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DOCUMENTO POLITICO PLAGE SAUVAGE 2008

by on Aug.11, 2008, under Plage Sauvage

Plage
Sauvage ‘008

MATTONATE

Avvicinarmi
al cemento, con le mani e col naso,

è
stato l’unico modo per capire su cosa si fondava il potere, quello
vero.”

(R.
Saviano – “Gomorra”)

SCARICA IL DOCUMENTO

Mattonate. Titolo shock, eppure, ci dispiace per i più generosi, non è un invito a disselciare le strade e procurar battaglia.
Il mattone è il risultato di acqua, cemento, polvere, sangue e sudore. Il mattone viene dai “lavori della stanchezza” quelli che fiaccano il corpo per il peso a cui viene sottoposto, per i tempi che superano le otto ore, per gli straordinari fatti per arrivare a fine mese ed avere nonostante tutto, un salario basso.
Il mattone è pietra sacrificale per un “esercito” di operai edili – migranti ed italiani – feriti o morti sul lavoro, o meglio, per il lavoro e la ricchezza di qualcun altro.
Il mattone anche quello fatto da capitali illeciti e macchiati di sangue, è oro: un oro che come un diamante, è per sempre. E’ moneta di scambio tra organizzazioni malavitose, latifondisti, costruttori, imprenditori spregiudicati, furbetti del quartierino, banche e multinazionali. E’ soggetto ed oggetto di patti tra potere politico ed economico. Infine, il mattone è accumulo di capitale: ieri rendita fondiaria, oggi, rendita finanziaria.

Le mattonate sono i fendenti mossi per affermare la politica clientelare che governa il nostro paese. Le mattonate sono le colate di cemento che hanno distrutto il territorio, violentato l’ambiente, inquinato l’aria e resa nociva la vita. Le mattonate sono le grandi infrastrutture e le grandi opere che sacrificano sull’altare del profitto privato, vite e saperi consolidati, in nome di una falsa ed ipocrita ideologia “sviluppista” (che sia la TAV in Val di Susa o la Complanare a Senigallia), Le mattonate sono i centri commerciali che hanno ridisegnato lo spazio urbano delle nostre città: territori del consumo totale che hanno ridotto i centri storici in “boutiques di lusso” e le periferie in asfalto desolato lasciato bruciare al sole. Le mattonate sono anche quelle lanciate da una politica scellerata, che ha seppellito sotto milioni di metri cubi di cemento l’edilizia residenziale pubblica e sociale, trasformando la casa da bene d’uso a bene a scopo di lucro, per poi infilare il collo delle persone dentro i nodi scorsoi dei mutui bancari o degli “affitti-inaffittabili” delle agenzie immobiliari. Mattonate come pioggia, che hanno lasciato case senza gente e gente senza case.
I meteorologi annunciano acquazzoni, ma la precarietà che ormai ha assunto il volto e la patologia del carovita, rende sempre più difficile trovare se non un posto al sole, almeno all’asciutto.

Ecco una breve radiografia dell’Italia che è passata dalla dieta mediterranea alla dieta della quarta settimana.
I prezzi rispetto allo scorso anno, soprattutto nell’ultimo semestre, sono aumentati del 6,1% (fonte: Istat) mentre gli acquisti domestici sono diminuiti, in quantità, dell’1,8% rispetto al 2006 (fonte: Conf. Italiana Agricoltori). Nel 2007si è registrato un calo nei consumi del 7,3% per il pane, del 4,5% per la pasta, del 2,8% per la frutta, del 3,2% per le verdure, del 2,3% per il latte e del 3,85% e 2,3% rispettivamente per le carni bovine e suine (fonte: C.I.A.). Gli aumenti dei costi invece, vedono al primo posto il pane con un + 12,3%, la pasta + 8,4%, il latte + 7,6% e la frutta + 5,6% (fonte: C.I.A.).
Interessante è lo studio che l’Istat ha fatto sulla “inflazione percepita”, evidenziando lo iato che separa i rincari reali da quelli quotidianamente percepiti dai cittadini.
In base al quotidiano confronto con i prezzi, l’aumento dei generi alimentari è percepito del 18,9% rispetto al 6,1% dei dati statistici, quello dei trasporti sta a +15% invece del +6,9%. La forbice tra la “realtà” e la sua “percezione” – a questo punto inevitabilmente entrambe tra virgolette – aumenta considerevolmente se si parla del tempo libero – spettacoli e cultura – dove l’aumento percepito è dell’11,3% mentre la statistica si ferma all’1,1%.

