21/09/07 NO CPT. CONDANNATI PER AVER DIFESO I DIRITTI
by csamezzacanaja on Sep.22, 2007, under Comunicati e Manifestazioni

MACERATA – Si è chiuso questa mattina il processo a carico
dei cinque attivisti che presero parte alle manifestazioni No Cpt
a Corridonia.
Decine di manifestanti hanno partecipato al presidio all'esterno del
tribunale e poi presenziato all'interno dell'aula durante lo svolgimento
dell'udienza.
Tre ore di istruttoria seguite da due di camera di consiglio prima del
pronunciamento del giudice: una pesante sentenza di condanna "verso
i contenuti politici e sociali espressi collettivamente da una moltitudine che
ha scelto di prender parola contro la barbarie dei campi di detenzione".
Pur non essendo emersi rilievi indiziari a suffragio della
responsabilità penale degli imputati, il giudice ha proceduto con la condanna
per i reati di interruzione di pubblico servizio, lesioni e resistenza a
pubblico ufficiale per pene che arrivano fino a un anno e quattro mesi
di reclusione.
Incongruenze nello stesso pronunciamento, in quanto dalle risultanze di
un'unica testimonianza dell'accusa ne sono scaturite un'assoluzione e una
condanna agli indirizzi di uno stesso imputato per due diversi capi di
imputazione.
Nonostante nessun reato di danneggiamento sia stato mai contestato, è
stato riconosciuto un risarcimento danni per cinquemila euro al Comune di
Corridonia costituitosi parte civile.
Da parte della difesa reazioni comunque positive sull'andamento
dell'istruttoria dibattimentale che ha evidenziato con chiarezza l'inconsistenza
dell'impianto accusatorio "ponendo le condizioni per una corretta
valutazione dei fatti in sede di appello".
Corridonia, 3 marzo 2004. Una battaglia collettiva che ha visto
protagonisti insieme cittadini e attivisti a difesa dei diritti
dei migranti. Cinque capri espiatori per colpire quelle centinaia di
persone che rivendicarono il diritto a
resistere alla vergogna dei Cpt. Nessun Cpt da allora è più stato
realizzato nelle Marche.
http://www.youtube.com/watch?v=6Dn3gJWu9fU
IL COMUNICATO DEL CSOA MEZZA CANAJA
SULL ‘ ANTIPROIBIZIONISMO…
by csamezzacanaja on Sep.17, 2007, under Drugstore - bottega antipro
La problematica e annosa questione del rapporto centri
sociali [comunità ribelli]/sostanze psicoattive necessita oggi di una nuova
definizione. Infatti l’antiproibizionismo, inteso semplicemente come
legalizzazione delle “droghe”, medicalizzazione del consumo problematico-abuso
e “riduzione del danno”, risulta essere nel contesto della società reale
odierna un concetto se non da seppellire, quanto meno da superare.
Il proibizionismo, e di riflesso la questione
antiproibizionista, qui ed ora –in una fase storica di ipercapitalismo dominata
dal cosiddetto “pensiero unico” cui tutti devono uniformarsi o coattivamente
essere assoggettati-, abbraccia tematiche che vanno ben oltre la mera
discussione sulle “droghe”. Le strategie di controllo e disciplinamento sociale
cui gli individui e per estensione la collettività sono vittime (e dove la
produzione, la circolazione, lo scambio-spaccio e il consumo di sostanze
psicotrope sia legali che illegali rappresentano la manifestazione fenomenica più
chiara ed evidente) non sono nient’altro
che le forme in cui si appalesa l’essenza del dominio biopolitico.
Il biopotere d’altronde lo definiamo come potere sulla
vita delle persone: gestione, utilizzazione e controllo del corpo umano. E contro di esso si libera la nostra azione di
r_esistenza quando rivendichiamo la vita… la vita piena, non alienata,
soddisfatta nei bisogni, nei desideri e nelle passioni, salubre e felice.
