Comunicati e Manifestazioni
07/11/11 CENTRI SOCIALI MARCHE: SOLIDARIETA’ AD ARVULTùRA
by csamezzacanaja on Nov.07, 2011, under Comunicati e Manifestazioni
SOLIDARIETA’ ALLO SPAZIO OCCUPATO ARVULTURA
COMUNICATO CENTRI SOCIALI DELLE MARCHE
Il vento non si ferma e quando soffia narra di speranze e spazza via le contraddizioni.
Il 4 novembre i compagni del Collettivo Studentesco e del Mezzacanaja hanno occupato uno stabile pubblico, da anni non utilizzato e messo all’asta dal Comune di Senigallia. Uno spazio che invece di divenire patrimonio privato diventa, con il loro atto, un bene comune da preservare e tutelare.
Sottrarre luoghi alla rendita e al profitto significa aprire spazi di libertà collettivi. Soprattutto nella nostra regione dove il potere economico e politico è riservato e lottizzato da cricche di interesse.
Oltre però alle lobbies affaristiche e alle loro autotutele, c’è il 99% della popolazione che vede i propri diritti sempre più oltraggiati e calpestati.
La crisi economica ed occupazionale che invade i nostri territori trova i suoi più nefasti riflessi nelle condizioni di vita di tantissimi uomini e donne che hanno perso il loro lavoro, il precariato diffuso da condizione materiale diventa esistenziale, la scuola pubblica è ostaggio di una terribile riforma e l’isolamento delle soggettività è imposto comeparadigma del nostro tempo.
Liberarsi da queste costrizioni è per noi reale e immediata, produzione di comune. Questi giorni a Senigallia i compagni e tanti studenti hanno voluto far sentire la propria voce, un urlo che attesta un’esistenza che nessuno, Sindaco Mangialardi in testa, può far finta di non vedere.
L’Arvultùra, la tempesta improvvisa, nasce da esigenze ben precise e porta con sé idee di autogestione e di produzione politica.
In un momento in cui gli spazi di socialità vengono compressi e sottoposti al tribunale mediatico e repressivo, aprire fornaci di idee collettive è un atto di resistenza. Doveroso, da sostenere senza alcuna remora.
Non solo però siamo solidali con i compagni di Senigallia, ma il nostro cuore è con i loro corpi, perché noi siamo loro e siamo consapevoli che l’incessante creazione di luoghi di aggregazione, produzione e confronto sia lo stimolo più importante per la costruzione del domani.
Centri Sociali Marche
07/11/11 COMUNICATO DI SOLIDARIETà AD ARVULTURA DA ASSOCIAZIONI E SINDACATI
by csamezzacanaja on Nov.07, 2011, under Comunicati e Manifestazioni, Uniti contro la crisi senigallia
SOLIDARIETA’ AD ARVULTùRA
COMUNICATO DI ASSOCIAZIONI E SINDACATI SENIGALLIESI
Per contrastare quella deriva sociale che vede il continuo dilagare dell’individualismo, abbiamo da sempre ritenuto fondamentale porre l’attenzione su obiettivi collettivi, e nel contempo intraprendere un percorso di confronto chiaro e concreto con le differenti giunte comunali avvicendatesi nel corso degli anni.
Venerdì 4 novembre una settantina tra studenti medi, universitari, lavoratori e precari di Senigallia, hanno occupato uno spazio comunale abbandonato da più di tre anni e che era destinato ad essere venduto e privatizzato.
Vogliamo entrare nel merito dell’occupazione dalla casa di via 4 novembre per offrire la testimonianza che il dialogo, a volte anche attraverso fasi dure, può comunque portare a dei risultati e per affermare che la difesa dei beni comuni passa anche attraverso scelte politiche non usuali di questi tempi, ma che potrebbero portare alla valorizzazione di risorse umane, in contrasto con la pur reale esigenza di fare cassa.
Anche attraverso queste semplici pratiche passa il vento del cambiamento.
Pertanto auspichiamo che l’amministrazione comunale intenda iniziare un dialogo costruttivo con gli occupanti e nel contempo offriamo la piena solidarietà ai collettivi protagonisti della vicenda.
