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27/12/08 IL MONOPOLI DELLA PUBBLICA UTILITA’

by on Dec.28, 2008, under No complanare

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IL MONOPOLI
DELLA “PUBBLICA UTILITA”

L’incontro cattedratico avvenuto ad ottobre al San Rocco
tra Società Autostrade ed il Comune, dirimpetto alla cittadinanza, non solo non
ha sciolto i dubbi e le perplessità sul progetto della Complanare ma, con il
passare di questi due mesi, ha svelato numerose conferme su quanto contestavamo
e continueremo a contestare.

Avevamo ragione quando sostenevamo che il progetto della
complanare costituiva una ghiotta occasione per gli speculatori edilizi. Ancora
oggi sulle aree da lottizzare non v’è stata data alcuna garanzia che non
possano cambiare di destinazione d’uso. Non solo. Le dichiarazioni del CNA sull’occasione
di sviluppo che la complanare consegnerà attraverso la possibilità di nascita
di nuove strutture industriali nelle zone limitrofe alla nuova strada, gli
espropri avvenuti a Marzocca pagando le terre con la miserabile cifra di 1,62
euro al metro quadro rappresentano il preludio al nuovo scempio urbanistico che
sta per incombere sulla città di Senigallia.

Avevamo ragione nel criticare l’assenza di soluzioni della
complanare per il traffico della statale. Ad oggi Senigallia non possiede uno
studio serio ed articolato sulla viabilità urbana che permette di dare
credibilità al progetto della complanare. Attraverso la costruzione del nuovo
casello autostradale di Montemarciano, in un tratto autostradale di 14 km vi saranno ben tre
uscite autostradali che serviranno la città di Senigallia a Nord, Centro e Sud
di essa (merce rara in tutto il tratto autostradale dell’A14). Questo avvenimento
di sé costituisce una parte di soluzione del problema del traffico. Inoltre non
v’è stata data ancora nessuna soluzione all’equazione “più strade meno
traffico”. Una nuova strada costituisce dunque una nuova possibilità di rendere
accessibile il territorio senigalliese a completa misura di automobile, in
totale sfregio a quelle politiche di mobilità urbana che disincentivano
l’utilizzo dell’automobile come mezzo di prima istanza. La rete di autobus mal distribuita
e mal fornita ed i suoi costi sproporzionati (1,10 euro ovvero il costo di
quasi un metro quadro espropriato, per usufruire di due fermate sono una rapina),
sensi unici privi di piste ciclabili ed in preda all’arroganza delle
autovetture continueranno a premiare la scelta dell’utilizzo dell’automobile.

Se consideriamo inoltre i nuovi recettori di traffico che
la complanare porterà attraverso l’urbanizzazione delle aree del Ciarnin e della
Cesanella adiacente ad essa e la scarsa scorrevolezza della strada dovuta agli
incroci a raso senza alcuna possibilità diretta di uscita per chi la percorre
da nord a Sud, la
Complanare non solo non ridistribuirà il traffico ma ne creerà
uno nuovo su di un territorio che già paga pesantemente il prezzo della
convivenza con l’autostrada, andando dunque ad insistere su di un’errata scelta
urbanistica da tutti riconosciuta. Le polveri sottili provenienti
dall’inquinamento da traffico non vanno ridistribuite a tutta la cittadinanza
ma debellate. Esse se concentrate diversamente in zone svariate della città
rappresentano ancor più una minaccia per la salute pubblica in quanto non sono
solo un problema per chi vive in quelle zone ma anche per la città tutta in
quanto gli agenti atmosferici fanno da vettore.

Avevamo ragione quando sostenevamo che la Complanare non fosse
l’unica soluzione possibile. Il progetto di Carrer, la possibilità di usufruire
dei tre caselli autostradali sopraindicati a pedaggio gratuito, soluzione
analoga al modello comasco, sono solo due delle possibili soluzioni applicabili
in alternativa alla complanare. Soluzioni che non richiedono un costo maggiore
a quello attuale da parte della amministrazione comunale. Bisogna sfatare una
volta per tutte il mito che la complanare è completamente regalata della
società autostrade. Il 2% del costo totale dell’opera è a carico
dell’amministrazione comunale. Attualmente ancora non è dato conoscere il costo
complessivo dell’opera ma stando alle ultime cifre emerse un anno fa, l’intero
importo ammonterebbe a circa 104.000.000 milioni di euro, il cui 2% equivale a
2.080.000 milioni di euro.

Ha ragione da vendere Roberto Saviano quando sostiene che
“per capire su cosa si fonda il potere, quello vero, bisogna avvicinarsi al
cemento, con le mani e col naso”. Complanare, Ex sacelit, ex Gil ed il Piano
Cervellati rappresentano quattro grandi interventi urbanistici, gli ennesimi
derivanti da varianti ad un piano regolatore vecchio oltre 30 anni, che
andranno a rimpinguare le tasche dei palazzinari “in crisi” con l’ausilio di
soldi pubblici. Una categoria verso la quale non mancano mai gli aiuti
pubblici, mentre in contesti differenti ci si lamenta per l’assenza di fondi
per la scuola pubblica a seguito dei tagli del decreto Gelmini dichiarando di
poterne garantire il servizio, cosi com’è allo stato attuale, per altri soli
due anni. L’unica categoria la cui rappresentanza non è mai stata in crisi,
costantemente eletta attraverso seggi blindati, che riesce addirittura a
convivere con le tesi di Pallante sulla “decrescita felice”.

Fino a quando queste tesi non verranno oggettivamente
smontate continueremo a sostenere radicalmente la più totale contrarietà alla
realizzazione della complanare. Fino all’ultimo respiro.

CSOA MEZZA CANAJA

 


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