CSOAMezzaCanaja

08/12/08 LA CONTRADDIZIONE DI ESSERE DONNA IN MESSICO

by on Dec.09, 2008, under Corrispondenze dal Messico

LA CONTRADDIZIONE DI ESSERE DONNA IN MESSICO

L’instancabile
metropoli ogni mattina si sveglia e comincia a vivere di nuovo; la musica e il
forte odore di cibo pervade le strade accogliendo i disperati alla ricerca
della sopravvivenza.

Le donne
sono la spinta propulsiva che permette a questa società la rinascita ogni
giorno. In un paese latino, a cultura matriarcale, com’è il Messico, la figura
femminile è fondamentale.

Questa
parte d’umanità è la prima che si sveglia, che inizia a fare i lavori di casa,
che dà da mangiare alle tante bocche della famiglia. Queste donne forti
dell’estremo nord della metropoli, fin da piccole apprendono il loro ruolo
all’interno della società e a soli 15 anni vengono “presentate” al mondo con
una grande festa, se non sono già rimaste incinte, questo rituale permette al
quartiere di capire che questa bambina è già pronta a compiere il ruolo per il
quale è stata creata: creare altri esseri umani.

E’
importante ricordare che per il governo di questa città  si sta facendo il possibile per educare
sessualmente la comunità cittadina, anche applicando un’avanzatissima legge in
favore dell’aborto, ma in questi quartieri semi-dimenticati si continua a far
nascere vite e l’unico futuro che si prospetta per loro è la strada.

Le donne-
bambine passano dalle proprie famiglie alle nuove famiglie, unico futuro
probabile, unica prospettiva possibile. Una volta sposate e “fabbricato” i loro
bambini, iniziano a ingrassare, a non curarsi, la massima utilità sociale delle
donne è stata compiuta: un uomo, tanti bambini, una famiglia.

A prima
vista sembrano donne forti, felici di se stesse, convinte delle loro scelte. Le
prime immagini che mi si prospettano sono di donne che accudiscono i loro tanti
fanciulli, che cercano di mandare avanti le proprie famiglie, che lavorano
perchè qui i soldi non ci sono mai, che preparano deliziosi cibi con le poche
cose che hanno, e che tuttavia continuano a sorridere. A poco a poco però,
vivendo a contatto con loro e con le loro chiacchiere, ti accorgi del gran
malessere che portano dentro.

Non si
rendono conto di quello che hanno dentro, non hanno tempo per ascoltarsi o
dedicarsi a se stesse: il ruolo è stato inculcato. E sono convinte solo che
senza un uomo non potrebbero andare avanti. E vedo i loro uomini pretendere
tutto; molti, ubriachi, passano le giornate “ganandose la vida” e poi ritornano
a casa, sfogano le frustrazioni sulle loro donne, chiedono divertimento.

Insomma le
donne mandano avanti la società, essendo appunto una cultura matriarcale, non
rendendosene conto, ma si aggrappano alla figura maschile pensando che solo
cosi’ sia possibile la loro esistenza. Proprio qui sta la grande
contraddizione: l’indipendenza e la dignità di essere donne è nelle loro mani,
però non riescono a coglierla, o meglio, nessuno ha dato loro gli strumenti per
cercare la felicità essendo se stesse.

In questa
quotidianità fatta di continue discriminazioni, abusi e frustrazioni, i
bambini, naturalmente, apprendono che l’unica maniera possibile di vivere sia
quella che i loro genitori e i quartieri dove vivono gli prospettano.

E cosi’ si
continua, all’infinito!!!

La cena è
servita, e domani è un altro giorno e si continua a sopravvivere.

