CSOAMezzaCanaja

01/09/09 LA MEMORIA NON VA DEMOLITA – MONI OVADIA SULLE COLONIE EX UNES

by on Sep.02, 2009, under Comunicati e Manifestazioni

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L’ARTISTA AD ANCONA
RIFLETTE SUL CASO SENIGALLIESE: “E’ TRISTE QUANDO VALE PIÙ UN RESORT CHE LA
STORIA LOCALE”

“LA MEMORIA NON VA
DEMOLITA”

MONI OVADIA SULLE COLONIE
EX UNES: L’IDENTITÀ DI UNA CITTÀ PIEGATA ALLE RAGIONI DEL DENARO



Senigallia “Il ricordo del dolore è uno dei patrimoni più grandi di una città,
per la sua identità, per la formazione delle generazioni future e soprattutto
per la democrazia. Ignorarlo è un errore che prima o poi pagheremo molto caro”.
Moni Ovadia è sbarcato ad Ancona da appena un’ora per partecipare alla serata
del Festival Internazionale Adriatico Mediterraneo: giusto il tempo di arrivare
in albergo e sistemare i bagagli, che subito l’artista viene catapultato in una
delle polemiche urbanistiche più spinose di Senigallia. Ovvero la prossima
demolizione delle colonie ex Unes. Un argomento che lo tocca particolarmente
perchè quando si parla di Memoria, Ovadia non ammette fraintendimenti visto che
ha dedicato la sua vita al recupero e alla rielaborazione del patrimonio artistico,
letterario, religioso e musicale degli ebrei dell’Europa orientale. “Conosco la
vicenda – sottolinea – ma non essendo senigalliese non posso esprimere giudizi
specifici. Devo dire però che il progetto di demolire un altro luogo della
Memoria ha generato in me una profonda tristezza e una grande delusione per un
Paese che sta regredendo e piegando alla logica del portafoglio”.

Al posto delle colonie ex Unes, luogo-simbolo della persecuzione fascista a
Senigallia, sorgeranno abitazioni e residence turistici. Che idea si è fatta di
questa vicenda?

“L’idea che l’identità di una città è costretta a piegarsi alle ragioni del
denaro. Della serie: questo posto non è importante perchè ci sono in ballo i
miei interessi… Poi magari a ogni Giorno della Memoria ecco che si tira fuori
lo zucchetto e si sfodera la solita, insignificante retorica”.

Il sindaco di Senigallia, per cercare di tirare le fila di un braccio di ferro
urbanistico che ha diviso e scosso parecchie coscienze, ha sottolineato che
accanto alle nuove edificazioni verrà realizzato una sorta di monumento per
ricordare il passato…

“Credo che sia un modo per non assumersi la responsabilità di bloccare il
progetto. Ma cosa è un resort di lusso per turisti in confronto alla nostra
storia, alla nostra identità? E’ questo che i nostri politici non comprendono:
il patrimonio di una città, la memoria, il ricordo del dolore è il segno della
democrazia, un monito per le generazioni future. Alimentando la retorica e la
falsa coscienza a beneficio delle speculazioni edilizie non si fa altro che
compromettere il domani dei nostri figli e dei nostri nipoti”.

La stessa comunità ebraica si è trovata divisa sulla questione delle colonie ex
Unes.

“Spesso accade che i vertici tendano ad essere filogovernativi per mantenere
buoni i rapporti con le istituzioni locali. Questo però è solo uno sconcio
revisionismo che nella maggior parte dei casi fa rifiorire il fascismo. Le
colonie di Senigallia dovrebbero essere salvate e diventare luogo di incontri,
di visite per le scuole. Noi a Milano siamo riusciti a salvare l’area del
Binario 21 dove passavano i convogli pieni di deportati. Ci siamo riusciti
grazie ad una azione congiunta di pubblico e privato. Ecco cosa dovrebbe
accadere nella vostra città”.

M. TERESA BIANCIARDI

Da Il Corriere Adriatico

 

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25/08/09 LETTERA APERTA DI UN OCCUPANTE DI CASE ALL’AMMINISTRAZIONE, ALLA CURIA E ALLA CITTADINANZA

by on Aug.25, 2009, under Comunicati e Manifestazioni

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Lettera aperta
di un occupante di case all’Amministrazione, alla Curia ed alla cittadinanza.