L'antiproibizionismo quindi non è una battaglia
vertenziale, né un movimento culturale che si propone di riformare in senso
liberale il dominio del capitale, né tantomeno la scintilla che spalanca le porte ad un
orizzonte rivoluzionario di cambiamento sociale; l’antiproibizionismo è un
“modus operandi”, una metodologia di intervento politico attraverso cui veicolare
un messaggio di libertà: libertà di scelta, di gestione, di autodeterminazione
dei singoli individui rispetto al proprio corpo e al proprio tempo.
Libertà dei singoli che irrimediabilmente si trasforma da
un punto di vista moltitudinario in un avanzamento, un miglioramento delle
condizioni di esistenza, poiché sottrae corpi, strumenti e spazi alle strategie
di comando, sorveglianza e controllo che necessariamente questo sistema
dispiega per il proprio sostentamento e la propria riproduzione.
Questa scelta di libertà deve essere frutto della
consapevolezza e della coscienza degli individui; coscienza e consapevolezza
necessariamente realizzate non mediante una morale ancorché antitetica rispetto
a quella repressivo-dominante, ma bensì grazie alla condivisione di
informazioni, di “controcultura” e di autoformazione delle persone e dei gruppi
in genere. Consapevolezza e coscienza non sono concetti da instillare come
elisir di verità ma vanno costruite attraverso l’analisi soggettiva e
collettiva e attraverso l’elaborazione politica.
La convinzione antiproibizionista dunque è una scelta di
libertà… ma entro un margine ben definito.
Contro la retorica dell’esaltazione dello “sballo” e dello
stato alterato di coscienza come atto rivoluzionario…
Contro le sostanze psicoattive eccitanti e performanti che
ben si adattano ai ritmi della produzione capitalistica post-moderna…
Contro le sostanze devastanti in termini di salute che
annientano i corpi, le menti e gli animi delle persone…
Contro lo spaccio di “droga”, forma demistificata della
mercificazione e della speculazione che avviene ai danni degli individui, delle
comunità e degli spazi sociali che rappresentano l’alternativa –o quanto meno
la forma embrionale- di una società più giusta e migliore. Costruita in autonomia! In basso! A sinistra!
CSOA Mezza
Canaja
01/09/07 NASCE UN NUOVO SPAZIO SOCIALE, IL CSOA LUIGI FABBRI
by csamezzacanaja on Sep.13, 2007, under Comunicati e Manifestazioni

L’anomalia selvaggia dentro la città-fabbrica
Meraviglia, stupore, felicità, sono forse queste le parole più adatte per descrivere la vita nel suo presentarsi al mondo. Un groviglio potente e virtuoso di passioni e necessità che dentro uno spazio-comune prendono forma; affermano una verità. E la verità è che nel pieno di una campagna legalitaria mai vista nell’Italia repubblicana – dove l’emergenza e lo stato d’eccezione diventano prima norma e poi programma politico da candidare alle elezioni – nei territori che si vorrebbero obbedienti ai dettami di “legge ed ordine” e devoti alla santa trinità del “produci, consuma crepa”, nascono delle “anomalie selvagge”. Spazi sottratti ai rapporti mercantili ed al valore di scambio cui ogni forma di relazione sociale è ormai ridotta. Istituzioni autonome che nascono e si riproducono dentro e contro i dispositivi disciplinanti delle città, dove nulla si muove, nulla succede, nulla cambia, se non lo decide il padrone di turno. Ad oggi, la città si chiama Fabriano, il suo padrone Merloni e l’anomalia selvaggia CSOA Luigi Fabbri.
A questi nuovi compagni che hanno dato carne ai propri desideri organizzandoli in uno spazio autonomo ed occupato, rompendo così l’ordine che vige dentro la città-fabbrica, va tutta la nostra solidarietà.
Le dita di una mano prese singolarmente sono deboli, ma tutte insieme sono un pugno!