 

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GRECIA: LA RABBIA DEGNA – CON ANDREAS NEL CUORE

by on Dec.09, 2008, under Comunicati e Manifestazioni

GRECIA: LA RABBIA DEGNA

Con
Andreas nel cuore

Si
trattava di una manifestazione studentesca, una manifestazione contro i
processi di riforma che in Grecia, come in Italia, come nel resto d’Europa,
stanno dismettendo l’università e la ricerca pubbliche. Si trattava di una
manifestazione all’interno del quartiere Exarchia, quartiere studentesco e
autonomo per eccellenza, l’equivalente del nostro San Lorenzo, a Roma. La
polizia ha sparato e ucciso a freddo un giovane di quindici anni, perché forse
ci sono tanti Cossiga anche in Grecia e perché forse i Cossiga in Grecia
vengono ascoltati con maggiore solerzia. Solo la potenza di massa dell’Onda, in
Italia, ha tenuto distante la repressione più assassina, per quanto non sono
mancate provocazioni neo-fasciste e manganelli.

L’Europa
ha paura, ha paura del fatto che gli studenti non sono più disposti a tollerare
l’università del Bologna process, che non accettano più di fare una vita di
merda, senza futuro e senza garanzie. Gli studenti sono il pubblic enemy e qualcuno
ha deciso di fare sul serio, magari per dare un messaggio a tutti gli altri:
"si fa così con questi bastardi, o in classe a studiare o per terra a
crepare!" Chissà cosa diranno questure e prefetture italiche, è indubbio,
infatti, che il clima italiano è cambiato e che qualcuno vuole menare i
manganelli con più decisione.

Anche in
questo caso rispondiamo che non abbiamo paura e che Andreas è un nostro
fratello!

Con i suoi
occhi nel cuore saremo in piazza il 12 dicembre, non solo per generalizzare lo
sciopero, ma anche per chiedere GIUSTIZIA.

 

APPROFONDIMENTI:

·         
Da uniriot.org | Grecia, la polizia uccide un ragazzo

·         
Ascolta
l’intervista realizzata da Radio Onda d’Urto con Ianis, compagno del movimento
anticapitalista greco, che inquadra la rivolta nel contesto della crisi

Video:

·         
Da Unità.it | Scontri a Salonicco

·         
Da corriere.it | Grecia, non si ferma la protesta:
40 feriti

·         
Da repubblica.it | Grecia, scontri e un morto

·         
Da repubblica.it | Grecia, battaglia a Patrasso

·         
Da corriere.it | Grecia, scene di guerriglia urbana

·         
Da corriere.it | Nuove violenze e proteste in tutto
il paese

Foto:

·         
Da infoaut.org | Andreas vive! Grecia in rivolta!

·         
Da lastampa.it | Guerriglia nelle città della Grecia

·         
Da corrieredellasera.it | Scontri in Grecia ucciso
un 15enne

 

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08/12/08 PRANZO SOCIALE ORGANIZZATO DAL COMITATO VERSUS COMPLANARE ORE 13 AREA VERDE BORGO RIBECA::PRENOTAZIONE ENTRO SAB 6/12 AL NUM: 3331295984

by on Dec.03, 2008, under No complanare

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29/11/08 L’ONDA NON SI ARRESTA, IL SAPERE NON SI ACQUISTA – COMUNICATO DEL COLLETTIVO ZENIT

by on Dec.01, 2008, under Collettivo Studentesco Zenit

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L’ONDA NON SI ARRESTA, IL SAPERE NON SI ACQUISTA



Sabato 29 novembre l’Onda senigalliese si è di nuovo impossessata delle piazze
e delle strade della città, inondandola con i corpi degli studenti medi, degli
universitari, degli insegnanti e dei genitori, per ribadire non solo la
contrarietà alla legge Gelmini ed al contentino rappresentato dalla legge 180,
ma per rivendicare il libero accesso alla cultura. La mobilità, il teatro, il
cinema, le mostre, i concerti e gli stessi libri sono elementi culturali che
uno studente dovrebbe permettersi senza sacrifici economici, né suoi né della
famiglia. Dovrebbero essere dei diritti per tutti e non dei privilegi per
pochi. Gli studenti, come categoria sociale priva di reddito – ma che il
reddito diretto e indiretto lo reclamano come saldo per tutti gli stage
gratuiti o sottopagati fatti nelle aziende – dovrebbero avere libero accesso a
tutto ciò che produce sapere.

