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06/11/09 MANIFESTAZIONE DEL COLLETTIVO ZENIT: IN 400 AL CORTEO STUDENTESCO
by csamezzacanaja on Nov.06, 2009, under Collettivo Studentesco Zenit
IN 400 AL
CORTEO DEL COLLETTIVO ZENIT
Oggi
venerdì 6 novembre, a Senigallia si è svolto un lungo e partecipato corteo studentesco,
organizzato dal Collettivo Zenit.
Circa 400
persone si sono ritrovate questa mattina davanti al campus scolastico per
manifestare la propria contrarietà alla legge Gelmini, che da questo anno ha
iniziato il suo percorso di distruzione all’interno della Scuola Pubblica.
Alle 8 e
15 il corteo è partito e si è poi snodato per le principali vie cittadine,
attraversando il centro storico, fino ad arrivare al liceo classico Perticari.
Lì due
studenti sono riusciti ad entrare all’interno dell’istituto blindato per
consegnare una lettera, firmata da gran parte degli studenti dell’istituto, al
Dirigente Scolastico.
Il liceo
Perticari si trova infatti in una forte situazione di crisi, con un debito di
centinaia di migliaia di euro, ma all’interno dell’istituto è adottata una
politica “oscurantista”, in cui il Dirigente Scolastico e il DSGA (Dirigente
Servizi Generali e Amministrativi) tentano di nascondere questa situazione a studenti
e genitori, credendo forse che questo stato così critico non ci riguardi
direttamente.
Per questo
gli studenti del Perticari hanno compilato una lettera in cui si chiede al
preside trasparenza su questa situazione di crisi, invitandolo a rispondere su
tre punti che riguardano direttamente gli studenti: i corsi di recupero, il POF
e le gite (lettera in allegato).
Dalla sede
del liceo Classico Perticari gli studenti si sono spostati al liceo
Psicopedagogico e Scienze del Linguaggio Perticari al campus scolastico, dove,
in solidarietà ai precari di tutta
Italia, al grido di “siamo tutti sullo stesso tetto” sono saliti sul tetto
dell’istituto, per poi volantinare a tutti gli studenti rimasti a scuola.
Nel
frattempo la scuola è stata letteralmente blindata: polizia e digos a
controllare su tutto, ogni porta di accesso chiusa con catene (comprese quelle
di sicurezza) e infine la decisione del preside di non far uscire, nemmeno durante
l’intervallo, gli studenti che non avevano scioperato. In seguito alle forti
pressioni ricevute, agli studenti – che si sono poi offerti di volantinare
all’interno dell’istituto – è stato concesso di uscire in piccoli gruppi.
Rimasti
all’interno del giardino dell’istituto, i manifestanti hanno deciso di
abbattere per la seconda volta le reti che, per presunti motivi di sicurezza,
separano il liceo Perticari dall’Istituto Tecnico Corinaldesi, limitando così
lo spostamento degli studenti all’interno del campus scolastico, rendendolo
simile ad una prigione, controllato da telecamere e reti e cancelli in
successione, invece che un luogo di incontro per gli studenti.
Collettivo
Studentesco Zenit
–
GUARDA LE FOTO – PARTE 1
/ PARTE 2
–
VOLANTINO DISTRIBUITO
DURANTE LA
MANIFESTAZIONE
–
LETTERA CONSEGNATA AL
DIRIGENTE SCOLASTICO DEL PERTICARI
–
COMUNICATO DI INDIZIONE
DEL CORTEO
04/11/09 CI VEDIAMO A COPENAGHEN
by csamezzacanaja on Nov.05, 2009, under Comunicati e Manifestazioni
CI VEDIAMO A COPENAGHEN…(da www.globalproject.info)
A dicembre si svolgerà
a Copenhagen la più grande Conferenza U.N. sui cambiamenti climatici (COP15),
evento che sta catalizzando un’enorme attenzione a livello globale.
Formalmente la discussone a livello ONU
sarà basata sulla ri-definizione delle quote di emissioni di CO2, in realtà
dietro questo scenario le poste in gioco sono molto più complesse.
Il prossimo dicembre a
Copenaghen non si terrà un summit, un vertice di potenti come tanti ne abbiamo
visti in questi anni, né una semplice “conferenza mondiale”, sotto l’egida
delle Nazioni Unite.
