pagati, affitti in nero allegramente tollerati.

Per combattere
duramente e radicalmente tutto ciò, abbiamo elaborato un “Piano per la
ricostruzione di un patrimonio di edilizia pubblica cittadina e per il diritto
all’abitare a Senigallia”. Lo proponiamo ad ogni forza politica rappresentata
in Consiglio Comunale, ad ogni singolo Consigliere Comunale e soprattutto alla
Giunta Angeloni ed alla sua Maggioranza.
Cambiare la politica abitativa è possibile. Vediamo se c’è la volontà politica
di farlo o se prevarranno le solite ingerenze interessate.

CSOA Mezza
Canaja … in Plage Sauvage ‘008

 
PIANO PUBBLICO E POPOLARE: PER LA RICOSTRUZIONE DI
UN PATRIMONIO D’EDILIZIA PUBBLICA PER IL DIRITTO ALL’ABITARE A SENIGALLIA

Poniamo alcuni
prerequisiti:

Senigallia è
composta da 44.100 abitanti: 18.159 nuclei familiari, 17.834 abitazioni
utilizzate e 8.344 vuote, di quest’ultime più di 3.000 in centro storico.
(Dati del 2007).
Il PRG prevede un’espansione demografica della città per il doppio degli attuali
abitanti, di conseguenza la possibilità di poter costruire liberamente le
seconde o terze case per poi lasciarle vuote gran parte dell’anno. Il 92% del
Bilancio Comunale è costituito dagli oneri urbani.
L’abolizione dell’ICI effettuata dal Governo Berlusconi, ha drasticamente
ridotto una delle principali fonti di finanziamento dei Comuni italiani.
A Senigallia vige un’urbanistica contrattata fondata su patti tra potere
politico e potere economico. L’azione urbanistica avviene essenzialmente
tramite varianti al piano regolatore.

Dati i
prerequisiti, la nostra proposta per l’attivazione di un piano pubblico e
popolare per il “DIRITTO ALL’ABITARE”, pensata su un tempo d’attuazione di
medio/lungo periodo, è valida per i motivi sopra citati solo per Senigallia, il
suo territorio, la sua popolazione e la sua Amministrazione Comunale.

1) LE
VARIANTI, IL LORO UTILIZZO E LE AREE PEEP
Chiediamo che ogni qual volta si vadano a prevedere ed attuare delle varianti
al piano regolatore (strumento da rifare daccapo) con lo scopo di cambiare la
destinazione d’uso dei terreni privati, l’Amministrazione Comunale e l’Ass.
all’Urbanistica debbano inserire un’area PEEP (case popolari/canone sociale).

2) RICOSTRUIRE
UN PATRIMONIO EDILIZIO PUBBLICO
La fine della GESCAL ha determinato la fine di una politica sociale per la casa
e della costruzione di un patrimonio di edilizia pubblica. A livello comunale è
possibile ricostruire questo patrimonio tramite le fondazioni bancarie.
L’Amministrazione Comunale può far acquistare da queste fondazioni dei terreni
privati per poi costruirci degli appartamenti da affittare a canone Tramite gli
affitti, le banche avranno recuperato i soldi spesi nella costruzione, a questo
punto le case diventano patrimonio comunale e possono essere vendute o affittate
a canone sociale. La politica necessità di lungimiranza, 25 anni sono lunghi,
ma se non si comincia mai non ricostituirà mai un patrimonio di edilizia
pubblica.

3) LA FINANZIARIA E LE
SPECULAZIONI POSSIBILI
L’ultima finanziaria approvata dal Governo Prodi al comma 8, prevede la
possibilità per i Comuni di utilizzare il 50% dei soldi destinati agli oneri di
urbanizzazione anche per coprire le spese correnti (stipendi dei dipendenti,
debiti, pignoramenti, ecc). Chiediamo che l’Amministrazione Comunale faccia una
scelta pubblica, etica e politica di non utilizzare questo comma in quanto si
rischia di entrare in un circolo vizioso dove per pagare le spese e buffi si
favorisce la speculazione edilizia e in più si rischia di lasciare le case
senza infrastrutture e servizi, come è avvenuto per Borgo Passera.