Nelle giornate di venerdì 28 e sabato 29 studenti e precari di tutta
Italia hanno deciso di riprendersi questo diritto non pagando per un giorno il
prezzo del sapere e dei trasporti pubblici. Sono questi i contenuti che abbiamo portato al sit-in del Coordinamento
Difesa Scuola Pubblica Senigallia e che avremmo detto anche dal palco della
Guzzanti. Uno spazio per noi di grande visibilità e sensibilità verso certe
problematiche. Uno spazio formativo e informativo che però per molti di noi
presentava un costo proibitivo. Ci chiediamo quanti studenti – e relative
famiglie – possano permettersi 25 euro per andare ad uno spettacolo teatrale. Sia
chiaro 25 euro il settore C!

Il palco avevamo deciso di chiederlo e non di occuparlo, perché pensiamo
che sia un atto di maturità e di responsabilità non produrre forzature
soggettive quando non si è soli in piazza. Le singole identità fanno un passo
indietro per far fare due passi avanti all’identità comune. Oggi, i giornali ci contrappongono alla Guzzanti, i dirigenti della
Comstar cadono dalle nuvole, come se non ci fossimo parlati nei giorni
precedenti e in più difendono chi ha alzato le mani su ragazze di 16 anni. Per
favore, una volta tanto che il Mezza Canaja non centra niente non tiriamolo in
ballo per fargli recitare il ruolo del cattivo.

Diciamo la verità, la forzatura è scaturita dall’indignazione dopo tre
giorni di balletto su se e quando si doveva parlare. Noi, purtroppo, non abbiamo amici o conoscenti nel mondo della politica
o dello spettacolo che ci possono passare i numeri giusti e i contatti diretti.
Abbiamo amici che magari fanno le maschere, gli elettricisti o i fonici nei
teatri, per cui la piramide per contattare il vip di turno la scaliamo tutta,
senza corsie preferenziali. E’ proprio nella burocrazia di questa piramide che
vi è stato il gap comunicativo. La
Guzzanti
probabilmente avrà saputo il tutto mezz’ora prima
dell’inizio dello spettacolo e il fatto che non gli è stato comunicato prima
non è sicuramente colpa nostra. Qui e solo qui vi è la responsabilità di quello
che è successo.

Rivendichiamo pienamente la giustezza del nostro gesto, rafforzati dalla
solidarietà che abbiamo riscontrato in sala, nei calorosi applausi avuti dalla
stragrande maggioranza del pubblico pagante. Riteniamo irresponsabile la gestione che le varie burocrazie del
business hanno avuto nel ridicolizzare la nostra volontà di parlare,
soprattutto dopo giorni di telefonate ed e-mail. Riteniamo volgare il mentire davanti al pubblico del teatro, negando che
lo staff fosse a conoscenza delle nostre richieste ( poi se vi è stato un gap
comunicativo tra le gerarchie di manager e addetti stampa non ci è dato di
saperlo). Riteniamo irresponsabile il comportamento provocatore e violento della
security presente all’ingresso del teatro, soprattutto perché rivolto ad una
manifestazione pacifica composta da studenti, insegnanti e genitori. Riteniamo irresponsabile e intimidatorio il comportamento della polizia
nel prendere i nomi degli insegnanti e di minacciare denuncie verso chi
esercitava il diritto – sancito costituzionalmente – di manifestare.

Infine, come ha detto la Guzzanti durante lo spettacolo, il palco come
la libertà e i diritti, non si chiedono si prendono. Bene, siamo d’accordo con
lei, anche se troppo comodo dirlo con i piedi sul palco ed a cose già fatte.

