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Comunicati e Manifestazioni

20/11/10 TUTTI ALL’AQUILA – MACERIE DI DEMOCRAZIA MANIFESTAZIONE NAZIONALE

by on Nov.10, 2010, under Comunicati e Manifestazioni

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29/10/10 Quasi un migliaio alla manifestazione studentesca del Collettivo Zenit – FOTO E VIDEO

by on Oct.30, 2010, under Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni

QUASI UN MIGLIAIO ALLA MANIFESTAZIONE STUDENTESCA DEL COLLETTIVO ZENIT

Oggi venerdi’ 29 ottobre a Senigallia si e’ svolta la prima manifestazione studentesca dell’anno. Gli studenti che questa mattina hanno invaso le strade e le piazze di Senigallia si sono radunati alle 8:00 circa al campus studentesco.

Fin dall’inizio si e’ potuta vedere la grande affluenza di studenti,  sintomo della grande percezione del disagio che la riforma ha provocato all’interno degli istituti superiori. Alle scuole semideserte si e’ contrapposto un grande corteo di circa 900 persone che ha attraversato la citta’ bloccandone I punti nevralgici fino a giungere in centro storico e nelle scuole piu’ colpite dai tagli. L’azione del collettivo studentesco si e’ concentrata principalmente sulle problematiche materiali presenti nelle singole scuole che non possono essere considerate sottovalutabili, ma che sono il diretto risultato delle politiche di tagli attuate dal governo.
Riteniamo che in una citta’ priva di sedi istituzionali questo sia il modo giusto per inaugurare una stagione di lotte che mirano ad ottenere risultati concreti contro la crisi e I tagli all’istruzione. Vista la solidarieta’ dimostrata da molti insegnanti, specialmente all’interno di scuole particolarmente sensibili per l’attacco senza precedenti che stanno subendo, speriamo che si possano unire le forze per assicurare nei limiti delle possibilita’ dei singoli istituti condizioni scolastiche migliori per gli studenti e per tutti coloro  che vivono il mondo della scuola.

Collettivo Studentesco Zenit

IL VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE
INTERVENTO DI UNO STUDENTE DELL’ISTITUTO ALBERGHIERO

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26/10/10 ANCONA – GLI OPERAI FINCANTIERI BLOCCANO IL PORTO

by on Oct.27, 2010, under Comunicati e Manifestazioni

Ancona – Gli operai Fincantieri bloccano il porto


4 ore di blocco totale in entrata e uscita dal porto. Giornata di mobilitazione del settore della cantieristica in occasione della giornata di sciopero indetta dalle rappresentanze Rsu della Fincantieri di Ancona, contro l’ipotesi dello stop delle attività dello stabilimento per il prossimo gennaio, quando già a prtire da novembre scatterà la cassa integrazione straordinaria per oltre 500 operai.

In 1500 questa mattina sono partiti in corteo dalla sede Fincantieri fino a raggiungere Varco della Repubblica e Varco da Chio bloccando il traffico veicolare in entrata e in uscita verso la città e la stazione ferroviaria.

Insieme ai dipendenti Fincantieri presenti anche operai delle altre imprese portuali operanti nello scalo dorico e delegazioni di operai metalmeccanici provenienti da tutta la provincia, dalla New Holland di Jesi all’Antonio Merloni di Fabriano.

A fianco degli operai in lotta anche gli attivisti dei centri sociali delle Marche e dell’Ambasciata dei Diritti di Ancona, che hanno preso parte alla manifestazione dietro lo striscione “Uniti contro la crisi”.