4) GLI AFFITTI
ESTIVI
E’ il volano turistico delle seconde case che droga il mercato immobiliare e fa
impennare gli affitti, soprattutto d’estate. Ad esserne colpiti è sia il
turista che vuole affittare solo per qualche mese, ma soprattutto i
senigalliesi che affittano per tutto l’anno o per più anni e che invece si
trovano spesso costretti ad abbandonare la casa a maggio per poi rientrarvi a
settembre. E’ necessario un tavolo di concertazione tra tutte le parti in causa
(Amministrazione, operatori economici ed associazioni di categoria) per
stabilire definitivamente un tetto massimo – invalicabile e popolare – per gli
affitti estivi. Il fatto che la maggior parte di questi avvenga in nero e che
pochi vengano puniti per questo, denota un “disinvolto lasciar fare” degli
organi preposti al controllo, in primis la Guardia di Finanza.

5) INCHIESTA
DEMOGRAFICA E QUALITÀ DELL’ABITARE
Una delle pratiche peggiori è costruire le case senza sapere le esigenze abitative
della popolazione. Il risultato è lo sperpero di soldi pubblici e l’assenza di
rispetto verso i cittadini. E’ necessario che l’Amministrazione Comunale – in
forma diretta o indiretta – faccia un’analisi statistica dello sviluppo
demografico sul medio e lungo periodo della popolazione senigalliese, in modo
da capire il potenziale fabbisogno abitativo futuro della città. Capire se
serviranno più case per single o per coppie di fatto, oppure per famiglie
(quest’ultime ristrette o allargate? Di migranti, italiani o miste?). Capire
quali tra queste rappresenta la tendenza maggioritaria nella nostra città e poi
a seguire le altre. Conoscere il divenire della composizione degli abitanti è
fondamentale se si vuole parlare seriamente di “qualità dell’abitare”.

6) CANONE
CONCORDATO
Gli attuali affitti a canone concordato presenti a Senigallia sono una
fregatura, in quanto vanno dalle 400 ai 600 euro. In pratica un affitto
normale. Tra poco alla Cesanella, nell’ex-area Veco ed a Marzocca saranno
pronti i primi appartamenti da affittare tramite graduatoria comunale a canone
concordato. Chiediamo che le graduatorie siano trasparenti e pubbliche, che si
fissi un tetto massimo per gli affitti accessibili a chi versa in situazioni
abitative difficili ed a chi fa difficoltà ad arrivare alla fine del mese
(operai, precari, migranti ecc…). Chiediamo che gli ultimi iscritti nelle
graduatorie per la casa popolare – che quindi non potranno mai ottenerla –
siano i primi nelle graduatorie per il canone concordato o che almeno la loro
condizione costituisca in sé punteggio.

7) RECUPERO
EDILIZIO E CARTOLARIZZAZIONI
In città sono presenti numerosi edifici sfitti e abbandonati. Il maggior numero
di case sfitte sono di proprietà della Curia e proprio per questo è necessario
che il Comune apra un tavolo di trattativa con la stessa per essere in grado di
dare risposte immediate a situazioni di emergenza abitativa (sfratti per
morosità o per finita locazione). L’Amministrazione Comunale deve prevedere la
destinazione abitativa per tutto il patrimonio pubblico sfitto acquisendolo,
ristrutturandolo, riqualificandolo, soprattutto ex-uffici e strutture del
Ministero della Difesa e dell’Interno. Per i beni cartolarizzati – come la Caserma del reparto Mobile
in Via delle Caserme – il Comune, sempre tramite variante, deve bloccare ogni
possibile trasformazione della destinazione d’uso in modo che, a
cartolarizzazione conclusa, l’Amministrazione si possa trovare con un maggiore
potere contrattuale rispetto al privato. Questo permetto di destinare la Caserma ad uso abitativo
con vincolo alla locazione a canone concordato. In poche parole, il privato
tiene l’immobile e il Comune ne decide la destinazione d’uso.

CSOA Mezza
Canaja

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PLAGE SAUVAGE ‘008 IL PRECARIATO SI PRENDE LA VACANZA

by on Aug.11, 2008, under Plage Sauvage

PLAGE
SAUVAGE ‘008
Il
precariato si prende la vacanza!

Dal
12 al 17 Agosto – CAMPEGGIO
al CSOA Mezza Canaja – Senigallia
(AN)

Parte
la terza edizione della Plage Sauvage!