Associazione culturale La Stanza
Associazione GRATIS
Comitato Acqua Bene Comune Senigallia
Cobas comitato di base della scuola
Uniti Contro la Crisi Senigallia
FIOM Senigallia
La Piaga di Velluto
Associazione CirkOlistico
ARCI Capanna
05/11/11 BLITZ A SENIGALLIA DI ARVULTURA: IL VENTO NON SI SGOMBERA!
by csamezzacanaja on Nov.06, 2011, under Comunicati e Manifestazioni
IL VENTO NON SI SGOMBERA! ARVULTURA!
BLITZ IN CENTRO CITTA’
Oggi – sabato 5 novembre – verso le ore 18.00 un centinaio di attivisti dello Spazio Occupato Arvultùra di Senigallia, si sono messi in corteo bloccando le strade fino al Palazzo Comunale. Lì è stato appeso uno striscione con scritto: “Il vento non si sgombera! Arvultùra.”
Un’azione comunicativa indirizzata al Sindaco Mangialardi ed alla sua maggioranza dopo la minaccia di denuncia e di sgombero fatta dal Primo Cittadino.
Un’azione che ha voluto subito affermare ad alta voce che qui la paura non è di casa! [Le foto]
Il corteo è poi ritornato nello spazio occupato per l’inaugurazione della mostra fotografica sul 15 ottobre. Lo spazio è gremito di senigalliesi di ogni età.
Di seguito la lettera lasciata al Sindaco di Senigallia:
Risposta al Sindaco Mangialardi.
IL VENTO NON SI SGOMBERA!
Nel leggere la dichiarazione del Sindaco Mangialardi questa mattina sui quotidiani locali siamo rimasti sbalorditi. Una posizione politica (?) degna della peggiore cultura leghista e della peggiore destra.
Davanti a più di settanta senigalliesi – studenti medi, universitari, precari e lavoratori – che si sono riappropriati di un posto pubblico e abbandonato per sottrarlo al degrado e alla sua svendita, con la volontà di aprirlo alla città, il Sindaco afferma una soluzione manu militari, senza neanche aver accettato un incontro e un dialogo in prima persona.
Incontro e dialogo richiesto nel comunicato stampa, nelle interviste ai giornali e tramite la mediazione dei consiglieri comunali di Partecipazione.
Perché il Sindaco non accetta di parlare con i propri cittadini, soprattutto con quelli più giovani? Dove sono finite le tanto vantate “politiche giovanili”? Pensate veramente che il CAG risolva questo problema?
Certo l’illegalità, ma non è forse il compito della politica e dei politici quello di mediare i conflitti? Esiste ancora la politica o esistono solo interessi economici?
C’è la fila per le associazioni?! Bene, usciremo subito da questo posto quando la Giunta dirà pubblicamente che invece di privatizzare lascerà lo spazio alle associazioni. Ce ne andremmo contenti, perché vincerebbe tutta la città.
Se la maggior parte degli occupanti sono studenti delle scuole medie-superiori che hanno deciso di metterci la faccia, l’hanno fatto perché sono solo dei piccoli borghesi annoiati o dei proletari irruenti, oppure hanno delle cose da dire, dei bisogni sociali da esprimere? Siete così ingenui da pensare che il conflitto sociale possa esprimersi solo con toni garbati e pose composte? Avete visto cosa sta accadendo in Italia, in Europa e nel Mondo? Senigallia sta sulla terra, non sulla luna.
E per favore non siate così ipocriti da dire che il guadagno che ricavereste dalla vendita di questo spazio è determinante per mandare avanti le politiche sociali martoriate dai tagli del Governo. Perché se si deve tagliare allora si tagli sui superstipendi dei dirigenti, sulle consulenze pagate a peso d’oro, sulle SPA e sui loro consiglieri d’amministrazione … sui fuochi estivi!
Chiediamo un incontro con il Sindaco. Chiediamo la regolarizzazione di questo spazio o il trasferimento in un altro. Chiediamo un contratto. Chiediamo che non sia svenduto a privati ma aperto alla cittadinanza.