Mentre i prezzi salgono, i salari scendono ed a perdere non sono solo le categorie più deboli o gli operai. Nei primi mesi del 2008 ad essere diminuite di più sono state le retribuzioni nominali annue lorde degli impiegati, soprattutto quelli con meno di 24 anni.
Se nel 2007 la paga lorda di un impiegato giovane era di 19.882 euro annue nel 2008 è di 19.275 euro. Quella di un giovane operaio, invece, era di 19.483 euro ed ora è di 19.217 euro. In un anno i salari sono calati rispettivamente del 3,1% e dell’1,4%. Ora, a prescindere dall’età – se si sale la situazione migliora solo leggermente – possiamo vedere che in media gli impiegati hanno perso il 3,1% e gli operai il 2,9%.
C’è una sola categoria che invece – guarda caso – ha visto aumentare sensibilmente le proprie retribuzioni lorde annue, quella dei dirigenti con un + 6,4% dal 2007 al 2008. (fonte: 9° rapporto sulle retribuzioni in Italia – OD&M). E poi c’è chi sostiene che non esistono più le classi!
E’ evidente che quando si parla di perdita del potere d’acquisto bisogna anche fare una distinzione tra le zone più colpite, il sud, quelle meno colpite, il nord, e chi per condizione geografica ed economica sta nel mezzo, il centro Italia (fonte: Istat).

Con i salari anche la casa si è ristretta. Dalla fine degli anni ’90 grazie al basso costo del denaro era diventato conveniente indebitarsi. In molti così ne hanno approfittato per comprare immobili, facendo salire la richiesta di case e quindi i prezzi. La conseguenza è stata che l’81% delle famiglie sono diventate proprietarie e solo il 18,4% sono rimaste in affitto: ai primi si è abolito l’ICI, ai secondi lo Stato concede 5,8 euro all’anno ad abitante, 48 centesimi al mese. Ecco la spesa sociale per la casa per chi è rimasto fuori dalla corte della proprietà.
Dal 1998 per porre un freno al mercato immobiliare è stato creato il “Fondo di sostegno all’affitto” (Fsa), che tramite decreto del Ministro delle Infrastrutture – perché per costoro la casa è tale – ripartisce i fondi alle Regioni che a loro volta li smistano ai Comuni, i quali tramite graduatoria, li distribuiscono alle famiglie bisognose. Nel 2000 per il Fsa erano stati stanziati 360 milioni di euro, nel 2007 solo 210,9 milioni: il minimo storico. Proporzionalmente alla diminuzione del fondo aumentavano le richieste, da 42.803 a 106.105 domande.
Riassumendo, dal 2000 al 2007 i fondi statali sono diminuiti del 41,6% e le domande sono aumentate del 148% (fonte: Sunia).
In Italia abbiamo circa 5 milioni di famiglie in affitto, tra queste il 27,7% hanno meno di 35 anni, il 33,2% sono mamme sole con figlio minorenne, il 25,6% sono famiglie monoreddito, il 33,4% sono persone in cerca di lavoro. Tra le famiglie a reddito più basso il 35,8% è in affitto: la proprietà è sempre una questione di classe.
Per il popolo degli affittuari dal ’99 al 2006 gli affitti sono aumentati del 112%, il canone medio è di 440 euro, 600 euro nelle metropoli. Secondo Banca Italia il 40% degli inquilini vive in una condizione di disagio abitativo, ovvero con più del 30% dello stipendio – spesso anche più di una buona metà – che se ne va per l’affitto. Conseguenza: l’aumento degli sfratti per morosità, spesso mascherati dai proprietari come “finita locazione”.
E il popolo dei proprietari? Finché i tassi d’interesse erano bassi, i mutui accessibili e gli affitti alti tutto andava per il meglio e le classi medio-basse a suon di “mutuo a tasso variabile”, sempre in maggior numero, hanno raggiunto il tanto sudato traguardo di avere la casa di proprietà.
Insieme alla crescita della domanda però crescevano anche i prezzi delle case e ad approfittarne sono stati anche gli imprenditori, che si sono messi a comprare immobili, usando i tassi d’interesse per arricchire i propri patrimoni ed entrare nel lucroso business della rendita immobiliare. La conseguente chiusura delle fabbriche con i relativi licenziamenti, rientra nella categoria “effetti collaterali”.
Ed ecco la bolla immobiliare, la crisi dei mutui e la fine dell’illusione della proprietà per tutti. Se una famiglia con reddito medio mensile di 2.500 euro ed un mutuo mensile di 825 euro nel 2005 poteva permettersi un mutuo di 187.500 euro, nel 2008 si deve fermare a 141.700 euro, in più si deve accontentare di una casa con il 30% di metri quadrati in meno. Vai ad abitare in periferia? Attento al caro benzina, per fare 40 Km si spendono 398 euro in più rispetto a tre anni fa.
Quello che si annuncia è l’arrivo di un esercito di proprietari poveri. Infatti, già nel 2004 si contavano 1.615.000 persone in “disagio abitativo effettivo” ed altri 272.000 in “disagio potenziale”. Nel 2007 più di 408.000 famiglie non sono state in grado di pagare la rata del mutuo (fonte: Banca Italia). Sempre Banca Italia, ci dice che da maggio a giugno di quest’anno i tassi d’interesse per l’acquisto della prima casa sono saliti dal 5,75% al 5,85% e sempre dall’inizio del 2008 i mutui stipulati a tasso variabile sono scesi al 30% mentre quelli a tasso fisso sono arrivati al 70% (nel 2003 il tasso variabile stava al 78% e il fisso al 22,1%).
Aumenta anche il ricorso al credito al consumo: altrimenti come te li compri i televisori al plasma, la macchina rombante e l’ultimo modello di cellulare con piscina ad idromassaggio inclusa?!

