Comunicati e Manifestazioni
24/09/09 APARTHEID A SENIGALLIA?
by csamezzacanaja on Sep.28, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni
APARTHEID A SENIGALLIA?
Il Coordinamento migranti "Terza Italia"
fotografa un cartello con su scritto "Cercasi operai italiani".
L’attuale crisi economica
produce man mano che si radicalizza seri problemi di carattere sociale, fra i
più gravi, quello del razzismo. Nonostante la maggior parte dei senigalliesi
combatta il razzismo, il fenomeno non accenna ad arretrare, inglobando uffici
che erogano servizi, come le agenzie per la casa, del lavoro, nemmeno gli
uffici pubblici si salvano. Fino ad adesso il "razzismo" a Senigallia
è sempre rimasto circoscritto e ogni volta che una forza politica (Forza Nuova)
ha cercato di seminarlo, hanno sempre trovato come ostacolo la popolazione
civile, che con assemblee pubbliche e manifestazioni hanno espresso il loro
vivo dissenso.
Con l’alleanza del Pdl con
la Lega Nord
l’attuale maggioranza ha iniziato una nuova fase di razzismo, questa volta di
stampo politica, seminato dalle stesse mani che reggone le redini del paese
(Vedere Pacchetto Sicurezza). L’amministrazione comunale di Senigallia dal
canto suo ha contribuito alla crescita di questo fenomeno, rapportandosi con le
associazioni di immigrati solo di nome e ghettizzando chi li rappresenta
realmente, come Coord. migranti "Terza Italia". Gli stessi programmi
di questa giunta contengono elementi di stampo razzista, come i continui
controlli agli esercizi commerciali degli immigrati e le continue perquisizioni
corporee a cui sono sottoposti. I consiglieri aggiunti (due comunali, uno
provincia) non assolvono minimamente alle loro responsabilità, al contrario
sono completamente estranei alla politica per gli immigrati.
L’ultimo esempio di questo
degrado della dignità, è rappresentato dalla vetreria "Misa" s.r.l.
in Via Veronese 36, che ha appeso un cartello in bella vista all’ingresso con
su scritto "Cercasi operai solo ITALIANI", senza rispetto per i
diritti degli immigrati, propri degli uomini. Il contenuto del cartello è
sintomatico del razzismo diffuso. Se il proprietario della vetreria avesse
voluto assumere solo italiani avrebbe potuto scartare gli immigrati al
colloquio, come avviene nella maggioranza dei casi, l’aver ostentato questo
cartello rimanda al clima di Apartheid, dove le città erano tappezzate di
cartelli di questo stampo.
Abdellah
Manyani
19/09/09 IL MEZZA CANAJA IN CORTEO CON GLI OPERAI DELLA MANULI
by csamezzacanaja on Sep.23, 2009, under Comunicati e Manifestazioni
della Manuli
Il 19
settembre ‘09 circa 1600 persone sono scese in piazza ad Ascoli Piceno contro
la chiusura della fabbrica Manuli e per la difesa del lavoro e della dignità.
Ecco
alcune foto della manifestazione fatte dalla delegazione del Mezza Canaja
presente in piazza.
15/09/09 LIBERATO L’EX-ENEL. LIBERATI DALLA PENALE. ANNO ZERO
by csamezzacanaja on Sep.15, 2009, under Ambasciata dei diritti, Cirko Canaja, Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni, Corrispondenze dal Messico, Drugstore - bottega antipro, Femme Canaja, Feste, No complanare, Osteria Canaja, Plage Sauvage, Serate e Dibattiti, Smash G8
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Liberato
l’ex-Enel. Liberati dalla penale.
ANNO ZERO
"O gentiluomini, la vita è breve e se noi viviamo,
viviamo per camminare sulle teste dei re"
(Shakespeare – Riccardo III)
Alle ore
8:30 di mercoledì 16 settembre i locali delle ex-colonie ENEL sono stati
riconsegnati a Morpurgo e alla ditta di cui è il maggior azionario.
Alle ore
8:30 di mercoledì 16 settembre si è estinta definitivamente la penale che da
anni gravava direttamente su di noi e indirettamente sul Comune e quindi su
tutta la cittadinanza.