Comunità Resistenti Marche
6>16/09/07 NO DAL MOLIN FESTIVAL
by csamezzacanaja on Sep.07, 2007, under Comunicati e Manifestazioni
11 Comments more...28/08/07 RESPINTA AGGRESSIONE FASCISTA AL MEZZA CANAJA
by csamezzacanaja on Aug.30, 2007, under Comunicati e Manifestazioni
“UOMINI E NON”
Sull’aggressione fascista
al Mezza Canaja
“L’avversario ha il
medesimo volto, quello dell’ufficiale franchista e del maresciallo torturatore,
io sono sempre un soldato di un esercito numeroso, anche se avanzo solo in
territorio nemico,
per colpire il terrore
con il terrore”.
(Giovanni Pesce – “Senza
Tregua”)
La sera di sabato scorso, 24
agosto, mentre la città era travolta dal gran finale del Summer Jamboree, il CSOA Mezza Canaja ha
respinto in maniera radicale e decisa un’aggressione fascista premeditata.
I fatti sono estremamente
chiari. Verso le ore 22 alcuni loschi individui si posizionano di fronte al
centro sociale in attesa dell’inizio della serata reggae, che avrebbe avuto
luogo di lì a poco.
Un’ora dopo -verso le 23-
all’apertura del centro sociale, sfruttando l’ancora scarsa affluenza di
persone, 5 soggetti si scagliano con foga inaudita verso l’ingresso e iniziano
ad aggredire tutti quelli che si trovano sulla loro strada: i cinque sono
armati di tirapugni e –fatto ancor più grave, ma purtroppo sempre più comune
–di coltelli!
La tipologia dell’aggressione,
agita con la chiara volontà di ferire e poi fuggire, corrisponde tipicamente
all’atto vile di una squadraccia fascista.
Soltanto il tempestivo e
determinato intervento delle compagne e dei compagni che in quel momento
stavano gestendo il centro riesce a mettere in fuga gli aggressori ed evitare
danni peggiori. Purtroppo un ragazzo, che aspettava l’inizio della festa,
nella confusione viene ferito non gravemente con una coltellata nei glutei,
medicata ufficialmente con quattro punti di sutura.
Disgraziatamente episodi simili
stanno diventando sempre più frequenti.
Questo perché, a livello
nazionale, stiamo assistendo a una rinascita di movimenti organizzati di
estrema destra che agiscono in maniera sempre più libera e ogni volta più
violenta come conseguenza di una gestione politica basata sul “teorema degli
opposti estremismi”, che equipara collettivi, comunità ribelli e centri sociali
ai gruppi neofascisti, dichiarati semplicemente portatori di un’opinione di
destra radicale.
Questa teoria appartiene a chi,
per stupidità o mala fede, paragona azioni politiche basate su una determinata
e giusta opposizione di piazza ad agguati con armi mortali contro persone
inermi. E i risultati di questa gestione politica, per citare solo gli ultimi,
sono: l’assassinio di una ragazzo a Focene, località del litorale romano, un
anno fa all’uscita da una dance-hall reggae (strana analogia, eh?), qualche
mese fa a Rimini l’incendio doloso di due auto fuori dal Laboratorio Occupato
Paz, i fatti accaduti quest’estate a Villa Ada, dove un centinaio di naziskin
si è presentato a un concerto della Banda Bassotti causando vari ferimenti da
arma da taglio.
Ultimo, in ordine cronologico,
l’aggressione ai danni di un ragazzo durante la festa dell’uva a Pergola
conclusasi con l’accoltellamento ai polmoni del malcapitato.
… Ma anche a livello cittadino
le cose non vanno meglio.
Infatti nonostante la cacciata
di Forza Nuova un anno fa dalla Rotonda, un’importante piazza del centro
storico di Senigallia, Piazza del Duca, è divenuto il luogo di ritrovo di uno
sparuto gruppo di naziskin che, nella totale impunità, aggredisce sempre più
frequentemente individui colpevoli solo di avere magliette non consone ai loro
spregevoli gusti oppure capelli troppo lunghi.