A novembre scorso i prestiti oltre i 5 anni hanno superato i 25 miliardi di euro. In un misero anno le famiglie italiane si sono accollate più di 38 miliardi di debiti in più. Tra mutui e prestiti in un anno le “sofferenze bancarie” – i buffi – sono cresciuti dell’8,45%, 11 miliardi di euro. Il conto non pagato, invece, è salito a 11.292 milioni di euro: 880 milioni in più dello scorso anno (fonte: Banca Italia).

La causa di tutto ciò è certamente rintracciabile nella difficile congiuntura economica globale: la crisi americana dei mutui subprime, l’arrivo di nuove potenze egemoni come la Cina e l’india dentro lo scacchiere geopolitico e l’aumento del costo del petrolio grazie alla massiccia “esportazione di democrazia” avvenuta dopo l’11 settembre ‘01. Ma per spiegare e comprendere la crisi italiana tutto ciò non è sufficiente.
Colpevole è la pratica del “cartello bancario” ove le banche si accordano tra loro per tenere alti i prezzi e non ridurre i tassi.
Colpevoli sono le “imprese di intermediazione immobiliare” – agenzie immobiliari – che gestiscono un terzo del mercato dei mutui più quello degli affitti. Dal ’98 ad oggi sono passate da 20.000 a 30.000 ditte, con un aumento del business che va dai 3.375 milioni di euro del 2000 ai 4.312 milioni del 2003.
Colpevole è lo sfruttamento ignobile dei migranti e degli studenti fuori sede che esercitano una pressione fortissima sul mercato di affitti e mutui, in più, soprattutto i primi, sono delle categorie estremamente ricattabili. I migranti da soli rappresentano il 10% del mercato delle case, nelle città più grandi e nel nord Italia, anche il 20%.
Colpevole è la svendita del patrimonio pubblico – case, uffici, caserme – tramite le cartolarizzazioni di Tremonti, ovvero, svendere gli immobili statali ai privati per poi – i molti casi – ricomprarli a prezzi alti.
Nel frattempo il nuovo Governo Berlusconi ha già detassato gli straordinari, ponendo come unica soluzione ai bassi salari, l’aumento della fatica, il rischio di morte sul lavoro, la competizione tra operai (italiani meno poveri VS italiani più poveri e italiani VS migranti), la sostanziale esclusione delle donne e se avanza un po’ di tempo, per i più nostalgici, vi è anche la reintroduzione delle gabbie salariali. Sui mutui ha stabilito un accordo con l’ABI (Ass. Banchieri Italiani) che blocca il mutuo a tasso variabile, diluendo però il pagamento in più anni, con tanti profitti per le banche e tanto mal di fegato per i cittadini. Il superministro Tremonti ha già annunciato la quarta cartolarizzazione, ovvero, la svendita ai privati di tutti i parchi pubblici. Infine, ma non per importanza, è in dirittura d’arrivo la “norma antiprecari” che, oltre ad affossare l’articolo 3 della Costituzione (il principio d’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge), preclude ai lavoratori con contratto a tempo determinato, giudicato irregolare, la possibilità di essere reintegrati – stabilizzati – da un magistrato.
Il tutto mentre con il Lodo Alfano si sono garantiti l’impunità personale. E chi protesta? Inasprimento delle pene ed esercito lungo le strade.

Sono queste le mattonate che hanno ridotto redditi e salari, dequalificato il lavoro, bloccato la mobilità sociale, trasformato la “Repubblica fondata sul lavoro” in “Repubblica fondata sul mutuo” e creato un cortocircuito tra mercato del lavoro e mercato della casa. Una vera e propria “discesa di classe” che sta generando una nuova e diffusa proletarizzazione, soprattutto nelle fasce giovanili. Per la prima volta dopo la Seconda Guerra mondiale, la maggior parte dei figli vivrà una condizione economica e sociale peggiore di quella dei padri, indipendentemente dalla classe sociale di provenienza.
E’ l’incapacità radicale di poter costruire un futuro, di essere padroni del proprio tempo e di creare una narrazione della propria vita la vera insicurezza. E’ la precarietà intesa in termini biopolitici, che ha chiuso in casa le persone, lasciandole sole ed indifese, senza più nessuna capacità di schivare o parare le mattonate di paura scagliate ogni minuto con violenza inaudita, da TV e giornali.
Mattonate capaci di trasformare l’indignazione in frustrazione – “tanto non cambia nulla” – deviando la responsabilità della classe politica ed economica verso il povero di turno – meglio se migrante – che stupra, uccide, sporca e ruba il lavoro, anche se le statistiche dimostrano il contrario. Paradosso dei paradossi, si chiede a chi ha ridotto i cittadini in mutande di proteggerli dall’uomo nero. Si pretende sicurezza da chi l’insicurezza l’ha programmata, applicata e razionalizzata con scientifica precisione.
La sicurezza, quella vera, è il diritto alla casa, ad un salario dignitoso, al reddito garantito, alla formazione, all’istruzione, agli spazi sociali e culturali, agli spazi verdi ed alla qualità del vivere.
La sicurezza si declina solo in termini di libertà: libertà dal bisogno e libertà di movimento. Tutti coloro che, invece, sacrificano la libertà privata e pubblica in nome della sicurezza, non si meritano né l’una né l’altra.