Alle ore
8:30 di mercoledì 16 settembre un rappresentante del Comune nella persona del
Dirigente Maurizio Mandolini, un rappresentante di Iniziative Turistiche
Senigallia s.r.l. nella persona di Riccardo Morpurgo, ed un rappresentante
della disciolta associazione il Pane e le Rose nella persona di Marianna
Lombardi, tramite una scrittura privata, hanno formalizzato tutto questo. Anno
zero, dunque!
Questo è
il risultato raggiunto dopo cinque mesi di “trattativa triangolare” tra noi,
Morpurgo e l’Amministrazione Comunale, quest’ultima rappresentata dal
Vicesindaco Ceresoni e dall’assessore Mangialardi. Una trattativa dura, tesa,
improvvisa, che vedeva da una parte la frettolosa volontà di demolire l’ex-ENEL
in piena estate pur non avendo nessun permesso per costruire e dall’altra un’attività
politica e culturale – la nostra – già programmata e che non poteva saltare.
Nel mezzo il Comune ed una penale di oltre duecentomila euro.
Noi non
siamo eroi, tanto meno sulla pelle e le tasche degli altri. Non potevamo
permettere che la penale di circa tre anni di occupazione venisse pagata – per
ovvia impossibilità nostra – con le tasse dei senigalliesi. Non potevamo
permettere che con i soldi pubblici si risarcisse un facoltoso privato, perché
per noi sarebbe stata una scelta politicamente e moralmente devastante. Per
tutelare i nostri concittadini, la nostra dignità e la nostra coerenza abbiamo
scelto di scendere a patti e di arrivare ad un compromesso, l’unico possibile:
lasciare l’ex-ENEL senza colpo ferire, senza resistere, in cambio
dell’immediato annullamento della penale e dell’individuazione di un nuovo
spazio per far ripartire il centro sociale. La prima richiesta era ovviamente
indirizzata a Morpurgo ed alla sua società, la seconda all’Amministrazione
Comunale.
Noi
abbiamo rispettato i patti, la proprietà pure, l’Amministrazione Comunale no. Alle
ore 8:30 di mercoledì 16 settembre abbiamo abbandonato volontariamente uno
spazio, la penale è stata annullata, ma dall’Amministrazione non viene indicata
alcuna alternativa per poter proseguire legalmente l’attività politica, sociale
e culturale del Mezza Canaja. Certo, posti pubblici non ve ne sono molti. Certo,
un privato non ci affitterebbe volentieri un posto. E’ anche certo però, che se
non avessimo contestato il Sindaco durante il Cateraduno, occupato le case
della Curia, denunciato pubblicamente – per primi – i conflitti di interesse e
la mancanza di “etica pubblica” nell’azione dell’Amministrazione (vedi il caso
di Villa Bucci) e soprattutto se fossimo stati solamente un’associazione
culturale, magari un po’ vivace, ma nei fatti innocua e silente davanti alle
malefatte di chi governa, beh, sicuramente un posto si sarebbe trovato.
Lasciamo
nell’ex-ENEL un pezzo importante di noi. Vi lasciamo il sudore per averlo
ricostruito, gli affetti che lì hanno potuto incontrarsi e nascere, le
relazioni umane, sociali e politiche che grazie a quello spazio siamo riusciti
a costruire in città, la fratellanza di centinaia di compagni e compagne di
tutt’Italia, le botte date e prese per difendere lo spazio da fascisti e
spacciatori. Lasciamo un pezzo della nostra vita. Una vita che abbiamo scelto
di vivere dentro una dimensione collettiva, praticando quotidianamente il
difficile e contraddittorio percorso dell’autonomia e della libertà.
Lasciamo
tutto questo, ma usciamo a testa alta. Ora, ci offrono una trattativa non più
con l’Amministrazione – guarda caso – ma con una cordata di partiti del
centro-sinistra che vorrebbero aiutarci – farsi da garanti – nel trovare una
sede. Grazie, ma abbiamo già dato! Una trattativa con l’istituzione pubblica è
una conquista ed un riconoscimento politico che deriva da un conflitto più o
meno aspro. Una trattativa con i partiti invece, è sostanzialmente qualcosa che
sta a metà tra una politica assistenziale ed una clientelare. Dignità,
coerenza, credibilità e stile ci impediscono di accettare.