Il tema e soprattutto il
momento, in cui si colloca, definiscono la portata storica di un evento, che va
ben oltre i suoi aspetti formali: un enorme spazio pubblico, attraversato da
dubbi e certezze, conflitti reali tra interessi contrapposti, contraddizioni
irresolubili, sancirà la centralità della questione ecologica, a partire dai
cambiamenti climatici, nel dibattito globale sulla crisi.
Sarà il riconoscimento,
incontrovertibile, che la nostra è l’epoca della precarietà della vita, intesa
come bios, sussunta interamente all’interno dei rapporti sociali di
sfruttamento capitalistico.
Un bios, all’interno del
quale sono divenute indistinguibili, e tanto meno schematicamente separabili,
le dimensioni del naturale e dell’artificiale, ma che, sempre più, si rivela
come l’esito continuamente ridefinito di un’interazione dinamica, di un
rapporto complesso tra uomo e natura.
Un bios che è oggi
ontologicamente precario, perché costitutivamente esposto agli effetti
molteplici di una crisi eco-sistemica, che mette in questione le condizioni
fondamentali della riproduzione stessa della vita nella biosfera e, in quanto
tale, anticipa e, in qualche modo, sovradetermina la crisi finanziaria ed
economica.
Sono le lotte per la
liberazione dallo sfruttamento e i tentativi del capitale di catturarne e
imbrigliarne la spinta verso forme del vivere più giuste e più libere, ad
averci condotto fino a qui.
Il motore che ha trasformato il mondo, fino a farlo diventare qualcosa che ci è
oggi ancora in gran parte sconosciuto, è stata la dialettica tra lotte sociali
e sviluppo capitalistico.
E’ stato cioè il conflitto permanente tra il desiderio di emancipazione e i
rapporti di dominio ad aver generato enormi cambiamenti nelle forme della produzione
e della riproduzione sociale, fino a giungere al paradosso contemporaneo, la
coesistenza di abbondanza (nell’immaterialità digitalizzata di idee,
conoscenze, affetti, relazioni, anche quando applicate a risorse naturali
rinnovabili) e di scarsità (nella materialità di risorse naturali, quando sono
per definizione limitate e non rinnovabili) nello stesso bios, nello stesso
pianeta.
Ma la crisi climatica ci
avverte, e lo fa in maniera pressante, che, come avviene per la relazione tra
naturale e artificiale, così non è possibile separare questi due elementi che
compongono la nostra vita: non si può pensare di consumare, fino al loro
esaurimento, le risorse naturali a favore del pieno godimento delle libertà
dell’immateriale, né oggi ha alcun senso riferirsi all’immateriale, che traduce
fino in fondo l’infinitezza del desiderio e la potenza della cooperazione
umana, aprendola agli illimitati territori della libertà della conoscenza e
della condivisione, come a qualcosa di “secondario” e, quindi, meno degno di
considerazione.
L’inscindibile relazione
tra beni immateriali e beni naturali nel bios contemporaneo, e quindi la
contraddittoria coesistenza di abbondanza e scarsità, oggi vero epicentro della
crisi sistemica globale, segnalano invece che è nella definizione e nello
scontro attorno al concetto di commons, cioè dello statuto di ciò che è comune,
il nodo del problema.
Attraverso la privata appropriazione di risorse primarie scarse ed il loro
illimitato consumo, il capitale ha imposto la depredazione sviluppista ed
industrialista del pianeta, mentre – attraverso la normazione dell’ “eccessiva
libertà” del digitale – vorrebbe imporre la rarefazione e il controllo della
libera comunicazione e condivisione dei saperi e delle tecnologie.
Al centro del conflitto
con chi vorrebbe continuare ad esercitare pieno comando su ciò che esiste e su
ciò che si produce, per trarne profitto, vi è dunque altro da ciò che appare:
sia nel caso delle battaglie per impedire la distruzione dell’ecosistema, sia
in quelle per la difesa della libertà digitale, viene messa in crisi l’idea di
“proprietà”, privata o pubblica che sia, verso invece l’affermazione di un
nuovo paradigma del comune, come prodotto di molteplici relazioni della vita,
in cui scarsità e abbondanza, naturale e artificiale, territorio e soggetti
sociali, si ricombinano a favore di tutti.