Cinque
giorni di
campeggio attrezzato (bagni, docce, spazio tenda,
cucina, internet point wireless, palestra) all’interno del giardino del CSOA
Mezza Canaja, di fronte al mare con spiaggia libera/liberata.
Cinque
giorni di
eventi, incontri, socialità, feste, cultura, teatro,
mostre fotografiche, dibattitti, musica ed azioni di riappropriazione
dei beni comuni.
Cinque giorni per tessere reti, esperienze
e lotte.
Cinque giorni per affermare forme di vita
autonome dentro e contro la Metropoli Diffusa Marche.

Relax,
revolution just begun!

SPOT LONG PLAGE SAUVAGE 2008 (RADIO KAIROS)
http://www.youtube.com/watch?v=i1zkRClRAMU

Info
sul film:

http://www.movieplayer.it/film/15759/biutiful-cauntri/

Una
giornata dedicata alla lotta esplosa in Campania contro la
devastazione ambientale e politica che vede contrapposte da una parte
le forme autorganizzate della popolazione campana e dall’altro le
oligarchie economiche e politiche del nostro paese. Un viaggio fatto
di parole, foto, immagini video, che ci raccontano dello scontro tra
Democrazia e Stato.

Giovedì
14 Agosto:

TRASH
NIGHT ON THE BEACH!

>
h. 23:00 – Spiaggia
Occupata con
DJ Nestor
&
DJ Dempir


(Open:
(Leta)Maio
DJ

+
Massi&Vesco
DJ
)

un’istituzione più che una festa!!!

 


Venerdì 15 Agosto:

TEATRO:
“ANSIE DEL NOVECENTO”

>
h. 22:00 – "Qualcosa sugli ultimi quarant’anni".
Cooperativa
Culturale Jesina.


In
ricordo di Armando e Luigi Angeloni, Vincenzo Carboni, Francecso
Cecchi, Calogero Grasceffo, Alfredo Santinelli, Mario Saveri uccisi
dai nazifascisti a Jesi il 20 giugno 1944.

Uno
spettacolo teatrale il cui scopo è quello di ricordare gli anni del
secondo dopoguerra, gli anni del boom economico, del terrorismo,
delle stragi contrapposte alle battaglie popolari per la “democrazia,
la giustizia e la libertà”. Un esempio di teatro-documento che
parla dell’Italia cercando di far cadere l’attenzione su alcuni
dei misfatti che, calpestando i diritti del popolo, hanno cercato di
svilire ed annullare le conquiste ottenute con la Resistenza. E’
il lungo percorso della strategia della tensione raccontato tra
teatro, poesia e storia.

Testo
e regia di Gianfranco Frelli. Con: Simone Marani, Luigi Bini,
Emanuele Cerioni, Margherita Anibaldi, Silvia Sbarbati, Silvia
Sassaroli, Luce Merli, Manola Carbini, Milena Gregori, Gioia
Tangherlini, Maria Costanza Boldrini, Federica Rossetti, Giorgia
Mazzarini, Chiara Pirani, Daniel Falappa, Jacopo Mancini.


Sabato 16 Agosto:

DANCEHALL
NIGHT:
Sir.
David Rodigan (UK)

>
h. 23:00 – Direttamente da Londra il dj reggae/dancehall n° 1 al
mondo, al 30° anno di carriera!

Feat:
Always
Loving Jah

(MC) +
Majorani
Sound
(NA)


Domenica 17 Agosto:

 
v’ de’ vujaltr’ co’ vulè fà!

 

PS:

E
la zizza?
Chi verrà, vedrà … !!!

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DOCUMENTO POLITICO PLAGE SAUVAGE 2008

by on Aug.11, 2008, under Plage Sauvage

Plage
Sauvage ‘008

MATTONATE

Avvicinarmi
al cemento, con le mani e col naso,

è
stato l’unico modo per capire su cosa si fondava il potere, quello
vero.”