Mi chiamo Giuli Andres Felipe, sono un
senigalliese che ha dovuto usare l’illegalità per ottenere i propri diritti di
essere umano e cittadino italiano. Con questa lettera, voglio illustrare la mia
situazione come quella di tanti altri miei pari, alla cittadinanza .

E’ iniziato tutto il 17 Settembre 2008
quando trovai da affittare un appartamento sito a Senigallia in via Respighi. I
proprietari dello stabile mi fecero firmare un contratto in bianco
assicurandomi che poi avrebbero compilato le dovute parti e denunciato la mia
locazione al commissariato, come prevede la legge. Il 15 di
Settembre richiesi a loro la copia che mi spettava, ma purtroppo scoprii a mio
discapito che non era stata fatta nessuna registrazione del contratto e che nessuna
delle procedure standard era stata eseguita. A seguire mi informai dai vicini
di casa e seppi che gli inquilini precedenti erano stati allontanati
dall’abitazione dalla polizia con l’accusa di occupanti abusivi! La cosa mi
fece insospettire alquanto e chiesi aiuto al Mezza Canaja. Come prima mossa
decidemmo di non pagare l’affitto del mese corrente in modo da non passare da
complice di chi mi affittava in nero un garage, spacciandolo per casa. Subito
dopo, convocammo i giornalisti del Corriere Adriatico, Messaggero e Resto del
Carlino, Viveresenigallia ed alcuni bloggers per informare la cittadinanza
della situazione di frodo in cui vivevo.

Nei giorni a seguire, insieme ad alcuni
attivisti del Mezza Canaja fui ricevuto dal Dirigente Comunale Maurizio
Mandolini, che provocatoriamente mi accusò di negligenza e di essere in “combutta”
con i proprietari. A quel  punto, per
vanificare le sue accuse e dimostrarne l’inconsistenza, denunciai i proprietari
dell’abitazione alla Guardia di Finanza, all’U.S.L, alla Polizia Municipale e
al Catasto. A quel punto cominciarono le vessazioni da parte dei proprietari
della locazione attraverso lo stacco della luce, della corrente e dispetti di
vario genere.

Sempre grazie al Mezza Canaja ottenni un
primo colloquio con l’Assessore Volpini, ma a parte un grande giro di parole in
stile burocratico, non riuscii a ottenere altro che una pacca sulle spalle. Il
comune di Senigallia, dopo che ne ebbi fatta richiesta, mi versò per alcuni
mesi un contributo alimenti di 200 euri al mese, dal momento che il 15 dicembre
la ditta per cui lavoravo come idraulico mi licenziò a causa della crisi.

Il vicesindaco Simone Ceresoni prese a
cuore la mia situazione e mi promise che avrebbe risolto la situazione e che mi
avrebbe fatto dare un appartamento dal Comune. Purtroppo anche le sue si
rivelarono solo parole, poiché al seguente colloquio con Ceresoni e Volpini la
loro unica proposta fu di alloggiare per un breve periodo o alla Caritas o al
Centro di prima accoglienza (nonostante sia formalmente chiuso). La mia
risposta a queste proposte fu un no secco, poiché non era la situazione che mi
era stata promessa, tanto meno era una situazione dignitosa.

Nei primi giorni di Aprile fui costretto
dalle varie vessazioni che subivo dai proprietari e dagli avvertimenti che mi
arrivavo dalla Polizia Municipale ad andarmene dall’abitazione di via Respighi,
in quanto a breve avrei subito uno sgomberato coatto. Trovandomi senza un tetto,
fui accolto dal centro sociale Mezza Canaja che si prodigò per darmi la miglior
accoglienza possibile, trovandomi anche un lavoro regolare come giardiniere, ma
una settimana fa mi è scaduto il contratto.

Ho vissuto al Mezza Canaja per cinque mesi,
senza rimanere però con le mani in mano, ritornando a dialogare con il
Dirigente Mandolini e con gli assistenti sociali del Comune, cercando di
ottenere un alloggio, magari anche emergenziale ma dignitoso. Purtroppo la mia
situazione era ormai caduta nel dimenticatoio, neanche la mia lettera al
Sindaco Luana Angeloni fece cambiare la situazione.

