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Comunicati e Manifestazioni

06/05/11 ANCONA – LO SCIOPERO E’ STATO GENERALIZZATO!

by on May.07, 2011, under Comunicati e Manifestazioni

LO SCIOPERO E’ STATO GENERALIZZATO!
CRONACA E RIFLESSIONI A CALDO DI RITORNO DAL CORTEO DI ANCONA


Senigallia si è mobilitata nel giorno dello sciopero generale. Non solo tutte le scuole erano chiuse per mancanza di studenti, insegnanti e personale ATA, ma circa quattrocento persone hanno raggiunto il corteo provinciale ad Ancona. Di queste più di centocinquanta tra studenti, precari e operai hanno occupato il treno per raggiungere il capoluogo marchigiano.

Lo sciopero inizia così, con un’azione che afferma il diritto alla mobilità in un tempo in cui Trenitalia diminuisce quantità e qualità dei servizi, ma aumenta il costo del biglietto.

Dalla stazione di Ancona insieme ai compagni di Jesi e Fabriano è partito un corteo che ha subito bloccato le arterie stradali principali, fino a raggiungere il concentramento ufficiale della manifestazione.

Quasi un migliaio nello spezzone dei centri sociali marchigiani e di “Uniti per lo sciopero”. Uno spezzone composto da operai, studenti medi e universitari, ricercatori, precari, insegnanti e migranti.

Il capoluogo marchigiano è stato paralizzato per quattro ore. Tutte le strade dalla stazione ferroviaria fino all’estremo opposto della città, dove si trova il Comune, sono state attraversate da blocchi e picchetti. Blocchi di massa accolti dagli applausi degli automobilisti e dei passanti.

Bloccare le strade per bloccare la circolazione di merci e persone.
Bloccare merci e persone per bloccare la produzione.
Bloccare la produzione perché lo sciopero deve fare male!
Bloccare la produzione perché solo così, oggi, tutta una fascia di lavoratori non garantiti, atipici, precarie flessibili possono far sentire la propria voce.

Durante il corteo sono state assaltate con uova, petardi e torce le sedi regionali prima di Forza Nuova e poi del PDL. La prima per dire che fascisti e razzisti non sono tollerati nelle nostre città e per esprimere la solidarietà agli studenti di Napoli e di Roma, aggrediti e accoltellati da questi nostalgici del ventennio. La seconda per dire che il PDL è il partito principalmente responsabile dello sfascio sociale, politico e economico del nostro paese e proprio per questo devono essere cacciati, come sono stati cacciati i Raìs arabi.

In ogni momento il corteo è stato aperto da venticinque scudi. In ogni scudo un no alla Gelmini, a Marchionne, al nucleare, ai CIE, al rigassificatore e alle politiche del governo. In ogni scudo un sì all’acqua come bene comune, alle energie rinnovabili, al diritto d’asilo europeo, ai diritti dei lavoratori, alla scuola pubblica e laica e all’investimento sulla ricerca. Infine, due scudi ricordavano due compagni che non ci sono più: Vittorio Arrigoni e Carlo Giuliani.

Sono tempi in cui idee e le parole devono essere difese con gli scudi. Sono tempi in cui una legittima indignazione deve essere sostituita da una degna rabbia, perché solo da grandi tumulti nascono buone leggi.

Mezza Canaja
Collettivo Studentesco Zenit
Uniti Contro la Crisi Senigallia

Galleria Fotografica 1

Galleria Fotografica 2

Galleria Fotografica 3

Il video

Video del corteo e interventi

Azioni a Senigallia verso il 6 maggio

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05/05/11 SENIGALLIA VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 6 MAGGIO

by on May.05, 2011, under Comunicati e Manifestazioni

Il tempo dell’indignazione è finito!
SENIGALLIA VERSO LO SCIOPERO DEL 6 MAGGIO
E’ ora di rivolta! E’ ora di sciopero!


Si è concluso oggi il lungo percorso che la rete “Uniti Contro la Crisi Senigallia” ha avviato in questi mesi per la preparazione dello sciopero generale.