(R.
Saviano – “Gomorra”)

SCARICA IL DOCUMENTO

Mattonate. Titolo shock, eppure, ci dispiace per i più generosi, non è un invito a disselciare le strade e procurar battaglia.
Il mattone è il risultato di acqua, cemento, polvere, sangue e sudore. Il mattone viene dai “lavori della stanchezza” quelli che fiaccano il corpo per il peso a cui viene sottoposto, per i tempi che superano le otto ore, per gli straordinari fatti per arrivare a fine mese ed avere nonostante tutto, un salario basso.
Il mattone è pietra sacrificale per un “esercito” di operai edili – migranti ed italiani – feriti o morti sul lavoro, o meglio, per il lavoro e la ricchezza di qualcun altro.
Il mattone anche quello fatto da capitali illeciti e macchiati di sangue, è oro: un oro che come un diamante, è per sempre. E’ moneta di scambio tra organizzazioni malavitose, latifondisti, costruttori, imprenditori spregiudicati, furbetti del quartierino, banche e multinazionali. E’ soggetto ed oggetto di patti tra potere politico ed economico. Infine, il mattone è accumulo di capitale: ieri rendita fondiaria, oggi, rendita finanziaria.

Le mattonate sono i fendenti mossi per affermare la politica clientelare che governa il nostro paese. Le mattonate sono le colate di cemento che hanno distrutto il territorio, violentato l’ambiente, inquinato l’aria e resa nociva la vita. Le mattonate sono le grandi infrastrutture e le grandi opere che sacrificano sull’altare del profitto privato, vite e saperi consolidati, in nome di una falsa ed ipocrita ideologia “sviluppista” (che sia la TAV in Val di Susa o la Complanare a Senigallia), Le mattonate sono i centri commerciali che hanno ridisegnato lo spazio urbano delle nostre città: territori del consumo totale che hanno ridotto i centri storici in “boutiques di lusso” e le periferie in asfalto desolato lasciato bruciare al sole. Le mattonate sono anche quelle lanciate da una politica scellerata, che ha seppellito sotto milioni di metri cubi di cemento l’edilizia residenziale pubblica e sociale, trasformando la casa da bene d’uso a bene a scopo di lucro, per poi infilare il collo delle persone dentro i nodi scorsoi dei mutui bancari o degli “affitti-inaffittabili” delle agenzie immobiliari. Mattonate come pioggia, che hanno lasciato case senza gente e gente senza case.
I meteorologi annunciano acquazzoni, ma la precarietà che ormai ha assunto il volto e la patologia del carovita, rende sempre più difficile trovare se non un posto al sole, almeno all’asciutto.

Ecco una breve radiografia dell’Italia che è passata dalla dieta mediterranea alla dieta della quarta settimana.
I prezzi rispetto allo scorso anno, soprattutto nell’ultimo semestre, sono aumentati del 6,1% (fonte: Istat) mentre gli acquisti domestici sono diminuiti, in quantità, dell’1,8% rispetto al 2006 (fonte: Conf. Italiana Agricoltori). Nel 2007si è registrato un calo nei consumi del 7,3% per il pane, del 4,5% per la pasta, del 2,8% per la frutta, del 3,2% per le verdure, del 2,3% per il latte e del 3,85% e 2,3% rispettivamente per le carni bovine e suine (fonte: C.I.A.). Gli aumenti dei costi invece, vedono al primo posto il pane con un + 12,3%, la pasta + 8,4%, il latte + 7,6% e la frutta + 5,6% (fonte: C.I.A.).
Interessante è lo studio che l’Istat ha fatto sulla “inflazione percepita”, evidenziando lo iato che separa i rincari reali da quelli quotidianamente percepiti dai cittadini.
In base al quotidiano confronto con i prezzi, l’aumento dei generi alimentari è percepito del 18,9% rispetto al 6,1% dei dati statistici, quello dei trasporti sta a +15% invece del +6,9%. La forbice tra la “realtà” e la sua “percezione” – a questo punto inevitabilmente entrambe tra virgolette – aumenta considerevolmente se si parla del tempo libero – spettacoli e cultura – dove l’aumento percepito è dell’11,3% mentre la statistica si ferma all’1,1%.