Preferiamo
percorrere altre strade, in basso a sinistra. Preferiamo guardare lontano, in
alto, sulle gru delle fabbriche chiuse o sui tetti dei provveditorati e dei
Musei Capitolini. Guardiamo ad una nuova stagione di lotte e ad una possibile
ricomposizione di classe. Guardiamo con sorriso complice le prime avvisaglie di
un nuovo movimento sociale dopo anni di torpore e barbarie. Anche noi andremo
sui tetti, insieme a tutte e tutti coloro che sono stanchi di pagare la crisi,
sul tetto di un nuovo spazio occupato per liberarlo dalla rendita, dalla
speculazione, dalla privatizzazione e dal degrado, per farne non uno spazio
pubblico, ma uno spazio comune. Per noi è l’anno zero, e sappiamo bene che
bisogna avere una casa per andare in giro per il mondo.
Infine,
vorremmo concedere “l’onore delle armi” a Roberto Paradisi, nostro strenuo
nemico e puntuale contabile, che in questi anni ha impugnato la penale come principale
arma per aizzarci contro la folla. Caro Roberto, ti sei battuto con valore,
ma questa battaglia finisce qua e tu l’hai persa.
Mezza Canaja
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ATTI DI RICONSEGNA DELL’EX-ENEL
LO SMONTAGGIO DELL’EX-ENEL
RICORDI IMPRESSI NEL MURO
19/09/09 MANIFESTAZIONE DEL COORDINAMENTO DEI LAVORATORI DEL PICENO ORE 10
by csamezzacanaja on Sep.14, 2009, under Comunicati e Manifestazioni
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Sabato 19
settembre si terrà una manifestazione di TUTTI I LAVORATORI del Piceno. Partirà
dal piazzale dello stadio Comunale di Ascoli Piceno per arrivare davanti la Prefettura. Vogliamo
gridare al Governo (rappresentato in Ascoli dalla Prefettura) tutta la nostra
indignazione per la grave crisi che attanaglia le imprese del Piceno e contro
tutte le delocalizzazioni selvagge che molte multinazionali stanno attuando.
ANCHE NOI DELLA VALLATA VOGLIAMO LAVORARE!!!! La nostra manifestazione non sarà
una PASSERELLA di politici e sindacalisti, ma SOLO la voce dei lavoratori.
Nessuna bandiera (sindacale o politica) verrà esposta, solo striscioni e
magliette DEI LAVORATORI. Partecipate numerosi ed invitate altra gente.
- TETTOLOGIA MARXISTA di Antonio Musella
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13/09/09 E’ STATO MEGLIO LASCIARCI CHE NON ESSERCI MAI INCONTRATI – Il Mezza Canaja chiude i battenti | DI QUILLY
by csamezzacanaja on Sep.14, 2009, under Comunicati e Manifestazioni
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E’ STATO MEGLIO
LASCIARCI CHE NON ESSERCI MAI INCONTRATI – Il Mezza Canaja chiude i battenti
Il Mezza
Canaja chiude e molti ne sono profondamente contenti.
Magari sono quelli che esultano alla notizia che si farà una Complanare che
asfalterà chilometri quadrati di campagna e allo stesso tempo urlano come le
belve perchè quelli del Mezza attaccano un manifestino che pubblicizza un
concerto rap.
Oppure sono quelli che si incazzano per la Plage Sauvage ma che
non li hai mai sentiti profferire parola contro gli enormi conflitti di
interessi di certe giunte di centro sinistra.
Il Mezza Canaja è sempre nel torto, è a volte lo è anche per me non dico di no.
Ma ora che chiude quell’abominevole casermone in riva al mare con quei disegni
strani e orrendi, ma se li guardi bene neanche tanto, il mio cuore è colmo di
tristezza.
Perchè nei miei vent’anni che sono stati vent’anni fa, avrei voluto vedermi in
un posto come quello e parlare di politica, musica, figa piuttosto che vivere
di nulla come ho vissuto in quel periodo.