Un percorso che ha visto tre assemblee pubbliche molto partecipate e che hanno toccato i temi centrali che hanno animato le lotte di quest’autunno. Si è partiti il 24 marzo con un dibattito dal titolo “L’Aquila: cronaca di una speculazione annunciata”, dove insieme agli attivisti del 3e32 e all’Ing. Bernardini si sono affrontati i temi dei beni comuni e della rendita.

La tappa successiva è stata l’8 aprile con la presentazione del libro “Il regime dei padroni” di G. Cremaschi, dove insieme all’autore e a G. Ciarrocchi (Segretario Fiom Marche) si è discusso dell’attacco ai diritti dei lavoratori.

Il ciclo d’incontri si è concluso il 29 aprile, dove con il giornalista de “Il Manifesto” Loris Campetti, si è affrontato il tema “I precari e lo sciopero”, approfondendo senso e forme della generalizzazione.

Il percorso di avvicinamento al 6 maggio si è anche articolato in volantinaggi davanti a tutti i centri commerciali di Senigallia, all’Inps e al centro di collocamento, distribuendo più di tremila volantini per poi proseguire con un massiccio attacchinaccio in tutti i quartieri della città.

Nella notte tra il 4 e il 5 maggio sei striscioni da sei metri l’uno con frasi che invitano allo sciopero, sono stati attacchinati nelle mura cittadine. Infine, nella mattina del 5 maggio il collettivo studentesco con un sit-in comunicativo ha distribuito più di mille volantini nel campus scolastico.

Ora non resta che generalizzare lo sciopero!
L’appuntamento per tutte e tutti e alle ore 08:00 alla stazione di Senigallia per raggiungere Ancona tutti insieme in treno.

Mezza Canaja
Collettivo Studentesco Zenit
Uniti Contro la Crisi Senigallia


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05/05/11 VITTO LIBERO! LIBERI TUTTI!

by on May.05, 2011, under Comunicati e Manifestazioni

VITTO LIBERO! LIBERI TUTTI!


Quasi trecento Km separano Senigallia da Firenze. Poco sappiamo delle realtà che si muovono in quel territorio, se non quello che si legge sui siti di movimento e sui giornali.

Questo poco ci basta, però, per capire che l’operazione che ha portato a 22 provvedimenti di misura cautelare, la maggior parte a studenti universitari incensurati, non è altro che un teorema giudiziario che si scioglierà come neve al sole.

Il tentativo di chi ha ordito questa inchiesta è chiaro, fare di tutta un’erba un fascio, cioè mettere insieme diverse aree politiche, diverse persone, sotto la sigla di anarchici, per sottintendere – ma neanche tanto – l’equazione anarchici uguale terroristi. Un’equazione – e lo diciamo noi che anarchici non siamo – fondata sul niente, se non sulla menzogna.

Conosciamo, però, molto bene uno dei compagni che è finito ai domiciliari. E’ Vittorio Sergi, e anche se negli ultimi anni ha sempre vissuto prima a Bologna e poi a Firenze, lo consideriamo uno di noi. Sì, uno di noi, sia per i legami affettivi e di amicizia profonda, sia per quelli politici.
Vittorio ha sempre messo la faccia in tutte le lotte che ha praticato, una politica radicale, ma sempre fatta alla luce del sole e al fianco dei più deboli.

Nessun teorema giudiziario, nessuna operazione di polizia, nessuna menzogna della stampa, nessuna fantomatica associazione a delinquere fermerà mai Vittorio, i suo compagni di Firenze, noi e i movimenti dal metterci in gioco quotidianamente per la costruzione di un mondo più decente di questo.

Vittorio libero subito! Liberi tutti!

Mezza Canaja

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06/05/11 6 MAGGIO BLOCCHIAMO IL PAESE – SCIOPERO GENERALE – ANCONA

by on Apr.27, 2011, under Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni

6 MAGGIO – SCIOPERO GENERALE

BLOCCHIAMO IL PAESE!