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19/10/10 DOCUMENTO CONCLUSIVO: UNITI CONTRO LA CRISI. CRONACA E FOTO DEL 16 A ROMA

by on Oct.19, 2010, under Comunicati e Manifestazioni

Roma, 17 ottobre: assemblea Uniti contro la crisi – Documento conclusivo


Un’assemblea partecipatissima, con decine di interventi. A seguire la mozione finale, approvata per acclamazione alla fine dell’assemblea

Il 17 ottobre, nella facoltà di Scienze politiche della sapienza si è svolta una grande assemblea, alla quale hanno preso parte da tutta Italia, moltissimi studenti medi e universitari e delle accademie in mobilitazione, ricercatori precari e strutturati, precari della scuola e degli enti di ricerca, centri sociali, movimenti in difesa dei beni comuni e per il diritto all’abitare. Sono intervenuti anche molti esponenti del sindacato tra cui, il segretario della Fiom – Cgil Maurizio Landini e il segrtario della Flc – Cgil Domenico Pantaleo.

Il punto di vista comune emerso dai soggetti che vi hanno partecipato è stato la registrazione del grande successo della manifestazione della Fiom e il fatto che dal 16 ottobre si è concretizzata in Italia la possibilità di riaprire una fase nuova di opposizione alla crisi. La determinazione dei metalmeccanici si è intrecciata con i movimenti e le istanze che hanno animato negli ultimi tempi i conflitti sociali nel nostro paese. Studenti, precari, movimenti sui beni comuni e in difesa del welfare, hanno composto un quadro eterogeneo ma comune che va rilanciato con strumenti nuovi e con l’avvio di un nuovo processo. In questo senso, l’appello Uniti contro la crisi, recepito da questa assemblea, è stato assunto come un punto di partenza e un’indicazione da portare avanti, nella convinzione che sono proprio gli effetti sociali della crisi e l’utilizzo politico che il governo e la confindustria ne stanno facendo, che pongono il problema della ricomposizione come condizione necessaria e non rimandabile.[continua documento, foto e interventi a Roma] (continue reading…)

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09/10/10 UNITI CONTRO LA CRISI: SIT-IN. Video interventi

by on Oct.11, 2010, under Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni, General

UNITI CONTRO LA CRISI:SIT IN

VERSO IL CORTEO DEL 16 A ROMA

Il pomeriggio di sabato 9 ottobre si è svolto il sit-in del Mezza Canaja e della FIOM Marche, verso il corteo del 16 ottobre a Roma. Numerose le persone che si sono fermate a ascoltare gli interventi dei promotori che organizzano gli autobus e tante anche le adesioni per la trasferta a Roma raccolte durante il pomeriggio.

“Uniti Contro la Crisi – 16 ottobre Roma Corteo Nazionale”: con questo motto si sono susseguiti gli interventi, tra cui quello di Giuseppe Ciarrocchi, segretario FIOM Marche, e i delegati RSU Fiom delle fabbriche senigalliesi e marchigiane, Marzio Giorgini e Quebec Bamba, e gli studenti del COllettivo ZEnit.

Il presidio si è concluso con un volantinaggio nel centro città.

Uniti contro la crisi, perché la crisi che viviamo è frutto delle scelte di chi comanda ed allo stesso tempo è la condizione comune da cui tutti partiamo per costruire qualcosa di diverso, migliore. La sfida è creare un piano comune finalizzato ad una buona occupazione, ad un reddito di cittadinanza, ad un’ecologia non astratta, ma utile a progettare un nuovo modo di produrre e vivere. La sfida è provare a vincere la scommessa.

Mezza Canaja

Galleria Fotografica

VIDEO INTERVENTI

Introduzione: Marianna – Mezza Canaja

Intervento Quebec Bamba, delegato FIOM metalmeccanico

Intervento Marzio Giorgini, delegato FIOM Ciare Speacker Senigallia

Intervento Giuseppe Ciarrocchi, Segretario FIOM Marche

Intervento Alessandro Mezza Canaja

Intervento Collettivo Studentesco Zenit

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09/10/10 SIT IN: UNITI CONTRO LA CRISI

by on Oct.02, 2010, under Comunicati e Manifestazioni

sIT IN uNITI CONTRO LA CRISI SENIGALLIA

“UNITI CONTRO LA CRISI” – L’appello alla mobilitazione sottoscritto da movimenti, associazioni e Fiom.

