Comunicati e Manifestazioni
17/11/07 DA SENIGALLIA VERSO IL CORTEO DEL 17 NOVEMBRE : TORNARE A GENOVA
by csamezzacanaja on Nov.12, 2007, under Comunicati e Manifestazioni
Le Comunità Resistenti organizzano la partecipazione dalle Marche in autobus.
Info e prenotazioni: tel 333/1295984 – mail mezzacanaja@yahoo.it
Da Senigallia verso il corteo del 17 novembre
Proiezione del documentario "OP: L’ordine pubblico durante il G8".
Ci
rivolgiamo a tutti quelli che oggi lottano contro le guerre e la
precarietà, contro la devastazione del territorio e dei beni comuni.
A
chi si batte nell’università , sui posti di lavoro e nei quartieri
contro lo sfruttamento. A chi combatte l’aberrazione dei centri di
detenzione per migranti. A chi non ha mai rinunciato a sognare un mondo
diverso.
I PM Canepa e Canciani hanno richiesto 224 anni di carcere
per i 25 manifestanti la cui unica colpa è quella di essere stati a
Genova a contestare il G8 in quei giorni. Questa richiesta getta la
maschera su che tipo di giustizia si vorrebbe imporre. Quella che
assolve sempre il potere per i suoi crimini, e colpisce con la
violenza, con l’omicidio come nel caso di Carlo Giuliani, con il
carcere chi osa disobbedire e ribellarsi.
Questa
vergognosa richiesta è semplicemente inaccettabile. L’obiettivo vero di
questo processo è riscrivere la storia, stravolgendola, perché essa
mette in difficoltà il potere.
Ci parla, la nostra storia, di coraggio nello sfidare tutti insieme i potenti del G8 che decidono guerre e massacri.
Ci
parla di disobbedienza alle leggi ingiuste, ai divieti ad esprimere il
dissenso, come quando Genova fu trasformata in una enorme zona
militarizzata e sottratta alla democrazia.
Ci parla, la storia che
questi PM vorrebbero seppellire con due secoli di carcere a chi
manifestava, delle torture a Bolzaneto, delle cariche e dei pestaggi
nelle strade, del massacro della Diaz compiti dalle forze dell’ordine.
Dell’unico
capo della polizia, che comandava tutte le operazioni di Genova, mai
promosso nella storia di questo paese, direttamente a membro di
governo.
Ci rivolgiamo a tutti perché il vero obiettivo di
questo processo è quello di colpire i movimenti di oggi e quelli di
domani. La vendetta di stato che rischia di abbattersi sui 25 imputati,
è anche il tentativo di chiudere definitivamente in questo paese lo
spazio del dissenso e della democrazia diretta che si contrappone
spesso a quella fasulla di palazzo.
Noi, primi firmatari dell’appello "Noi, quelli di via Tolemaide", (in allegato) proponiamo a tutti, di tornare a Genova il prossimo 17 novembre, per ribadire insieme che la verità non si cancella, né con la violenza, né con il carcere.
Per
gridare insieme che vogliamo la libertà di coloro che stanno pagando
per una colpa che tutti abbiamo, quella di esserci ribellati
all’ingiustizia. Chiediamo a tutti di mobilitarsi, di riempire quelle
strade che il potere teme così tanto da ricorrere al terrore per
tentare di tenerle vuote e mute. Chiediamo anche a quelli che allora
non c’erano di venire, perché il futuro è ciò che ci costruiamo ora.
A
chi era a Genova e ora siedein cariche istituzionali o di partito,
chiediamo di farsi garante pubblicamente perché siano garantiti i treni
per chi vuole manifestare, e le stazioni non siano militarizzate come
accade sempre più spesso. Invitiamo tutti alla grande manifestazione
che ribadirà che disobbedire è giusto di fronte ad un mondo come
questo, che il diritto a resistere esercitato a Genova è stato
sacrosanto e naturale, che tutti gli imputati devono essere liberati
dalla spada di damocle dei processi politici condotti contro i
movimenti.