Mentre i prezzi salgono, i salari scendono ed a perdere non sono solo le categorie più deboli o gli operai. Nei primi mesi del 2008 ad essere diminuite di più sono state le retribuzioni nominali annue lorde degli impiegati, soprattutto quelli con meno di 24 anni.
Se nel 2007 la paga lorda di un impiegato giovane era di 19.882 euro annue nel 2008 è di 19.275 euro. Quella di un giovane operaio, invece, era di 19.483 euro ed ora è di 19.217 euro. In un anno i salari sono calati rispettivamente del 3,1% e dell’1,4%. Ora, a prescindere dall’età – se si sale la situazione migliora solo leggermente – possiamo vedere che in media gli impiegati hanno perso il 3,1% e gli operai il 2,9%.
C’è una sola categoria che invece – guarda caso – ha visto aumentare sensibilmente le proprie retribuzioni lorde annue, quella dei dirigenti con un + 6,4% dal 2007 al 2008. (fonte: 9° rapporto sulle retribuzioni in Italia – OD&M). E poi c’è chi sostiene che non esistono più le classi!
E’ evidente che quando si parla di perdita del potere d’acquisto bisogna anche fare una distinzione tra le zone più colpite, il sud, quelle meno colpite, il nord, e chi per condizione geografica ed economica sta nel mezzo, il centro Italia (fonte: Istat).

Con i salari anche la casa si è ristretta. Dalla fine degli anni ’90 grazie al basso costo del denaro era diventato conveniente indebitarsi. In molti così ne hanno approfittato per comprare immobili, facendo salire la richiesta di case e quindi i prezzi. La conseguenza è stata che l’81% delle famiglie sono diventate proprietarie e solo il 18,4% sono rimaste in affitto: ai primi si è abolito l’ICI, ai secondi lo Stato concede 5,8 euro all’anno ad abitante, 48 centesimi al mese. Ecco la spesa sociale per la casa per chi è rimasto fuori dalla corte della proprietà.
Dal 1998 per porre un freno al mercato immobiliare è stato creato il “Fondo di sostegno all’affitto” (Fsa), che tramite decreto del Ministro delle Infrastrutture – perché per costoro la casa è tale – ripartisce i fondi alle Regioni che a loro volta li smistano ai Comuni, i quali tramite graduatoria, li distribuiscono alle famiglie bisognose. Nel 2000 per il Fsa erano stati stanziati 360 milioni di euro, nel 2007 solo 210,9 milioni: il minimo storico. Proporzionalmente alla diminuzione del fondo aumentavano le richieste, da 42.803 a 106.105 domande.
Riassumendo, dal 2000 al 2007 i fondi statali sono diminuiti del 41,6% e le domande sono aumentate del 148% (fonte: Sunia).
In Italia abbiamo circa 5 milioni di famiglie in affitto, tra queste il 27,7% hanno meno di 35 anni, il 33,2% sono mamme sole con figlio minorenne, il 25,6% sono famiglie monoreddito, il 33,4% sono persone in cerca di lavoro. Tra le famiglie a reddito più basso il 35,8% è in affitto: la proprietà è sempre una questione di classe.
Per il popolo degli affittuari dal ’99 al 2006 gli affitti sono aumentati del 112%, il canone medio è di 440 euro, 600 euro nelle metropoli. Secondo Banca Italia il 40% degli inquilini vive in una condizione di disagio abitativo, ovvero con più del 30% dello stipendio – spesso anche più di una buona metà – che se ne va per l’affitto. Conseguenza: l’aumento degli sfratti per morosità, spesso mascherati dai proprietari come “finita locazione”.
E il popolo dei proprietari? Finché i tassi d’interesse erano bassi, i mutui accessibili e gli affitti alti tutto andava per il meglio e le classi medio-basse a suon di “mutuo a tasso variabile”, sempre in maggior numero, hanno raggiunto il tanto sudato traguardo di avere la casa di proprietà.
Insieme alla crescita della domanda però crescevano anche i prezzi delle case e ad approfittarne sono stati anche gli imprenditori, che si sono messi a comprare immobili, usando i tassi d’interesse per arricchire i propri patrimoni ed entrare nel lucroso business della rendita immobiliare. La conseguente chiusura delle fabbriche con i relativi licenziamenti, rientra nella categoria “effetti collaterali”.
Ed ecco la bolla immobiliare, la crisi dei mutui e la fine dell’illusione della proprietà per tutti. Se una famiglia con reddito medio mensile di 2.500 euro ed un mutuo mensile di 825 euro nel 2005 poteva permettersi un mutuo di 187.500 euro, nel 2008 si deve fermare a 141.700 euro, in più si deve accontentare di una casa con il 30% di metri quadrati in meno. Vai ad abitare in periferia? Attento al caro benzina, per fare 40 Km si spendono 398 euro in più rispetto a tre anni fa.
Quello che si annuncia è l’arrivo di un esercito di proprietari poveri. Infatti, già nel 2004 si contavano 1.615.000 persone in “disagio abitativo effettivo” ed altri 272.000 in “disagio potenziale”. Nel 2007 più di 408.000 famiglie non sono state in grado di pagare la rata del mutuo (fonte: Banca Italia). Sempre Banca Italia, ci dice che da maggio a giugno di quest’anno i tassi d’interesse per l’acquisto della prima casa sono saliti dal 5,75% al 5,85% e sempre dall’inizio del 2008 i mutui stipulati a tasso variabile sono scesi al 30% mentre quelli a tasso fisso sono arrivati al 70% (nel 2003 il tasso variabile stava al 78% e il fisso al 22,1%).
Aumenta anche il ricorso al credito al consumo: altrimenti come te li compri i televisori al plasma, la macchina rombante e l’ultimo modello di cellulare con piscina ad idromassaggio inclusa?!