Quando vado al Mezza Canaja a qualche iniziativa da loro organizzata respiro
una vera aria di libertà e di anarchia, un’aria profondamente ancorata nel nome
anarchico che si sono dati. Senigallia, mezza ebrea e mezza canaja dove la
canaja simboleggia l’anima anarchica della nostra città.
E’ un centro sociale autogestito. Un gruppo che prende posizione. Che cerca di
risolvere problemi e che spesso sbaglia.
Però vivaddio, la vera gioventù che mi fa triste, è quella che vedo spiaggiata
davanti a qualche bar a sorseggiare improbabili vini di cui non sanno un cazzo
in improbabili calici.
Quella gioventù che sa tutto delll’ultimo cellulare in commercio, dell’ ‘ultimo
modello di Suv, dell’ultima scarpa della Nike uscita, ma non gli chiedere chi è
il presidente della repubblica che non te lo sanno dire.
E io preferisco il Mezza Canaja, o addirittura quelli di Forza Nuova, perchè
almeno costringono a pensare i loro cervelli bacati. Quei ragazzi che ho
incontrato e studiato da lontano, hanno in testa un sogno, un utopia, e a
vent’anni credo sia giusto così.
C’è sempre tempo perche qualcuno domani gli tarpi le ali. Dicevo ad un amica
che quei ragazzi hanno "la rivolta tra le dita" e quella sede è la
sede più adatta del mondo per ascoltare musica, incontrare gente, vivere,
amare, soffrire e perchè no…sbagliare.
Sapendo che se si sbaglia insieme è sempre meglio che sbagliare da soli.
Il Mezza Canaja chiude e niente sarà più come prima, come ogni volta che
qualcosa finisce.
Tra poco andrò lì mentre stanno portando via tutto.
Una mia conoscente a giorni finirà con la famiglia in mezzo ad una strada.
Proviamo inisieme a trovare una soluzione senza che nessuno si faccia male.
Ma sotto i ponti nessuno deve andare.
Il Mezza Canaja chiude.
I ragazzi sono sereni, vanno incontro all’inevitabile con disincanto.
Tra qualche anno magari qualcuno di loro sarà consigliere del Pdl, e qualcun
altro ancora sulle barricate. E’ la vita.
E magari davanti a un bicchiere in un bar in riva al mare, diranno ai figli:
"Qui c’era il Mezza Canaja….formidabili quegli anni….".
Il Mezza chiude e per chiudere anch’io questa nota voglio fare mia la frase che
ho visto scritta da qualche parte da loro.
"E’ stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati…".
Potete dirlo forte amici, la storia continua perchè non può finire qui.
Grazie di tutto anche del molto che non ho condiviso.
01/09/09 LA MEMORIA NON VA DEMOLITA – MONI OVADIA SULLE COLONIE EX UNES
by csamezzacanaja on Sep.02, 2009, under Comunicati e Manifestazioni
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L’ARTISTA AD ANCONA
RIFLETTE SUL CASO SENIGALLIESE: “E’ TRISTE QUANDO VALE PIÙ UN RESORT CHE LA
STORIA LOCALE”
“LA MEMORIA NON VA
DEMOLITA”
MONI OVADIA SULLE COLONIE
EX UNES: L’IDENTITÀ DI UNA CITTÀ PIEGATA ALLE RAGIONI DEL DENARO
Senigallia “Il ricordo del dolore è uno dei patrimoni più grandi di una città,
per la sua identità, per la formazione delle generazioni future e soprattutto
per la democrazia. Ignorarlo è un errore che prima o poi pagheremo molto caro”.
Moni Ovadia è sbarcato ad Ancona da appena un’ora per partecipare alla serata
del Festival Internazionale Adriatico Mediterraneo: giusto il tempo di arrivare
in albergo e sistemare i bagagli, che subito l’artista viene catapultato in una
delle polemiche urbanistiche più spinose di Senigallia. Ovvero la prossima
demolizione delle colonie ex Unes. Un argomento che lo tocca particolarmente
perchè quando si parla di Memoria, Ovadia non ammette fraintendimenti visto che
ha dedicato la sua vita al recupero e alla rielaborazione del patrimonio artistico,
letterario, religioso e musicale degli ebrei dell’Europa orientale. “Conosco la
vicenda – sottolinea – ma non essendo senigalliese non posso esprimere giudizi
specifici. Devo dire però che il progetto di demolire un altro luogo della
Memoria ha generato in me una profonda tristezza e una grande delusione per un
Paese che sta regredendo e piegando alla logica del portafoglio”.