Le mattonate, oggi, sono dispositivi di filtraggio, selezione e gerarchizzazione degli spazi urbani al fine di produrre una razionalizzazione economica del vivente e del vivere. Un biopotere fondato sul controllo, sulla rendita e sulla speculazione.
Il mattone è ormai un componente fondamentale di ogni investimento al di la che si tratti di azioni, obbligazioni o titolo di stato. Esso simboleggia la nuova forma di accumulazione originaria con cui si è rilanciato il capitalismo, da quando verso la fine dei ’70, la rendita fondiaria urbana da limite si è trasformata in motore propulsivo e fondamenta dello sviluppo capitalistico.
La valorizzazione dei suoli urbani ha raggiunto un livello tale che il suolo diventa a tutti gli effetti un puro investimento finanziario, valorizzato come “capitale fittizio” in grado di garantire profitti e rendite. Questo meccanismo rende possibile vendere azioni prima che esse diventino delle reali e concrete attività produttive, garantendo a chi le acquista un “diritto di ripartizione” dei proventi futuri. Se i meccanismi finanziari rendono possibile capitalizzare il reddito costante come un futuro capitale immaginario, allora, anche la rendita fondiaria diventa tale. A questo punto, i suoli urbani – i terreni delle nostre città – diventato in tutto e per tutto degli investimenti finanziari in continua valorizzazione. Infatti, i prezzi non sono vincolati solo dal valore attuale dei terreni, ma soprattutto dal valore potenziale, dalla rendita ottenibile in futuro grazie alle trasformazioni del valore d’uso ed alla riqualificazione urbanistica.
Il possesso della proprietà fondiaria da parte delle grandi istituzioni finanziarie – banche, assicurazioni, multinazionali – dei grandi imprenditori ed immobiliaristi e di una corte di piccoli proprietari – speculatori, magnati degli affitti, agenzie immobiliari – sono il presupposto e la base per trasformare la rendita fondiaria urbana in puro strumento finanziario. Il rinnovo urbano è la premessa della valorizzazione possibile della rendita.
Il quadro che ne esce è che la città è fatta per i profitti privati degli speculatori e dei costruttori, contro gli interessi comuni dei cittadini e che le politiche per la casa non sono più abitative, ma per l’abitazione. Il costruire case diventa un fine e non un mezzo, che ci abitino e meno le persone questo invece diventa secondario.

Il privato, dai tempi in cui l’uomo recintò il primo pezzo di terra, dicendo: “E’ mio!”, si definisce come “appropriazione del comune da parte di uno solo” e di conseguenza esproprio/sottrazione a tutti gli altri. Il pubblico, invece, possiamo definirlo come ciò “che appartiene a tutti ma a nessuno” in quanto appartiene allo Stato.
Oggi, parlare di politiche, servizi, spazi pubblici non ha più senso alcuno. Il pubblico, oggi, è il mezzo, il tramite, il contenitore attraverso cui e grazie a cui passano, agiscono e si realizzano gli interessi privati.
Oggi, lo Stato non governa ma amministra. Il 14 aprile 2008 si è tenuta la grande gara d’appalto per dirigere ”l’Azienda Italia”, tra i due consigli d’amministrazione in lista – PD e PDL – ha vinto quello fatto di lifting, veline, mafia, folclore, xenofobia e residui fascisti. Non lo ha votato il popolo italiano – il popolo non esiste più – ma degli azionisti e una massa di donne e uomini impauriti.

Ai concetti di pubblico e privato opponiamo quello di comune: l’affermazione del diritto comune delle donne e degli uomini su ciò che la loro cooperazione è capace di produrre.
Al concetto generico, debole, indistinto e buono per tutte le stagioni di democrazia opponiamo il termine di “democrazia insorgente ed istituente”. Insorgente in quanto riteniamo la democrazia non un regime politico ma una modalità dell’agire politico, un’irruzione dell’evento capace di rompere lo status quo, riconquistando spazi e libertà.  
L’evento è ciò che sospende il tempo storico, la legalità calcificata, la fissità dello Stato, istaurando un tempo in cui tutto ciò che si compie vale per se stesso, a prescindere da qualsiasi strategia a lunga distanza. Nella sua esasperazione del presente, l’evento, per un breve lasso di tempo costituisce l’effettivo superamento dello “stato di cose presente”. Non prepara il domani, ma rende fuggevolmente presente il dopodomani, ne mostra la sua possibilità.
E’ compito deI carattere istituente riportare l’evento nella temporalità storica, renderlo durevole nel tempo, capace di creare organizzazione ed istituzione, garantendo e potenziando quel “dopodomani” che in esso si è espresso.
“Stato Democratico” è ormai un ossimoro. Oggi, una democrazia “vera” può essere concepita e praticata solo in opposizione allo Stato.

Quest’anno, anche la Plage Sauvage vuole lanciare le sue mattonate.
Mattoni fatti di parole e corpi, sudore e sapere. Mattoni sapientemente impastati in un anno di inchiesta e di conflitto sul diritto alla casa.
Quest’anno, mattone su mattone, costruiremo la nostra proposta per la ricostruzione di un patrimonio di edilizia pubblica cittadina e per il diritto all’abitare a Senigallia.