Se si tratta però, non si tratta dopo ma durante; durante l’occupazione, perché solo così ci si confronta tra pari. In strada non c’è trattativa possibile.
Spazio Occupato Arvultùra
04/11/11 SENIGALLIA – NASCE LO SPAZIO OCCUPATO ARVULTURA
by csamezzacanaja on Nov.06, 2011, under Comunicati e Manifestazioni
NASCE LO SPAZIO OCCUPATO ARVULTùRA
Difendere il pubblico per costruire il comune
“La differenza tra cercare contratti e stringere mani, oppure spingere compatti per stringere contatti umani”.
(Brokenspeakers – La cosa nostra)
Esiste un’evenienza meteorologica particolarmente pericolosa specie nelle coste marchigiane a nord di Ancona.
Quando al mattino verso le otto invece che cessare il vento di terra si fa più caldo e secco, significa che sta tirando il “garbino”, il vento da sud, sud – ovest che sul Tirreno corrisponde al Libeccio. Dunque se il garbino soffia a raffiche quasi nessuno dei marinai più accorti esce in mare, anche se il cielo è sereno e il mare fino a mezzo miglio dalla costa è calmo e particolarmente trasparente.
Infatti, prima o poi compare all’orizzonte verso nord una linea scura, la tressa, e poi all’improvviso – quando il mare si fa bianco di schiuma – il vento non aumenta gradatamente ma si scatena all’improvviso. E’ la rivultùra, dai pescatori ancora più dialettizzata in “arvultùra”.
Che il vento stia cambiamo lo abbiamo visto e vissuto nelle piazze italiane di quest’ultimo anno, dal 14 dicembre del 2010 al 15 ottobre del 2011. Piazze aspre, dure e irruente, ma desiderose di riprendersi in mano ciò che è stato tolto: il presente, il futuro, la possibilità di poter autodeterminare con dignità la propria vita. Piazze irrappresentabili dall’attuale compagine politica sia quella seduta in parlamento sia quella che corteggia i movimenti per entrarci.
Il vento sta cambiando anche qui, a Senigallia. Lo vediamo nella crescita delle persone che partecipano alle assemblee, che vengono ai cortei, che si autorganizzano nelle scuole, nel lavoro, nei gruppi di consumo e per la difesa del territorio da rendita e speculazioni.
La crisi morde anche nella benestante provincia rossa. Le piccole aziende chiudono, gli operai si ritrovano disoccupati o in cassa integrazione. Aumentano gli sfratti e le file davanti alla Caritas. Le scuole delle frazioni sono chiuse e gli insegnati tagliati. I precari, beh loro continuano a fare lavori di merda.
La finanziaria del Governo Berlusconi con i suoi tagli agli enti locali non ha fatto altro che togliere le risorse per le politiche sociali. Gli enti pubblici senza più soldi sono diventati ostaggi dei grandi capitali o addirittura pignorati, gli spazi pubblici sono stati svenduti a ditte “amiche”, e a colpi di varianti e piani particolareggiati l’urbanistica è stata completamente deregolamentata. La conseguenza è l’accentuazione della dispersione urbana e cioè – per dirla nuda e cruda – la cacciata dei senigalliesi – soprattutto i giovani e precari – dal centro città.
L’arvultura comincia da qui, dal porre un freno alla svendita della nostra città. Ciò che è pubblico è amministrato dallo Stato ma appartiene a tutti: è comune, e in quanto tale deve essere sottratto alle logiche del profitto privato. Oggi più che mai.
Oggi, nasce lo “Spazio Occupato Arvultùra” come unione di due realtà sociali e politiche cittadine.
Un’occupazione che non vuole essere un centro sociale, ma uno spazio comune che possa fungere da luogo di aggregazione e di ritrovo, da laboratorio culturale e soprattutto da organizzazione politica autonoma. Uno spazio comune nella città, per la città e della città.
Oggi, il Collettivo Studentesco e il Mezza Canaja hanno occupato uno degli ultimi spazi comunali rimasti in città. Uno spazio in pieno centro, abbandonato da più di tre anni e che lunedì 7 novembre sarà messo all’asta e svenduto. Non è un’occupazione simbolica, siamo entrati per restare.