Al posto delle colonie ex Unes, luogo-simbolo della persecuzione fascista a
Senigallia, sorgeranno abitazioni e residence turistici. Che idea si è fatta di
questa vicenda?
“L’idea che l’identità di una città è costretta a piegarsi alle ragioni del
denaro. Della serie: questo posto non è importante perchè ci sono in ballo i
miei interessi… Poi magari a ogni Giorno della Memoria ecco che si tira fuori
lo zucchetto e si sfodera la solita, insignificante retorica”.
Il sindaco di Senigallia, per cercare di tirare le fila di un braccio di ferro
urbanistico che ha diviso e scosso parecchie coscienze, ha sottolineato che
accanto alle nuove edificazioni verrà realizzato una sorta di monumento per
ricordare il passato…
“Credo che sia un modo per non assumersi la responsabilità di bloccare il
progetto. Ma cosa è un resort di lusso per turisti in confronto alla nostra
storia, alla nostra identità? E’ questo che i nostri politici non comprendono:
il patrimonio di una città, la memoria, il ricordo del dolore è il segno della
democrazia, un monito per le generazioni future. Alimentando la retorica e la
falsa coscienza a beneficio delle speculazioni edilizie non si fa altro che
compromettere il domani dei nostri figli e dei nostri nipoti”.
La stessa comunità ebraica si è trovata divisa sulla questione delle colonie ex
Unes.
“Spesso accade che i vertici tendano ad essere filogovernativi per mantenere
buoni i rapporti con le istituzioni locali. Questo però è solo uno sconcio
revisionismo che nella maggior parte dei casi fa rifiorire il fascismo. Le
colonie di Senigallia dovrebbero essere salvate e diventare luogo di incontri,
di visite per le scuole. Noi a Milano siamo riusciti a salvare l’area del
Binario 21 dove passavano i convogli pieni di deportati. Ci siamo riusciti
grazie ad una azione congiunta di pubblico e privato. Ecco cosa dovrebbe
accadere nella vostra città”.
M. TERESA BIANCIARDI
Da Il Corriere Adriatico
25/08/09 LETTERA APERTA DI UN OCCUPANTE DI CASE ALL’AMMINISTRAZIONE, ALLA CURIA E ALLA CITTADINANZA
by csamezzacanaja on Aug.25, 2009, under Comunicati e Manifestazioni
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Lettera aperta
di un occupante di case all’Amministrazione, alla Curia ed alla cittadinanza.
Mi chiamo Giuli Andres Felipe, sono un
senigalliese che ha dovuto usare l’illegalità per ottenere i propri diritti di
essere umano e cittadino italiano. Con questa lettera, voglio illustrare la mia
situazione come quella di tanti altri miei pari, alla cittadinanza .
E’ iniziato tutto il 17 Settembre 2008
quando trovai da affittare un appartamento sito a Senigallia in via Respighi. I
proprietari dello stabile mi fecero firmare un contratto in bianco
assicurandomi che poi avrebbero compilato le dovute parti e denunciato la mia
locazione al commissariato, come prevede la legge. Il 15 di
Settembre richiesi a loro la copia che mi spettava, ma purtroppo scoprii a mio
discapito che non era stata fatta nessuna registrazione del contratto e che nessuna
delle procedure standard era stata eseguita. A seguire mi informai dai vicini
di casa e seppi che gli inquilini precedenti erano stati allontanati
dall’abitazione dalla polizia con l’accusa di occupanti abusivi! La cosa mi
fece insospettire alquanto e chiesi aiuto al Mezza Canaja. Come prima mossa
decidemmo di non pagare l’affitto del mese corrente in modo da non passare da
complice di chi mi affittava in nero un garage, spacciandolo per casa. Subito
dopo, convocammo i giornalisti del Corriere Adriatico, Messaggero e Resto del
Carlino, Viveresenigallia ed alcuni bloggers per informare la cittadinanza
della situazione di frodo in cui vivevo.
