CSOAMezzaCanaja

19/06/07 RASSEGNA AMBASCIATA DEI DIRITTI 2

by on Jun.19, 2007, under Ambasciata dei diritti


presenta:

Attraverso gli sguardi
Mostra fotografica  su quattro terre lontane

MARTEDì 19  GIUGNO  DALLE 21.00 IN POI in Via Carducci

 

 
Mostra fotografica dedicata a quattro viaggi fatti per capire, conoscere, inquadrare terre lontane tra loro eppure unite dalla speranza e dalla forza dei popoli che le abitano, che ogni giorno si alzano e lottano per la sopravvivenza.
"Una civiltà democratica non si salverà se non farà del linguaggio delle immagini una provocazione alla riflessione e non un invito all'ipnosi."  U
mberto Eco

 Brasile, Spagna-Marocco, Bosnia, Cuba …

 Giovedì 28 giugno spettacolo teatrale “Legge 30: vita di Abdel”

Via Carducci ore 21.30

 Per info: ambasciatadeidiritti@yahoo.it                                   www.meltingpot.org
 

Comments Off on 19/06/07 RASSEGNA AMBASCIATA DEI DIRITTI 2 more...

DI RITORNO DAL G8 DI ROSTOCK, PASSANDO PER ROMA

by on Jun.13, 2007, under Smash G8

WE ARE WINNING!  
WE ARE EVERYWHERE!

 Quando una forza in rete attacca, sciama sul nemico: innumerevoli elementi attaccano indipendentemente da tutte le direzioni convergendo verso un unico punto, e quindi spariscono ritornando nel loro ambiente”
(Toni Negri – “Moltitudine”)

 Partiamo da un dato, al G8 di Genova nel 2001 i grandi avevano promesso fondi per la lotta all’AIDS, mentre al G8 di Gleneagles nel 2005, avevano promesso altri fondi contro la povertà nel terzo mondo. Solo la zona rossa costruita intorno a Heiligendamm (G8 -2007) è costata oltre 12milioni di euro, a questa bisogna aggiungere tutti gli altri costi per poter “mandare in scena” la kermesse degli otto grandi.
Basterebbe questo per comprendere l’inutilità del G8 ed a svelarne la sua natura ipocrita e criminale, in quanto lor signori trovano i soldi per blindarsi da chi li contesta – e non dai kamikaze, come vanno a raccontare! – mentre non hanno interesse neanche a fare la carità ai paesi più poveri. Sia chiaro, non che ci aspettassimo il contrario!

 Il G8 dopo le grandi mobilitazioni della scorsa settimana è ormai un carrozzone in fuga, in fuga dai centri delle metropoli europee dopo la rivolta del 2001 ed ora in fuga anche dai boschi di Heiligendamm.
Il più grande dispositivo di sicurezza, la più grande operazione militare attuata in Germania dopo la seconda guerra mondiale (non siamo noi a dirlo, ma la polizia ed i politici tedeschi) è andata in frantumi, disarticolata e violata da milioni di corpi che hanno invaso le zone proibite da terra e da mare. La polizia nulla ha potuto contro lo sciame di manifestanti che tra strade, campi e boschi ha bloccato ogni arteria comunicativa tra la città di Rostock e la sede del vertice.
Giornalisti, delegati ed accreditati al banchetto dei potenti sono arrivati in ritardo – chi è riuscito ad arrivare – tramite elicottero, persino la classica foto di gruppo si è fatta in nave, perché il vertice dopo lo sfondamento della zona rossa, è stato dichiarato insicuro.

 La vittoria che i manifestanti hanno riportato è senza ombra di dubbio schiacciante, non solo per i suoi effetti pratici già citati, ma soprattutto perché soggettività diverse, provenienti da diverse nazioni e da diverse esperienze politiche e culturali, hanno saputo “cospirare” insieme e fare della differenza una virtù, una potenza … una gioiosa macchina da guerra.
Anche noi, insieme a molti altri centri sociali italiani, abbiamo attraversato con rabbia e gioia queste straordinarie giornate, imparando molte cose. In primis che i mezzi sono subordinati ai fini e che sono scelti ed utilizzati secondo la loro efficacia sia materiale che politica.
Il movimento di Rostock ci ha insegnato a diffidare dei fondamentalismi della non-violenza e di quelli della “violenza a tutti i costi”.
Il movimento di Rostock ci ha insegnato a maneggiare con intelligenza la parola e il fuoco.