Ancona- ore 09.00 Corso Carlo Alberto

Partenza da Senigallia in treno ore 08.00
Stazione Ferroviaria (FS)

Per info:
senigalliacontrolacrisi@yahoo.it
tel. 3331295984 – 3332482695

“Più è potente il nostro desiderio, più è potente la moltitudine”

Uniti per lo sciopero

 

PER APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI:

www.globalproject.info/it/tags/verso6maggio/community

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14/04/11 CAROVANA UNITI PER LA LIBERTÀ. DALL’ITALIA ALLA TUNISIA

by on Apr.14, 2011, under Comunicati e Manifestazioni

CAROVANA UNITI PER LA LIBERTÀ. DALL’ITALIA ALLA TUNISIA.

Siamo tornati. Ora c’è tempo per rielaborare un’esperienza davvero intensa. Sono stati 4 giorni carichi e frenetici in Tunisia.

Siamo stati a stretto contatto con i tunisini dell’associazione non governativa  Benevolens sans frontieres, formalizzata appena una settimana prima del nostro arrivo proprio per  far si che non ci fossero problemi nella spedizione dei medicinali. La composizione di questo gruppo di persone è davvero eterogenea, da studenti appena ventenni a famiglie con bambini piccoli, fino ad imprenditori, precari, disoccupati, operai. Si sono incontrati il 17 febbraio all’ambasciata libica, mentre si erano recati singolarmente e spontaneamente lì per contestare Ghaddafi, e si sono riuniti con uno scopo ben preciso: raccogliere aiuti da portare ai campi profughi.

Sono lo spaccato della rivolta tunisina, e ci offrono molte informazioni e punti di vista, primo fra tutti che la rivoluzione in Tunisia non è fnita, ma che proprio da ora in avanti verranno gli anni difficili, quelli in cui ognuno dovrà riprendere in mano le proprie vite per poter ridare dignità e giustizia sociale al Paese.

Noi siamo esterrefatti dalla rabbia e l’entusiasmo che hano queste persone, la volontà reale di passare le contraddizioni in cui indubbiamente ogni giorno si trovano, per ricostruire un paese in cui le deboli riforme del governo provvisorio non stanno accontentando; le donne e i più giovani si dimostrano i più agguerriti e decisi durante le nostre conversazioni.

Venerdì 8 appena arrivati si è tenuta una conferenza stampa, che si è trasformata in un’assemblea molto partecipata  piena di domande e confronti anche sulla situazone dei migranti che sbarcano a Lampedusa e  le scelte del governo italiano. Temono la grande emigrazione di tunisini dal paese, ma sono anche consapevoli che libertà significa anche libera circolazione, e gli raccontiamo il lavoro fatto dagli attivisti e compagni che si trovano a Lampedusa con la postazione permanente Welcome.

Sabato 9 partiamo alle 3e30 di mattina da Tunisi per  arrivare al confine, sono 600km di strada. Dopo 12 ore siamo a Ras Jadir. La situazione si dimostra subito nella sua concretezza, ci sono moltissime famiglie che stanno arrivando proprio ora, fuggite dai loro terrritori in guerra, con bambini e un po’ di valigie al seguito, mettendo dentro tutto quello che hanno, che gli è rimasto. Ad oggi le persone che hanno varcato la frontiera sono circa 233.000, somali, ghanesi, sudanesi, eritrei… vengono poi condotti in uno dei 4 campi allestiti a pochi kilometri da lì. Scarichiamo il container contenente sia gli aiuti portati dall’Italia, sia il materiale raccolto dall’associazione.

Ci rechiamo poi al campo che ospita in maggior numero i profughi, circa 12mila, terra di nessuno, dove ci sono donne e uomini che rimangno lì per diversi mesi.   Le testimonianze che raccogliamo ci raccontano una situazione disperata, condizioni igienico-sanitarie precarie, scarsità di cibo e acqua. In più fra pochissimo tempo le temperature saranno altissime e nella zona desertica in cui si trovano i campi si acuirà il problema della fuoriuscita di scorpioni e serpenti. Il pernottamento avviene a circa 50 km dal campo, e la mattina seguente un piccolo gruppo di persone si reca nuovamente lì per continuare le inchieste e capire più a fondo la situazione.

Si riparte poi per la capitale, da cui la mattina seguente partiamo per ritornare in Italia.