Pertanto, dopo che con il mio comportamento
da cittadino onesto e rispettoso della legge non riuscì a ottenere altro che la
perdita della mia dignità e di un posto in cui vivere, decisi di occupare un
appartamento della Curia sfitto da ormai dieci anni.

Ora la Curia e l’Amministrazione Comunale
mi parlano di rispetto della legge ma con che coraggio? Dopo che ho denunciato una
situazione di illegalità e che ho seguito tutto l’iter legale e burocratico che
cosa ho ottenuto? Per entrambi sono forse un cittadino invisibile?

Chiedo nuovamente alla Curia e
all’Amministrazione Comunale di aprire un tavolo di trattativa e il
sottoscritto, allora, ritornerà alla legalità.

 

Giuli Andres Felipe (occupante di una delle case in Via delle Caserme)

 

 

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29/08/09 GOODBYE MEZZA CANAJA | FESTA DI CHIUSURA

by on Aug.25, 2009, under Feste

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22/08/09 LORO, LEGGE E ORDINE. NOI, DIGNITA’ E GIUSTIZIA. RISPOSTA AL SINDACO SULLE CASE

by on Aug.23, 2009, under Comunicati e Manifestazioni, Plage Sauvage

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LORO, LEGGE E ORDINE

NOI, DIGNITA’ E GIUSTIZIA

Si muovono
i pezzi grossi, anzi il più grosso. La Giunta in evidente difficoltà sul problema casa,
incapace di dare risposte reali oltre la propaganda che già Campanile ha messo
in campo lo scorso anno e spaventata dal consenso popolare che le occupazioni
hanno ottenuto, fa scendere in campo il Sindaco. Quale onore per noi comuni
mortali!

Lo Stalin
in gonnella ci ricorda che la legalità è uno dei valori che in democrazia
regola la vita di una comunità, valori condivisi, ma da chi? Forse dall’Edra,
da Morpurgo, da Benni, dalla rendita finanziaria, dal grande commercio, dagli
immobiliaristi romani legati economicamente e familiarmente all’Angeloni. La
legalità si piega, si modella, si gestisce, la si rende aderente alle
speculazioni economiche di costoro. La legalità è l’infrastruttura che permette
ai palazzinari di svendere il nostro territorio senza correre rischi,
ottenendo, magari, in cambio qualche finanziamento per la prossima campagna
elettorale. In Italia dalla Presidenza del Consiglio a quella del nostro
Comune, legalità, legittimità e giustizia da qualche tempo, ormai, non sono più
sinonimi, anzi, spesso sono in aperto contrasto tra loro. “Cercavi giustizia ma trovasti la legge”, un rompicapo sul quale varrebbe
la pena spendere qualche riflessione.

Il Sindaco
si chiede “chi è che decide quando un
diritto può essere cancellato e quando invece un altro debba essere esteso? Chi
impone espropriazione di alloggi? Chi fissa canoni o forma graduatorie?”
.
La risposta è semplice, Lei, la sua Amministrazione, il suo entourage politico,
i costruttori, gli immobiliaristi, gli albergatori, i potentati economici
(alcuni nomi li abbiamo appena elencati) e magari anche la Curia e il suo vasto potere
temporale: pardon, patrimonio abitativo.