 C’è un filo rosso che lega la guerriglia scoppiata il 2 giugno con i blocchi pacifici e di massa del 6 e 7 giugno. Questo filo non è solo composto dai medesimi corpi che a seconda del contesto hanno scelto la forma di protesta più adatta e quindi vincente, ma è l’assunzione cosciente della pratica dell’illegalità di massa e diffusa come minimo comune denominatore. Questo filo rosso lo abbiamo attraversato tutto, ne siamo stati parte attiva e lo rivendichiamo tutto come nostro, senza alcuna distinzione – fallace – tra buoni e cattivi.

Pratiche diverse che si legittimano e si sostengono vicendevolmente, senza nessuna dissociazione, senza nessuna condanna, senza nessuna discussione – falsa, ipocrita ed interessata – su violenza e/o non-violenza (eterna, noiosa ed inutile questione tutta italiana), ma su una sana e lucida laicità della decisione mirata a praticare l’obbiettivo, ovvero bloccare il summit tramite pratiche radicali, dirette, determinate, includenti e di massa.
Le pratiche si definiscono sugli obbiettivi e non sull’ideologia, e la diversità va rispettata in quanto ricchezza: queste sono le lezioni più preziose che ci riportiamo a casa.
Solo Agnoletto and c. affermano il contrario, ma che credibilità hanno costoro, che contestano il G8 mentre contemporaneamente fanno parte di un partito che è parte di uno dei governi che siede tra gli otto grandi?! Nessuna … ed infatti, tornati da Rostock abbiamo attraversato le strade di Roma in più di centomila persone, mentre la sinistra “finto-radicale” raccoglieva i pezzi della propria solitudine in Piazza del Popolo.

Rostock e Roma parlano lo stesso linguaggio, quello di una ritrovata autonomia dei movimenti da ogni forma di rappresentanza partitica ed istituzionale. Parlano dell’affermazione di un nuovo movimento europeo radicale ed autonomo sia nelle pratiche che nei contenuti.
Tra i campi e le strade, tra la polizia e le grate, tra le piazze di Rostock e di Roma c’erano miglia di corpi di donne e uomini venuti da tutto il mondo e che insieme hanno affermato: “Siamo venuti per restare!

Comments Off on DI RITORNO DAL G8 DI ROSTOCK, PASSANDO PER ROMA more...

09/06/07 NO BUSH NO WAR DAY

by on Jun.08, 2007, under Comunicati e Manifestazioni

 

ROMA – Il 9 giugno il presidente statunitense George Bush, di ritorno dal G8 di Rostock sarà in visita in Italia invitato dal governo Prodi.
Il 9 giugno una grande manifestazione attraverserà le vie della capitale contro tutte le politiche di guerra, per dichiarare Bush ospite indesiderato.

No Bush No War Day
Roma – Manifestazione nazionale

Piazza Esedra, 15.30

Le Comunità Resistenti organizzano la partecipazione:

Treno dalle Marche
MeetingPoint: Ancona – ore 7.15
Senigallia – ore 6.45
TRENO SCONTATO

Per informazioni e prenotazioni:
tel
331/4062502 – mail info@glomeda.org

 

Comments Off on 09/06/07 NO BUSH NO WAR DAY more...

LA STRADA DA SENIGALLIA A ROSTOCK (per le foto clicca su Album)

by on Jun.06, 2007, under Smash G8

G8/ROSTOCK … Aquì estamos!