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Uniti-contro-la-crisi/5780

Approfondimenti:

Ciò di cui Marchionne è il nome di Alberto De Nicola

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Cio-di-cui-Marchionne-e-il-nome/5788

Sito ufficiale della FIOM

http://www.fiom.cgil.it/

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22/09/10 L’AUTORITÀ GIUDIZIARIA METTE SOTTO SEQUESTRO IL CSOA MEZZA CANAJA

by on Sep.22, 2010, under Ambasciata dei diritti, Cirko Canaja, Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni, Drugstore - bottega antipro, Femme Canaja, Feste, General, Serate e Dibattiti

L’autorità giudiziaria mette sotto sequestro il csoa mezza canaja

IL GIUDICE, IL SINDACO E LO SPAZIO DELLA POLITICA

Sequestro mezza canaja

Nella mattina di mercoledì 22 settembre l’autorità giudiziaria di Ancona ha posto sotto sequestro la fabbrica ex-ragno che il Mezza Canaja occupa da dieci mesi.

La messa dei sigilli è la conclusione di un’articolata operazione giudiziaria che è cominciata lo scorso 24 giugno con la notifica a tredici attivisti del centro sociale di altrettante denunce con l’accusa di occupazione, scasso e istigazione a delinquere. In verità, compare anche un altro denunciato, ovvero il direttore responsabile del Corriere Adriatico per aver pubblicato le motivazioni dell’occupazione. Altro che bavaglio, questa è intimidazione bella e buona verso chi svolge il proprio lavoro.

Le denunce firmate dal Procuratore della Repubblica Giovanna Lebboroni hanno fornito su un piatto d’argento al Giudice per le Indagini Preliminari la motivazione per mettere sotto sequestro lo spazio. Ricordiamo, uno spazio abbandonato da circa vent’anni, di proprietà della società “SO. DE. CO. REAL ESTATE S.R.L.”, una delle scatole cinesi della “Unione Fiduciaria s.p.a.”. In pratica, uno stabile in mano alla grande rendita finanziaria e speculativa.

La pratica della messa dei sigilli, del sequestro preventivo, per sgomberare gli spazi occupati è ormai un dispositivo repressivo da anni ampiamente usato in tutta Italia. L’azione giudiziaria occupa lo spazio della politica, si sostituisce a essa, eliminando di fatto ogni possibilità di mediazione, di trattativa, d’incontro, di confronto, di dialogo e di dialettica tra la dimensione sociale dei movimenti e quella politica delle istituzioni.

L’azione giudiziaria si dà quindi come atto di violenza pura.

La strategia politica della seconda Amministrazione Angeloni – quella con i Verdi al governo – verso il Mezza Canaja è stata essenzialmente quella di aprire una trattativa che avesse, di fatto, come unico obiettivo la demolizione delle ex-colonie Enel, utilizzando il ricatto della penale per evitare ogni tipo di resistenza. La strategia dell’Amministrazione Mangialardi – quella con i Verdi, PdCI e SEL al governo – è stata invece quella di ignorare pubblicamente il problema, di far finta di niente.

Nonostante sei anni di precarietà, tre occupazioni e continue tensioni, il Mezza Canaja – piaccia o non piaccia – si è però radicato nel tessuto sociale di questa città, assumendo, di fatto, il ruolo di un’organizzazione politica riconosciuta e partecipe alla vita civica e pubblica di Senigallia.

E’ ora che chi governa questa città si assuma la responsabilità politica di dire a tutti i suoi cittadini se il Mezza Canaja è una risorsa – un bene comune – per Senigallia o se invece è un problema. Il primo caso implica una gestione politica, il secondo una da ordine pubblico. Scorciatoie burocratico-amministrative fondate sul dare un colpo al cerchio – far star calmi noi – e uno alla botte – non fare scelte politiche pubbliche – non sono più praticabili. Oggi, o la politica ha la volontà di trovare una soluzione pubblica, credibile e stabile, partendo da un accordo condiviso tra parti diverse e con diversi interessi, oppure, accetta la criminalizzazione dei movimenti, perché questo è ciò che nemmeno troppo sottotraccia, emerge dall’azione giudiziaria.