CSOA Mezza Canaja … in Plage Sauvage ‘008

–> LEGGI IL COMUNICATO STAMPA
–> PROGRAMMA PLAGE SAUVAGE 2008
–> SCARICA IL MANIFESTO

 

Approfondimenti:
"FURTO IN CASA"

Tremonti
promette 20.000 nuove abitazioni ma solo a chi potrà acquistarle
entro il 2009. E lo fa utilizzando i soldi destinati agli affitti
agevolati per gli sfrattati e al recupero del patrimonio edilizio. È
una truffa e un regalo alla rendita immobiliare e ai costruttori in
difficoltà per lo scoppio della bolla speculativa.

Edilizia
Impopolare:

http://www.ilmanife
sto.it/Quotidian o-archivio/ 07-Agosto- 2008/art9. Html

Una
casa solo per i palazzinari:

http://www.ilmanife
sto.it/Quotidian o-archivio/ 07-Agosto- 2008/art40. Html

Emergenza
senza speranze:

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/07-Agosto-2008/art41.html

L’Unione
Inquilini sulla manovra finanziaria:

http://www.unioneinquilini.it/cm/2008/cm_08_477.asp

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COMUNICATO STAMPA PLAGE SAUVAGE 2008

by on Aug.11, 2008, under Plage Sauvage

Plage
Sauvage ‘008

MATTONATE

Avvicinarmi
al cemento, con le mani e col naso,

è
stato l’unico modo per capire su cosa si fondava il potere, quello
vero.”

(R.
Saviano – “Gomorra”)

Il
mattone è il risultato di acqua, cemento, polvere, sangue e sudore.

Il
mattone viene dai “lavori della stanchezza” quelli che fiaccano
il corpo per il peso, il ritmo e gli straordinari fatti per arrivare
a fine mese ed avere nonostante tutto, un salario basso.

Il
mattone è pietra sacrificale per un “esercito” di operai edili –
migranti ed italiani – feriti o morti sul lavoro, o meglio, per il
lavoro e la ricchezza di qualcun altro.

Il
mattone, anche quello fatto di capitali illeciti e macchiati di
sangue, è moneta di scambio tra organizzazioni malavitose,
latifondisti, costruttori, imprenditori spregiudicati, furbetti del
quartierino, banche e multinazionali. E’ soggetto ed oggetto di
patti tra potere politico ed economico.

Il
mattone è accumulo di capitale: ieri rendita fondiaria, oggi,
rendita finanziaria.

Il
mattone è ormai un componente fondamentale di ogni investimento al
di la che si tratti di azioni, obbligazioni o titolo di stato.

Le
mattonate sono i fendenti mossi per affermare la politica clientelare
che governa il nostro paese.

Le
mattonate sono le colate di cemento che hanno distrutto il
territorio, violentato l’ambiente, inquinato l’aria e resa nociva
la vita.

Le
mattonate sono le grandi infrastrutture e le grandi opere che
sacrificano sull’altare del profitto privato, vite e saperi
consolidati, in nome di una falsa ed ipocrita ideologia “sviluppista”
(che sia la TAV in Val di Susa o la Complanare a Senigallia).

Le
mattonate sono i centri commerciali che hanno ridisegnato lo spazio
urbano delle nostre città: territori del consumo totale che hanno
ridotto i centri storici in “boutique di lusso” e abbandonato le
periferie a se stesse.

Le
mattonate sono anche quelle lanciate da una politica scellerata, che
ha seppellito sotto milioni di metri cubi di cemento l’edilizia
residenziale pubblica e sociale, trasformando la casa da bene d’uso
a “bene a scopo di lucro”, per poi infilare il collo delle
persone dentro i nodi scorsoi dei mutui bancari o degli
“affitti-inaffittabili” delle agenzie immobiliari.

Le
mattonate sono dispositivi di filtraggio, selezione e
gerarchizzazione degli spazi urbani al fine di produrre una
razionalizzazione economica del vivente e del vivere.

Mattonate
che hanno ridotto redditi e salari, dequalificato il lavoro, bloccato
la mobilità sociale, trasformato la “Repubblica fondata sul
lavoro” in “Repubblica fondata sul mutuo” e la dieta
mediterranea in “dieta della quarta settimana”, creando un
cortocircuito tra mercato del lavoro e mercato della casa. Una vera e
propria “discesa di classe” che sta generando una nuova e diffusa
proletarizzazione, soprattutto nelle fasce giovanili.

Mattonate
come pioggia, che hanno lasciato case senza gente e gente senza case.

Quest’anno,
anche la Plage Sauvage vuole lanciare le sue mattonate.

Mattoni
fatti di parole e corpi, sudore e sapere. Mattoni sapientemente
impastati in un anno di inchiesta e di conflitto sul diritto alla
casa.

Quest’anno,
mattone su mattone, costruiremo la nostra proposta per la
ricostruzione di un patrimonio di edilizia pubblica cittadina e per
il diritto all’abitare a Senigallia.