 

La strada da Senigallia a Rostock è lunga, una striscia di asfalto che attraversa l’Europa dove alla certezza della partenza si contrappone l’incertezza dell’arrivo. L’Europa è fatta di frontiere e di trattati che ne decidono l’apertura e la chiusura secondo le esigenze del mercato. Chi viaggia verso Rostock non è un’esigenza del mercato, ma piuttosto un impedimento, un granello di sabbia dentro il sistema.
Lungo la strada si compone la carovana di chi proverà a violare i limiti imposti da Scenghen.
A Trento la prima tappa: parole, impressioni, birre e sigarette … la sentinella ci da il via, si parte!
L’Italia scorre via velocemente, l’Austria è più ostica, ma con caffè, zuccheri e buona musica la notte e la stanchezza si fanno meno pesanti.
Tra radio e telefoni la notizia corre veloce, la frontiera è chiusa, la polizia ci aspetta.
Ad Innsbruch abbandoniamo l’autostrada, i compagni austriaci ci guidano per stradine di campagna e piccoli paesini. Aggiriamo il blocco. L’Austria è alle spalle e con lei l’ultima frontiera e le guardie che la presidiavano. Siamo in Germania … ancora qualche ora e qualche altro caffè … ecco Rostock!

            L’arrivo è già partenza, il 4 giugno è la giornata dei migranti ed il corteo sta per partire. Gli organizzatori avevano previsto circa cinquemila persone, in strada ce ne saranno circa cinquantamila … troppi per la polizia che, infatti, ritira l’autorizzazione e blinda la piazza.
Ma come, perché si sono presentate così tante persone, quando la manifestazione precedente era stata “rovinata” dai cattivi ragazzacci in tuta nera? Perché le “persone normali” non hanno avuto paura di altri disordini? Perché i migranti che in completa autonomia gestiscono il corteo, invece di obbedire ai divieti imposti dalla polizia, decidono di violarli e portare a termine pacificamente il corteo?! La moltitudine prima dei divieti, viola la politica della paura, perché la battaglia che si è scatenata in piazza il 2 giugno durante la prima manifestazione di massa contro il G8, non ha indebolito il movimento, ma lo ha rafforzato.
Il movimento ha parlato per primo ed ha parlato due volte. Ha parlato con i numeri presenti in piazza – centomila persone – ed ha parlato con la conflittualità che è riuscito ad esprimere. Una conflittualità che può essere denigrata con l’appellativo di “violenza” solo da chi vorrebbe i movimenti compatibili ai giochi di potere della sinistra istituzionale. Una conflittualità che è stata capace di reagire alle continue provocazioni della polizia, rompendo quel clima di paura che mira ad ottenere che il dissenso politico possa essere espresso solo in forme concilianti e quindi funzionali al potere. Non esistono movimenti buoni contro movimenti cattivi se non nelle parole di chi è in mala fede, esiste, invece, un movimento che di volta in volta con laicità sceglie come esprimersi, secondo gli obbiettivi politici che di volta in volta decide di porsi, senza confondere mai i mezzi con i fini.

         Il 5 giugno si riparte, manifestazione contro la guerra. Partiamo dal campeggio in molti e subito ci dicono che per l’ennesima volta l’autorizzazione è stata revocata. La polizia ci perquisisce uno per uno, ma lascia sfilare il corteo che si svolge pacificamente secondo programma. Un filo rosso lega la mobilitazione contro gli otto grandi con la preparazione dell’accoglienza alla vista romana del criminale di guerra G. W. Bush … lo striscione comune dice: “From Rostock to Rome: Push Bush out everywhere!”.

 Continua …

Brigata Internazionale  Mezza Canaja

 

Comments Off on LA STRADA DA SENIGALLIA A ROSTOCK (per le foto clicca su Album) more...

COS’E’ IL CIRKO CANAJA?

by on Jun.04, 2007, under Cirko Canaja

 

CIRKO
CANAJA è un progetto di palestra popolare all’interno del csoa mezza canaja di
Senigallia.

 

La palestra
è attrezzata per svolgere attività di:

Ø      
Giocoleria
(clave, palline, cerchi, ecc..)