Lunedì 27 settembre incontreremo il Sindaco Maurizio Mangialardi per proporgli una “soluzione politica”. Soltanto una volta ascoltate e pesate le sue parole, decideremo se e come reagire allo sgombero, se è il tempo del confronto o dello scontro.

Mezza Canaja

RADIO ONDA D’URTO – Intervista a Nicola Mancini
http://www.radiondadurto.org/agenzia/2010-09-22-14-42_red_nicola-mezza-canaja.mp3

TG3 – Servizio
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-dd6088d8-c60f-4678-8768-fa55293e44d2-popup.html

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02/07/10 AZIONE SUL REDDITO MINIMO GARANTITO AL CATERRADUNO DI SENIGALLIA

by on Jul.06, 2010, under Comunicati e Manifestazioni

COSTRUIAMO UNA CAMPAGNA PER UNA LEGGE REGIONALE

SUL REDDITO MINIMO GARANTITO ANCHE NELLE MARCHE

 

 

Ogni grande evento è un palcoscenico. Lo diventa anche al di là  delle volontà dei suoi organizzatori.

Il Caterraduno lo è in particolare, perché oltre ad attirare migliaia di persone in città da tutt’Italia – soprattutto dalla nostra Regione – ha un pubblico “qualificato”, cioè con una sensibilità culturale e sociale, difficilmente riscontrabile inaltri eventi senigalliesi. E’ quindi uno spazio pubblico da attraversare, in cui poter comunicare e veicolare parole e significati di lotte e istanze sociali.

Quest’anno lo abbiamo fatto insieme al  “Comitato versus Complanare e non solo” con un banchetto informativo e con proiezioni pubbliche che raccontano e denunciano lo scempio che la complanare sta facendo dentro i borghi della nostra città.

Lo abbiamo fatto insieme a partiti, associazioni, sindacati e singoli cittadini continuando a raccogliere le firme contro la privatizzazione dell’acqua.

Infine, lo abbiamo fatto lanciando pubblicamente nella nostra città l’avvio di una campagna per una legge regionale sul Reddito Minimo Garantito.

Quest’ultimo, un percorso cominciato circa un mese fa con un incontro pubblico che ha visto intervenire Andrea Fumagalli (docente di economia politica a Pavia) e CristinaMorini (giornalista e ricercatrice sociale) sul tema del reddito, la sua necessità e la sua relazione con il lavoro e il salario. Continuato venerdì, quando prima del concerto di Carmen Consoli, davanti a migliaia di persone, abbiamo calato dalla Rocca Roveresca uno striscione di 17 metri con scritto“Reddito Minimo Garantito anche nelle Marche” e distribuito in piazza circa duemila volantini. Una campagna che avrà come prossima tappa un dibattito pubblico – mercoledì 21 luglio h. 21:30 al CSOA Mezza Canaja – sul tema “reddito e diritto all’abitare” in cui interverranno Marco Bascetta (giornalista e dEditore della Manifestolibri) e Antonello Sotgia (Architetto di Roma, espertoin autorecupero di immobili sfitti).

Pensiamo che il reddito, oggi, sia l’unica risposta all’altezza dei cambiamenti nel sistema produttivo e nel mondo del lavoro. Una battaglia d’innovazione e non di resistenza; capace di parlare a molti e non a pochi. Per questo riteniamo che per il reddito sia necessario costituire una rete di soggetti politici, associativi, sociali, sindacali e di singoli cittadini com’è avvenuto per la difesa dell’acqua pubblica.

Una battaglia che individui come referente la Regione Marche, in quanto organismo istituzionale legato al territorio e contemporaneamente dotato di autonomia fiscale.

Noi abbiamo cominciato, speriamo di essere in tante/i ad andare avanti, a Senigallia e nelle Marche.