Sono stati giorni molto lunghi, densi di fortissime emozioni; abbiamo deciso di recarci in Tunisia per  conoscere e confrontarci con le realtà nate dalla rivolta, che rivendicano libertà, dignità, democrazia e futuro, per portare il nostro appoggio e solidarietà contro ogni dittatura. Le nostre due culture così diverse ma vicine si sono unite in questi giorni e hanno costruito delle relazioni, per mettere in campo aiuti, e voglia di costruire nuove prospettive dal basso per il futuro.

Ringraziamo tutti i cittadini senigalliesi che hanno contribuito alla raccolta del materiale medico, il Comune di Senigallia con la donazione effettuata tramite la farmacia comunale.

Presto si organizzerà un’altra carovana; per la raccolta fondi C/C Banca Etica dell’Associazione Ya Basta! Marche IBAN IT41R05018028 0000 0000 112064, indicando come causale “Carovana Tunisia”.

Info per Senigallia: 3207281156; 3331295984

GALLERIA FOTOGRAFICA http://www.flickr.com/photos/61656164@N07/sets/72157626482141002/show/

ARTICOLI

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Uniti-per-la-liberta-report-del-primo-giorno/8130

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Mille-modi-per-dire-rivolta/8133

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Uniti-per-la-liberta-report-del-secondo-giorno/8146

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Lungo-il-bordo-della-guerra/8151

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Tunisia-Le-due-sponde/8169

http://www.globalproject.info/it/mondi/Benevoles-sans-frontieres-chi-sono/8179

 

hanno organizzato e partecipato: Ambasciata dei Diritti Marche, Ya Basta Marche e i Centri Sociali delle Marche, ed ha visto protagoniste circa 60 persone provenienti da tutta Italia, militanti dei centri sociali, associazioni, collettivi ecc…

Report di Chiara Buratti.

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30/03/11 RENDITA, CLIENTELE, CEMENTO: LE VIRTÙ DI SENIGALLIA

by on Mar.31, 2011, under Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni

RENDITA, CLIENTELE, CEMENTO: LE VIRTÙ DI SENIGALLIA

DURA CONTESTAZIONE ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SENIGALLIA

Siamo un po’ delusi, ci aspettavamo di trovare il Sindaco Mangialardi, come ci aspettavamo di trovare una sala gremita, almeno di esponenti della maggioranza comunale. E invece niente!

Alla conferenza dei comuni virtuosi – Comuni che operano concretamente nell’attuazione, divulgazione e promozione delle “buone pratiche” ambientali, a tutela e salvaguardia del Territorio e delle Comunità. – oltre ai due relatori, vi erano solo l’Assessore alla Città Sostenibile Campanile, l’Assessore all’Urbanistica Ceresoni e sei persone tra il pubblico. Certo, c’era in contemporanea il Consiglio Comunale, ma chissà se ci fosse stato un convegno con imprenditori e costruttori, magari, avrebbero trovato una data più consona.

In compenso c’eravamo noi – circa una quarantina – che abbiamo incalzato per un’ora l’Assessore Campanile. Uno scontro dialettico frontale, duro, senza esclusione di colpi, che ha visto l’Assessore prima balbettare per poi ammutolirsi. Ceresoni ha fatto meglio, non ha proprio proferito parola.

Lo striscione che avevamo recitava: “Rendita, clientele, cemento: le virtù di Senigallia”, perché:

1) Si continua a costruire, lo dimostrano i 56(?) appartamenti al Cesano e i 52(?) all’ex-Ipsia. Questi ultimi – ottenuti con la svendita e la privatizzazione di uno spazio pubblico – sono paradossalmente spacciati come una delle più grandi vittorie contro la logica della privatizzazione, semplicemente perché faranno una fermata dell’autobus, un sottopasso di collegamento al mare – ce ne sono già due nell’arco di 200 m – e il marciapiede della statale. Queste sono le grandi conquiste, dichiarate un “bene della collettività”!
Gli oneri di urbanizzazione non sono briciole, sono DIRITTI che dovrebbero avere la funzione di disincentivare la speculazione dei costruttori, i quali, dopo aver sottopagato la manodopera, risparmiato sui materiali, sull’eco-sostenibilità delle costruzioni e sul costo di acquisto di un bene – quest’ultimo si comune, come il territorio di Senigallia – non si degnano neanche di rifare il marciapiede. Che pezzo di ecologia!