Ø      
Equilibrismo
(filo teso, rolla bolla, motociclo, trampoli)

Ø      
Attività
aeree (tessuto, trapezio fisso)

Ø      
Acrobatica
(ci sono un po’ di materassi)

Ø      
Ginnastica
(spalliera, cyclette, materassini)

Ø      
..e
via via ciò che arriverà.

È possibile
anche fare teatro (prove, recite, corsi) dato il grande spazio a disposizione.

Il tutto è GRATUITO.

Palestra
Popolare è autogestione (pulizie, riparazioni, migliorie) e autofinanziamento
(acquisto materiali, riscaldamento, ecc..) tramite corsi, stage, spettacoli e
tutto ciò che può solo giovare al luogo e ai suoi frequentatori.

Non sono
ammesse attività di lucro personali, tutto ciò che si fa è per il bene
collettivo.

La Palestra Popolare è indipendente e auto-organizzata e qualsiasi decisione
viene presa collettivamente tramite riunione settimanale all’interno del csoa
mezza canaja.

Sperando di
avervi fatto cosa gradita vi aspettiamo numerosi per divertirci e creare
qualcosa al di fuori dei soliti canali imposti.

CIRKO CANAJA c/o CSOA MEZZA CANAJA

Hasta siempre

Comments Off on COS’E’ IL CIRKO CANAJA? more...

07/06/07 RASSEGNA AMBASCIATA DEI DIRITTI 1

by on Jun.02, 2007, under Ambasciata dei diritti


presenta la rassegna
ATTRAVERSO GLI SGUARDI

Giovedì 7 Giugno
ore 21.30
Via Carducci (Senigallia)

Noi non dimenticheremo Anna Politkovskaja

 

Io vivo la vita, e scrivo di ciò che vedo – Anna Politkovskaja –

Incontro con  Majnat Adbullaeva, giornalista cecena esiliata a Berlino del progetto PEN «Scrittori in esilio».

Majnat Abdullaeva ha vissuto a Grozny fino al 2004 dove scriveva per la Novaja Gazeta, e 
collaborava con alcuni mass media stranieri come corrispondente locale. Autrice di un programma in 
lingua cecena della stazione radio Libertà nel 2003, è stata finalista del concorso intitolato ad Andrej 
Sakharov “Per il giornalismo come azione” organizzato dal Fondo di Difesa della Trasparenza a Mosca. 
Quando le minacce rivolte a lei e alla sua famiglia si sono fatte insostenibili ha dovuto lasciare la 
Cecenia. E’ora inserita nel programma del centro Pen «Scrittori in esilio», fondato per dare sostegno 
a scrittori e giornalisti perseguitati per ragioni politiche. Vive in Germania da dove, in contatto con il 
proprio Paese, denuncia la tragedia cecena. I suoi articoli sono stati pubblicati da Le Monde.

 ambasciatadeidiritti@yahoo.it                 www.meltingpot.org
 

3 Comments more...

SMASH G8! CONFLICTS MAKE EUROPE

by on Jun.02, 2007, under Smash G8

 

Da Senigallia in marcia verso il G8 di Rostock

“La classe è determinata dalla lotta di classe. Il compito della sinistra è quello di cogliere le premesse

di una possibile insorgenza collettiva e di articolarle in forma di un programma politico”.

C’era una volta la “belle epoque” neoliberale. C’era Clinton con la sua mascella da soap-opera e l’idea dell’ “ulivo mondiale”. Era la fine degli anni novanta dello scorso secolo, la storia era finita già da un pezzo ed i potenti della terra si riunivano nelle piazze delle capitali mondiali in una pubblica manifestazione di sfarzo, lusso e potere.
Tutti potevano guardare, tutti potevano ammirare, tutti potevano desiderare, tutti potevano “partecipare” alla corte postmoderna di Re Sole. I sudditi guardavano la magnificenza dei regnanti nell’illusione che un giorno – molto presto – un briciolo di quella ricchezza e di quello sfarzo sarebbe toccata anche a loro.
E infondo perché non crederci, l’impero del male non esisteva più, la democrazia a stelle e strisce aveva vinto, l’economia privata cresceva svendendo patrimoni pubblici e diritti. Insomma, la storia umana si avviava verso il meritato lieto fine.
Ma qualcosa andò storto: la mascella di Clinton divenne ancora più pronunciata, quando vide quelli che riteneva i suoi sudditi più devoti – in quanto più ricchi – prendere per il bavero i delegati che si dirigevano al grande banchetto indetto dal WTO.
I sudditi si erano ribellati, avevano tolto la tovaglia dal banchetto, rompendo tutta l’argenteria. Il WTO falliva, la democrazia neoliberale restava nuda e per coprire la propria vergogna decretò lo stato d’assedio … Seattle, 30 novembre 1999.