Infine c’era da aspettarsi una
tale aggressione a Senigallia, a causa del Summer Jamboree: senza voler
attaccare direttamente il festival, è un fatto ormai assodato che durante
questi giorni la città sia invasa da celtiche, svastiche, e fascisti pronti a
colpire. Durante i giorni dei festival aggressioni a bassa intensità si sono
ripetute tutti i giorni in centro, nei paraggi della Rocca, fino all’escalation
finale di sabato.
Quello che chiediamo perciò è:
perché le istituzioni, i partiti e gli organizzatori accettano questi
avvenimenti? È forse per il fatto che si preferisce tacerli pur di continuare a
sfruttare questa miniera d’oro per le casse cittadine? Oppure perché non si è
in grado di garantire una governabilità dell’evento? Perchè le persone
aggredite invece di rivolgersi alle autorità preposte, chiedono aiuto a noi?
In ogni caso è inaccettabile
che il Summer Jamboree continui a svolgersi secondo queste condizioni. Non
certo perché il Mezza Canaja è in pericolo; infatti gli aggressori sono stati
respinti, chi
voleva impaurirci è fuggito a gambe levate e chi voleva causarci ferite si sta
ancora leccando le proprie.
Il pericolo è piuttosto per i
cittadini e per gli stessi partecipanti al festival che sono costretti a temere
per la propria libertà ed incolumità.
Auspichiamo che le istituzioni
e gli organizzatori trovino una soluzione a tali problemi, che impediscano a
questi neofascisti di scorrazzare liberamente e impunemente per la città
durante i giorni del Summer Jamboree; siamo pronti e aperti a un dibattito
pubblico, ma vogliamo che gli organizzatori, le istituzioni e soprattutto il
sindaco si esprimano chiaramente e pubblicamente al riguardo.
21/08/07 RIFLESSIONI POST PLAGE SAUVAGE
by csamezzacanaja on Aug.23, 2007, under Plage Sauvage
LE LORO MANI
SULLA NOSTRA CITTA’:
ORGANIZZARE
IL COMUNE!
“Da
un certo punto in là non c'è più ritorno.
E' questo il punto da raggiungere".
(Franz Kafka)
Abbiamo atteso che altri prendessero la parola. Abbiamo aspettato quasi
una settimana per trarre le conclusioni delle parole scritte e dette – e delle
azioni a loro conseguenti – prima e durante la Plage Sauvage. Abbiamo aspettato
perché per la prima volta abbiamo detto la nostra sulla questione che dal boom
economico ad oggi, è il fulcro della politica cittadina: la questione
urbanistica. Quest’ultima, infatti, ha determinato negli anni la vittoria o la
sconfitta di Sindaci e delle relative Amministrazioni, l’ingresso o la cacciata
di Assessori e la scelta di politiche di lotta o di governo per i partiti della
così detta “sinistra radicale”.
Abbiamo atteso che altri prendessero la parola, perché quando la si
prende per la prima volta lo si fa con umiltà e con il rispetto dovuto a chi di
urbanistica e del problema della casa se ne occupa da dieci o vent’anni.
Abbiamo atteso che altri prendessero la parola per ascoltare critiche –
positive o negative – perché teniamo sempre presente quella pratica zapatista
del “camminare, domandando”.
Abbiamo atteso che altri prendessero la parola, ma l’unica risposta è
stata il silenzio generale.
Come sì suol dire, chi tace acconsente, in quanto non ha argomentazioni
politiche da poter opporre.
D’altronde le argomentazioni da noi portate – con dati alla mano – per
sostenere l’egemonia del potere del mattone, la corruzione delle
amministrazioni comunali, il consociativismo tra gl’interessi politici e quelli
economici, la “selezioni sociale” agita dalla potente lobby delle agenzie
immobiliari con la relativa aggravante di razzismo, l’esproprio di porzioni del
nostro territorio da parte delle banche con la relativa sottomissione e
squalifica del “potere eletto”, sono difficilmente attaccabili. Chi ci ha
provato o ha mentito spudoratamente come il signor Belenchia (le registrazioni
da noi rese pubbliche parlano da se) o ha spostato il discorso su questioni
tecniche: i fumogeni che spaventano bambini ed anziani (sic!). Nessuno per ora
ha avuto il coraggio di misurarsi con le nostre argomentazioni politiche, e se
questo non avviene dopo sei giorni, è perché evidentemente – come con la UISP –
la verità fa male e quindi onde evitare figuracce, meglio tacere.