Viene da sé che la
contemporanea battaglia per i commons
ha strettamente a che fare con l’affermazione dell’indipendenza. Anzi, essa può
essere definita più precisamente nei termini di “decrescita dalla dipendenza” e
di “crescita dell’indipendenza”, in ogni aspetto intrecciato che riguarda la
vita.
E’ per questo che la crisi
ecologica si conferma non come una delle conseguenze della crisi più generale,
ma come il suo centro, quello che determina, e non che segue, la crisi della
finanza e i suoi effetti sociali.
Al suo interno ritroviamo il precipitato del nuovo bios, geneticamente mutato
da un rapporto di sfruttamento che ha sussunto in sé la vita in quanto tale.
E anche la fine della
centralità di vecchi paradigmi, legati alla previsione di un’illimitata
possibilità di sviluppo fondata su “ciò che è scarso” (perché risorse naturali
limitate e non rinnovabili) e non è più indefinitamente privatizzabile (perché
percepito come bene comune).
Gli effetti della crisi
ecologica obbligheranno i capitalisti a pensare ad uno sviluppo fondato invece
su “ciò che è abbondante” (beni immateriali).
Ma, dal momento che questi sono prodotti comuni della cooperazione sociale,
questo potenzia la possibilità umana di organizzarsi per l’indipendenza, e
costringe noi ad assumere fino in fondo questa come la nuova dimensione della
lotta per cambiare questo mondo.
Ci vediamo a
Copenhagen quindi, perché precaria è la nostra natura, comune il nostro
destino, e più che precari sono i nostri mezzi, ma insieme ad una moltitudine
di tanti e diversi possono crescere invincibili speranze.
Ci vediamo a
Copenhagen per partecipare attivamente alle giornate della Conferenza COP15,
per mobilitarci insieme a molti, per attraversare le mobilitazioni promosse
dalle reti internazionali, dalle realtà collettive.
Prime Adesioni
all’appello:
Laboratorio Aq16 Reggio
Emilia – Ass. YaBasta! Reggio Emilia – Esc,Atelier autogestito Roma – Point
Break studentato occupato Roma – C.Re.Win Onda Sapienza Roma – Cs Tpo Bologna –
Ass. Ya Basta Bologna – LaboratorioOccupato Insurgencia Napoli – Ass. Ya Basta
Napoli – Spazi Sociali Friuli Venezia Giulia – Associazione Ya Basta Nord Est –
Bartleby Bologna – Collettivo Metropolis Rete Sociale Casa e Cittadinanza
Globale! Verona – C.AN.NA collettivo antirpoibizionista napoletano Collettivo
Femminista Pachamama Napoli – Spazio Sociale Parco San Gennaro Napoli – Cso
Pedro Padova – Capannone sociale Vicenza – Spazio autogestito Arcadia Schio –
Coordinamento toscano di sostegno alla lotta zapatista – Comunità in resistenza
Empoli – Collettivo UbikLab Treviso – Ambasciata dei Diritti Marche –
Associazione Ya Basta! Marche – Comunità Resistenti delle Marche – Paz Project,
Ass. Rumori sinistri, Ass. No border Rimini – MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA Firenze –
Collettivo spam, Ass. ya basta! Parma – Laboratorio occupato Morion Venezia –
S.a.L.E. Docks Venezia – Agenzia Sociale per la Casa Venezia – Csoa
Crocevia Alessandria – Onda Anomala Alessandria – CasaLoca Milano –
Associazione Ya basta! Milano – Cso Bruno Trento – HorusLiberato 2.0 Roma – Csa
bl.itz Belluno – Cs Rivolta Marghera – Onda Anomala Venezia
Per Adesioni ed Info: stopclimateprecarity@riseup.net
APPROFONDIMENTI:
Cop15
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Cop15/2196
Copenhagen, COP15: Climate Justice Action
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Copenhagen-COP15-Climate-Justice-Action/2426
Andare a Copenhagen
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Andare-a-Copenhagen/2422
20 Tesi contro il capitalismo verde
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/20-Tesi-contro-il-capitalismo-verde/2425
La decrescita della dipendenza
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/La-decrescita-della-dipendenza/2582
Aggiornamenti su:
http://www.globalproject.info/it/tags/cop15
06/11/09 MANIFESTAZIONE STUDENTESCA: RIPRENDIAMOCI LE NOSTRE SCUOLE! COLLETTIVO STUDENTESCO ZENIT
by csamezzacanaja on Nov.03, 2009, under Collettivo Studentesco Zenit
Venerdì 6
novembre ci sarà il primo corteo studentesco di quest’anno scolastico. Con
l’avvio dei tagli all’istruzione in questo primo di tre anni devastanti per la
scuola pubblica, continuiamo anche noi quello che abbiamo iniziato l’anno
scorso.