2) I mini appartamenti sorgeranno anche all’ex-Nirvana in via Baroccio, magicamente fatta entrare dentro il piano Cervellati. Ma scusate, quest’ultimo non riguardava solo la parte di città dentro le mura storiche? Via Baroccio non sta fuori? Sarebbe interessante sapere chi ci costruisce e chi finanzia, così sapremmo il perché di questo trattamento di favore.
Infine, i mini appartamenti rendono l’accesso alla casa sempre più difficile – soprattutto ai giovani – a causa di affitti troppo cari. La conseguenza è la fuga dei senigalliesi nei paesini dell’entroterra e il conseguente aumento del traffico, che la complanare non smaltisce in quanto si occupa solo della mobilità nord-sud.

3) Il Comune di Senigallia sta cercando di farsi pagare dalla Società Autostrade ben due parchi cittadini – Cesanella e Saline – come compensazione per l’orribile opera che stanno compiendo. Con questa logica, nel futuro, per avere un pezzetto di verde pubblico davanti a casa ci dovremmo far costruire un centro commerciale sopra la testa?

4) E’ stata spostata la centralina di rilevamento degli inquinanti nell’aria dell’ARPAM. Situata prima alla curva della penna, ora, sta in un parco del vivere verde, più frequentato dai cani che dalle polveri sottili.

5) Sono previsti dal piano Cervellati – nello specifico nell’allegato del Piano dei Parcheggi – ben 4 parcheggi sotterranei, il rifacimento e allargamento di altri 6 parcheggi a raso, – in superficie – e tutti sul confine delle mura storiche. Nello specifico il piano prevede: PARCHEGGI SOTTERRANEI all’Arena Italia, a Piazza Simoncelli, alla Stazione FS e alla Pesa. PARCHEGGI A RASO: via Leopardi e a fianco dell’Ex Gil. Aggiungiamoci – molto probabilmente – un bel centro commerciale al posto del Cinema Rossini. Alla faccia della ZTL!

Tutto questo è possibile grazie all’urbanistica contratta e agli accordi di programma (patti stipulati tra governo cittadino e ditte private senza coinvolgere – se non a titolo informativo – il Consiglio Comunale) che caratterizzano l’arte di governo del tandem Angeloni-Mangialardi.

Queste sono solo alcuni dei motivi che dovrebbero rendere impossibile la coabitazione tra il Comune di Senigallia e gli altri comuni virtuosi.

Per questo ci impegnano a elaborare un documento da consegnare il prima possibile all’Associazione Nazionale dei Comuni Virtuosi perché possano guardare oltre la “rappresentazione ambientalista” della Giunta ed esercitare su di essa pressioni o espulsioni.

Mezza Canaja
Collettivo Studentesco Zenit

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01/03/2011 BOLOGNA: INVASIONE DEL CIE. PRESENTI ATTIVISTI SENIGALLIESI

by on Mar.02, 2011, under Comunicati e Manifestazioni

BOLOGNA. INVASIONE DEL CIE E RIVOLTA DEI MIGRANTI DETENUTI

PRIMO MARZO 2011, WELCOME TO ALL NEW EUROPEAN PEOPLE!

Centocinquanta attivisti dei centri sociali di Emilia Romagna, Veneto e Marche hanno invaso il Cie di Via Mattei questa mattina scavalcando con le scale il muro di cinta esterno ed arrivando a meno di 50 metri dalle gabbie in cui si trovavano i migranti trattenuti. Hanno tentato di varcare una seconda recinzione ma una camionetta dell’Esercito ha bloccato il varco che erano riusciti ad aprire nella cancellata.

Immediatamente sono accorsi gli agenti con scudi e manganelli per tenerli lontani gli attivisti, mentre dall’interno i migranti iniziavano una protesta scaturita in una vera e propria rivolta con lancio di sedie, scarpe ed altri oggetti e incendio di materassi e lenzuola.