Il volume 2 della Plage Sauvage ha – a nostro avviso – messo in luce due
cose:
–
In primis, il profondo radicamento che il Mezza Canaja in
poco più di tre anni ha ottenuto nel territorio cittadino, regionale e
nazionale, sia dal punto di vista sociale/aggregativo, che dal punto di vista
politico.
–
In secundis, – molto più importante – abbiamo tentato di
dimostrare come anche Senigallia fosse completamente immersa dentro i processi
di globalizzazione e come l’idea idilliaca della “città di provincia” sia ormai
nei fatti morta e sepolta.
Tramite una narrazione urbana che in poco più di una settimana ha
attraversato tre luoghi simbolo dell’erosione della democrazia rappresentativa
ed armati con i dati empirici di un’inchiesta durata un anno, abbiamo
dimostrato come a governare Senigallia non sono né i cittadini, né i partiti e
le Giunte elette tramite il voto, ma il capitale finanziario.
Quest’ultimo non è identificabile nella vecchia figura dell’imprenditore
che riuniva in sé la funzione di proprietà e di direzione dell’impresa. Il
potere finanziario, infatti, esercitando continue operazioni finanziarie e
speculative, ridefinisce continuamente i criteri di governo di un territorio – governance
– in funzione della sola creazione di valore per l’azionario. La ricchezza
delle imprese dipende sempre meno dalle proprie capacità e dalla propria
economia interna e sempre di più dall’economia esterna, ovvero, dalla ricchezza
sociale del territorio in cui si trova ad operare.
In poche parole, il capitale finanziario cresce privatizzando/rapinado
il comune: spazi, beni e saperi della collettività … della moltitudine!
Davanti ad un potere così forte e così etereo – intangibile – ma
contemporaneamente così maledettamente e pericolosamente reale e concreto –
l’acquisto dell’immobile di Via delle Caserme 8 da parte della BNL e di altre
banche ne è il più chiaro esempio – cosa possono sindaci e giunte? Poco o
nulla!
Solo la crescita della consapevolezza del comune, la sua organizzazione
dal basso ed autonoma come è avvenuto in Val di Susa e come avviene ora a Vicenza,
può rappresentare l’unica potenza in grado di affermare nei fatti che i
territori urbani – paesi, città, metropoli – sono di chi ci vive e non di chi
ci specula. L’unica potenza che per sua natura, al contrario delle deleghe e
dei delegati, non potrà mai essere sussunta – inglobata, assorbita – dal potere
ed ad esso asservita.
CSOA
Mezza Canaja
13/08/07 PLAGE ATTO 3° : GIU’ LE MANI DALLA CITTA’
by csamezzacanaja on Aug.20, 2007, under Plage Sauvage
In più di
300 abbiamo attraversato le vie del centro storico, evidenziando con dei
graffiti i due luoghi simbolo del vero potere cittadino.
L'ex
caserma PS venduta durante la terza cartolarizzazione ad una cordata di
banche, sottratta alla città ed ai suoi abitanti: uno spazio pubblico che
poteva essere riconvertito in edilizia popolare è stato privatizzato dai
detentori del capitale finanziario, per poi essere trasformato nella caserma
della celere … in pieno centro storico.
Per
rendere evidente questo esproprio di spazi e beni pubblici abbiamo scritto
nelle mura due frasi semplici, chiare ed ironiche: "Non Manganelli ma
opere di bene" e "Più case, meno caserme".
A
comprarla è stata la BNL
ed è per questo che sulle vetrate della banca è rimasta una scritta: "Giù
le mani dalla città".