 

CSOA Mezza Canaja

 

GUARDA LA GALLERIA FOTOGRAFICA 

VOLANTINO DISTRIBUITO DURANTE L’AZIONE 

 

 

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15/06/10 PRESENTAZIONE LIBRO/INCHIESTA IL PORTO SEQUESTRATO – CAMPAGNA WELCOME

by on Jun.08, 2010, under Comunicati e Manifestazioni, Serate e Dibattiti

Il CSOA Mezza Canaja presenta

Martedì 15 giugno 2010 – ore 21.30

LIBRO/INCHIESTA

     IL PORTO SEQUESTRATO  

Security e respingimenti: reportage sul porto di Ancona al di qua e al di là delle reti 
A cura dell’ Osservatorio Faro sul Porto/Ambasciata dei  Diritti

 

 

Verso la GIORNATA DEL RIFUGIATO del 20 giugno e la mobilitazione ai porti di Ancona, Venezia e Bari: campagna "Welcome. Indietro non sitorna"incontro pubblico all’interno della Campagnacontro tutti i respingimenti e per la difesa del diritto d’asilo.

Domenica 20 GIUGNO APPUNTAMENTO ore 17.00 parcheggio retrostadio – Senigallia. Spostamento verso Ancona in macchina. Per info: 3331295984


Ad un annodall’inizio dell’ inchiesta sullo stato di salute del porto di Ancona,l’Ambasciata dei diritti Marche è lieta di presentare “Il porto sequestrato”,pubblicazione realizzata a cura dell’osservatorio Faro sul Porto.
Dopo la totale "messa in sicurezza", loscalo portuale è ormai da tempo a tutti gli effetti zona di Frontiera chequotidianamente respinge chi fugge da paesi in guerra, nella speranza diottenere, in Italia, protezione umanitaria, e che, allo stesso tempo, è luogopienamente sottratto alla città dorica e a chi vi abita.
L’incontro pubblico non vuole essere solol’occasione per consegnare 83 pagine di storie, dati, riflessioni… ma proporre,partendo dal libro, un progetto comune che denunci le violente trasformazionidel porto di Ancona, che ne hanno radicalmente cambiato il volto e lacondizione delle persone, aldiquà e aldilà delle reti, alle quali viene negatoil diritto di attraversarlo e viverlo.
Già molta attenzione è stata data all’argomentodalla stampa nazionale, che in più occasioni si è rivolta a noi per raccogliereinformazioni e dati utili a sollevare una necessaria (ed ormai improrogabile)presa di coscienza pubblica su ciò che avviene, non solo in Ancona, ma anchenegli altri porti dell’Adriatico.
Per questo faremo parte della campagnainternazionale, i cui protagonisti saranno gruppi e associazioni italiane egreche che si uniranno per mettere in campo tutti gli strumenti necessari percontrastare i dispositivi di controllo presenti alle frontiere europee cheingiustamente ed arbitrariamente colpiscono chi ha diritto a fuggire, negando,di fatto, il riconoscimento del diritto d’asilo.

Per approfondire:
Welcome. Indietro non si torna – L’Appello a unamobilitazione internazionale
(http://www.globalproject.info/it/in_movimento/WelcomeIndietro-non-si-torna-Appelloa-una-mobilitazioneinternazionale/4987)
Ancona – Il Porto Sequestrato
(http://www.globalproject.info/it/in_movimento/AnconaIl-porto-sequestrato/4848)
Tutte le informazioni sulle iniziative dellaCampagna Welcome
(http://www.meltingpot.org)

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22/04/10 SENIGALLIA CANAJA, UNA STORIA DI RESISTENZA. DA IL MANIFESTO. ARTICOLO DI SERGIO SINIGAGLIA

by on Apr.23, 2010, under Comunicati e Manifestazioni

SENIGALLIA CANAJA

UNA STORIA DI RESISTENZA

Di Sergio Sinigaglia ( da Il Manifesto 22/04/10)

 

 