“Libertà-libertà” gridavano le/i detenute/i, mentre i manifestanti comunicavano con megafono, fumogeni colorati e lo striscione “Welcome to all new European people”, per dir loro che l’Europa del futuro si costruisce insieme con ribellioni e lotte, come insegnano i cittadini del Maghreb stanchi di vivere in paesi dominati dalla paura e dalla miseria.

Dal collegamento telefonico con uno dei detenuti si è appreso che molti dei reclusi nel Cie di via Mattei sono giovani tunisini sbarcati in Italia nelle ultime settimane: appena arrivati e già clandestinizzati.

Gli attivisti sono riusciti ad ottenere che una delegazione facesse ingresso nella struttura per incontrare i detenuti ed assicurarsi che non avessero subito rappresaglie per la rivolta scatenata.

Per loro, e per tutti coloro che arriveranno sulle coste italiane, questo Primo marzo segna l’apertura di una campagna per il diritto di asilo europeo: contro l’Europa della segregazione e dello sfruttamento, con l’invasione del Cie è stato rivendicato dal basso e concretamente il diritto a poter scegliere liberamente dove vivere e dove progettare il proprio futuro.

Vedi anche:
Resoconto della visita della delegazione al Cie
– da Repubblica.it – Attivisti invadono il Cie e dentro scoppia la rivolta
– Foto Le immagini della manifestazione
– Video L’irruzione
– Audio Uno straniero: “Non andate via, abbiamo paura”
– dal Resto del Carlino Bologna: Foto

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19/02/11 RIFLESSIONI SUL 19 FEBBRAIO SENIGALLIESE

by on Feb.27, 2011, under Comunicati e Manifestazioni

RIFLESSIONI SUL 19 FEBBRAIO SENIGALLIESE


Mentre la realtà cambia, la politica riproduce sempre se stessa, rendendosi incapace di comprendere i processi di ricomposizione sociale e politica che in questi mesi sono avvenuti nelle piazze italiane. Questa distanza siderale si è mostrata anche nei commenti e nelle voci di corridoio – soprattutto in quest’ultime – che sono seguite al corteo senigalliese di sabato 19 febbraio.

“No-global”, “centri sociali”, “antagonisti” e anche ”Mezza Canaja”, sono parole vuote o parziali, che non sono minimamente in grado di cogliere la composizione sociale che ha costruito e manifestato sabato scorso in piazza.
Sarà forse il caso, allora, di fare qualche passo indietro per facilitare la comprensione anche ai più disattenti.

L’assemblea della Sapienza indetta il giorno successivo alla grande manifestazione della FIOM del 16 ottobre a Roma, può essere presa come data in cui ufficialmente si è dato inizio a un nuovo modo di fare politica.

UNITI CONTRO LA CRISI rappresenta proprio tale volontà.
Privatizzazione dei servizi pubblici, attacco ai diritti dei lavoratori, aumento delle disuguaglianze, taglio dei fondi da destinare a scuola e sanità, sono le conseguenze di come le forze di governo – ma non solo – hanno deciso di affrontare l’attuale crisi finanziaria.

Stiamo assistendo a forme di precarizzazione che si accaniscono con più ferocia su chi le vive già da molto tempo, e che nello stesso tempo si estendo a chi non avrebbe mai pensato di doverci fare i conti. Tale situazione di crisi, unita a quindici anni di berlusconismo, ha prodotto come prima conseguenza la divisione e la frammentazione dei soggetti sociali e produttivi: si pensi soltanto al referendum-ricatto cui sono stati soggetti gli operai di Mirafiori e Pomigliano. Infine, la mancanza di una sponda politica a sinistra in grado di rappresentare le istanze dei più deboli, ha aumentato il distacco nei confronti dell’intera classe dirigente.

In tale contesto s’inserisce pertanto l’opportunità e l’esigenza per movimenti, sindacati e associazioni di costruire un percorso comune. UNITI CONTRO LA CRISI significa pertanto provare a inventare un meccanismo d’interazioni e di lotte che si oppongano alla crisi non solo economica ma anche sociale-politica in atto, poiché intere generazioni di precari sono ormai private di un futuro degno.