CSOA
Mezza Canaja …in Plage Sauvage ‘008

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RISERVE DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE SUL TRATTO AUTOSTRADALE DELL’ A14 FANO-SENIGALLIA – DOCUMENTO DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE 28 DICEMBRE 2006

by on Aug.10, 2008, under No complanare

 

SCARICA IL DOCUMENTO DEL MINISTERO:     ->  Prima parte      ->  Seconda parte

 

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LA PARTITA CONTRO LA COMPLANARE COMINCIA ADESSO!!

by on Aug.04, 2008, under No complanare

LA
PARTITA CONTRO LA COMPLANARE COMINCIA ADESSO!!!

DOCUMENTO DEL MINISTERO:     ->  Prima parte      ->  Seconda parte

E’
davvero un compito arduo portare avanti politiche ambientaliste
nell’era della legge obiettivo dove, la realizzazione e la celere
finalizzazione dell’opera, spacciata per interesse generale, viene
anteposta alla tutela e salvaguardia dell’ambiente ed alla salute
dei cittadini. Una politica che si definisce ambientalista non può
che miseramente riparare all’ingente danno solo ed esclusivamente
attraverso quelle toppe che chiamano mitigazioni ambientali e,
attraverso seri rilevamenti sia sull’impatto ambientale sia
sull’emissione di agenti inquinanti e di rumore, la cui utilità
sta nel fare tacere popolazione, comitati e quant’altro. Nella
breve e triste esperienza dei due anni del governo Prodi, ci stava
provando l’allora Ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio ed il
Ministro dei beni culturali Francesco Rutelli attraverso il decreto
del 28 dicembre del 2006. Visto poi i risultati elettorali delle
recenti elezioni politiche, quel decreto è stato reso carta straccia
non solo dal centrodestra ma, a livello locale, anche dallo stesso
centrosinistra (e di certo non ci meravigliamo!) e dal partito dei
Verdi (a quel tempo paladini della tutela dell’ambiente), per dare
cosi continuità al disfacimento più totale di quell’area politica
oramai “extraparlamentare” e, addirittura, trarre virtù da
quella legge obiettivo allora tanto contestata in fase di
approvazione durante il primo governo Berlusconi.

In
quel perfetto sconosciuto decreto riguardante l’ampliamento del
tratto autostradale marchigiano, l’allora ministro richiedeva dei
quesiti specifici proprio nel tratto Senigallia –Fano citando anche
la neofamigerata complanare. In un testo di 50 pagine l’allora
ministro poneva delle condizioni in quanto trovava nel progetto
della terza corsia degli aspetti inaccettabili. Aspetti che tra
l’altro non tengono conto dell’ulteriore passaggio della
complanare nella tratta citata e che rimarcano la superficialità
delle valutazioni effettuate per la realizzazione del progetto.

Il
primo aspetto in questione riguarda l’inquinamento da rumore.
Poiché la complanare passa a ridosso dei borghi di rimpetto alle
finestre delle case, il ministero trova da ridire sul fatto che hanno
fatto una valutazione non tanto considerando il carico massimo di
traffico quanto quello di una giornata domenicale invernale. Al
ministero questa valutazione non è andata bene in quanto sostiene
che bisogna considerare le giornate estive dove il carico è maggiore
e, tra l’altro, non bisogna considerare la domenica, giornata in
cui i camion non transitano. Quindi il ministero in quel documento
sostiene di rifare la valutazione dell’inquinamento da rumore. Il
ministero poi nel documento sostiene che, chi abita nei pressi
dell’autostrada, gli viene leso anche il diritto di “confort
interno”. Attraverso la legge 142 ed il decreto dei parametri
passivi, quando vengono superati determinati limiti acustici bisogna
pagare agli abitanti delle zone limitrofe tutte le spese
d’insonorizzazione affinché questi possano vivere dentro casa, con
la costruzione di barriere acustiche e l’insonorizzazione delle
finestre delle case e quindi il convivere con finestre sempre chiuse
e con un paesaggio esterno costituito non più da colline ma da
barriere di plastica. Inoltre a seguito di in questi interventi
esprime delle perplessità in quanto gli abitanti delle zone
adiacenti alla bretella possono essere soggetti all’effetto tubo.

Riguardo
al quadro di riferimento ambientale, le perplessità del ministero
sono ancora più palesi in quanto nonostante Senigallia sia tra le”
zone a rischio”in materia di qualità dell’aria e, fino al
dicembre 2006 non vi era (e forse non vi è tutt’ora) una stima di
livelli di inquinamento atmosferico per gli ambiti territoriali, né
un’articolazione di tali livelli all’interno degli ambiti
stessi”, la regione Marche ha espresso parere positivo al progetto,
non evidenziando criticità in merito alla qualità dell’aria.

Dal
momento che la complanare (dapprima bretella autostradale, poi strada
extraurbana, variante alla s.s.16 ecc..) nell’ultima conferenza
stampa del comune è stata definita come strada interquartiere, il
rispetto delle suddette prescrizioni per le quali il ministero ha
espresso la riserva al parere favorevole spetta dunque agli enti
comunali.

Invitiamo
dunque tutti i cittadini ed i rappresentati dell’amministrazione
comunale(dato che al momento dell’incontro con la S.P.E.A. ne hanno
chiesto una copia ad un membro del comitato!) a prendere visione del
decreto scaricandolo dal nostro Blog.