Nella
seconda città della provincia di Ancona definita ad alta tensione abitativa,
invece di riconvertire gli immobili pubblici (case sfitte, uffici comunali ed
ex caserme) in case a canone sociale o concoradato, arrivano dei banchieri che
nulla chiedono ai cittadini e neanche alla amministrazione pubblica e si
comprano un pezzo di territorio per farci una caserma.
Questo
meccanismo rende evidente che il potere eletto non è più sovrano, ma un
semplice amministratore – magari anche buono – degli interessi e dei profittio
economici di ben altri poteri, che nulla hanno a che fare con la città.
Non
pensiamo che Senigallia abbia bisogno di spazi militari, ma di spazi abitativi
e sociali.
In
allegato la terza parte dell'ichiesta che spiega la storia dell'acquisto
dell'immobile di Via delle Caserme 8 ed anchei rendicinti delle banche che ne
dimostrano l'acquisto.
PS:
I no
global contro la polizia? Per favore non scherziamo, scrivere questo vorrebbe
dire banalizzare, semplificare e falsificare volutamente tutto quello che è
satto detto, scritto e fatto in questa settimana.
CSOA Mezza Canaja … in Plage Sauvage '007!
10/08/07 PLAGE ATTO 2° : SIT-IN DAVANTI ALLE AGENZIE DELLE DISCRIMINAZIONI
by csamezzacanaja on Aug.20, 2007, under Plage Sauvage
Il secondo atto della "narrazione urbana" sui reali poteri
cittadini ci ha portati, oggi, a denunciare la lobby delle agenzie immobiliari.
Lo abbiamo fatto rendendo pubbliche le telefonate fatte in questi giorni
alle agenzie immobiliari del centro città, dove prima un nostro fratello
migrante chiedeva la disponibilità di una casa in affitto da settembre, per poi
far rifare neanche 5 minuti dopo, la stessa telefonata ad una ragazza italiana.
Abbiamo registrato il tutto e poi abbiamo confrontato le risposte.
Le risposte delle agenzie CasaVerde, Dimora, Domomia, Immobiliari
Investimenti, Marche, Alfa e Belenchia sono scandalose! In tutti questi casi
risulta una disponibilità chiara e diretta ad affittare ad un italiano, ma
quando chiama uno straniero, magicamente, le case in affitto non ci sono più!
Oppure è applicato un convincente metodo di dissuasione.
Riassumendo, se un italiano cerca casa tramite agenzia la risposta è
sempre si, se invece è un migrante a cercare casa, la risposta è no o
"forse, riprovi più avanti".
Queste telefonate, oggi, le abbiamo rese pubbliche durante un
sit-in/conferenza stampa davanti all'agenzia Belenchia, in quanto si è
dimostrata la più palesemente discriminante ed anche perchè è una delle agenzie
più grosse e potenti della città. Nella vetrata dell'agenzia in Piazzale della
Libertà abbiamo voluto lasciate un segno, dei manifesti con scritto: "Qui
il razzismo è di casa. Non esserne complice".
L’agenzie immobiliari – insieme ai proprietari terrieri ed ai
costruttori – sono un'altro potere cittadino che viola volutamente il diritto
di ogni persona ad avere una casa, in quanto detengono una fetta determinante
del mercato immobiliare in tema di vendita e d’affitti.
Ponendosi come dei "mediatori interessati", le
agenzie contribuiscono ad aumentare il costo delle case e svolgono un ruolo di
selezione sociale, in quanto un migrante o un italiano precario per la loro
instabilità lavorativa e quindi economica, difficilmente potranno accedervi.
Per capire quanto le agenzie hanno un reale potere nelle politiche
abitative basta notare che se circa vent'anni fa se ne contavano sulla punta
delle dita, oggi, a Senigallia e nel suo comprensorio se ne contano più di 40,
e per una città di provincia con poco più di 40.000 abitanti, sono un numero
considerevole … eccessivo!
Mezza Canaja … in Plage Sauvage '007!