27/10/07 LA NOSTRA PIAZZA _ SIAMO TORNATI PER RESTARE
by csamezzacanaja on Oct.29, 2007, under Comunicati e Manifestazioni
Mantenendo fede alla parola data siamo
tornati, sabato 27 ottobre, in Piazza del Duca.
Siamo tornati riempiendo quello spazio di
contenuti civili e politici alti; siamo tornati realizzando un’iniziativa,
chiamata “AltraPiazza” per ribadire ancora una volta che le nostre vite, i
nostri argomenti, le nostre pratiche sono qualcosa di altro rispetto ad
inquietanti episodi che avevano caratterizzato proprio quel luogo negli ultimi
mesi.
Siamo tornati per riaffermare, ancora una
volta, il nostro antifascismo, che agiamo continuamente nella nostra città,
opponendoci a qualsiasi discorso o politica razzista, omofoba, sessista,
autoritaria e xenofoba. Lo stesso antifascismo che, data la risposta delle
centinaia di persone -soprattutto giovani- che sabato hanno attraversato
l’AltraPiazza, abbiamo dimostrato essere valore fondante della città di
Senigallia.
Dobbiamo però anche sottolineare la nostra
amarezza per aver dimostrato che Senigallia è antifascista dopo che -citando
solo gli ultimi accaduti- abbiamo dovuto respingere un assalto squadrista in
armi al nostro centro sociale e dopo che un nostro compagno è stato
vigliaccamente aggredito e ferito.
Noi lo avevamo detto già un anno fa:
avevamo denunciato all’attenzione di tutta la città l’emergere di alcuni
discorsi e comportamenti incompatibili con la tradizione e il sentimento di
Senigallia.
A tutti i nostri detrattori consigliamo,
per onestà, di fare un’analisi seria della società in cui viviamo, di aprire
gli occhi e difendere in maniera reale la libertà, la democrazia e la
solidarietà. Queste non sono solo parole che possono essere pronunciate invano
a proprio piacimento e a proprio uso e consumo, queste sono valori che vanno
riaffermati e praticati con fermezza e radicalità in ogni momento.
Siamo tornati in Piazza del Duca e abbiamo
constatato che quella è la nostra piazza.
L’abbiamo attraversata e vissuta secondo il
nostro sentire, praticando quella libera socialità che è momento fondante della
nostra costruzione del comune. Non un modo “altro” di stare insieme, ma l’unico
modo possibile: in cui i singoli individui si incontrano, parlano, pitturano,
cantano, ballano ed esprimono collettivamente la gioia di essere.
Abbiamo constatato che quella piazza è viva
e continueremo a farla vivere rispondendo alle nostre necessità, ai nostri
desideri e alle nostre passioni e continueremo a farlo secondo le nostre
modalità. Solo così potrà essere garantita quella sicurezza, così tanto
sbandierata a livello mediatico, ai luoghi che attraversiamo e viviamo tutti i
giorni e dove loschi figuri che si richiamano al ventennio, al duce, al periodo
più cupo della storia italiana, sono persone non gradite e mai più avranno
diritto di cittadinanza e agibilità.
Siamo tornati per restare
CSOA Mezza Canaja
NESSUNA GENERALIZZAZIONE SULLA CURVA DELLA VIGOR
by csamezzacanaja on Oct.29, 2007, under Comunicati e Manifestazioni
Dopo gli ultimi fatti accaduti in questi
giorni con le perquisizioni nelle case di alcuni naziskin della regione e che
confermano una preoccupante situazione, soprattutto se collegata e
contestualizzata all’interno del panorama nazionale, è emersa una riconducibilità
di alcuni di questi al tifo da stadio.
Noi non sappiamo chi siamo queste persone,
non lo sappiamo perché non abbiamo partecipato o richiesto interventi. Quello
su cui ci siamo spesi e che abbiamo sostenuto è stata la necessità di una
mobilitazione, della città a tutti i suoi livelli, politica e culturale contro
il fasciamo, il razzismo e l’intolleranza. Siamo però sicuri della
impossibilità di definire la tifoseria, e in particolare la parte più
passionale, fedele e sempre presente, cioè la curva, un ritrovo e un luogo di
organizzazione di questi fascisti.