Da quest’anno ci saranno migliaia di licenziamenti, personale e
professori non pagati, un taglio drastico alle attività scolastiche, comprese
le gite d’istruzione, le attività pomeridiane e i corsi di recupero. Anche a
Senigallia si iniziano a vedere i primi segni della “devastazione Gelmini”:
Professori non pagati da mesi, lavori di riparazione fatti per il risparmio e
non per la qualità della vita all’interno degli istituti, licenziamenti e
trasferimenti a centinaia di km di distanza, scuole con centinaia di migliaia
di euro di debito e quindi, di conseguenza ,con gite a rischio, attività
pomeridiane annullate e corsi di recupero, per persone che rischiano di essere
bocciate con un solo debito, non garantiti ne alla fine del primo ne del
secondo quadrimestre.
Pensavamo e ora ne siamo sempre più convinti che queste
politiche, nel segno della crisi, non riguardano solo la scuola, ma tutto il
mondo dell’istruzione, dell’università e del lavoro.
Torniamo in strada per
riprenderci le nostre scuole contro norme securitarie e repressive che ci
opprimono ogni giorno della nostra vita! Torniamo in strada per salire in tanti
sui tetti delle scuole, delle fabbriche e dei provveditorati! Torniamo in
strada, in una città che si è schierata dalla parte giusta e che deve
continuare a farlo!
Concentramento ore 08 – Campus Studentesco
CONTRO LA CRISI! RIPRENDIAMOCI LE SCUOLE E IL FUTURO!
Collettivo Studentesco Zenit
–
SIAMO TUTTI SULLO STESSO TETTO – Comunicato approfondito
03/11/09 SIAMO TUTTI SULLO STESSO TETTO – COLLETTIVO STUDENTESCO ZENIT
by csamezzacanaja on Nov.03, 2009, under Collettivo Studentesco Zenit
SIAMO TUTTI SULLO STESSO TETTO
Abbiamo deciso
quest’anno di continuare nel segno dello scorso anno per arrivare fino alla
vittoria contro le politiche di taglio del governo causate dalla crisi.
Pensavamo e ora ne siamo sempre più convinti che queste politiche, nel segno
della crisi, non riguardano solo la scuola, ma tutto il mondo dell’istruzione,
dell’università e del lavoro.
Non parliamo
solo di scuola perché sarebbe riduttivo nei confronti di chi (studente medio) quest’estate
si è spaccato il culo 4, 6, 8 ore al giorno per cercare di arrotondare i conti
a casa o di avere qualche soldo da godersi per se stesso, o di chi (studente
universitario) lavora tutti i giorni con uno stipendio da cani per pagarsi la
retta, l’affitto e da vivere.
Sarebbe riduttivo parlare solo di scuola perché da quest’estate i
lavoratori di tutta Italia lottano contro la crisi mettendo in campo forme di
protesta vittoriose, come è successo alla Innse a Milano dove gli operai non
sono scesi dai tetti e dalle gru della fabbrica finché non hanno avuto la
certezza di continuare ad avere un lavoro, e così tutta Italia segue l’esempio
vincente, dalla Manuli (Ascoli), alla Cobrim (Pesaro), alla Cim, alla Lasme,
alla Cnh, alla Esab, alla Ercole Marelli Power, alla Lares, alla Metalli Preziosi,
alla Disco Verde e a molte altre.
Di scuola, e non solo, perché i
precari pur di poter insegnare in una scuola, se possono, fanno più di 200 km al giorno,ma spesso
non possono e si devono per forza rivolgere a call center e ad altri lavori
totalmente instabili per arrivare a fine mese.
Da oggi la scuola è più instabile che mai e anche i precari che un tempo
erano sotto costante minaccia e quindi non potevano muovere un dito, se ne sono
accorti e hanno intrapreso una mobilitazione forte e determinata scendendo in
piazza e salendo sui tetti di scuole e provveditorati.