“Può davvero la vita di una
comunità locale fondarsi sulla sistematica violazione delle regole?” –
continua ancora l’Angeloni –
evidentemente sì. Quando si fa rientrare nel piano Cervellati edifici come
l’ex-Nirvana che è fuori dal centro storico, quando si demolisce l’ex-Sacelit o
l’ex-Enel tramite il silenzio assenso ad una DIA, quando sono pignorati edifici
pubblici come l’ex-GIL perché si sono stipulate polizze con i soldi pubblici,
quando sempre con quest’ultimi si pagano le multe di Campanile e le telefonate
di Mangialardi, quando tramite politiche clientelari si permette di comprare un
terreno agricolo per poi trasformarlo in edificabile utilizzando la scusa della
Complanare come opera dì interesse pubblico, quando si abbassano gli indici di
edificabilità per costruire e cementificare ancora di più, quando in Consiglio
Comunale siedono palesi conflitti d’interessi  – come il Consigliere Belardinelli (PD)
rispetto alla variante arceviese ed Enzo Monachesi (IdV) rispetto agli interessi
dei bagnini, quando si fa finta di avere il numero legale in Consiglio
Comunale, quando si trasforma il canone sociale in concordato, quando si danno
nove secondi per le controdeduzioni, quando si tappezza la città di manifesti
illegali durante la campagna elettorale e poi si manda i Vigili a dare la
caccia solo a quelli del Mezza Canaja, quando si utilizza un servizio pubblico
come le forze dell’ordine per proteggere solo interessi privati come Villa
Bucci (acquistata dal Sindaco) e Palazzo Gherardi, quando accade tutto ciò,
dove sono le regole? Dov’è la legalità? Dov’è la giustizia? Dove sono i valori
comuni e condivisi? Dov’è Signor Sindaco il “rispetto per i cittadini e per le regole della democrazia”?

Siamo
stanchi dell’ipocrisia di chi usa la legalità a proprio uso e consumo, di chi
scambia problemi sociali e politici con problemi di ordine pubblico, come siamo
stanchi di chi denigra l’avversario politico con frasi come “dal Mezza Canaja non arriva alcun
contributo concreto”.
Il Sindaco forse si ricorda del “Piano per la ricostruzione di un patrimonio di edilizia pubblica
cittadina e per il diritto all’abitare a Senigallia”
che abbiamo presentato
la scorsa estate? Sette punti, sette proposte concrete e fattibili, inascoltate
e ignorate perché inconciliabili con la politica “pattizia”, fondata sulla
contrattazione tra poteri politici ed economici.

Invitiamo
il Sindaco a non giocare al lotto con i numeri delle case popolari. Le domande
sono ferme dal 2007 e lo straordinario piano annunciato andrà si e no a soddisfare
una sessantina delle duecentosessanta domande presenti nelle graduatorie per le
case popolari. Senza contare che mentre per gli appartamenti di lusso i lavori
vanno avanti, quelli per le case popolari proseguono a passo di lumaca. E il
canone concordato? Una truffa a circa cinquecento euro al mese per far pagare una
casa due volte, prima con l’affitto e poi magari con il mutuo.

Necessità
e desideri vengono prima d’una generica legalità, anzi, ne sono i presupposti e
nel momento in cui si manifestano si affermano tra le pieghe che la legge
volutamente lascia scoperte, come dati di fatto, e per questo legittimi. Tutto
ciò che oggi è illegale un giorno sarà diritto – come fu per lo sciopero –  ed è per questo che noi andremo avanti ad
occupare.

Infine,
cara Sindaca un vecchio adagio ci ricorda che “can che abbaia non morde”.

  

CSOA Mezza Canaja

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20/08/09 L’ACQUA E’ UN DIRITTO: OCCUPATA LA SEDE DELLA MULTISERVIZI

by on Aug.20, 2009, under Comunicati e Manifestazioni

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L’ACQUA E’ UN DIRITTO: OCCUPATA
LA SEDE DELLA
MULTISERVIZI

 

Dopo che
per ben due volte gli occupanti delle case di Via delle Caserme sono andati a consegnare
i moduli per l’allaccio delle utenze, ricevendo sempre risposte negative o
evasive, oggi – giovedì 20 agosto – una delegazione del CSOA Mezza Canaja ha
occupato per un’ora la sede locale della Multiservizi, l’azienda che gestisce l’allaccio
per le utenze dell’acqua e del gas.

Con l’occupazione
si è ottenuto il via libera per le procedure di allaccio, le quali avverranno
lunedì mattina.

“Una
vittoria importante che va a garantire dei diritti umani fondamentali, come l’acqua,
e che mette all’angolo le ridicole e vergognose pressioni che la Curia ha esercitato sulla Multiservizi
per spingere gli occupanti ad un “autosgombero per disidratazione” e mancanza d’igiene.