Alla Giunta chiediamo un contratto in comodato ad uso gratuito. Non chiediamo nessun finanziamento in quanto riteniamo che i soldi pubblici debbano essere investiti per i servizi sociali. Saremo noi a ristrutturarlo, a sistemarlo, a farlo vivere, ad aprirlo alla città e tramite l’autofinanziamento pagheremo le normali utenze (luce, acqua, gas).
All’Amministrazione Comunale diciamo che è il momento di valorizzare ciò che è pubblico e che vuole diventare comune e non il privato e i suoi profitti.
Al Sindaco Mangialardi, al PD, all’IdV, a SeL, ai Verdi e al PdCI resta la responsabilità politica di assumere una posizione chiara e trasparente di fronte alla cittadinanza tutta.
Spazio Occupato Arvultùra
Mezza Canaja – Collettivo Studentesco
– La cronaca
– Le foto
15/10/11 IL 15 OTTOBRE E’ UN BENE COMUNE! IL 15 OTTOBRE SI DIFENDE!
by csamezzacanaja on Oct.21, 2011, under Comunicati e Manifestazioni
IL 15 OTTOBRE E’ UN BENE COMUNE! IL 15 OTTOBRE SI DIFENDE!
Abbiamo aspettato prima di dare ai nostri pensieri una formalità scritta. Abbiamo aspettato perché prima di prendere parola avevamo bisogno di immergerci nella realtà, di relazionarci con quelle centinaia di uomini e donne, nostri concittadini, che erano con noi a Roma.
L’assemblea di mercoledì 19 ottobre ha visto discutere circa centocinquanta persone dai quindici ai settant’anni, militanti navigati e persone al loro primo corteo. Ed è proprio da quest’ultime che il messaggio è arrivato forte e chiaro: “Non siamo andati a Roma per poi tornare a casa”, “se prima eravamo indignati, adesso che ci è stato scippato un corteo, siamo proprio incazzati!”.
Quello che ci ha colpito è la radicalità che quell’assemblea ha espresso non solo nei contenuti, ma anche nella voglia e nelle gioia di buttare – per dirla alla Pasolini – il proprio corpo nella lotta.
Una boccata d’aria fresca, che ci fa toccare con mano il valore e la qualità del corteo del 15 ottobre.
Una composizione sociale quella che è scesa in piazza che rappresenta non solo un valore, ma una possibilità per questo Paese, l’embrione di un’alternativa.
E’ da quest’assemblea, dentro lo spazio di “Uniti per l’alternativa”, che vogliamo ripartire per declinare nella nostra città e nella nostra regione il rifiuto di pagare la crisi. Nessuno di noi è in debito con nessuno, soprattutto non con questo Governo ne con la BCE e tantomeno con nessuno dei santuari della finanza.
Abbiamo una rete idrica da rimunicipalizzare per affermare la volontà popolare che l’acqua sia un bene comune. Abbiamo un territorio e un ambiente da salvaguardare contro il rigassificatore e la dignità degli operai della Fincantieri da difendere. Soprattutto, dobbiamo connettere i precari – noi stessi – e organizzarci per ottenere diritti e qualità della vita. Abbiamo troppo da conquistare per avere paura di chi ha attaccato quel bene comune che sono le 500.000 persone scese in piazza sabato 15 ottobre.
Questo perché quel corteo è stato attaccato. Il nostro spazio politico è stato attaccato. Noi siamo stati attaccati. Prima l’ha fatto qualche sparuto gruppi di esteti della rivolta e poi un nutrito plotone di polizia.
Vorremmo essere chiari e netti nei confronti di questi due intrusi.
Legalità e illegalità, violenza e non-violenza, buoni e cattivi non ci interessano. Valutiamo la legittimità di una pratica politica – anche quando questa comprende l’utilizzo della forza – dalla sua capacità di aprire spazi pubblici, di portare alla luce e rendere maggioritario un discorso politico, di creare egemonia nell’opinione pubblica, di allargare il consenso dietro pratiche di piazza radicali e inclusive.