Nei giorni a seguire, insieme ad alcuni
attivisti del Mezza Canaja fui ricevuto dal Dirigente Comunale Maurizio
Mandolini, che provocatoriamente mi accusò di negligenza e di essere in “combutta”
con i proprietari. A quel punto, per
vanificare le sue accuse e dimostrarne l’inconsistenza, denunciai i proprietari
dell’abitazione alla Guardia di Finanza, all’U.S.L, alla Polizia Municipale e
al Catasto. A quel punto cominciarono le vessazioni da parte dei proprietari
della locazione attraverso lo stacco della luce, della corrente e dispetti di
vario genere.
Sempre grazie al Mezza Canaja ottenni un
primo colloquio con l’Assessore Volpini, ma a parte un grande giro di parole in
stile burocratico, non riuscii a ottenere altro che una pacca sulle spalle. Il
comune di Senigallia, dopo che ne ebbi fatta richiesta, mi versò per alcuni
mesi un contributo alimenti di 200 euri al mese, dal momento che il 15 dicembre
la ditta per cui lavoravo come idraulico mi licenziò a causa della crisi.
Il vicesindaco Simone Ceresoni prese a
cuore la mia situazione e mi promise che avrebbe risolto la situazione e che mi
avrebbe fatto dare un appartamento dal Comune. Purtroppo anche le sue si
rivelarono solo parole, poiché al seguente colloquio con Ceresoni e Volpini la
loro unica proposta fu di alloggiare per un breve periodo o alla Caritas o al
Centro di prima accoglienza (nonostante sia formalmente chiuso). La mia
risposta a queste proposte fu un no secco, poiché non era la situazione che mi
era stata promessa, tanto meno era una situazione dignitosa.
Nei primi giorni di Aprile fui costretto
dalle varie vessazioni che subivo dai proprietari e dagli avvertimenti che mi
arrivavo dalla Polizia Municipale ad andarmene dall’abitazione di via Respighi,
in quanto a breve avrei subito uno sgomberato coatto. Trovandomi senza un tetto,
fui accolto dal centro sociale Mezza Canaja che si prodigò per darmi la miglior
accoglienza possibile, trovandomi anche un lavoro regolare come giardiniere, ma
una settimana fa mi è scaduto il contratto.
Ho vissuto al Mezza Canaja per cinque mesi,
senza rimanere però con le mani in mano, ritornando a dialogare con il
Dirigente Mandolini e con gli assistenti sociali del Comune, cercando di
ottenere un alloggio, magari anche emergenziale ma dignitoso. Purtroppo la mia
situazione era ormai caduta nel dimenticatoio, neanche la mia lettera al
Sindaco Luana Angeloni fece cambiare la situazione.
Pertanto, dopo che con il mio comportamento
da cittadino onesto e rispettoso della legge non riuscì a ottenere altro che la
perdita della mia dignità e di un posto in cui vivere, decisi di occupare un
appartamento della Curia sfitto da ormai dieci anni.
Ora la Curia e l’Amministrazione Comunale
mi parlano di rispetto della legge ma con che coraggio? Dopo che ho denunciato una
situazione di illegalità e che ho seguito tutto l’iter legale e burocratico che
cosa ho ottenuto? Per entrambi sono forse un cittadino invisibile?
Chiedo nuovamente alla Curia e
all’Amministrazione Comunale di aprire un tavolo di trattativa e il
sottoscritto, allora, ritornerà alla legalità.
Giuli Andres Felipe (occupante di una delle case in Via delle Caserme)
22/08/09 LORO, LEGGE E ORDINE. NOI, DIGNITA’ E GIUSTIZIA. RISPOSTA AL SINDACO SULLE CASE
by csamezzacanaja on Aug.23, 2009, under Comunicati e Manifestazioni, Plage Sauvage
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LORO, LEGGE E ORDINE
NOI, DIGNITA’ E GIUSTIZIA
Si muovono
i pezzi grossi, anzi il più grosso. La Giunta in evidente difficoltà sul problema casa,
incapace di dare risposte reali oltre la propaganda che già Campanile ha messo
in campo lo scorso anno e spaventata dal consenso popolare che le occupazioni
hanno ottenuto, fa scendere in campo il Sindaco. Quale onore per noi comuni
mortali!