 

Collettivo Studentesco Zenit 

         
Galleria
fotografica

         
Cronaca
degli eventi

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Vedi anche:

         
da
sabinaguzzanti.it | L’attrice
agli studenti: siete dei meschini.
…per questioni di stile evitiamo ogni
tipo di commento

 

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29/11/08 L’ONDA VA A TEATRO: CRONACA DEGLI EVENTI

by on Dec.01, 2008, under Collettivo Studentesco Zenit

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La
cronaca dettagliata degli eventi

 Galleria
fotografica

Venerdì 28 e sabato 29 erano due date di mobilitazione nazionale contro
la legge Gelmini. Abbiamo deciso di starci dentro, scegliendo la data di sabato
proprio per la presenza di Sabina Guzzanti in città. La nostra idea era al quanto semplice: un presidio davanti al teatro La Fenice in quanto la
posizione ci permetteva di poter comunicare sia con le persone presenti in
centro storico per lo “struscio” e sia con il pubblico della Guzzanti. Infine,
l’idea di chiedere alla stessa se ci poteva “accogliere” sul palco per poter
comunicare alle persone presenti in sala le ragioni che da più di due mesi ci
portano a denunciare la pesantezza dell’attacco che l’asse
Tremonti-Gelmini-Brunetta ha portato al diritto all’istruzione. Pensavamo – forse ingenuamente – che Sabina ci avrebbe accolto a braccia
aperte, dando visibilità alle nostre parole, sarebbe stato un bel gesto di
solidarietà.

Dai primi giorni della settimana ci siamo messi a chiamare per cercare
un contatto serio che ci permettesse di raggiungere la Guzzanti in tempo e
verificare la sua disponibilità. Telefonata su telefonata siamo riusciti ad
arrivare all’Agenzia di Ancona “Comstar”. Gli stessi Spadoni e Mascitti che oggi sul Corriere fanno le vittime.
Eppure il numero 071/2864446 è il loro. Eppure ci è arrivato un sms alle 17.48
del 28 novembre che ci diceva di mandare una mail all’addetta stampa E. B.
(evitiamo per questione di stile e rispetto i nomi integrali, l’e-mail
personali e i numeri di cellulare). Eppure con chi abbiamo parlato per due ore
davanti al teatro, sentendoci dire tutto e il contrario di tutto?!

La
Comstar
ci ha messo in contatto con chi seguiva lo
spettacolo, il quale dopo molte telefonate avvenute tra giovedì 27 e venerdì
28, ci ha detto di presentarci direttamente il giorno dello spettacolo,
arrivando qualche ora prima in modo da spiegare a Sabina il senso della nostra
iniziativa. In seguito, ci ha fornito l’email dell’addetta stampa, alla quale
abbiamo mandato la spiegazione dettagliata di chi è e che cosa fa il
Coordinamento Difesa Scuola Pubblica Senigallia e il testo dell’intervento da
leggere dal palco.

Prima e durante la manifestazione siamo stati continuamente in contatto
con il personale del teatro per capire quando dovessimo incontrare la Guzzanti. Verso le 19.30 ci viene detto che Sabina incontrerà uno di noi per
sentire la nostra proposta. Verso le 20:00 ci viene detto che Sabina ha parlato
con un non specificato Assessore e che avrebbe semplicemente comunicato alla
fine dello spettacolo la nostra presenza all’esterno (mah!). Verso le 20:30
grazie alla mediazione degli assessori Volpini e Papa, riusciamo ad entrare nel
teatro ed arrivare davanti al camerino ove ci attende l’ennesima assistente,
alla quale (ri)spieghiamo le nostre intenzioni. Si apre uno spiraglio, ci dice
di fornirgli il testo dell’intervento e di chiamare gli studenti che dovevano
salire sul palco. Verso le 20:45 ci viene detto che 3 studenti avrebbero letto
l’intervento dal palco ad inizio spettacolo. Eravamo soddisfatti, dopo tre giorni di telefonante continue, finalmente
avevamo raggiunto l’obbiettivo. Dopo due minuti esatti arriva la smentita, gli
studenti possono parlare solo a spettacolo finito e in più devono aspettare
fuori per più di due ore, in quanto la
SIAE non accettava la presenza di tre ragazzi senza
biglietto.

A questa notizia è scattata l’indignazione e la conseguente scelta
spontanea e collettiva – senza nessuna forzatura soggettiva, come invece dicono
i giornali – di entrare tutti e comunicare direttamente con le persone presenti
in sala. Intervenire a fine spettacolo, mentre la gente si alza e si mette i
cappotti, è un contentino, una presa in giro, soprattutto se questo avviene non
all’improvviso – come i manager mentendo hanno detto – ma dopo più di tre
giorni di continue trattative.