Il risultato delle azioni di questi esteti è stato l’esatto contrario, per questo con costoro non abbiamo nulla a che fare. Noi non abbiamo nemici nel movimento. Qualcuno di nero vestito però sabato ci ha ritenuto tali, attaccandoci. Non siamo abituati a porre l’altra guancia, con nessuno. Ancora meno con chi ha offerto copertura politica agli “utili idioti”, facendogli fare il lavoro sporco per poi gestirlo come proprio, evocando fantomatiche insurrezioni infarcite d’ideologia, cioè di falsa rappresentazione della realtà.
E’ necessario però distinguere tra le azioni contro il corteo avvenute in Via Cavour agite da poche centinai di persone, da una resistenza di migliaia di persone che si è sviluppata in Piazza San Giovanni e in tutte le strade limitrofe. Abbiamo visto un corteo essere spaccato in tre parti e caricato selvaggiamente. Abbiamo visto i blindati lanciati a folle velocità contro i nostri corpi. Abbiamo visto lacrimogeni sparati ad altezza uomo e idranti sulla folla. Contro tutto questo la resistenza è un diritto, e per noi un dovere. Davanti a tutto questo il casco ti salva la vita.
Eppure, con la stessa chiarezza, diciamo che Piazza San Giovanni per onestà politica e intellettuale, non può essere paragonata con la piazza del popolo del 14 dicembre o con la Val Susa. Chi fa paragoni con la Grecia, con Londra o con le rivolte arabe, è semplicemente avulso dalla realtà.
Gli esteti della rivolta e le forze dell’ordine hanno oggettivamente compartecipato affinché quel corteo non potesse concludersi, affinché quella composizione sociale così eterogenea – anche per età ed esperienza di piazza – non potesse raggiungere il suo obbiettivo: manifestare.
Ora il Governo prende la palla al balzo e minaccia di restringere l’agibilità dei movimenti: la patrimoniale sui cortei – ma con che faccia?! – il daspo per gli attivisti politici, l’aumento di poteri discrezionali per le forze dell’ordine e la delazione di massa. E’ orribile come su quest’ultima e sul rispolvero della Legge Reale anche la sinistra legittimi il clima da caccia alle streghe.
Saremo chiari, la delazione di massa anche tramite i social network, è un’idea raccapricciante dei rapporti sociali e delle relazioni umane. Chi sostiene il “diritto all’infamia” sta dall’altra parte della nostra barricata.
Con altrettanta chiarezza diciamo che se il diritto di manifestare sarà costretto, noi disobbediremo. Con buona pace di Maroni, del suo Ministero e degli ospiti sgraditi che ci ha mandato in casa in cerca di armi, sapendo bene di non trovare nulla. Caro Ministro, qui la paura non è di casa!
PS:
Sembra che Repubblica abbia fatto un nuovo scoop: “E’ stato Er Pelliccia a uccidere Gheddafi”.
MEZZA CANAJA
– Oltre gli scontri di Roma. Riflessioni sulla manifestazione del 15 ottobre
Comitato Acqua Bene Comune Senigallia
– Il sospetto non è la nostra cultura! Da Roma a Senigallia per andare avanti!
Uniti Contro la Crisi Senigallia
08/11/11 LA CRISI TI LASCIA IN MUTANDE? APPENDILE LUNGO IL CORSO
by csamezzacanaja on Oct.11, 2011, under Comunicati e Manifestazioni, Uniti contro la crisi senigallia
SENIGALLIA: LA CRISI TI LASCIA IN MUTANDE?
APPENDILE LUNGO IL CORSO!
Azione comunicativa per lanciare la manifestazione del 15 ottobre a Roma
Smutandata in centro storico a Senigallia. Nel pomeriggio di sabato 8 ottobre azione comunicativa del Mezza Canaja, Collettivo Studentesco e Uniti Contro La Crisi Senigallia nel centro storico della città.