A novembre scorso i prestiti oltre i 5 anni hanno superato i 25 miliardi di euro. In un misero anno le famiglie italiane si sono accollate più di 38 miliardi di debiti in più. Tra mutui e prestiti in un anno le “sofferenze bancarie” – i buffi – sono cresciuti dell’8,45%, 11 miliardi di euro. Il conto non pagato, invece, è salito a 11.292 milioni di euro: 880 milioni in più dello scorso anno (fonte: Banca Italia).

La causa di tutto ciò è certamente rintracciabile nella difficile congiuntura economica globale: la crisi americana dei mutui subprime, l’arrivo di nuove potenze egemoni come la Cina e l’india dentro lo scacchiere geopolitico e l’aumento del costo del petrolio grazie alla massiccia “esportazione di democrazia” avvenuta dopo l’11 settembre ‘01. Ma per spiegare e comprendere la crisi italiana tutto ciò non è sufficiente.
Colpevole è la pratica del “cartello bancario” ove le banche si accordano tra loro per tenere alti i prezzi e non ridurre i tassi.
Colpevoli sono le “imprese di intermediazione immobiliare” – agenzie immobiliari – che gestiscono un terzo del mercato dei mutui più quello degli affitti. Dal ’98 ad oggi sono passate da 20.000 a 30.000 ditte, con un aumento del business che va dai 3.375 milioni di euro del 2000 ai 4.312 milioni del 2003.
Colpevole è lo sfruttamento ignobile dei migranti e degli studenti fuori sede che esercitano una pressione fortissima sul mercato di affitti e mutui, in più, soprattutto i primi, sono delle categorie estremamente ricattabili. I migranti da soli rappresentano il 10% del mercato delle case, nelle città più grandi e nel nord Italia, anche il 20%.
Colpevole è la svendita del patrimonio pubblico – case, uffici, caserme – tramite le cartolarizzazioni di Tremonti, ovvero, svendere gli immobili statali ai privati per poi – i molti casi – ricomprarli a prezzi alti.
Nel frattempo il nuovo Governo Berlusconi ha già detassato gli straordinari, ponendo come unica soluzione ai bassi salari, l’aumento della fatica, il rischio di morte sul lavoro, la competizione tra operai (italiani meno poveri VS italiani più poveri e italiani VS migranti), la sostanziale esclusione delle donne e se avanza un po’ di tempo, per i più nostalgici, vi è anche la reintroduzione delle gabbie salariali. Sui mutui ha stabilito un accordo con l’ABI (Ass. Banchieri Italiani) che blocca il mutuo a tasso variabile, diluendo però il pagamento in più anni, con tanti profitti per le banche e tanto mal di fegato per i cittadini. Il superministro Tremonti ha già annunciato la quarta cartolarizzazione, ovvero, la svendita ai privati di tutti i parchi pubblici. Infine, ma non per importanza, è in dirittura d’arrivo la “norma antiprecari” che, oltre ad affossare l’articolo 3 della Costituzione (il principio d’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge), preclude ai lavoratori con contratto a tempo determinato, giudicato irregolare, la possibilità di essere reintegrati – stabilizzati – da un magistrato.
Il tutto mentre con il Lodo Alfano si sono garantiti l’impunità personale. E chi protesta? Inasprimento delle pene ed esercito lungo le strade.