«Mezzacanaja», da prigione fascista a centro sociale

L’appuntamento è davanti alla stazione di Senigallia. Nicola Mancini, trent’anni, dottorando in scienze politiche all’Università diCatania, arriva in bicicletta, mezzo di trasporto assai usato da queste parti. Ma per andare nella nuova sede del centro sociale, a qualche chilometro di distanza, è preferibile usare l’auto. Il posto è verso la frazione di Scapezzano, bisogna inoltrarsi per circa un chilometro dalla statale. Una volta arrivati si può ammirare un panorama notevole, con il bleu del mare che si staglia all’orizzonte. Alle nostre spalle l’ex fabbrica Ragno, chiusa da ventianni, che cinque mesi fa i giovani del “Mezza Canaja” hanno individuato come la sede delle loro iniziative. Siamo alla terza occupazione in sei anni. Una vicenda nata proprio di questi tempi. Il nome del centro sociale si rifà a un detto popolare molto noto nelle Marche: «Sinigaglia, mezzo ebreo e mezza canaglia», battuta ben conosciuta da chi scrive per motivi evidenti. Nicola è il leader “storico” del centro, la cui storia ci sembra interessante soprattutto per chi a sinistra, in particolare dopo le ultime elezioni, ripete che «bisogna ripartire dai territori». E, in questo senso, l’esperienza del“Mezza Canaja” è particolarmente istruttiva. Una vicenda che affonda le radici negli anni prima e dopo le manifestazioni al G8 di Genova.

Il social forum e l’occupazione

«Anche qui – racconta Nicola – è nato un social forum, subito dopo i fatti del luglio 2001. Poi sulle sue ceneri la componente giovanile ha dato vita al collettivo “Il pane e le rose”». La nuova realtà incentra la sua attività su temi generali, verità e giustizia su Genova, l’opposizione al conflitto militare, prime riflessioni sulla questioni del reddito, ecc. «Ad un certo punto chiediamo al Comune uno spazio e ci viene risposto di metterci in fila. Lo facciamo per un anno ma, visto che non accade nulla, decidiamo di passare all’azione». L’opportunità la danno i carabinieri, naturalmente non volendo. Infatti Senigallia, nell’aprile del 2004, viene scelta come sede per la festa nazionale dell’Arma. È prevista la presenza delle massime cariche dello Stato, dal Presidente della Repubblica al ministro della Difesa. Quale migliore occasione per inaugurare un percorso di conflitto e partecipazione? «Decidemmo – continua Mancini – di fare una “incursione” e ci impadronimmo di un locale che stava proprio lungo il percorso, a venti metri dal corteo ufficiale. Nel cuore della “zona rossa” creata ad hoc per l’occasione. È da tenere presente che eravamo a pochi mesi dai fatti di Nassiriya, e proprio in quei giorni il nostro contingente si era macchiato di una strage di civili». La contestazione contro il militarismo che caratterizza la giornata ha una vasta eco. Nasce il centro sociale. I locali rimangono occupati per circa otto mesi, ma a sbloccare la situazione è un concerto.«Vista la situazione totalmente bloccata, decidiamo di organizzare un concerto con gli “Assalti frontali”. L’iniziativa riesce e riusciamo a portare milleduecento persone. Insomma un successone». La cosa scuote la fredda amministrazione comunale, che decide di aprire una trattativa, anche in considerazione che il posto occupato è pieno di amianto.

Così ai ragazzi del Mezza Canaja vengono assegnati i locali dell’ex Colonia Enel, sul lungomare. La proprietà è di una società immobiliare che ha intenzione di costruirci, ma, visto che per gli eventuali lavori di ristrutturazione ci vorranno alcuni anni, il Comune coglie l’occasione per togliersi la gatta da pelare e favorisce un accordo per un contratto di comodato d’uso gratuito. Il posto è centro dello spaccio cittadino e i primi tempi non sono certamente facili. «Noi abbiamo avuto il merito di ripulire un luogo e restituirlo alla città. Lì erano presenti due bande di spacciatori, una di magrebini e l’altra di anconetani. Ci sono stati scontri duri. Alla fine anche grazie al lavoro fatto con i migranti, in collaborazionecon l’Ambasciata dei diritti (associazione regionale da tempo impegnata sul tema dei diritti dei migranti, ndr), e alla mediazione degli stessi immigrati, siamo riusciti a venire a capo del problema. Gli stessi spacciatori, alla fine, hanno riconosciuto la validità del nostro progetto e hanno lasciato il campo libero».