All’azione hanno partecipato numerose persone, che hanno risposto all’invito “porta un paio di mutande o qualsiasi altro oggetto che possa simboleggiare la crisi nella tua vita quotidiana, stenderemo il tutto lungo Corso 2 Giugno”.
Punto di ritrovo Piazza Roma, dove passa la via principale della città, quella del passeggio senigalliese del sabato pomeriggio: lì gli attivisti hanno steso i “loro oggetti simbolo”. Appeso anche uno striscione, che recitava “la crisi ti lascia in mutande. 15 ottobre tutti a Roma”.
Mezza Canaja
Collettivo Studentesco
Uniti Contro La Crisi Senigallia
– Partenza da Senigallia per la manifestazione del 15 ottobre a Roma
06/10/11 ANCONA: OCCUPATA LA SALA CONGRESSI DI CONFINDUSTRIA
by csamezzacanaja on Oct.06, 2011, under Comunicati e Manifestazioni
ANCONA: OCCUPATA LA SALA CONGRESSI DI CONFINDUSTRIA
Centri sociali e “No rigassificatori” verso il 15 ottobre. Interrotto il convegno “Rinnovabili: quale futuro?”, contestato l’ad di Api Nova Energia
Oggi oltre 50 attivisti appartenenti a centri sociali e al coordinamento “No rigassificatori” hanno interrotto e preso la parola nella seduta del primo pomeriggio dell’incontro “Le giornate dell’energia” organizzato da Confindustria Ancona.
L’evento si concludeva con il dibattito “Energie rinnovabili: quale futuro?” tra cui compariva come primo relatore l’amministratore delegato di API Nova energia Giancarlo Cogliati, a pochi mesi dall’approvazione del progetto ammazza-rinnovabili del rigassificatore a 13 Km dalla costa del capoluogo e a pochi giorni dall’uscita delle ricette anti crisi “5 punti per salvare l’Italia” del presidente di Confindustria Marcegaglia.
Proprio per questo i movimenti promotori della partecipazione dalle Marche alla giornata di indignazione globale del 15 ottobre a Roma hanno inteso portare in quella sede la ricetta contro la crisi avanzata dai movimenti locali e globali.
Durante l’irruzione all’interno della sala sono stati esposti due striscioni sul palco “No rigassificatore” e “Per riprenderci il futuro: energie rinnovabili, beni comuni, reddito garantito”.
Il blitz degli attivisti si è concluso con una serie di interventi dal palco, che hanno riscosso anche applausi dalla platea e da alcuni imprenditori operanti nel settore delle rinnovabili, che illustravano ciò che in realtà sta realizzando l’Api nel territorio: un impianto rigassificatore che porterà al massimo 20 nuovi occupati e che avrà una ricaduta gravissima sull’ecosistema circostante e su settori produttivi strategici del territorio come quello delle rinnovabili, della pesca e del turismo.
Il movimento “No rigassificatori” dimostra come l’uscita dalla crisi non sia un fatto scontato e unidirezionale come anche a livello più generale i 5 punti di Confindustria sembrano voler imporre ma che altre soluzioni sono possibili e in costruzione e si prendono il diritto di rendersi visibili anche in occasioni come questa:
- energie rinnovabili e sostenibili in luogo delle fonti fossili, delle megacentrali e dei rigassificatori
- reddito garantito in difesa della garanzia dei posti di lavoro
- rifiuto di pagare il debito causato dalla speculazione finanziaria globale
- difesa del welfare e dei beni comuni dalle privatizzazioni imposte dei servizi pubblici essenziali
Le proteste continueranno nei territori, fino alla grande manifestazione di Roma il 15 ottobre e oltre.
Per costruire al meglio la mobilitazione anche nelle Marche proprio questa sera, giovedì 6 ottobre alle ore 21.00 alla Casa delle Culture di Ancona si terrà un incontro pubblico convocato dopo l’assemblea nazionale di Uniti per l’Alternativa il 24 settembre scorso.
La crisi facciamola pagare a chi l’ha prodotta!
Costruiamo l’alternativa!
Tutti a Roma sabato 15 ottobre!