La tifoseria e la curva di Senigallia
rappresentano da anni una forma di resistenza per la cultura dello sport e
della lealtà sempre più incrinata e attaccata dagli affari economici, dai
profitti e dalle storture del calcio moderno.
Diciamo questo per correttezza e perché
siamo certi che il motore che spinge la tifoseria e la curva senigalliese sia
l’amore per la Vigor Senigallia.
C.S.O.A.
Mezza Canaja
27/10/07 ALTRA PIAZZA – ARTE, MUSICA E CULTURA CONTRO IL NEOFASCISMO
by csamezzacanaja on Oct.23, 2007, under Comunicati e Manifestazioni
pubblicamente in Piazza del Duca per riempirla di parole, musica,
colori e corpi che siano incompatibili con la presenza di questi
balordi e fanatici".
è la frase con cui concludevamo il comunicato stampa che ricostruiva
l'aggressione ad un nostro compagno avvenuta la notte di venerdì 5
ottobre. Questo era l'impegno pubblicamnete preso. A questo impegno
teniamo fede, tornando nel "luogo del delitto": MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA per sabato 27 ottobre, dalle h.18:00 alle 21:00 in Piazza Del Duca.
la "normalità".

5/10/07 FERITO UN COMPAGNO: BASTA NAZI!
by csamezzacanaja on Oct.08, 2007, under Comunicati e Manifestazioni

qua se tratta d’esse seri!”
che il chiacchiericcio si trasformi in leggenda urbana offuscando
quello che è accaduto venerdì sera, è meglio partire dai fatti.
3 ottobre nel treno che da Bologna porta a Senigallia, alla stazione di
Fano salgono tre naziskin. Dentro il vagone riconoscono una ragazza del
Mezza Canaja. Benché fosse sola questi tre “valorosi” uomini le si
siedono accanto e per tutto il tragitto da Fano a Senigallia la
insultano e la minacciano con le seguenti frasi: “Le ragazze del centro sociale sono tutte puttane”, “Ai ragazzi li massacriamo e gli pisciamo in faccia”… ed altre di questo tono. Scesi dal treno i fascistelli pedinano la ragazza fin che non sale nella macchina dei genitori.
5 ottobre in una delle vie del centro storico uno di questi naziskin
appartenente al gruppo che ha minacciato la ragazza, viene visto da due
attivisti del Mezza Canaja. Vola qualche parola d’indignazione e di
insulto verso chi si riempie la bocca di parole come orgoglio e poi da
buoni vigliacchi minacciano in tre una ragazza da sola. Nonostante
tutto, la questione si risolve a parole.
quarto d’ora dopo, quattro ragazzi (due uomini e due donne) passeggiano
tranquillamente – come si dovrebbe fare un venerdì sera qualsiasi – in
Piazza del Duca, quando dal Caffè del Duca alcuni naziskin aggrediscono
prima verbalmente e poi fisicamente i quattro ragazzi riconoscendoli
come appartenenti al Mezza Canaja. Ne nasce una piccola zuffa sotto gli
occhi di tutti, anche dei baristi che non intervengono minimamente per
tranquillizzare la situazione. Cosa strana se non altro per puri scopi
commerciali, nessun barista tollererebbe una simile situazione nel
proprio locale. Ci teniamo a precisare che tutti i partecipanti alla
zuffa, di entrambe, le parti non erano presenti allo scontro verbale
avvenuto poco prima in un'altra via del centro. La zuffa finisce presto
e tutti ne escono incolumi.
quel momento, a zuffa finita, arrivano anche altri quattro militanti
del centro sociale, avvisati di quello che stava accadendo poco prima.
