CSOAMezzaCanaja

09/11/08 MI MEXICO QUERIDO..

by on Nov.10, 2008, under Corrispondenze dal Messico

Mi Mexico
querido..

ritrovo
questo paese come l’avevo lasciato, cazzo se mi piace, anche se questa volta, o
per caso o in maniera voluta, ancora non so bene, mi sono addentrata più in
profondità, in territori a me sconosciuti che mi portano a viaggiare in quei
luoghi dove senti l’odore di merda prima ancora di entrare nel quartiere, di
entrare nel “degrado” assoluto, parola corrente nelle nostre città ma chi la
usa evidentemente non ha mai messo fuori il suo bel nasino.

La
contraddizione di questo paese è insita nella sua essenza, soprattutto a Città
del Messico, con i suoi ben 17 milioni di abitanti. Nel “Monstruo”, la
capitale, le persone che non vivono nei quartieri ricchi, tranquilli, nel sud
della città, vivono in condizioni di media o bassa povertà; in case costruite
alla buona nel periodo di maggior popolamento della città. Sono persone
arrivate da lontano, l’estrema povertà muove questi corpi, cresciute con l’idea
che o si va negli stati uniti o si va nel distrito federal, almeno qui in
qualche maniera si riesce a mettere qualcosa sotto i denti.

I giovani
che vivono in questi quartieri non hanno uscita. Crescono con la idea che la
sola uscita possibile sia rubando, e per di più a gente come loro, perchè nei
quartieri dove i soldi ce ne sono non riusciranno mai a entrare. Cercano di
guadagnarsi il “rispetto” nella strada uccidendo e assaltando. Uno sguardo
prolungato o una parola detta male viene presa come affronto e con estrema
leggerezza tirano fuori le loro pistole dai pantaloni, mostrandoti come nella
strada la sopravvivenza passa solo attraverso le pallotole. La loro nuova
famiglia diventa la banda.

Nelle
varie bande sparse nel territorio della enorme capitale non ci sono leader o
capi ben definiti, non esistono gerarchie del potere, sono persone che per
estrema necessità si uniscono e si fanno forza a vicenda. Passano le giornate
rubando violentemente il pane, ubriacandosi e drogandosi, perchè qui la “vida
vale madre”.

Nel
momento in cui riesci a conquistarti il rispetto ai loro occhi, sono disposti a
raccontarsi: la loro condizione esistenziale viene analizzata con estrema
lucidità e se la sbornia è alta si lasciano andare a lacrime lancinanti.

Nella
grande città della contraddizione si legalizza la marijuana e si applicano
leggi interessanti dal punto di vista dei diritti civili, ma c’è chi di queste
leggi non ne conosce nemmeno l’esistenza e continua a vivere come un’invisibile
all’interno della propria casa.

E si
continua a sparare perchè la vita vale quanto una pallottola ben sparata.

 

 


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