06/10/11 ASSEMBLEA REGIONALE AD ANCONA VERSO IL 15 OTTOBRE
by csamezzacanaja on Oct.06, 2011, under Comunicati e Manifestazioni
La crisi che stiamo pagando è doppia: da un lato sottrazione di ingenti risorse dai bilanci pubblici per la ricapitalizzazione delle banche e dall’altro politiche di austerità per risanare il debito pubblico che tale sottrazione produce. Anni di politiche neo-liberiste all’insegna delle privatizzazioni, delle speculazioni finanziarie, della devastazione ambientale lasciano sul terreno una realtà cruda e violenta: ricchezza e privilegi per i guru della finanza e dello sfruttamento globale, miseria senza diritti e senza prospettive per tutti gli altri.
L’economia prende in ostaggio la politica e la centralità del potere legislativo cede il passo a quello esecutivo.
Lo spostamento della sovranità verso luoghi transnazionali come la BCE trasforma i governi in meri esecutori di decisioni prese in sedi non elette e fuori da ogni controllo democratico. L’introduzione nelle Costituzioni europee dell’obbligo del pareggio di bilancio è una cessione di sovranità di proporzioni storiche con la quale si afferma che al centro del diritto non devono esserci né le persone né i popoli ma i mercati finanziari.
L’Italia dentro questo scenario ha l’aggravante del Governo Berlusconi e di un modello politico-economico che ha fatto della cancellazione dei diritti dei lavoratori e della mercificazione dei corpi il proprio tratto distintivo.
Questo non può essere il nostro mondo. I tatticismi del centro-sinistra, con il tentativo di estendere a livello nazionale la sperimentazione marchigiana dell’asse di governo Pd-Udc, ed il chiaro impegno di voler obbedire agli ordini della BCE, non può essere la nostra prospettiva. Il “Manifesto per l’Italia” di Confindustria, già rivolto al successore di Berlusconi, non può essere Il nostro futuro.
Costruire un’alternativa che restituisca diritti, dignità, lavoro, reddito, sovranità è una possibilità concreta ed urgente di cui dobbiamo farci carico in prima persona. A partire dalle Marche dove la crisi, come ovunque, distrugge posti di lavoro, impatta sui territori con opere devastanti per l’ambiente e per la salute dei cittadini, fa aumentare la precarietà tra i giovani provocando uno stato d’emergenza che colpisce anche gli immigrati con politiche dei respingimenti, come dimostra la drammatica quotidianità al Porto di Ancona.
Il 15 ottobre una mobilitazione che si ritrova dietro lo slogan comune “«United for global change», porterà l’indignazione nelle capitali euro-mediterranee e che in Italia si dispiegherà in una grande manifestazione a Roma.
Una data fondamentale dalla quale iniziare a costruire un’alternativa politica fondata sui beni comuni, sulla difesa e l’estensione del contratto nazionale di lavoro e dei diritti sanciti dallo Statuto dei lavoratori, su una radicale riforma del welfare a partire dal reddito minimo garantito e dalla difesa dei servizi pubblici locali contro ogni tentativo di privatizzazione. Ma anche una data da cui possa partire una mobilitazione permanente nei singoli territori che sappia dimettere dal basso il Governo Berlusconi.
Il 15 ottobre deve essere qualcosa di più di una manifestazione e qualcosa di più di un giorno: deve essere un percorso che vive nei nostri territori e che giunge al 15 ottobre per oltrepassarlo.
Perché vogliamo che il 15 ottobre sia da subito anche l’occasione per una riflessione profonda tra soggetti e soggettività politiche, sindacali e sociali che abbia al centro la problematica della costruzione di un nuovo spazio pubblico che sia motore di mobilitazione, inclusivo e non autosufficiente, ma anche luogo di costruzione dal basso di un’alternativa reale.
Giovedì 6 ottobre alle ore 21 alla Casa delle Culture di Ancona si terrà un’assemblea per preparare al meglio la partecipazione alla manifestazione del 15 a Roma e iniziare a confrontarsi su un percorso di mobilitazione che ci veda protagonisti nei nostri territori.