L’iniziativa sarebbe stata assolutamente serena, se la security presente
avesse evitato sia inutili cordoni che di menare le mani su ragazze di 16 anni
o prendere per il collo un ragazzo, quando per giunta la maggior parte delle
persone avevano già raggiunto la sala. L’accoglienza del pubblico è stata molto
calorosa, tre quarti del teatro ha applaudito più volte e condiviso la nostra
iniziativa sia nelle pratiche che nei contenuti. Chi dice che il pubblico ha
fischiato mente spudoratamente. Letto il comunicato, siamo usciti e fuori ad
attenderci abbiamo trovato un nutrito gruppo di poliziotti che hanno
identificato due maestri e due professori per poi minacciare denunce, e per
cosa? La manifestazione era autorizzata, lo spettacolo non è stato interrotto –
doveva ancora cominciare -, il pubblico ci era solidale e fatto l’intervento
siamo usciti.

La colpa di quanto è
successo non è né nostra né di Sabina, ma tutta
dell’organizzazione che ruota intorno all’evento. Tutti coloro che
sostengono
che abbiamo attaccato la
Guzzanti – come si legge sulle pagine del Resto del Carlino –
lo fanno solo per gonfiare la notizia, falsificando la realtà. Abbiamo
documentato tutto, sms, telefonate ed e-mail. Abbiamo ripreso
tutta la trattativa, il momento dell’ingresso e l’uscita. Abbiamo anche
la
registrazione di ciò che è avvenuto dentro il teatro. Nel giro di pochi
giorni
presenteremo un video completo che farà chiarezza su tutti i fatti.
Le bugie come si suol dire, hanno sempre le gambe corte. 

 

Collettivo Studentesco Zenit

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06/12/08 FESTA::: FRECCIA JONICA CONSOLE CONDIVISA SKA ROCKSTEADY 60-70-80 & DJ SHUMA REBEL MUSIC

by on Nov.28, 2008, under Feste

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29/11/08 SCUOLA PUBBLICA IN PUBBLICA PIAZZA – PRESIDIO

by on Nov.28, 2008, under Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni

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L’ONDA MARCHIGIANA NON PAGA LA CRISI!! VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE A ROMA DEL 14 NOVEMBRE 2008:: NON PAGHEREMO NOI LA VOSTRA CRISI!!

by on Nov.24, 2008, under Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni

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15-16 NOVEMBRE ’08 SAPIENZA OCCUPATA (ROMA) – ASSEMBLEA NAZIONALE DELL’ONDA

by on Nov.18, 2008, under Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni

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Roma, Sapienza Occupata, 15-16 Novembre ‘008

