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09/05/12 ROBERTO PARADISI E LA SCOPERTA DELL’ACQUA CALDA

by on May.09, 2012, under Arvultùra, Comunicati e Manifestazioni

ROBERTO PARADISI E LA SCOPERTA DELL’ACQUA CALDA

A seguito del comunicato del consigliere comunale Paradisi, nel quale si afferma che il Mezza Canaja avrebbe richiesto e ottenuto finanziamenti pubblici per la ristrutturazione dei locali dell’Arvùltura, ci sembra opportuno fare alcune precisazioni.

Il Mezza Canaja, dall’inizio della sua esperienza ad oggi, non ha mai né chiesto né conseguentemente ottenuto, alcun tipo di sovvenzione pubblica, avendo sempre fatto leva sul principio dell’autofinanziamento come dato di caratterizzazione politica.

Quanto fin qui scritto non è opinabile ed è altrettanto chiaro come, alla prova dei fatti, anni di calunnie, falsità e strumentalizzazioni da parte del consigliere Paradisi si siano rivelate infondate. Ricordiamo molto bene la campagna sui costi per la collettività dell’occupazione delle ex colonie Enel, risoltasi poi nel nulla!

A differenza di tanti altri gruppi politici con cui il sig. Paradisi non ha avuto problemi a coalizzarsi, il Mezza Canaja ha sempre agito alla luce del sole, lontano dall’ipocrisia dei “vizi privati e virtù pubbliche”; le pratiche poste in essere sono sempre state pubblicamente rivendicate. Si possono condividere o meno, ma iniziamo ad essere stanchi delle menzogne di chi sembra essere capace di fare politica solo parassitando le attività degli altri per ritagliarsi una visibilità effimera, senza mai scendere sul piano dei contenuti.

Per gli stessi motivi poi l’Arvùltura, che così si chiama perché è un’esperienza diversa dal Mezza Canaja e non uno stratagemma, e più in particolare l’associazione “Giuliano Rosa” (titolare del contratto di concessione dei locali in cui si svolgono le attività) non hanno chiesto. né ricevuto neanche un euro. I locali di Via Abbagnano sono infatti stati dati non per “privilegio”, o per fare un “favore” ai “figli di papà” (chi poi, di preciso?), ma secondo un regolare atto pubblico, disciplinato in base ad una precisa delibera del Consiglio Comunale (la n.113 del 27/10/2010) con cui TUTTE le altre Associazioni senza scopo di lucro di Senigallia hanno avuto e avranno in concessione beni immobili per l’esercizio delle loro attività. Non a caso infatti, come tutte le altre associazioni, anche la nostra paga un canone.

Le spese di cui parla il sig. Paradisi non sono altro allora che la “manutenzione” – e proprio così le chiama la delibera n.65 del 2012 – che il Comune ha affrontato, a favore di qualsiasi associazione concessionaria di Senigallia, per rendere i locali concessi agibili e sicuri: e nel nostro caso specifico affinché l’associazione “Bubamara” e il CAG potessero continuare in autonomia, attraverso la divisione dei locali, le loro attività e il loro lavoro negli orari più consoni. Niente di più naturale, dunque, nel momento in cui più associazioni si ritrovano in uno stesso spazio.

Infine, le conseguenze delle nostre azioni non sono impunite, ma ben incardinate nelle aule di tribunale, a seguito delle denunce ricevute per esserci spesi sempre in prima persone nelle lotte in cui crediamo. Motivo per cui, tra l’altro, ad un nostro compagno è oggi ingiustamente proibito di recarsi ad Ancona, in quanto raggiunto da un foglio di via obbligatorio dalla città.

Tutte queste informazioni, un avvocato accorto e scrupoloso come il sig. Paradisi dovrebbe saperle; per questo motivo il suo comportamento è grave, perché mente sapendo di mentire.

Certo,ci sarebbe da ridere sonoramente nel constatare fino a che livello di populismo la destra italiana è disposta a scendere per racimolare un misero pugno di voti. Purtroppo però questa tecnica, fin troppo nota, ha un carattere palesemente diffamatorio: non conta quanto c’è di vero in quello che si sostiene o che le accuse vengano sonoramente smentite, ma solo che esca il caso mediatico per poter poi cavalcare il malcontento costruito ad arte.

Malgrado tutto siamo però ottimisti: le bugie hanno le gambe corte, consigliere, tanto quanto il tuo nauseante e meschino populismo.

Spazio Comune Autogestito “ARVULTùRA”


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