Lo Stalin
in gonnella ci ricorda che la legalità è uno dei valori che in democrazia
regola la vita di una comunità, valori condivisi, ma da chi? Forse dall’Edra,
da Morpurgo, da Benni, dalla rendita finanziaria, dal grande commercio, dagli
immobiliaristi romani legati economicamente e familiarmente all’Angeloni. La
legalità si piega, si modella, si gestisce, la si rende aderente alle
speculazioni economiche di costoro. La legalità è l’infrastruttura che permette
ai palazzinari di svendere il nostro territorio senza correre rischi,
ottenendo, magari, in cambio qualche finanziamento per la prossima campagna
elettorale. In Italia dalla Presidenza del Consiglio a quella del nostro
Comune, legalità, legittimità e giustizia da qualche tempo, ormai, non sono più
sinonimi, anzi, spesso sono in aperto contrasto tra loro. “Cercavi giustizia ma trovasti la legge”, un rompicapo sul quale varrebbe
la pena spendere qualche riflessione.
Il Sindaco
si chiede “chi è che decide quando un
diritto può essere cancellato e quando invece un altro debba essere esteso? Chi
impone espropriazione di alloggi? Chi fissa canoni o forma graduatorie?”.
La risposta è semplice, Lei, la sua Amministrazione, il suo entourage politico,
i costruttori, gli immobiliaristi, gli albergatori, i potentati economici
(alcuni nomi li abbiamo appena elencati) e magari anche la Curia e il suo vasto potere
temporale: pardon, patrimonio abitativo.
“Può davvero la vita di una
comunità locale fondarsi sulla sistematica violazione delle regole?” – continua ancora l’Angeloni –
evidentemente sì. Quando si fa rientrare nel piano Cervellati edifici come
l’ex-Nirvana che è fuori dal centro storico, quando si demolisce l’ex-Sacelit o
l’ex-Enel tramite il silenzio assenso ad una DIA, quando sono pignorati edifici
pubblici come l’ex-GIL perché si sono stipulate polizze con i soldi pubblici,
quando sempre con quest’ultimi si pagano le multe di Campanile e le telefonate
di Mangialardi, quando tramite politiche clientelari si permette di comprare un
terreno agricolo per poi trasformarlo in edificabile utilizzando la scusa della
Complanare come opera dì interesse pubblico, quando si abbassano gli indici di
edificabilità per costruire e cementificare ancora di più, quando in Consiglio
Comunale siedono palesi conflitti d’interessi – come il Consigliere Belardinelli (PD)
rispetto alla variante arceviese ed Enzo Monachesi (IdV) rispetto agli interessi
dei bagnini, quando si fa finta di avere il numero legale in Consiglio
Comunale, quando si trasforma il canone sociale in concordato, quando si danno
nove secondi per le controdeduzioni, quando si tappezza la città di manifesti
illegali durante la campagna elettorale e poi si manda i Vigili a dare la
caccia solo a quelli del Mezza Canaja, quando si utilizza un servizio pubblico
come le forze dell’ordine per proteggere solo interessi privati come Villa
Bucci (acquistata dal Sindaco) e Palazzo Gherardi, quando accade tutto ciò,
dove sono le regole? Dov’è la legalità? Dov’è la giustizia? Dove sono i valori
comuni e condivisi? Dov’è Signor Sindaco il “rispetto per i cittadini e per le regole della democrazia”?
Siamo
stanchi dell’ipocrisia di chi usa la legalità a proprio uso e consumo, di chi
scambia problemi sociali e politici con problemi di ordine pubblico, come siamo
stanchi di chi denigra l’avversario politico con frasi come “dal Mezza Canaja non arriva alcun
contributo concreto”. Il Sindaco forse si ricorda del “Piano per la ricostruzione di un patrimonio di edilizia pubblica
cittadina e per il diritto all’abitare a Senigallia” che abbiamo presentato
la scorsa estate? Sette punti, sette proposte concrete e fattibili, inascoltate
e ignorate perché inconciliabili con la politica “pattizia”, fondata sulla
contrattazione tra poteri politici ed economici.