ASSEMBLEA
NAZIONALE DELL’ONDA

“Nel
capitalismo descritto da Marx il plusvalore è costruito attraverso lo
sfruttamento degli operai ed organizzato dalla divisione sociale del lavoro e
dalla conseguente gerarchia delle funzioni e delle nazioni. Il flusso di lavoro
si situava dentro spazi definiti. Ora, invece, il flusso del valore corre
dappertutto, trasversalmente nella società, depositandosi tuttavia e costruendo
giacenze, dalle quali il valore è di nuovo tratto e rinnovato dai linguaggi
sociali e tecnologici. […] Ritorniamo a come si definisce lo sfruttamento del
lavoro sociale e a come l’impresa capta il valore della produzione sociale.
Abbiamo detto che è attraverso l’intelligenza e la cooperazione sociale delle
intelligenze: cioè attraverso l’intelligenza messa all’opera nella ricerca
scientifica, nella costruzione degli stili di vita, e nella trasformazione del
linguaggio, nella definizione di nuovi sensi delle cose e delle loro
associazioni … Bene, la valorizzazione nasce dal lavoro del soggetto, del suo
cervello e delle sue passioni, della sua singolarità e della cerchia di
cooperazione nella quale è inserito. Ne viene la conseguenza che per fare produzione è necessario produrre soggettività. Il capitale è un
capitale prodotto dalla soggettività e l’impresa, se vuole gestire capitale
intellettuale, o lo produce direttamente o lo raccoglie, acquista, capta
attraverso una produzione altrui. E’ così
che la formazione irrompe nell’economia politica e ne costituisce, in questa
fase di trapasso all’egemonia della produzione postmoderna immateriale, il
centro strategico
. […] Il capitalista chiede che sia il potere politico a
fornirgli della forza lavoro adeguatamente formata: lo pretende, vuole che
questa forza lavoro gli sia data gratis e concede
che sia un diritto di tutti quello di istruirsi sicchè diventi presto dovere di
tutti di farsi sfruttare.
Ma spesso questa richiesta non può essere
esaudita. Oppure, peggio, la forza lavoro offerta dalla formazione pubblica ha
fra le sue caratteristiche quella di non essere perfettamente funzionale o,
peggio, quella di essere ridotta allo sfruttamento. Ma come è immaginabile
questo, si chiede il padrone? E allora, sempre di più, si moltiplicano i sistemi di formazione diretta da parte
dell’impresa, ovvero meccanismi di controllo della formazione, o
standardizzazione di servizi privati …
Ci vogliono per lo meno due criteri
per rendere la formazione adeguata al regime di impresa sociale: da un lato, un
addestramento singolare, duttile e orientato al sapere strumentale; dall’altro,
una disponibilità all’accettazione del comando ed un’illusione di libertà nello
sfruttamento. La formazione new age consiste in questo, nel produrre
una soggettività funzionale e sottomessa, insomma, una soggettività disponibile
al controllo.
[…] Nel luogo di formazione, laddove per formazione si
intenda la formazione continua,
quella della scuola e dell’università, quella dell’apprendistato ripetuto
industriale e produttivo e quella che s’incarna nei processi di ricerca, – nel
luogo della formazione, dunque, la determinazione produttiva del luogo, dello
spazio, si dà con la maggior evidenza. […] La determinazione del luogo
produttivo nell’orizzonte postmoderno è, dalla parte del capitale, definizione
di un luogo di comando. Da parte dei lavoratori, dei proletari precari, degli
studenti poveri, la determinazione del luogo è la dove possono essere raccolte
e ricomposte le potenze della libertà e della produzione, dell’invenzione e
della gioia. […] Dunque, su dalla carne del lavoro intellettuale, […]
dall’accostamento (in un alveare pluridisciplinare) di varie arti del costruire
e dell’apprendere – e, infine, su da quella carne vivente che sono la
formazione e il consolidamento di questa nelle anime […], su da questo variare
ed alternarsi della speranza e della disperazione, del lavoro e della
disoccupazione, dell’inventare e dell’essere poveri ed esclusi, deve formarsi un corpo politico.
Molteplice, con tutta probabilità, ed attraversato da un variare di pulsioni e
di desideri – capace, nel caso lo si
esigesse, di esercitare forza, contropotere
[…]. Una moltitudine comune, perché al suo interno giocano le singolarità,
come onde di un mare comune che si prepara alla bufera. La bufera della
trasformazione
.”

(tratto
da: Toni Negri, “Dalla fabbrica alla
metropoli
”, Ed. Datanews, Roma, 2008)

 

Siamo
l’onda che autoriforma l’Università!

Dopo
la due giorni,
analisi e proposte di nuove mobilitazioni

Leggi la
versione integrale del Documento conclusivo dell’assemblea nazionale
dell’Onda:

http://www.globalproject.info/art-17874.html

Assemblea plenaria iniziale:

http://www.globalproject.info/art-17891.html

Primo workshop. Didattica

http://www.globalproject.info/art-17892.html

Secondo workshop. Welfare e diritto
allo studio

http://www.globalproject.info/art-17893.html

Terzo Workshop. Ricerca, Formazione
e
lavoro

http://www.globalproject.info/art-17894.html

Prime note
per la
riflessione dell'Onda

di
Franco Piperno

http://www.deriveapprodi.org/articoli.php?art=213

Approfondimenti,
info, aggiornamenti, documenti in pdf, foto e video:

http://www.uniriot.org/

L’Onda in
Europa:

Comunicato
European Anomalous Wave 14/11/08

http://www.uniriot.org/index.php?option=com_content&task=view&id=415&Itemid=100

 

Next stop: 12 Dicembre. Generalizzare lo sciopero!