Le
occupazioni continuano, i servizi verranno regolarmente allacciati, ma l’Amministrazione
Comunale continua a tacere … e noi a settembre riprenderemo ad occupare.”

 

FOTO

 

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16/08/09 SPAZI DI INTEGRAZIONE E NON SGOMBERI

by on Aug.18, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni, Plage Sauvage

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SPAZI D’INTEGRAZIONE E NON SGOMBERI

Il giorno giovedì 13 agosto il Coordinamento Migranti "Terza
Italia" stanco di vedersi ripetutamente negare il diritto ad avere una
sede da parte del comune di Senigallia, ha deciso di agire praticando l’azione
diretta verso promesse fatte e mai mantenute.

Un’occupazione imposta dalla disperata situazione in cui versano i
migranti in questa città e dalla disperata necessità dei progetti che possono
essere attuati solo con una sede,come un asilo nido per i bambini,uno sportello
legale informativo, corsi di lingua italiana, araba e tanti altri ancora.

Abbiamo deciso di occupare uno spazio abbandonato, lasciato a marcire, con
l’intenzione di ristrutturarlo e pagare un affitto ai proprietari.

Non sono passate 24 ore dallo sgombero del locale, ci domandiamo quanto tempo
debba ancora passare prima che il comune di Senigallia esaudisca la nostra
prima richiesta, ovvero che gli immigrati di Senigallia, possano aver diritto
ad uno spazio dove esistere.

In caso contrario continueremo ad occupare stabili, continueremo a dimostrare
per le vie di questa città, fino a riunirci nei locali dello stesso comune se
sarà necessario. Molti di noi hanno affrontato il mare, per venire qua, quindi
come possiamo temere denunce o manganelli?

 

Coordinamento Migranti TERZA
ITALIA

 

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16/08/09 VOI SGOMBERATE NOI CONTINUEREMO A OCCUPARE

by on Aug.17, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni, Plage Sauvage

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VOI SGOMBERATE, NOI CONTINUEREMO AD OCCUPARE

Giovedì 13 agosto abbiamo occupato una casa sfitta da circa dieci anni
in Via Mamiani. Lo abbiamo fatto insieme al Coordinamento Migranti TERZA ITALIA
che da mesi è in cerca di una sede. Volpini aveva promesso sede e riapertura
del centro di accoglienza ma nulla di tutto ciò è avvenuto.

L’occupazione di Via Mamiani è stata prima di tutto per noi un modo per
evidenziare un problema, per porre una questione all’attenzione
dell’Amministrazione Comunale e di chi in privato spende belle parole e in
pubblico tace o invoca legge e ordine.

Non sapevano né la proprietà né le condizioni strutturali
dell’abitazione. La casa era talmente in degrado e lo era da tanti anni, che ci
sembrava abbandonata anche da ogni proprietario. Abbiamo letto sui giornali
dell’inagibilità della casa e l’abbiamo anche verificato entrandovi, per questo
diciamo chiaramente che non è nostra intenzione rientrarvi, perché non vogliamo
mettere a repentaglio l’incolumità di nessuno. Se Rossi e Canafoglia vogliono fare
denuncia, lo facciano pure, denunce e processi in corso ne abbiamo già tanti e
non ci hanno mai fermato.

Ci teniamo a ribadire che il nostro obiettivo era di porre un problema e
se l’Amministrazione Comunale non andrà a trattare seriamente con TERZA ITALIA,
siamo già pronti ad occuparne un’altra.

Riqualificare, mettere in sicurezza e valorizzare socialmente gli spazi
sfitti e abbandonati è un atto di amore per la città in cui si vive, per
restituirla ai suoi abitanti, sottraendola alla rendita, a speculatori ed a
privatizzazioni. Lo abbiamo già detto, abbiamo cominciato per non fermarci.