Il mondo della scuola ha molto da imparare da queste lotte che a loro volta
hanno in molti aspetti imparato dalle lotte dello scorso anno portate avanti
dall’Onda. Il mondo della scuola comprende il mondo del lavoro e le nostre
lotte sono le stesse che fanno gli operai e gli impiegati, le nostre lotte
sono per un futuro fuori dalla crisi, che non è stata prodotta da noi ma
che inevitabilmente ricade su di noi.
Le casse integrazione, i licenziamenti, la mobilità elevata e i tagli
all’istruzione da quest’anno sono reali, e l’Onda ha avuto il grande merito di
preannunciarli e di costruire insieme un forte movimento nazionale di reale
opposizione che però ancora non è riuscito a vincere su tutti i fronti; è
quindi questo il momento di continuare a lottare per il futuro di tutti noi.
L’Onda, intesa come l’insieme di tutti i soggetti sociali che lottano
contro la crisi (studenti,insegnanti,operai,precari,impiegati,ATA, ecc.) , ha
il dovere di continuare la lotta.
Per il nostro futuro e di tutti quelli che verranno dopo di noi. Per la
vita delle persone che non arrivano a fine mese e che perdono ogni giorno il
lavoro. Per una scuola che sappia crescere realmente le persone, che sappia
garantire un insegnamento adeguato e che sia studiata per chi la vive ogni
giorno e non solo per risparmiare soldi.
Pensiamo sia questo il momento di incidere realmente sulle scelte del
governo. Pensiamo anche che una città come Senigallia che ha dimostrato la sua
contrarietà ai provvedimenti presi l’anno scorso dal governo abbia ora la forza
reale di decidere e che si arrivata l’ora di dimostrarlo e crediamo che lo
stesso discorso valga per l’intero paese!
Collettivo Studentesco Zenit
24/10/09 VIDEO CORTEO DEL COMITATO VERSUS COMPLANARE
by csamezzacanaja on Oct.28, 2009, under Comunicati e Manifestazioni, No complanare
Comments Off on 24/10/09 VIDEO CORTEO DEL COMITATO VERSUS COMPLANARE more...24/10/09 NO COMPLANARE: LUNGO CORTEO SFILA IN CITTA’
by csamezzacanaja on Oct.26, 2009, under Comunicati e Manifestazioni, No complanare
NO COMPLANARE: LUNGO CORTEO SFILA IN CITTA’
Al grido Alt alle ruspe!, sabato 24 a Senigallia, si è
svolto il corteo organizzato dal Comitato Versus Complanare e non solo… e dal
Mezza Canaja.
Circa 300 persone si sono trovate per manifestare il
la loro contrarietà verso la distruzione e la cementificazione del territorio.
Musica, parole e fischi hanno caratterizzato questo lungo corteo, che ha
percorso le principali vie cittadine fino all’arrivare in piazza Roma, davanti
alla sede del Comune.
Lungo il percorso numerose persone si sono aggregate
alla manifestazione e molti sono intervenuti al microfono per esprimere il loro
dissenso.
Arrivati in piazza si è svolta una proiezione di
piantine tecniche e foto del territorio senigalliese, per mostrare ai cittadini
il progetto che coinvolgerà tutti i quartieri cittadini.
Finita la spiegazione il corteo si è sciolto,
ribadendo che continuerà a bloccare le ruspe per difendere il territorio!
–
Senigallia: Fermiamo la complanare! | Piattaforma di
indizione del corteo
–
No complanare: bloccati i lavori in Mattei
21/10/09 NO COMPLANARE: BLOCCATI I LAVORI IN VIA MATTEI
by csamezzacanaja on Oct.21, 2009, under No complanare
NO COMPLANARE: BLOCCATI I LAVORI IN VIA MATTEI
Nuova azione del
Comitato Versus Complanare e non solo…
. Pochi giorni fa una telefonata della Società Autostrade li aveva avvertiti
che verso le 11 di stamattina, si sarebbero presentati i tecnici per dare
inizio ai lavori in via Mattei, nelle proprietà del signor Guidi Terzilio (interessato
già nella manifestazione del 3 ottobre) e di Piermattei Pierina.