Poiché
è compito di un comune tutelare e salvaguardare l’interesse per la
salute dei cittadini, ci chiediamo come mai si continua ad insinuare
l’irreversibilità del progetto nonostante questa mancanza di
garanzie e, soprattutto, nonostante non vi è ancora l’ufficialità
della fine della fase progettuale. Nell’arco di poco più di un
mese ovvero dal 26 giugno, giorno in cui l’Assessore
all’urbanistica dichiarava “siamo ormai nella fase del progetto
esecutivo e sulla complanare indietro non si può tornare”, alla
conferenza stampa dell’accordo tra A.N.A.S. e Comune, è stato
falsamente ribadito per ben due volte l’inizio della fase
esecutiva.

Nel
mezzo di questo lasso di tempo ovvero mercoledi 23 luglio, in sala
consiliare si discuteva e si bocciava la mozione portata avanti dal
consigliere Roberto Mancini richiedente la revisione del progetto, a
dimostrazione del fatto che la possibilità di poterlo ritirare c’è
ma manca esclusivamente la volontà politica, malamente e
distrattamente camuffata.

Ci
ritroviamo di fronte alla consueta dinamica del tutto italiana dove
la bandiera della legalità viene sbandierata in faccia al popolo
inerme mentre chi ci governa ne rimane esente e, in molti casi per
tutelare i propri interessi, s’inventano leggi su misura.
Esprimiamo la nostra solidarietà a cittadini dei Borghi minacciati
dagli “espropri ai proletari” e dalle ruspe “ambientaliste”.
La partita contro la complanare non è affatto conclusa ma comincia
adesso.

CSOA
MEZZA CANAJA

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29/07/08 NO COMPLANARE: SIT IN DAVANTI AL COMUNE

by on Jul.30, 2008, under No complanare

 

COMPLANARE:
LE RAGIONI DEL NO!

  • Il
    progetto della Complanare non rappresenta la soluzione ai problemi
    della congestione del traffico urbano, ma un’ulteriore striscia
    d’asfalto che andrà ancora di più ad erodere i pochi spazi verdi
    sopravvissuti alla cementificazione, ad incentivare l’utilizzo
    dell’automobile con il conseguente innalzamento sia del traffico
    che dell’inquinamento cittadino.

  • Per
    chi dall’entroterra si appresta a raggiungere Senigallia e per chi
    proviene da Ancona o da Pesaro utilizzando la strada statale, la
    Complanare non risulta utile e non alleggerisce il traffico della
    strada statale.

  • La
    strada della Complanare non ha a tutt’oggi una sua classificazione
    ufficiale (urbana? extraurbana? nuova S.S.16? ) Inoltre, per chi la
    dovesse percorrere da nord a sud, si vedrebbe costretto a fermarsi
    lungo la carreggiata attendere che quella opposta sia libera ed
    usufruire degli svincoli posti esclusivamente nella corsia da sud a
    Nord. In virtù di questo modello non viene garantito lo scorrimento
    delle automobile cosi come la sicurezza delle stesse, in modo
    particolare in prossimità dell’uscita di Borgo Coltellone
    completamente a ridosso della galleria artificiale!

  • Pubblicizzato
    come progetto d’interesse generale, nella realtà mira a
    sviluppare interessi particolari ovvero in primis quello di
    “visibilità di grandi opere” da parte dell’amministrazione
    in vista delle prossime elezioni poi, aspetto non secondario,
    quello della rendita fondiaria dei suoli e dei grandi centri
    commerciali ( a discapito dei piccoli negozi di quartiere ) che ,
    guarda caso, sono tutti costruiti lungo il percorso della Complanare
    .

  • Il
    progetto, in fase di realizzazione, non ha tenuto conto e non ha
    coinvolto le comunità locali direttamente interessate. Tutto questo
    in totale sfregio con quella politica territoriale avente come fine
    esclusivo l’interesse della collettività.

  • Nelle
    lottizzazioni prefissate per la realizzazione della strada, non vi è
    data alcuna garanzia affinché le aree in adiacenza, o nelle
    vicinanze dell’opera, non diventino territori edificabili. Il
    territorio di Senigallia continuerebbe cosi ad essere deturpato dal
    consumo del suolo per un’edilizia privata dai costi inaccessibili
    e non per l’edilizia pubblica.

  • Essendo
    il progetto parzialmente spesato dalla Società Autostrade (che pur
    sempre beneficia di soldi pubblici!),
    il
    Comune non ha mai preso in considerazione progetti alternativi
    .
    La Complanare costituisce la merce data in scambio dalla Società
    Autostrade al Comune affinché venisse autorizzata la realizzazione
    della terza corsia dell’Autostrada. E domandiamo come possa
    essere possibile che
    la
    Terza Corsia autostradali costituisca una incompatibilità
    urbanistica mentre, al contrario, le nuove quattro corsie aggiunte
    siano urbanisticamente compatibili.