Sono queste le mattonate che hanno ridotto redditi e salari, dequalificato il lavoro, bloccato la mobilità sociale, trasformato la “Repubblica fondata sul lavoro” in “Repubblica fondata sul mutuo” e creato un cortocircuito tra mercato del lavoro e mercato della casa. Una vera e propria “discesa di classe” che sta generando una nuova e diffusa proletarizzazione, soprattutto nelle fasce giovanili. Per la prima volta dopo la Seconda Guerra mondiale, la maggior parte dei figli vivrà una condizione economica e sociale peggiore di quella dei padri, indipendentemente dalla classe sociale di provenienza.
E’ l’incapacità radicale di poter costruire un futuro, di essere padroni del proprio tempo e di creare una narrazione della propria vita la vera insicurezza. E’ la precarietà intesa in termini biopolitici, che ha chiuso in casa le persone, lasciandole sole ed indifese, senza più nessuna capacità di schivare o parare le mattonate di paura scagliate ogni minuto con violenza inaudita, da TV e giornali.
Mattonate capaci di trasformare l’indignazione in frustrazione – “tanto non cambia nulla” – deviando la responsabilità della classe politica ed economica verso il povero di turno – meglio se migrante – che stupra, uccide, sporca e ruba il lavoro, anche se le statistiche dimostrano il contrario. Paradosso dei paradossi, si chiede a chi ha ridotto i cittadini in mutande di proteggerli dall’uomo nero. Si pretende sicurezza da chi l’insicurezza l’ha programmata, applicata e razionalizzata con scientifica precisione.
La sicurezza, quella vera, è il diritto alla casa, ad un salario dignitoso, al reddito garantito, alla formazione, all’istruzione, agli spazi sociali e culturali, agli spazi verdi ed alla qualità del vivere.
La sicurezza si declina solo in termini di libertà: libertà dal bisogno e libertà di movimento. Tutti coloro che, invece, sacrificano la libertà privata e pubblica in nome della sicurezza, non si meritano né l’una né l’altra.

Le mattonate, oggi, sono dispositivi di filtraggio, selezione e gerarchizzazione degli spazi urbani al fine di produrre una razionalizzazione economica del vivente e del vivere. Un biopotere fondato sul controllo, sulla rendita e sulla speculazione.
Il mattone è ormai un componente fondamentale di ogni investimento al di la che si tratti di azioni, obbligazioni o titolo di stato. Esso simboleggia la nuova forma di accumulazione originaria con cui si è rilanciato il capitalismo, da quando verso la fine dei ’70, la rendita fondiaria urbana da limite si è trasformata in motore propulsivo e fondamenta dello sviluppo capitalistico.
La valorizzazione dei suoli urbani ha raggiunto un livello tale che il suolo diventa a tutti gli effetti un puro investimento finanziario, valorizzato come “capitale fittizio” in grado di garantire profitti e rendite. Questo meccanismo rende possibile vendere azioni prima che esse diventino delle reali e concrete attività produttive, garantendo a chi le acquista un “diritto di ripartizione” dei proventi futuri. Se i meccanismi finanziari rendono possibile capitalizzare il reddito costante come un futuro capitale immaginario, allora, anche la rendita fondiaria diventa tale. A questo punto, i suoli urbani – i terreni delle nostre città – diventato in tutto e per tutto degli investimenti finanziari in continua valorizzazione. Infatti, i prezzi non sono vincolati solo dal valore attuale dei terreni, ma soprattutto dal valore potenziale, dalla rendita ottenibile in futuro grazie alle trasformazioni del valore d’uso ed alla riqualificazione urbanistica.
Il possesso della proprietà fondiaria da parte delle grandi istituzioni finanziarie – banche, assicurazioni, multinazionali – dei grandi imprenditori ed immobiliaristi e di una corte di piccoli proprietari – speculatori, magnati degli affitti, agenzie immobiliari – sono il presupposto e la base per trasformare la rendita fondiaria urbana in puro strumento finanziario. Il rinnovo urbano è la premessa della valorizzazione possibile della rendita.
Il quadro che ne esce è che la città è fatta per i profitti privati degli speculatori e dei costruttori, contro gli interessi comuni dei cittadini e che le politiche per la casa non sono più abitative, ma per l’abitazione. Il costruire case diventa un fine e non un mezzo, che ci abitino e meno le persone questo invece diventa secondario.