Questa mattina dalle
10, una quarantina di attivisti e i loro avvocati, Monia Mancini
e Francesca Petruzzo, erano pronti ad accogliere i tecnici. Al loro
arrivo, insieme alla dott. Lucchetti della società SPEA, sono stati bloccati
all’ingresso della proprietà. Alle richieste dei legali di
quando potranno essere indennizzati i terreni espropriati la risposta è stata
che i funzionari
preposti alla funzione espropri non hanno tempo! e loro devono iniziare i lavori.
L’ingegner
Bernardini, del comitato, replica a queste affermazioni, ribadendo che le immissioni di possesso non devono
diventare delle prevaricazioni. Infatti, dopo la notifica di queste, il
proprietario non può modificare lo stato di fatto della proprietà, non può né
aumentare né diminuire il valore. Quindi nemmeno le ruspe e gli operai della
Pavimental possono farlo, trivellazioni comprese. Intanto l’Amministrazione sta
solo a guardare, e le pressioni sono rivolte soprattutto verso le proprietà
degli aderenti al Comitato. Prima di tutto chi di dovere dovrebbe incontrare la
società per valutare e iniziare le trattative per gli indennizzi; finché questo
non avverrà non permetteremo gli inizi dei lavori.
Azione che rilancia
i prossimi appuntamenti del Comitato Versus
Complanare e non solo…: la manifestazione
di sabato prossimo Alt alle Ruspe! e il dibattito pubblico all’Auditorium
San Rocco di giovedì 22 dove si parlerà di democrazia partecipativa e di
gestione condivisa del territorio.
19/10/09 VOLANTINAGGIO NEL TRAFFICO DEL COMITATO VERSUS COMPLANARE
by csamezzacanaja on Oct.19, 2009, under No complanare
VOLANTINAGGIO NEL TRAFFICO DEL COMITATO VERSUS COMPLANARE
Oggi 19 ottobre, verso le 18, il Comitato
Versus Complanare e non solo… ha svolto un volantinaggio in uno degli snodi
principali del traffico della città di Senigallia. Una delegazione di attivisti
si è ritrovata per distribuire tra le macchine ferme in coda un volantino
esplicativo sulle condizioni che raggiungerà via Po’ dopo la costruzione della
complanare: il traffico aumenterà di molto, dato che la via diventerà una delle
entrate/uscite di ben due svincoli della Complanare. Inoltre il comitato
ribadisce la mancanza nel progetto della complanare di uno studio dello stato
attuale della rete stradale già esistente a Senigallia, che è già al collasso. (LE FOTO)
Intanto il Comitato si
prepara alle prossime iniziative che ha organizzato, cioè un dibattito pubblico
dal titolo “La gestione del territorio partecipata e condivisa”di giovedì 22
ottobre e la manifestazione cittadina “Fermiamo la complanare” che si
svolgerà il prossimo sabato.
22/10/09 INCONTRO SUL TEMA: LA GESTIONE DEL TERRITORIO PARTECIPATA E CONDIVISA – PRESSO AUDITORIUM SAN ROCCO
by csamezzacanaja on Oct.12, 2009, under No complanare
09/10/09 RISPOSTA ALLA DIOCESI DI SENIGALLIA: “LE BATTAGLIE NON SI PERDONO, SI VINCONO SEMPRE”
by csamezzacanaja on Oct.09, 2009, under Comunicati e Manifestazioni
Risposta alla Diocesi di Senigallia
“Le battaglie non si perdono, si
vincono sempre”
Più che la risoluzione di un problema, il
comunicato della Diocesi di Senigallia sembra il finale di una favola. Un
occupante sparisce, l’altro viene accolto nelle misericordiose braccia della
chiesa, e tutti vissero felici e contenti.
La realtà è ben diversa.
All’indomani dell’occupazione della Multiservizi, i
tecnici dell’azienda hanno svolto i sopraluoghi nelle case occupate per
verificare la possibilità degli allacci di acqua e gas. Quello che purtroppo si
è riscontrato – che nessuno di noi poteva immaginare – è che vi erano danni
gravi e strutturali ad un pezzo di rete idrica di via delle Caserme. La
Multiservizi per statuto non può fare interventi strutturali senza l’autorizzazione
della proprietà, quindi della Curia, e senza l’autorizzazione dell’Amministrazione
Comunale per i lavori stradali. Pochi giorni dopo, sono arrivate in rapida
successione, la dichiarazione d’inagibilità degli edifici occupati e le denunce
penali ai due occupanti, quest’ultime mandate dalla Curia. Ci fa sorridere l’inagibilità
rilevata per due soli appartamenti in un’intera struttura grande quasi tutta
via delle Caserme e che accoglie numerose attività.
