CSOAMezzaCanaja

29/11/08 L’ONDA NON SI ARRESTA, IL SAPERE NON SI ACQUISTA – COMUNICATO DEL COLLETTIVO ZENIT

by on Dec.01, 2008, under Collettivo Studentesco Zenit

st1:*{behavior:url(#ieooui) }

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}

L’ONDA NON SI ARRESTA, IL SAPERE NON SI ACQUISTA



Sabato 29 novembre l’Onda senigalliese si è di nuovo impossessata delle piazze
e delle strade della città, inondandola con i corpi degli studenti medi, degli
universitari, degli insegnanti e dei genitori, per ribadire non solo la
contrarietà alla legge Gelmini ed al contentino rappresentato dalla legge 180,
ma per rivendicare il libero accesso alla cultura. La mobilità, il teatro, il
cinema, le mostre, i concerti e gli stessi libri sono elementi culturali che
uno studente dovrebbe permettersi senza sacrifici economici, né suoi né della
famiglia. Dovrebbero essere dei diritti per tutti e non dei privilegi per
pochi. Gli studenti, come categoria sociale priva di reddito – ma che il
reddito diretto e indiretto lo reclamano come saldo per tutti gli stage
gratuiti o sottopagati fatti nelle aziende – dovrebbero avere libero accesso a
tutto ciò che produce sapere.

Nelle giornate di venerdì 28 e sabato 29 studenti e precari di tutta
Italia hanno deciso di riprendersi questo diritto non pagando per un giorno il
prezzo del sapere e dei trasporti pubblici. Sono questi i contenuti che abbiamo portato al sit-in del Coordinamento
Difesa Scuola Pubblica Senigallia e che avremmo detto anche dal palco della
Guzzanti. Uno spazio per noi di grande visibilità e sensibilità verso certe
problematiche. Uno spazio formativo e informativo che però per molti di noi
presentava un costo proibitivo. Ci chiediamo quanti studenti – e relative
famiglie – possano permettersi 25 euro per andare ad uno spettacolo teatrale. Sia
chiaro 25 euro il settore C!

Il palco avevamo deciso di chiederlo e non di occuparlo, perché pensiamo
che sia un atto di maturità e di responsabilità non produrre forzature
soggettive quando non si è soli in piazza. Le singole identità fanno un passo
indietro per far fare due passi avanti all’identità comune. Oggi, i giornali ci contrappongono alla Guzzanti, i dirigenti della
Comstar cadono dalle nuvole, come se non ci fossimo parlati nei giorni
precedenti e in più difendono chi ha alzato le mani su ragazze di 16 anni. Per
favore, una volta tanto che il Mezza Canaja non centra niente non tiriamolo in
ballo per fargli recitare il ruolo del cattivo.

Diciamo la verità, la forzatura è scaturita dall’indignazione dopo tre
giorni di balletto su se e quando si doveva parlare. Noi, purtroppo, non abbiamo amici o conoscenti nel mondo della politica
o dello spettacolo che ci possono passare i numeri giusti e i contatti diretti.
Abbiamo amici che magari fanno le maschere, gli elettricisti o i fonici nei
teatri, per cui la piramide per contattare il vip di turno la scaliamo tutta,
senza corsie preferenziali. E’ proprio nella burocrazia di questa piramide che
vi è stato il gap comunicativo. La
Guzzanti
probabilmente avrà saputo il tutto mezz’ora prima
dell’inizio dello spettacolo e il fatto che non gli è stato comunicato prima
non è sicuramente colpa nostra. Qui e solo qui vi è la responsabilità di quello
che è successo.

Rivendichiamo pienamente la giustezza del nostro gesto, rafforzati dalla
solidarietà che abbiamo riscontrato in sala, nei calorosi applausi avuti dalla
stragrande maggioranza del pubblico pagante. Riteniamo irresponsabile la gestione che le varie burocrazie del
business hanno avuto nel ridicolizzare la nostra volontà di parlare,
soprattutto dopo giorni di telefonate ed e-mail. Riteniamo volgare il mentire davanti al pubblico del teatro, negando che
lo staff fosse a conoscenza delle nostre richieste ( poi se vi è stato un gap
comunicativo tra le gerarchie di manager e addetti stampa non ci è dato di
saperlo). Riteniamo irresponsabile il comportamento provocatore e violento della
security presente all’ingresso del teatro, soprattutto perché rivolto ad una
manifestazione pacifica composta da studenti, insegnanti e genitori. Riteniamo irresponsabile e intimidatorio il comportamento della polizia
nel prendere i nomi degli insegnanti e di minacciare denuncie verso chi
esercitava il diritto – sancito costituzionalmente – di manifestare.

Infine, come ha detto la Guzzanti durante lo spettacolo, il palco come
la libertà e i diritti, non si chiedono si prendono. Bene, siamo d’accordo con
lei, anche se troppo comodo dirlo con i piedi sul palco ed a cose già fatte.

 

Collettivo Studentesco Zenit 

         
Galleria
fotografica

         
Cronaca
degli eventi

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}

Vedi anche:

         
da
sabinaguzzanti.it | L’attrice
agli studenti: siete dei meschini.
…per questioni di stile evitiamo ogni
tipo di commento

 


Comments are closed.

Looking for something?

Use the form below to search the site:

Still not finding what you're looking for? Drop a comment on a post or contact us so we can take care of it!