  • Dal
    dicembre del 2006 ad oggi non sono mai stati resi noti i dati
    relativi all’impatto ambientale. In termini di inquinamento
    acustico ed ambientale, nella fase di realizzazione del progetto,
    gli studi sono stati fatti soltanto prendendo in considerazione le
    corsie dell’autostrada escluse le due ulteriori corsie della
    complanare. Quest’ultimi dovrebbero essere a carico o della
    provincia o del comune in base alla classificazione della strada a
    tutt’oggi ancora ignota, ma nessuno dei due enti predisposti ha
    dato notizie.

  • I
    quartieri di Borgo Ribeca, Borgo Coltellone e Borgo Mulino, la
    Capanna che già pagano il prezzo della convivenza con l’A14, si
    vedrebbero ulteriormente danneggiati con l‘aggiunta di altre 4
    corsie. Oltre al devastante impatto ambientale sopra citato,
    vedrebbero
    perdere di valore le proprie abitazioni
    .
    Oltre al danno anche la beffa.

  • La
    complanare è stata fatta per tutelare i profitti di pochi contro
    gli interessi ed i diritti di noi semplici cittadini ai quali
    vengono proposti solo semplici contentini.

Comitato
Versus Complanare …
e
non solo
!

IL
NO ALLA COMPLANARE SOTTO IL COMUNE: CRONACA DELLA MATTINATA

Questa
mattina la SPEA con i suoi tecnici insieme al Sindaco Angeloni ed al
ViceSindaco Ceresoni hanno risposto alle osservazioni presentate lo
scorso marzo da singoli cittadini in merito alla realizzazione della
Complanare.
Visto l’evento, di comune accordo con il "
Comitato
Versus Complanare  … e non solo
",
abbiamo fatto un agile volantinaggio (i volantini in allegato) sotto
il Comune per spiegare ai presenti ed ai passanti il perché del no
"senza se e senza ma" alla complanare.
Con noi uno
striscione che chiedeva alla SPEA  di mostrare la valutazione
d’impatto ambientale. Ovviamente nessuna risposta in quanto la
valutazione non è mai stata fatta.
La prima conclusione che
traiamo è che, pur avendo distribuito più di 100 volantini e
nonostante il "problema complanare" abbia più volte
occupato le prime pagine delle cronache locali, la maggior parte
delle persone non sanno minimamente non solo cos’è la complanare ma
neanche della sua esistenza. La risposta più gettonata è:
"
Complanare
cosa?".

Questa la dice lunga su come la città sia stata informata, di come
la stesura del progetto e la sua approvazione siano stati partecipati
dai cittadini tutti.
Il Sindaco e la sua Amministrazione che
anche all’ultimo Consiglio Comunale hanno pubblicamente vantato la
trasparenza e la partecipazione al progetto, mentono spudoratamente.
La stragrande maggioranza dei senigalliesi della complanare non sa
nulla e l’unica informazione che è stata e viene fatta è quella dal
basso, certosina, quartiere per quartiere, fatta dal comitato: le
ragioni del no.
Infatti, appena le persone vengono informate
scatta subito l’interesse e spesso il disappunto verso il
progetto.
Il nostro è stato un volantinaggio minuto e agile,
che però pian piano si è ingrossato, grazie alla presenza dei
cittadini dei borghi interessati ed evidentemente agli occhi attenti
della Polizia Municipale, questo chiacchiericcio dev’essere sembrato
una "adunata sediziosa", infatti, puntuali, sono partite le
provocazioni.
Due agenti prima ci hanno intimato di togliere il
banchetto in quanto non autorizzato, ma il banchetto non era il
nostro ma del comune presente in piazza dalla sera prima. Poi sono
arrivati i rinforzi ed hanno cominciato ad esigere i documenti per
schedare i presenti per poi passare direttamente agli insulti fatti
dall’agente Sandro, che ha dato letteralmente delle "
teste
di cazzo
"
a dei cittadini, molti dei quali presenti per capire i danni che
subiranno le proprie abitazioni ed anche ad un consigliere comunale.

Un comportamento inqualificabile e provocatorio quello dei
vigili urbani, tanto più se si pensa che il volantinaggio era già
stato visionato dalla Digos e dagli uomini della Polizia senza porre
alcun problema. Alla
fine si è capito il perché di tanta attenzione, quando un agente
della Municipale ha detto "
il
Sindaco non tollera questa situazione
".
E invece, volente o nolente, la dovrà "tollerare" sempre
di più se il progetto non verrà fermato, ed ancora è possibile
farlo.

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02/08/08 AUGUST IN REGGAE: DA PADOVA BOMCHILOM

by on Jul.17, 2008, under Feste

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16/08/08 DANCEHALL IN PLAGE SAUVAGE:: SIR. DAVID RODIGAN (UK) + MAJORANI SOUND + ALWAYS LOVING JAH

by on Jul.13, 2008, under Feste

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DAL 12 AL 17 AGOSTO PLAGE SAUVAGE III CAMPEGGIO AL CSOA MEZZA CANAJA

by on Jul.13, 2008, under Plage Sauvage

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12/07/08 FESTA REBEL MUSIC ROCK SKA _ DJ SHUMI & MILITANT SKA

by on Jul.11, 2008, under Feste

 

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11/07/08 CONCERTO JAZZ LIVE _ GAROFOLI SOLARINO QUARTET

by on Jul.07, 2008, under Feste

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