Nei giorni successivi una delegazione del Mezza
Canaja con i due occupanti hanno incontrato alcuni rappresentanti della Diocesi
e della Caritas per verificarne la disponibilità ad autorizzare i lavori alla
rete idrica. La risposta è stata un no secco, accompagnata da una
controproposta di abbandonare spontaneamente le case per essere ospitati per un
tempo indeterminato alla Caritas. L’incontro si è concluso senza nessuna
decisione definitiva.
Martedì pomeriggio veniamo a sapere che la muratura
delle case era già in corso dalla mattina stessa e che l’occupante di “origine
italiana” aveva trovato posto alla Caritas. Evidentemente in questi mesi vi è
stata una trattativa privata tra la Caritas ed un occupante che ha portato a
queste conclusioni. In questo riscontriamo anche i nostri limiti organizzativi,
soprattutto dettati dalla nostra uscita dall’ex-Enel. Quando la Diocesi scrive:
“pochi giorni prima dell’occupazione i Servizi Sociali del Comune avevano
chiesto alla Caritas diocesana di ospitarlo per un periodo al Centro di
Solidarietà in attesa di una sistemazione più appropriata”, tralascia
alcuni dettagli importanti. L’Assessore Volpini aveva proposto ad aprile la
soluzione della Caritas o del centro di accoglienza. La prima era stata
rifiutata, per la seconda, invece, si era rimasti d’accordo di vedere la
struttura prima di decidere. La visita non è mai stata effettuata, nonostante i
solleciti fatti all’Assessore. Per questo dopo quattro mesi si è deciso di
occupare.
Che fine ha fatto invece l’occupante di origine
marocchina? Semplice, è da un mese in Marocco e tornerà proprio in settimana.
Se la Curia voleva sapere veramente dov’era una persona prima di ordinarne la
muratura della casa, beh, bastava che ce lo chiedesse.
Le conclusioni che traiamo da quanto è accaduto
sono che:
1) l’Amministrazione Comunale ancora una volta si
mostra incapace di affrontare l’emergenza abitativa in città, scaricando il
disservizio pubblico su strutture di assistenza e volontariato private.
2) L’assessore ai Servizi Sociali Volpini si è
comportato come Ponzio Pilato, lavandosene le mani, ignorando il dramma sociale
e abitativo che gli occupanti ponevano. Lo stesso atteggiamento che il suo
assessorato sta tenendo con numerose famiglie di sfrattati – italiani e
stranieri – con i quali siamo entrati in relazione negli ultimi mesi.
3) Mentre Volpini faceva finta di niente, con
straordinaria sinergia, l’assessore Mangialardi telefonava due volte alla
Multiservizi perché questa prendesse tempo nell’allacciare l’acqua in attesa
dell’arrivo dell’inagibilità. E questa sarebbe la tanto sbandierata trasparenza
del candidato Sindaco?!
4) Riteniamo che le occupazioni abbiano comunque
ottenuto l’importante risultato di riportare al centro del dibattito politico e
cittadino il problema del diritto alla casa, in una città ad alta tensione
abitativa e con gli affitti più cari delle Marche.
Quella della Diocesi e dell’Amministrazione
Comunale è stata un’operazione congiunta “oggettivamente reazionaria”, in
quanto hanno gestito il problema non sul campo politico e pubblico, ma come
mera reazione diretta solo a bloccare il diffondersi di una lotta popolare sul
diritto alla casa, agita direttamente, senza compromessi e mediazioni. In poche
parole, distruggere il precedente che avrebbe potuto legittimare una pratica
diffusa di occupazioni abitative. Di fronte ad una crisi economica senza
precedenti, a mutui e affitti alle stelle, a sfratti diffusi, alla precarietà,
ai salari bassi ed all’assenza di una politica seria e lungimirante di edilizia
pubblica, continueremo la nostra battaglia per il diritto all’abitare. Una
battaglia fatta di occupazioni, picchetti, assistenza legale e proposte
politiche, come il piano abitativo dello scorso anno. Per quanto ci riguarda, “le
battaglie non si perdono, si vincono sempre”.
Mezza Canaja
- Da viveresenigallia.it | Terminata l’occupazione dei locali in via delle Caserme