 Il resto è storia. La storia di una “belle epoque” mai esistita, di paesi come l’Argentina ridotti alla fame dalle politiche infami del FMI, di diritti sociali venduti al miglior offerente, di profitti privati fatti sulla pelle e sul sudore di migliaia di persone in tutto il mondo, di multinazionali, banche ed organismi sopranazionali che decidono ed organizzano un sistema economico fondato sulla costante rapina dei beni pubblici e comuni, spingendosi fino a brevettare la vita.
E’ anche la storia del nostro paese e dello “spazio europeo” in cui viviamo. Spazi aperti per merci e capitali, ma chiusi agli esseri umani che fuggono dalla guerra e dalla fame. Spazi dove flessibilità e precarietà hanno tolto la possibilità ad ogni persona di poter dare una prospettiva alla propria vita. Spazi dove il lavoro nelle mani della “libera concorrenza” genera più di tre morti al giorno. Spazi dove da sinistra a destra si lanciano campagne allarmistiche sulla sicurezza, il controllo, il proibizionismo moralista e dove contemporaneamente, tramite imprese e cooperative, si sfrutta ogni angolo delle città, ogni risorsa ambientale per accaparrarsi profitti da reinvestire nel loro mercato clientelare.
In questi spazi però si determina una resistenza. Le battaglie nelle strade di Genova e di Buenos Aires hanno sparso semi. I frutti raccolti portano il sapore delle lotte in difesa dei beni comuni dalla Val Di Susa a Vicenza, dell’insorgenza delle banlieue e della lotta vincente contro il CPE, del rifiuto della privatizzazione delle università in Grecia e nella difesa dei centri sociali sotto sgombero da Copenaghen a Trento.

 Dal 6 al 8 giugno gli otto grandi si riuniranno in Germania per pianificare i prossimi passi della belligerante svendita del nostro pianeta, per organizzare e gestire quel processo di distruzione continua chiamato neoliberismo che fa sì che nel mondo una persona muoia di fame ogni minuto, che il divario tra ricchi e poveri aumenti sempre di più, che la guerra sia il principale strumento per risolvere la crisi economica ormai strutturale in cui versa l’occidente e che per eliminare ogni opposizione riduce la libertà al codice antiterrorismo.

Da Senigallia partiamo con molti per raggiungere i molti ed insieme impedire lo svolgimento del G8.

Il capitalismo è una creazione umana e come tale ha avuto un inizio ed avrà una fine. Partiamo verso la Germania per dare il nostro modesto ed umile contributo affinché ciò avvenga il prima possibile See you on the Barricades!

CSOA Mezza Canaja
Comunità Resistenti Marche

Comments Off on SMASH G8! CONFLICTS MAKE EUROPE more...

11>15/08/06 PLAGE SAUVAGE – IL PRECARIATO SI PRENDE LA VACANZA

by on Aug.10, 2006, under Plage Sauvage

 

Plage Sauvage
Il precariato si prende la vacanza

 
“Nella misura in cui l’apparato di produzione diviene più importante e più
complesso […], i compiti di controllo divengono più necessari e più difficili.
Sorvegliare diventa allora una funzione precisa, ma che deve essere parte
integrante del processo di produzione […].
La sorveglianza diviene un operatore economico decisivo, nella misura in cui
essa è, insieme, un elemento interno all’apparato di produzione e un
ingranaggio specifico del potere disciplinare”.
(M. Foucault – “Sorvegliare e punire”)

Sotto il coprifuoco della “estate sicura” sta emergendo un’altra spiaggia.