Il privato, dai tempi in cui l’uomo recintò il primo pezzo di terra, dicendo: “E’ mio!”, si definisce come “appropriazione del comune da parte di uno solo” e di conseguenza esproprio/sottrazione a tutti gli altri. Il pubblico, invece, possiamo definirlo come ciò “che appartiene a tutti ma a nessuno” in quanto appartiene allo Stato.
Oggi, parlare di politiche, servizi, spazi pubblici non ha più senso alcuno. Il pubblico, oggi, è il mezzo, il tramite, il contenitore attraverso cui e grazie a cui passano, agiscono e si realizzano gli interessi privati.
Oggi, lo Stato non governa ma amministra. Il 14 aprile 2008 si è tenuta la grande gara d’appalto per dirigere ”l’Azienda Italia”, tra i due consigli d’amministrazione in lista – PD e PDL – ha vinto quello fatto di lifting, veline, mafia, folclore, xenofobia e residui fascisti. Non lo ha votato il popolo italiano – il popolo non esiste più – ma degli azionisti e una massa di donne e uomini impauriti.

Ai concetti di pubblico e privato opponiamo quello di comune: l’affermazione del diritto comune delle donne e degli uomini su ciò che la loro cooperazione è capace di produrre.
Al concetto generico, debole, indistinto e buono per tutte le stagioni di democrazia opponiamo il termine di “democrazia insorgente ed istituente”. Insorgente in quanto riteniamo la democrazia non un regime politico ma una modalità dell’agire politico, un’irruzione dell’evento capace di rompere lo status quo, riconquistando spazi e libertà.  
L’evento è ciò che sospende il tempo storico, la legalità calcificata, la fissità dello Stato, istaurando un tempo in cui tutto ciò che si compie vale per se stesso, a prescindere da qualsiasi strategia a lunga distanza. Nella sua esasperazione del presente, l’evento, per un breve lasso di tempo costituisce l’effettivo superamento dello “stato di cose presente”. Non prepara il domani, ma rende fuggevolmente presente il dopodomani, ne mostra la sua possibilità.
E’ compito deI carattere istituente riportare l’evento nella temporalità storica, renderlo durevole nel tempo, capace di creare organizzazione ed istituzione, garantendo e potenziando quel “dopodomani” che in esso si è espresso.
“Stato Democratico” è ormai un ossimoro. Oggi, una democrazia “vera” può essere concepita e praticata solo in opposizione allo Stato.

Quest’anno, anche la Plage Sauvage vuole lanciare le sue mattonate.
Mattoni fatti di parole e corpi, sudore e sapere. Mattoni sapientemente impastati in un anno di inchiesta e di conflitto sul diritto alla casa.
Quest’anno, mattone su mattone, costruiremo la nostra proposta per la ricostruzione di un patrimonio di edilizia pubblica cittadina e per il diritto all’abitare a Senigallia.

CSOA Mezza Canaja … in Plage Sauvage ‘008

–> LEGGI IL COMUNICATO STAMPA
–> PROGRAMMA PLAGE SAUVAGE 2008
–> SCARICA IL MANIFESTO

 

Approfondimenti:
"FURTO IN CASA"

Tremonti
promette 20.000 nuove abitazioni ma solo a chi potrà acquistarle
entro il 2009. E lo fa utilizzando i soldi destinati agli affitti
agevolati per gli sfrattati e al recupero del patrimonio edilizio. È
una truffa e un regalo alla rendita immobiliare e ai costruttori in
difficoltà per lo scoppio della bolla speculativa.

Edilizia
Impopolare:

http://www.ilmanife
sto.it/Quotidian o-archivio/ 07-Agosto- 2008/art9. Html

Una
casa solo per i palazzinari:

http://www.ilmanife
sto.it/Quotidian o-archivio/ 07-Agosto- 2008/art40. Html

Emergenza
senza speranze:

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/07-Agosto-2008/art41.html

L’Unione
Inquilini sulla manovra finanziaria:

http://www.unioneinquilini.it/cm/2008/cm_08_477.asp

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