Il 14 dicembre UNITI CONTRO LA CRISI ha partecipato alla grande manifestazione di Roma In un giorno feriale duecentomila persone hanno deciso di dimostrare il dissenso nei confronti di una classe dirigente che non ci ha mai rappresentato. Il tumulto di piazza del popolo che ne è scaturito ha rappresentato il distacco definitivo nei confronti di un modus operandi che non ci appartiene e che accomuna, con alcune distinzioni, i partiti di governo e opposizione. Con forza durante l’intera giornata si è richiesto un segnale forte, in primis da parte della CGIL, che ricompatti le differenti rivendicazioni, lo strumento a più voci reclamato è quello di uno sciopero generale e generalizzato.

Al CSO Rivolta di Marghera il 22 e 23 gennaio i nuovi soggetti precari emergenti e i vecchi segmenti operai “sommersi” dalla crisi, hanno trovato un primo e importante momento per confrontarsi e discutere di come poter fare interagire le loro lotte.

Infine, il 28 gennaio UNITI CONTRO LA CRISI ha partecipato nuovamente a fianco della FIOM, allo sciopero generale dei metalmeccanici, che si è svolto con una serie di manifestazioni in ogni capoluogo di regione. Quel giorno più di settemila persone hanno attraversato Ancona, bloccando per ore gli ingressi al porto.

Siamo stati presenti a tutte queste iniziative e manifestazioni. Dopo aver imparato a conoscerci e a rispettarci nelle nostre diversità, abbiamo deciso di organizzarci anche a livello cittadino; coscienti di dover ripartire dal basso, e con l’intento di aggregare le differenti realtà – soprattutto le singole persone – presenti in città che si oppongono alla società in cui viviamo.
Abbiamo deciso di renderci visibili dopo circa due mesi d’incontri ed assemblee, con una manifestazione cittadina in cui abbiamo scelto di affrontare tutti i temi di maggior interesse nazionale, con il fine di coinvolgere e sensibilizzare una realtà come Senigallia in cui probabilmente la crisi si è fatta sentire in maniera minore.

La nostra manifestazione ha voluto marcare una discontinuità rispetto alla retorica che negli ultimi mesi ha opposto un sedicente buon governo del territorio ad un mal governo che ha occupato quasi manu militari le istituzioni pubbliche. Questo discorso ci sembra in realtà miope e colpevole: le analogie berlusconiane tra politica e amministrazione d’impresa e, per converso, tra garanzie costituzionali ed “ostacoli”, non sono altro che l’estrema conseguenza di un’arte di governo che ha accumunato negli ultimi quindici anni destra e sinistra, con risultati a dir poco disastrosi. Come non rendersi conto degli innumerevoli tentennamenti che anche il Pd ha avuto davanti alle svendite del territorio e dei diritti di chi lavora?

UNITI CONTRO LA CRISI SENIGALLIA è qualcosa di più di un semplice slogan; è una prospettiva, quella di chi vuole intendere le relazioni politiche non come inciuci o compromessi tra classi dirigenti, ma come l’affermazione di un comune tra le forze sociali.

Noi abbiamo cominciato.

Uniti Contro la Crisi Senigallia

Leggi la cronaca e guarda le foto della Manifesta/azione del 19 febbraio

Guarda il video della manifestazione

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19/02/11 MANIFESTA/AZIONE DIMETTIAMO BERLUSCONI

by on Feb.21, 2011, under Comunicati e Manifestazioni

DIMETTIAMO BERLUSCONI: MANIFESTA/AZIONE

Sabato 19 febbraio, più di trecento persone hanno attraversato le vie del centro storico senigalliese. L’hanno fatto dietro lo striscione “Uniti contro la crisi: Remember, remember 14 december”, portando due parole d’ordine molto chiare: dimettere Berlusconi e chiedere lo sciopero generale.