Una spiaggia liberata dai ridicoli divieti di balneazione, dai cancelli
e dalle guardie private che “difendono” gli stabilimenti balneari.

Una spiaggia liberata dai “raid” delle forze dell’ordine contro i
migranti che si guadagnano la vita con improvvisate bancarelle.

Una spiaggia liberata dalla “socialità disciplinata” delle feste dove si
paga a caro prezzo l’ingresso e la consumazione, dove la possibilità di mettere
e di sentire musica passa attraverso il “pizzo” pagato alla SIAE e dove alle
due di notte – salvo rare eccezioni – scatta il “tutti a casa”, altrimenti, ecco
la municipale!

Una spiaggia dove l’incontro, la socialità e il divertimento non sono
legati e mediati dal grande evento commerciale/turistico/massmediatico.

Una spiaggia liberata dalla compravendita fatta sulla pelle del demanio
pubblico.

Una spiaggia sottratta alla costante e continua erosione che i privati –
grazie anche ai loro legami politico/amicali – compiono su di un bene pubblico,
togliendone di fatto, la possibilità di una fruizione libera e gratuita.

Una spiaggia sottratta al ricatto delle lobby del mercato turistico che
per i loro interessi privati vogliono ridurre Senigallia alla città della
piccola, benestante e tranquilla famiglia borghese, allontanando ogni altro
soggetto sociale, soprattutto giovanile.

Una spiaggia capace d’interrompere la spirale che si è innescata tra la
blindatura ed il controllo del lungomare ed il diffondersi di atti vandalici e
viceversa.

Una spiaggia che rifiuta ogni paranoia ed ogni delirio sicuritario che
si traduce in un inutile e dispendioso aumento di poliziotti di quartiere, di
pattuglie della municipale, di una stazione mobile dei carabinieri per il
lungomare, dell’invio telematico alle forze dell’ordine delle presenze negli
alberghi e dell’istaurazione di sistemi di videosorveglianza. Il tutto, mentre
le statistiche date dalle stesse forze dell’ordine danno la microcriminalità in
calo ed i sondaggi effettuati, dicono che solo per il 3,56% dei senigalliesi la
“criminalità” è un problema urgente.

E’ evidente, allora, che la continua evocazione dello spauracchio “allarme
criminalità”, fatto dai politici e dai media, è un’azione cosciente per
speculare sulle paure, sulle insicurezze e sulle ansie delle persone, con
l’unico scopo di attingere fondi dai decreti fatti dall’ex-ministro Pisanu per
poi soddisfare le varie lobby politico/economiche della città.
In questo contesto, la continua ricerca del “soggetto deviante” da rieducare o
da reprimere – che siano i migranti sporchi e maleducati di Via Carducci, i
temibili bivacchi alla Rocca Roveresca, l’abusivismo da spiaggia (e quello
della cementificazione e degli alberghi che impediscono che il sole batta sulla
spiaggia cos’è?!) o i “nomadi” lungo la statale – è esclusivamente funzionale
ad una logica politica – locale e globale – che ha trasformato, per i propri
tornaconti economici, la sicurezza in un elemento fondamentale dell’offerta
turistica.

Quest’anno, sotto il coprifuoco dell’estate sicura sta emergendo “Plage
Sauvage”.

Quattro giorni – dal 11 al 15 agosto – di concerti, mostre, film,
controinformazione, feste in spiaggia ed azioni dirette per affermare che la
spiaggia è uno spazio pubblico, un bene comune
che non può essere usato e
svilito per il tornaconto politico ed economico dei soliti noti.

Sous le pavé, la plage… sauvage!

3 Comments more...

CHE COS’E’ L’AMBASCIATA DEI DIRITTI?

by on Jun.01, 2006, under Ambasciata dei diritti

 

 

CONTATTI:
ambasciatadeidiritti@yahoo.it

TEL.
338/6983422

AMBASCIATA DEI
DIRITTI
LUNGOMARE DA
VINCI N°1
( PRESSO IL CENTRO
SOCIALE MEZZACANAJA)

 

 

 

 

 In che cosa consiste l'Ambasciata
dei diritti
?