Neanche il tempo di finire la frase “che cazzo sta succedendo”
che un bicchiere di vetro colpisce in fronte a Nicola… volano pugni e
sedie prima che i baristi questa volta intervengano per riportare la
calma. Il gruppo di naziskin fugge.
barista accusa gli attivisti del Mezza Canaja di avergli rovinato
economicamente la serata, facendo finta per ovvie amicizie, di non
sapere che in entrambi i casi, sono stati i suoi “clienti preferiti” a
compiere le aggressioni, e quindi a procurargli i danni economici… Chi
è causa del suo mal pianga se stesso!
barista non chiama nemmeno la polizia, cosa più unica che rara da parte
di un gestore di un’attività commerciale, soprattutto quando questo
avviene nel proprio locale e con il bicchiere di birra da lui appena
venduto. Questo comportamento ha due spiegazioni: o si è incapaci di
intendere e volere o si vuole coprire gli aggressori.
che avviene dopo, è ancora più assurdo e grave; i naziskin in preda ad
un delirio alcolico si presentano al pronto soccorso urlando minacce,
dicendo di avere i coltelli. La scena viene vista con sgomento dagli
infermieri e dalle persone presenti al pronto soccorso.
6 ottobre più di duecento persone manifestano in Piazza del Duca contro
l’ennesima e grave aggressione fascista avvenuta in città, si chiede e
si ottiene la chiusura del Cafè del Duca. Ci teniamo a precisare per
senso di responsabilità e di serietà che solo uno dei gestori del bar
ha rapporti con i naziskin. Non è un caso che da quando questo bar ha
aperto questo gruppetto di turpi individui è comparso stabilmente in
città.
dall’aggressione avvenuta al Mezza Canaja durante il Summer Jamboree
che abbiamo pubblicamente affermato la presenza di questi individui
dediti all’alcool, ai coltelli ( com’è avvenuto a Pergola, sono sempre
gli stessi), alle risse ed alle aggressioni a chiunque sia riconosciuto
come estraneo alla loro primitiva ideologia.
stare qui a lamentarci, ma non lo facciamo, fa parte del gioco … un
gioco macabro al quale va posto immediatamente termine. Non è una
questione di opposti estremismi o di bande avverse e neanche di idee o
credi politici differenti. E’ una questione di “ Uomini e non”, di civiltà e inciviltà, di democrazia o barbarie.
ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità , è ora che ogni
spazio sia reso inagibile a questi pericolosi individui, è ora che ogni
persona con un minimo di coscienza civile rifiuti la presenza di questi
loschi figuri, anche quando si tratti di una birra nello stesso locale.
E’ il momento di fargli terra bruciata intorno prima che la nostra
città si trasformi in un campo di battaglia. Per questo prima che
l’inverno faccia sentire il suo freddo, ritorneremo pubblicamente in
Piazza del Duca per riempirla di parole, musica, colori e corpi che
siano incompatibili con la presenza di questi balordi e fanatici.
06/10/07 CORTEO A BOLOGNA IN DIFESA DEGLI SPAZI SOCIALI
by csamezzacanaja on Oct.04, 2007, under Comunicati e Manifestazioni

Il
CSOA Mezza Canaja ed i centri sociali delle Marche
saranno
nelle strade di bologna il 6 ottobre per
difendere
gli spazi sociali ed il loro diritto ad
esistere
e resistere.
Con
noi porteremo la ricchezza di due nuove
occupazioni
nate nell'ultimo mese nella metropoli
diffusa
marchigiana – fabriano e osimo – in quanto
pensiamo
che sia la migliore risposta contro quelle
amministrazioni
che trasversalmente da sinista a
destra,
da Bologna a Parma, sgomberano e
criminalizzano
le forme di autonomia ed
autoganizzazione
urbana.
SIAMO
VENUTI PER RESTARE!