Da prigione fascista a…

Questa palazzina è poi diventata protagonista di uno scandalo del quale si sono occupati anche i giornali nazionali (compreso il manifesto). In sostanza un autorevole rappresentante della comunità ebraica senigalliese, Ettore Coen, ha scoperto che tra il 1943 e il 1944 la struttura funzionò da campo di prigionia per ebrei ed antifascisti. Questo mentre la proprietà e il Comune avevano concordato la realizzazione di un residence di lusso, una volta cacciato il centro sociale. L’ampia mobilitazione affinché fosse evitato l’abbattimento ha avuto risposta negativa dall’amministrazione che di fronte alla proposta che il luogo diventasse un “spazio della memoria”, ha preferito spalancare le porte al solito business. E l’ex colonia Enel è stata abbattuta pochi mesi fa. E il centro sociale? «Una volta scaduto l’anno il contratto – prosegue Nicola Mancini – ci è stato rinnovato ancora per sei mesi, finiti i quali è scattata una penale di 150 euro al giorno. La proprietà, anche per questioni di immagine, non ha mai voluto far intervenire la polizia, per cui alla fine con sulle spalle un debito così oneroso, arrivato a trecentomila euro, abbiamo dovuto lasciare liberi i locali in cambio della cancellazione del debito».

Fin qui la storia che vi abbiamo raccontata può sembrare simile a quella di altre esperienze del genere. Ma invece dietro la lunga vertenza con l’amministrazione comunale per il diritto ad uno spazio autogestito c’è un’attività che negli ultimi anni ha privilegiato il radicamento sociale, rispetto a logiche autoreferenziali che spesso contraddistingue esperienze del genere. Senigallia è una città di quarantasettemila abitanti. Il piano regolatore, risalente agli anni settanta, prevedeva una crescita fino a centomila, previsione che, per fortuna, non si è avverata, anche se in estate con i turisti, gli abitanti triplicano. Da sempre feudo della sinistra storica, fino a poco tempo fa si caratterizzava per un’economia incentrata sul classico turismo da riviera adriatica. Negli ultimi dieci anni, con la giunta targata Luana Angeloni, dirigente storico del“partito”, il cui marito è figlio di quel Franco Rodano autorevole dirigente nazionale del Pci, è subentrata una politica da piccola “città globale.

«L’esperienza di governo comunale targata Angeloni –dice Nicola – ha stravolto Senigallia. E non do solo un’accezione negativa al termine. La tradizionale economia è stata sostituita da un sistema incentrato sul terziario avanzato, invitando i privati ad investire nella città, con la falsa idea che offrendo loro lo spazio necessario, con il denaro fresco, la città si sarebbe arricchita». In realtà si è svenduto il territorio e a beneficiarne soni stati i soliti noti, anche se con un avvicendamento. «Si è creato un oligopolio, sovvertendo i tradizionali luoghi di potere, per cui all’Edra costruzioni, sono subentrati soggetti come la società che ha spianato la palazzina Ex Enel, o la Immobiliare Roma che è imparentata proprio con la famiglia Rodano, quella del sindaco». Insomma una città vetrina, dove ormai non si trova più un centimetro di proprietà pubblica, con un centro storico il cui piano di ristrutturazione, proposto da un nome autorevole come quello di Cervellati, sta portando all’espulsione dei vecchi inquilini. A tutto questo il Mezza Canaja si è opposto, con un lavoro capillare su vari fronti. In primis proprio sul tema della casa. «Sono state occupate delle abitazioni sfitte di proprietà della Curia. Inoltre abbiamo lavorato nei quartieri più a rischio disfratti ottenendo per una decina di famiglie il blocco. Tra l’altro in realtà eterogenee, con la presenza di nazionalità diverse, abbiamo riscontrato una solidarietà inimmaginabile».