Le comunità resistenti, di cui fanno parte i Centri Sociali delle Marche, tra
cui il Mezza Canaja, e diverse associazioni impegnate nel campo della
solidarietà e del volontariato, nascono con l'obiettivo di mettere in comune
pratiche di resistenza sociale, alla guerra, al precariato, al razzismo, alla
devastazione ambientale, per dare vita ad un processo costituente di
"Istituzioni altre" a difesa di quei diritti inalienabili che,
secondo le Comunità Resistenti, le logiche del mercato erodono ogni giorno con
maggiore voracità e violenza.

L'ambasciata dei Diritti è un'istituzione che le Comunità si danno sul
nostro territorio regionale. Una sorta di insediamento extra territoriale dove
trovano cittadinanza diritti e bisogni che, secondo le Comunità Resistenti,
quotidianamente vengono negati: il diritto di ogni persona, di qualunque
provenienza geografica o sociale, di vedere rispettata la propria dignità di
essere umano, il diritto alla casa e all'abitare, il diritto alla libera
circolazione, il diritto al reddito di cittadinanza.

L'Ambasciata dei Diritti è, secondo le Comunità resistenti, il luogo in cui
potranno trovare voce tutti quegli invisibili che vivono nei quartieri
delle nostre città, per resistere alla violazione quotidiana dei diritti
fondamentali e per trovare insieme i percorsi per conquistarne ed affermarne di
nuovi.
Per questo l'Ambasciata offre anche un servizio di consulenza legale gratuita
al fine di produrre una interazione tra conflitto e supporto legale offrendo
pertanto uno strumento in più per far valere anche sul piano giuridico nuovi e
vecchi diritti.

L'Ambasciata si struttura, tra le altre cose, in sportelli di informazione,
consulenza e assistenza sulle seguenti questioni:

Migranti: Tutti i cittadini stranieri potranno rivolgersi allo
sportello per avere informazioni e consulenze legali riguardanti le procedure
di ingresso e soggiorno, ricongiungimenti, richieste d'Asilo, procedure
relative alle attività lavorative e sportive, ecc…
Saranno fornite, inoltre, informazioni di orientamento per l'assistenza sanitaria.
Le consulenze legali e le informazioni saranno garantite a tutti i migranti,
compresi coloro che non sono in regola con i documenti, in forma gratuita.

Lavoro – reddito: informazioni e consulenza legale saranno fornite
gratuitamente su tutti quelli che si possono definire lavori tradizionali, ma
soprattutto sui nuovi contratti di lavoro, sui lavori atipici, interinali,
co.co.pro., ecc…

Casa: migranti, anziani, sfrattati, giovani coppie… una infinità di
soggetti lottano tutti i giorni per avere una casa dove poter vivere
dignitosamente.

Allo sportello si può avere una consulenza adeguata per ogni tipo di problema.

Dopo il progetto Legalità ed Integrazione nel Rione Porto quello che a
noi era sembrato più pressante era un completo vuoto istituzionale di fronte ai
problemi sociali, come quello della progressiva multiculturalizzazione della
nostra società; non solo, ma di fronte al largo progetto di riqualificazione
della città, ci è sembrato che i migranti – ma anche il problema casa – fossero
percepiti dalla Giunta come qualcosa che venisse a scompaginare i piani; che
"rompessero le uova nel paniere", per utilizzare un proverbio, e
verso cui venisse applicato un meccanismo "freudiano" di rimozione.

L'ambasciata dei diritti vuole permettere allora alle questioni sociali più
pressanti di emergere, e essere un modo attivo attraverso cui ribadire che i
mutamenti che la nostra comunità sta attraversando non possono non tenere in
considerazione le domande sollevate dai migranti, da chi non ha un tetto sicuro
sotto cui ripararsi, dai lavoratori precari.

3 Comments more...

Looking for something?

Use the form below to search the site:

Still not finding what you're looking for? Drop a comment on a post or contact us so we can take care of it!