Invitiamo
il Sindaco a non giocare al lotto con i numeri delle case popolari. Le domande
sono ferme dal 2007 e lo straordinario piano annunciato andrà si e no a soddisfare
una sessantina delle duecentosessanta domande presenti nelle graduatorie per le
case popolari. Senza contare che mentre per gli appartamenti di lusso i lavori
vanno avanti, quelli per le case popolari proseguono a passo di lumaca. E il
canone concordato? Una truffa a circa cinquecento euro al mese per far pagare una
casa due volte, prima con l’affitto e poi magari con il mutuo.
Necessità
e desideri vengono prima d’una generica legalità, anzi, ne sono i presupposti e
nel momento in cui si manifestano si affermano tra le pieghe che la legge
volutamente lascia scoperte, come dati di fatto, e per questo legittimi. Tutto
ciò che oggi è illegale un giorno sarà diritto – come fu per lo sciopero – ed è per questo che noi andremo avanti ad
occupare.
Infine,
cara Sindaca un vecchio adagio ci ricorda che “can che abbaia non morde”.
CSOA Mezza Canaja
20/08/09 L’ACQUA E’ UN DIRITTO: OCCUPATA LA SEDE DELLA MULTISERVIZI
by csamezzacanaja on Aug.20, 2009, under Comunicati e Manifestazioni
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L’ACQUA E’ UN DIRITTO: OCCUPATA
LA SEDE DELLA
MULTISERVIZI
Dopo che
per ben due volte gli occupanti delle case di Via delle Caserme sono andati a consegnare
i moduli per l’allaccio delle utenze, ricevendo sempre risposte negative o
evasive, oggi – giovedì 20 agosto – una delegazione del CSOA Mezza Canaja ha
occupato per un’ora la sede locale della Multiservizi, l’azienda che gestisce l’allaccio
per le utenze dell’acqua e del gas.
Con l’occupazione
si è ottenuto il via libera per le procedure di allaccio, le quali avverranno
lunedì mattina.
“Una
vittoria importante che va a garantire dei diritti umani fondamentali, come l’acqua,
e che mette all’angolo le ridicole e vergognose pressioni che la Curia ha esercitato sulla Multiservizi
per spingere gli occupanti ad un “autosgombero per disidratazione” e mancanza d’igiene.
Le
occupazioni continuano, i servizi verranno regolarmente allacciati, ma l’Amministrazione
Comunale continua a tacere … e noi a settembre riprenderemo ad occupare.”
– FOTO
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16/08/09 SPAZI DI INTEGRAZIONE E NON SGOMBERI
by csamezzacanaja on Aug.18, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni, Plage Sauvage
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SPAZI D’INTEGRAZIONE E NON SGOMBERI
Il giorno giovedì 13 agosto il Coordinamento Migranti "Terza
Italia" stanco di vedersi ripetutamente negare il diritto ad avere una
sede da parte del comune di Senigallia, ha deciso di agire praticando l’azione
diretta verso promesse fatte e mai mantenute.
Un’occupazione imposta dalla disperata situazione in cui versano i
migranti in questa città e dalla disperata necessità dei progetti che possono
essere attuati solo con una sede,come un asilo nido per i bambini,uno sportello
legale informativo, corsi di lingua italiana, araba e tanti altri ancora.
Abbiamo deciso di occupare uno spazio abbandonato, lasciato a marcire, con
l’intenzione di ristrutturarlo e pagare un affitto ai proprietari.
Non sono passate 24 ore dallo sgombero del locale, ci domandiamo quanto tempo
debba ancora passare prima che il comune di Senigallia esaudisca la nostra
prima richiesta, ovvero che gli immigrati di Senigallia, possano aver diritto
ad uno spazio dove esistere.
In caso contrario continueremo ad occupare stabili, continueremo a dimostrare
per le vie di questa città, fino a riunirci nei locali dello stesso comune se
sarà necessario. Molti di noi hanno affrontato il mare, per venire qua, quindi
come possiamo temere denunce o manganelli?
Coordinamento Migranti TERZA
ITALIA