Ci bloccate il futuro?
Bloccheremo il Paese!

 

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IL RITORNO DALLA MANIFESTAZIONE DEL 14 NOVEMBRE A ROMA – COMUNICATO DEL COLLETTIVO ZENIT

by on Nov.17, 2008, under Collettivo Studentesco Zenit

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SE CI BLOCCANO IL FUTURO NOI BLOCCHIAMO LA CITTA’!

E’ spaventoso  per chi è appena
tornato dalla grande manifestazione di Roma guardare i telegiornali
nazionali.
  Non è sicuramente banale
ripetere questa tremenda realtà delle cose: stanno cercando in tutti i modi di
non far sapere che venerdì 14 centinaia di migliaia di persone hanno bloccato
per ore l’intero centro della capitale, con lo scopo di non far passare
inosservato il forte movimento che ogni giorno lotta per difendere la
formazione e la scuola, in tutte le città italiane.
La nostra
ricchezza maggiore è che siamo ovunque nell’intero Paese, di ogni tipo e di
ogni età, per questo non dobbiamo arrenderci perché è ancora possibile ribaltare
questa situazione, nonostante l’approvazione della legge.

Siamo ricchi di
idee per la mobilitazione a Senigallia, continuiamo a vederci con insegnanti e
genitori all’interno delle singole scuole, ogni volta mettiamo alla prova tutta
la nostra voglia di fare e di muoverci. Non ci fermeremo di fronte a nulla! Dopo una grande
giornata come quella dell’8 novembre, in cui Senigallia ha ripreso finalmente
vita, con un corteo di 2000 persone indetto dal Coordinamento Cittadino in
Difesa della Scuola Pubblica, continuare è la nostra parola d’ordine!

Venerdì scorso
eravamo un centinaio di persone dalla nostra città e tutti possiamo
testimoniare la straordinarietà del gigantesco corteo che è partito dalla  Sapienza occupata ed è giunto fino a Piazza
Montecitorio. E’ difficile
quantificarci in termini numerici, vedevamo a malapena la testa del corteo, ma
voltandoci non intravedevamo nemmeno lontanamente dove potesse chiudersi. Forse
eravamo un milione, forse eravamo 100.000, ma quello che è sicuro è che eravamo
tutti lì per difendere la scuola pubblica, motivo che sembra non interessare il
ministro Gelmini e il Governo. Andremo avanti
finché la legge non sarà ritirata totalmente. Andremo avanti perché questa crisi
globale abbiamo deciso di non pagarla più ma di contrastarla e rispedirla al
mittente, che cerca di risolverla togliendo e tagliando dal pubblico.

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Siamo in movimento
in ogni parte, da ogni parte e verso ogni parte del Paese, e per fare questo
abbiamo bisogno di spostarci con i mezzi adeguati, non è stato facile
raggiungere Roma e non sarà facile muoversi in futuro se i primi a dover
garantire il servizio saranno i primi a negarcelo. Questo significa
che Trenitalia rappresenta un ostacolo agli scioperi e alle manifestazioni, in
quanto considera “un gruppo di mille manifestanti da tutte le Marche, una
semplice comitiva diretta non si sa dove”, e non si preoccupa di organizzare
vagoni per il ritorno nonostante la
“comitiva” avesse pagato il biglietto!!
Le Ferrovie dello stato hanno tentato in tutti i modi di frenare
l’afflusso di persone da tutta Italia verso la capitale! Noi ringraziamo la CGIL Marche, il centro
sociale Mezza Canaja, PD, Rifondazione Comunista e Verdi di Senigallia, che
hanno contribuito per l’enorme cifra che chiedeva Trenitalia.

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L’ONDA E’ PRONTA A
TRAVOLGERE OGNI CITTA’

Collettivo
Studentesco Zenit
 

 

 

  

 

 

 

 

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