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21/09/07 E’ PERICOLOSO AVERE RAGIONE QUANDO LO STATO HA TORTO

by on Sep.26, 2007, under Comunicati e Manifestazioni

 

Venerdì 21
settembre il Tribunale di Macerata ha condannato – in primo grado con pene che
vanno dai quattro mesi ad un anno e quattro mesi – cinque nostri compagni (uno
dei quali del Mezza Canaja) che nel marzo del 2004, insieme a tanti altri
militanti dei centri sociali marchigiani e a tanti cittadini, hanno opposto
resistenza alla costruzione di un Centro di Permanenza Temporanea (CPT) nella
nostra regione. Quel 3 marzo centinaia di persone entrarono nella sala del
Consiglio Comunale di Corridonia per manifestare la propria contrarietà alla
costruzione di tale abominio giuridico.

 

Aldilà della
scontata ma non meno importante solidarietà ai condannati – la loro condanna è
anche la nostra – vorremmo portare all’attenzione di tutti le situazioni poco
trasparenti e le contraddizioni che hanno caratterizzato l’esito del processo.

Anzitutto la
decisione è stata frutto di un giudizio politico, perché sin dall’inizio il
giudice ha mostrato la chiara volontà di condannare i cinque imputati. Chi ha
assistito alle numerose sedute del processo ha potuto constatare come il
giudice si comportasse come un secondo pubblico ministero, passando spesso
dalla parte di chi un giudizio lo deve formulare a quella di chi lo ha già
formulato e va in cerca di conferme.

Ora, che cosa
ci legittima a dire questo con un senso di oggettività?

I cinque sono
stati condannati, tra l’altro, a risarcire 5000 euro di danni morali al Comune
di Corridonia. Occorre però ricordare che cosa è avvenuto in quei giorni.
Nessuno dei consiglieri comunali, né nella maggioranza, né nell’opposizione
sapeva che durante la fatidica riunione del consiglio comunale si sarebbe
discusso e in seguito espropriati dei terreni per costruire il CPT; né lo
avrebbero saputo, perché l’esproprio era stato concordato di nascosto tra il
sindaco e la ditta appaltatrice. La protesta ha fatto emergere la questione, e
così i consiglieri comunali all’unanimità hanno deciso di votare contro la
realizzazione del progetto.

Per
ricapitolare, ecco come lo Stato ha ripagato una protesta che, tra l’altro, ha
fatto emergere un giro illecito di denaro: attraverso una multa di 5000 euro
per danni morali per la “rovina dell’immagine del Comune di Corridonia”, e anni
di galera elargiti con molta leggerezza, senza che per altro sia mai emersa –
neanche nella requisitoria finale del PM – una prova evidente che inchiodi
inequivocabilmente gli imputati ai reati a loro contestati. Infine, strana
coincidenza, la mattina del processo una chiamata anonima denuncia la presenza
di una bomba in tribunale. Naturalmente la bomba non c’era, ma fatti di questo
genere hanno molte affinità con vecchie strategie della tensione di moda
qualche decennio fa in Italia. Così, oltre a creare un clima di maggiore astio
fra le parti in causa, si è data la possibilità alla stampa di far articoli
sensazionalisti, alludendo a facili associazioni di idee nelle menti dei
lettori.

Insomma, è
sempre pericoloso avere ragione quando lo Stato ha torto!

Di fronte alla
dimostrazione della loro colpevolezza, le istituzioni italiane hanno reagito
ancora una volta con il vecchio vizio di farla pagare cara a chi le ha messe
sul tavolo degli imputati, dimostrando una cronica inettitudine all’autocritica
e all’accettazione delle proprie colpe. Ma questa accusa, anziché intimorirci,
conferma le nostre idee e alimenta la convinzione della giustezza delle nostre
lotte.

Solidarietà ai
compagni condannati, che quotidianamente insieme a tanti altri resistono
all’istallazione di questi lager per migranti!

Centro
Sociale Occupato Autogestito Mezza Canaja

vedi anche NO CPT. CONDANNATI PER AVER DIFESO I DIRITTI
 e su glomeda


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