Le iniziative sociali

Altro fronte caldo quello della cosiddetta Complanare, una mega arteria che dovrà attraversare la città, contro la quale è attivo un comitato cittadino, il quale ha preso spunto dalla questione per promuovere iniziative cittadine sul tema del consumo del territorio, alle quali ha invitato municipi virtuosi e urbanisti di fama nazionale. Anche in questo caso al loro fianco ci sono stati i giovani del centro sociale insieme a Rifondazione uscita dalla giunta Angeloni proprio contro le politiche urbanistiche.

E veniamo alla questione degli immigrati e della sicurezza. «Il toro è stato preso per le corna. Infatti abbiamo fatto un lavoro specifico nei quartieri più a rischio, contestando l’introduzione delle telecamere e nello stesso tempo favorendo la regolarizzazione degli immigrati, cercando di favorire il loro inserimento nel mercato del lavoro, e sottraendo parecchi di loro allo spaccio. Inoltre di fronte a casi di soprusi e pestaggi da parte dei carabinieri, siamo arrivati a manifestare davanti alla caserma con forza fino ad ottenere il rilascio di chi era stato fermato senza valide motivazioni. Infine abbiamo promosso feste ed iniziative socializzanti nelle zone più degradate per far sì che le gente si riappropriasse dei luoghi dove vive».

La Lega arretra

E la Lega, in notevole crescita nelle Marche? Se alle europee a Senigallia aveva avuto più del 5%, risultato confermato alle recenti regionali (5,7), alle comunali di quindici giorni fa che dopo al regno della Angeloni hanno visto subentrare il suo delfino Mangialardi, senza bisogno del ballottaggio, i leghisti sono arretrati di circa due punti. C’è da dire che il voto di protesta gli è stato sottratto dal candidato di Rifondazione Roberto Mancini che, appoggiato da una lista civica e sorprendentemente dai rutelliani dell’Api, ha ottenuto un importante 12%, un riconoscimento sia al lavoro svolto dopo la rottura con il Pd che alla persona conosciuta e stimata da molti. Il partito di Bossi ha comunque eletto un consigliere comunale e la differenza con il risultato delle concomitanti regionali, per alcuni, è dato anche dalla pochezza di chi si è presentato.

Ma in questo ultimo anno la Lega a Senigallia ha avuto comunque vita dura. «Abbiamo sottratto loro il terreno iniziando dai simboli. Appena hanno iniziato a fare riferimento alle tradizioni, “a Sena Gallica”, alle nostre iniziative ci siamo presentati, oltre che con le nostre bandiere, anche con i colori della città, il rossoblu, il simbolo del comune, ecc. Inoltre ogni volta che hanno cercato di ritagliarsi uno spazio con banchetti al centro, siamo interventi circondandoli con i nostri striscioni, con volantini che denunciavano le loro politiche xenofobe, con la parola d’ordine “oscuriamo le parole e i volti dei razzisti”. Nulla di violento ma praticamente nessuno li vedeva. Fino ad arrivare alla contestazione di un loro raduno regionale difeso con cariche della polizia. Dovevano essere centinaia. Erano una trentina, chi li contestava duecento».

Insomma dalla città vetrina che ha conquistato attenzione dai mass media nazionali per il “Kater Raduno” e il Summer Jamborie(revival anni cinquanta), dove si sta svendendo il suolo pubblico a favore delle voraci società immobiliari, i giovani di un centro sociale, insieme ad altri soggetti civici e singole persone, cercano di affermare un punto di vista diverso, lavorando capillarmente nel territorio. Un esempio per la regione, e non solo.

 

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