CSOA
Mezza Canaja (Senigallia)
Centri
Sociali delle Marche
21/09/07 E’ PERICOLOSO AVERE RAGIONE QUANDO LO STATO HA TORTO
by csamezzacanaja on Sep.26, 2007, under Comunicati e Manifestazioni

Venerdì 21
settembre il Tribunale di Macerata ha condannato – in primo grado con pene che
vanno dai quattro mesi ad un anno e quattro mesi – cinque nostri compagni (uno
dei quali del Mezza Canaja) che nel marzo del 2004, insieme a tanti altri
militanti dei centri sociali marchigiani e a tanti cittadini, hanno opposto
resistenza alla costruzione di un Centro di Permanenza Temporanea (CPT) nella
nostra regione. Quel 3 marzo centinaia di persone entrarono nella sala del
Consiglio Comunale di Corridonia per manifestare la propria contrarietà alla
costruzione di tale abominio giuridico.
Aldilà della
scontata ma non meno importante solidarietà ai condannati – la loro condanna è
anche la nostra – vorremmo portare all’attenzione di tutti le situazioni poco
trasparenti e le contraddizioni che hanno caratterizzato l’esito del processo.
Anzitutto la
decisione è stata frutto di un giudizio politico, perché sin dall’inizio il
giudice ha mostrato la chiara volontà di condannare i cinque imputati. Chi ha
assistito alle numerose sedute del processo ha potuto constatare come il
giudice si comportasse come un secondo pubblico ministero, passando spesso
dalla parte di chi un giudizio lo deve formulare a quella di chi lo ha già
formulato e va in cerca di conferme.
Ora, che cosa
ci legittima a dire questo con un senso di oggettività?
I cinque sono
stati condannati, tra l’altro, a risarcire 5000 euro di danni morali al Comune
di Corridonia. Occorre però ricordare che cosa è avvenuto in quei giorni.
Nessuno dei consiglieri comunali, né nella maggioranza, né nell’opposizione
sapeva che durante la fatidica riunione del consiglio comunale si sarebbe
discusso e in seguito espropriati dei terreni per costruire il CPT; né lo
avrebbero saputo, perché l’esproprio era stato concordato di nascosto tra il
sindaco e la ditta appaltatrice. La protesta ha fatto emergere la questione, e
così i consiglieri comunali all’unanimità hanno deciso di votare contro la
realizzazione del progetto.
Per
ricapitolare, ecco come lo Stato ha ripagato una protesta che, tra l’altro, ha
fatto emergere un giro illecito di denaro: attraverso una multa di 5000 euro
per danni morali per la “rovina dell’immagine del Comune di Corridonia”, e anni
di galera elargiti con molta leggerezza, senza che per altro sia mai emersa –
neanche nella requisitoria finale del PM – una prova evidente che inchiodi
inequivocabilmente gli imputati ai reati a loro contestati. Infine, strana
coincidenza, la mattina del processo una chiamata anonima denuncia la presenza
di una bomba in tribunale. Naturalmente la bomba non c’era, ma fatti di questo
genere hanno molte affinità con vecchie strategie della tensione di moda
qualche decennio fa in Italia. Così, oltre a creare un clima di maggiore astio
fra le parti in causa, si è data la possibilità alla stampa di far articoli
sensazionalisti, alludendo a facili associazioni di idee nelle menti dei
lettori.
Insomma, è
sempre pericoloso avere ragione quando lo Stato ha torto!
Di fronte alla
dimostrazione della loro colpevolezza, le istituzioni italiane hanno reagito
ancora una volta con il vecchio vizio di farla pagare cara a chi le ha messe
sul tavolo degli imputati, dimostrando una cronica inettitudine all’autocritica
e all’accettazione delle proprie colpe. Ma questa accusa, anziché intimorirci,
conferma le nostre idee e alimenta la convinzione della giustezza delle nostre
lotte.
Solidarietà ai
compagni condannati, che quotidianamente insieme a tanti altri resistono
all’istallazione di questi lager per migranti!
Centro
Sociale Occupato Autogestito Mezza Canaja
vedi anche NO CPT. CONDANNATI PER AVER DIFESO I DIRITTI
e su glomeda
21/09/07 NO CPT. CONDANNATI PER AVER DIFESO I DIRITTI
by csamezzacanaja on Sep.22, 2007, under Comunicati e Manifestazioni

MACERATA – Si è chiuso questa mattina il processo a carico
dei cinque attivisti che presero parte alle manifestazioni No Cpt
a Corridonia.