 

CSOA Mezza Canaja

 

  

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·        
COMUNICATO STAMPA DELL ‘AZIONE

·        
VIDEO DELL’OCCUPAZIONE

 

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13/08/09 VIDEO OCCUPAZIONE CASA DEL MIGRANTE

by on Aug.17, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni, Plage Sauvage

 

        
CRONACA E FOTO

        
COMUNICATO

        
URBANIZZAZIONE DAL BASSO | TAPPA 2 PLAGE SAUVAGE 009

        
IL PRECARIATO SI PRENDE LA CASA | TAPPA 1 PLAGE SAUVAGE 009

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13/08/09 APRIAMO SPAZI D’INTEGRAZIONE. CHIUDIAMO SPAZI ALLA PAURA. NASCE LA CASA DEL MIGRANTE.

by on Aug.13, 2009, under Ambasciata dei diritti, Comunicati e Manifestazioni, Plage Sauvage

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APRIAMO SPAZI D’INTEGRAZIONE.

CHIUDIAMO SPAZI ALLA PAURA.

Terza
tappa della riqualificazione dal basso della città: una città per abitanti e
non per utenti.

Dopo
l’occupazione delle case e la “messa in sicurezza” del territorio dalla
complanare, oggi – giovedì 13 agosto – un corteo di trecento persone composto
da italiani e migranti, ha liberato dal degrado e dall’incuria una casa
abbandonata nel Rione Porto, per riconvertirla a sede del Coordinamento
Migranti Terza Italia e dell’Ambasciata dei Diritti.

Terza
Italia è l’unica organizzazione gestita in maniera completamente autonoma dai
migranti, segno di un cambio netto dalla politica assistenziale e caritatevole
della sinistra catto-comunista in parlamento e non. Non più una politica per i
migranti, ma dei e con i migranti, agita in prima persona da chi ogni giorno
vive sulla propria pelle umiliazione, sfruttamento e razzismo.

A maggio
sono state inviate delle lettere al Assessore Volpini, al Sindaco ed al
vicesindaco Ceresoni che chiedevano una sede e la riapertura del Centro di
Accoglienza. Dopo mesi di trattative conclusesi con tante promesse e buone
intenzioni ma nella sostanza nulla di fatto, ancora una volta si è passati
all’azione diretta: a praticare un diritto.

Oggi nasce
la “Casa del migrante”, un progetto che vuole essere uno spazio fisico di
socialità, incontro, scambio di culture, ma anche e soprattutto un progetto
capace di poter fornire servizi, come le consulenze legali gratuite sul lavoro
e sui permessi di soggiorno, corsi di lingua italiana e araba. L’idea più
ambiziosa ma più necessaria, è la costruzione di un “asilo” multietnico per
bambini italiani e migranti, rivolto a tutte quelle famiglie impossibilitate a
sostenere i costi di asili o di assistenza privata.

Recuperare
un edifico abbandonato per farlo diventare un luogo di aggregazione vuol dire
sottrarre un altro pezzo della nostra città alla paura, alla xenofobia e all’insicurezza.
Vuol anche dire fornire un’alternativa reale a tutti coloro che per difficoltà
economiche vengono catturati dalle maglie del lavoro nero e dello sfruttamento.
La Casa del
Migrante sarà uno spazio libero da spaccio, prostituzione e criminalità. Alla
sicurezza della paura e del controllo contrapponiamo la sicurezza dei diritti e
della dignità.

Terza
Italia ha già avviato le pratiche per costituirsi come associazione legalmente
riconosciuta, per questo chiediamo che lo spazio occupato sia regolarizzato e
concesso come sede.

Chiediamo
la stipulazione di un contratto e la possibilità di pagarne l’affitto.

Chiediamo
che l’Amministrazione Comunale intervenga, riconoscendo la legittimità di Terza
Italia e la possibilità di avere una sede e quindi di poter avere una
progettualità.

Siamo
assolutamente disponibili per valutare soluzioni alternative, ma lo facciamo da
dentro uno spazio occupato perché quando si tratta, si tratta alla pari,
altrimenti ogni trattativa è solamente la mediazione a ribasso sulla volontà
del più forte. E questo vale anche per le occupazioni delle case!

Coordinamento
Migranti TERZA ITALIA

Ambasciata dei
Diritti Senigallia

CSOA Mezza Canaja

 

– FOTO

 

 

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11/08/09 VIDEO DELLA CONTESTAZIONE ALLA COMPLANARE E RASSEGNA STAMPA

by on Aug.13, 2009, under Comunicati e Manifestazioni, No complanare, Plage Sauvage

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