Promotori
Francesca Alberti, Enza Amici, Alfredo Antomarini, David Bastioli, Paolo Battisti, Margherita Barocci, Oskar Barrile, Nadia Bertini, Marco Bocci, Carlo Brunelli, Danilo Burattini, Janita Biondi, Loris Calcina, Luca Canonici, Giancarlo Centanni, Christofer Ceresi, Gabriella Ciarlatini, Giuseppe Ciarrocchi, Tommaso Cingolani, Evasio Ciocci, Paolo Cognini, Francesco Coltorti, Massimo Corinaldesi, Stefano Crispiani, David Cristofaro, Susanna Ciumelli, Daniele Dubbini, Ilaria Fava, Roberto Frey, Maurizio Foglia, Alessio Giorgetti, Andrea Giorgi, Valentina Giuliodori, Fausto Gullini, Nicola Mancini, Roberto Mancini, Milvia Marzioni, Edoardo Mentrasti, Rossana Montecchiani, Daniele Mori, Ennio Pattarin, Marcello Pesarini, Tiziano Polidori, Giuseppe Postacchini, Pierpaolo Pullini, Fabrizio Recanatesi (Reka), Emanuele Rossi, Cinzia Ruggeri, Sergio Ruggeri, Sergio Sinigaglia, Andrea Spedicato, Emanuele Tartuferi, Valeria Tizzoni, Sergio Zampini.
15/10/11 SABATO 15 OTTOBRE A ROMA MANIFESTAZIONE
by csamezzacanaja on Sep.28, 2011, under Comunicati e Manifestazioni, Uniti contro la crisi senigallia
Comments Off on 15/10/11 SABATO 15 OTTOBRE A ROMA MANIFESTAZIONE more...26/09/11 ANCONA: BLOCCATA LA STAFFETTA DELL’ACQUA
by csamezzacanaja on Sep.28, 2011, under Comunicati e Manifestazioni
Ancona – Per l’acqua pubblica: bloccata la Staffetta truffa di Federutility
Federutility scappa e Caterpillar non riesce a fare la diretta per “troppe contestazioni”. Se non era chiaro, l’acqua è un bene comune!
Lunedì 26 settembre ad Ancona ad accogliere la staffetta “truffa” dell’Acqua di Federutility c’era il Coordinamento regionale dei Movimenti per l’acqua che ha impedito che la manifestazione si tenesse.
La staffetta faceva seguito all’ingannevole “Festival dell’acqua” conclusosi a Genova lo scorso 10 settembre, voluto dalla stessa Federutility e da quasi tutti i gestori privati dell’acqua del nostro paese. Federutility, dopo essersi apertamente e pubblicamente pronunciata contro i referendum, continua ad affermare che solo i privati sono in grado di sostenere i finanziamenti per gli investimenti nel settore idrico. 27 milioni di italiane/i si sono espressi, al contrario, per la gestione pubblica e partecipativa dell’acqua in quanto bene comune e non sottoponibile alle logiche del profitto. Il Coordinamento ha ribadito agli amministratori locali che devono impegnarsi immediatamente per l’applicazione della volontà popolare, e non finanziare iniziative che nulla hanno a che fare con quanto dichiarato con il referendum.
La Festa dell’acqua e la staffetta sta costando ben 450.000 euro che pagheremo tutti noi attraverso le bollette.
Oltre ad ottenere che Federutility e Multiservizi lasciassero la piazza, il coordinamento al grido di Acqua Pubblica ha impedito che l’inviata di Caterpillar facesse il collegamento radiofonico in diretta bloccando una subdola comunicazione.
Il Coordinamento ha chiesto agli amministratori di iniziare seriamente il percorso della ripublicizzazione dell’acqua senza se e senza Spa e di ridurre le tariffe dell’acqua della quota relativa alla remunerazione del capitale investito di quel 7% abrogato dalla vittoria del secondo quesito referendario.
Il percorso è iniziato con la concessione di un Consiglio Comunale aperto dedicato alla ripubblicizzazione dell’acqua.
Giù le mani dal Referendum!
Perché si scrive acqua ma si legge democrazia!
– Il video
Comitato Acqua Bene COmune Senigallia