Decine di manifestanti hanno partecipato al presidio all'esterno del
tribunale e poi presenziato all'interno dell'aula durante lo svolgimento
dell'udienza.
Tre ore di istruttoria seguite da due di camera di consiglio prima del
pronunciamento del giudice: una pesante sentenza di condanna "verso
i contenuti politici e sociali espressi collettivamente da una moltitudine che
ha scelto di prender parola contro la barbarie dei campi di detenzione".
Pur non essendo emersi rilievi indiziari a suffragio della
responsabilità penale degli imputati, il giudice ha proceduto con la condanna
per i reati di interruzione di pubblico servizio, lesioni e resistenza a
pubblico ufficiale per pene che arrivano fino a un anno e quattro mesi
di reclusione.
Incongruenze nello stesso pronunciamento, in quanto dalle risultanze di
un'unica testimonianza dell'accusa ne sono scaturite un'assoluzione e una
condanna agli indirizzi di uno stesso imputato per due diversi capi di
imputazione.
Nonostante nessun reato di danneggiamento sia stato mai contestato, è
stato riconosciuto un risarcimento danni per cinquemila euro al Comune di
Corridonia costituitosi parte civile.
Da parte della difesa reazioni comunque positive sull'andamento
dell'istruttoria dibattimentale che ha evidenziato con chiarezza l'inconsistenza
dell'impianto accusatorio "ponendo le condizioni per una corretta
valutazione dei fatti in sede di appello".
Corridonia, 3 marzo 2004. Una battaglia collettiva che ha visto
protagonisti insieme cittadini e attivisti a difesa dei diritti
dei migranti. Cinque capri espiatori per colpire quelle centinaia di
persone che rivendicarono il diritto a
resistere alla vergogna dei Cpt. Nessun Cpt da allora è più stato
realizzato nelle Marche.
http://www.youtube.com/watch?v=6Dn3gJWu9fU
IL COMUNICATO DEL CSOA MEZZA CANAJA
01/09/07 NASCE UN NUOVO SPAZIO SOCIALE, IL CSOA LUIGI FABBRI
by csamezzacanaja on Sep.13, 2007, under Comunicati e Manifestazioni

L’anomalia selvaggia dentro la città-fabbrica
Meraviglia, stupore, felicità, sono forse queste le parole più adatte per descrivere la vita nel suo presentarsi al mondo. Un groviglio potente e virtuoso di passioni e necessità che dentro uno spazio-comune prendono forma; affermano una verità. E la verità è che nel pieno di una campagna legalitaria mai vista nell’Italia repubblicana – dove l’emergenza e lo stato d’eccezione diventano prima norma e poi programma politico da candidare alle elezioni – nei territori che si vorrebbero obbedienti ai dettami di “legge ed ordine” e devoti alla santa trinità del “produci, consuma crepa”, nascono delle “anomalie selvagge”. Spazi sottratti ai rapporti mercantili ed al valore di scambio cui ogni forma di relazione sociale è ormai ridotta. Istituzioni autonome che nascono e si riproducono dentro e contro i dispositivi disciplinanti delle città, dove nulla si muove, nulla succede, nulla cambia, se non lo decide il padrone di turno. Ad oggi, la città si chiama Fabriano, il suo padrone Merloni e l’anomalia selvaggia CSOA Luigi Fabbri.
A questi nuovi compagni che hanno dato carne ai propri desideri organizzandoli in uno spazio autonomo ed occupato, rompendo così l’ordine che vige dentro la città-fabbrica, va tutta la nostra solidarietà.
Le dita di una mano prese singolarmente sono deboli, ma tutte insieme sono un pugno!
Comunità Resistenti Marche
6>16/09/07 NO DAL MOLIN FESTIVAL
by csamezzacanaja on Sep.07, 2007, under Comunicati e Manifestazioni
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