Il corteo ha portato in piazza le realtà sociali di Senigallia: associazioni, sindacati di base e confederali, centri sociali, collettivi studenteschi e partiti politici, ma anche e soprattutto singole persone: operai, studenti e precari. Questi ultimi sono i soggetti di “uniti contro la crisi”, singole persone che hanno visto in questo spazio una nuova dimensione del fare politica, capace di essere presente dentro il tessuto nazionale, regionale e cittadino.

Il corteo di sabato 19 tramite azioni comunicative – quasi teatrali – ha scritto davanti a luoghi simbolo della politica nazionale e locale i suoi “no” contro il berlusconismo e i suoi “sì” per uscire da questo quasi ventennio.

In piazza Roma dalle impalcature del Municipio sono stati calati due striscioni di dieci metri con scritto “Dimettiamo Berlusconi”. Il corteo si è poi mosso verso le sedi della CISL e della UIL lasciando sulle loro porte due cartelloni enormi con la faccia di Marchionne al posto dello Zio Sam con scritto “I fuck you”, denunciando così la collusione antioperaia che lega le politiche della Fiat a quelle di chi, in teoria, dovrebbe difendere i diritti degli operai. Subito dopo è stata oscurata con un enorme muro di cartone con scritto “casa chiusa” la sede del PDL, il partito principalmente responsabile dello scempio di questo Paese.

Il corteo si è poi diretto verso la sede della CGIL, appendendo davanti all’ingresso uno striscione con scritto “sciopero generale subito” per poi arrivare alla sede del PD, dove è stato lasciato un altro striscione con scritto “il berlusconismo abita anche qui”. Quest’ultima azione ha voluto affermare in maniera chiara e inequivocabile che il berlusconismo è una cultura politica trasversale, che coinvolge anche la classe dirigente democratica.

Il corteo è poi concluso in Piazza Saffi, dove tra interventi di operai della Fiom, attivisti del comitato per l’acqua pubblica, del collettivo studentesco e dell’ANPI, è stato calato uno striscione di dieci metri dal tetto della scuola Pascoli con scritto “acqua, salute, scuola e lavoro: beni comuni”.

L’acqua, perché tra qualche mese si dovrà votare per il referendum contro la privatizzazione. La scuola, contro la Gelmini e verso lo sciopero generale di marzo. Il lavoro, in solidarietà alla FIOM e per il reddito di cittadinanza. Infine, la salute, perché l’ospedale di Senigallia è sotto attacco, i suoi lavoratori licenziati e i suoi servizi tagliati.

C’è chi dice che Berlusconi abbia fatto promesse e non le abbia mantenute ed è per questo che se ne deve andare. C’è, invece, chi pensa che Berlusconi abbia fatto delle promesse e le ha mantenute tutte ed è per questo che va dimesso. E’ su questa politica del fare (i fatti propri) che “Uniti contro la crisi Senigallia”, organizzerà un ciclo di seminari, non solo per denunciare, ma per iniziare a costruire parole e pratiche che siano in grado di tracciare un’alternativa al belusconismo e per “uscire a sinistra” dalla crisi.

Sabato è stato solo l’inizio!

Uniti Contro La Crisi Senigallia

LE FOTO DELLA MANIFESTA/AZIONE
IL COMUNICATO DI INDIZIONE DEL CORTEO

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28/01/11 SCIOPERO GENERALE FIOM ANCONA – FOTO e VIDEO

by on Jan.31, 2011, under Comunicati e Manifestazioni

Ancona – DALLA NOTTE DEI PICCHETTI AL BLOCCO DEL PORTO


Massiccia l’adesione allo sciopero. 7000 persone in corteo bloccano il porto, Uniti Contro la Crisi per lo sciopero generale e generalizzato

E’ iniziata presto nelle Marche la giornata di sciopero generale del settore metalmeccanico indetta dalla Fiom.

L’appuntamento era per le ore 3.00 davanti ai cancelli dello stabilimento Fiat Cnh di Jesi: la suggestione era quella della ‘notte rossa del picchetto’.

La Fiom marchigiana e la rete dei Centri Sociali  l’avevano annunciato fin dall’assemblea con Maurizio Landini al Csoa Tnt lo scorso 20 gennaio. L’obiettivo è quello di sperimentare pratiche condivise di mobilitazione, percorsi costituenti dell’agire in comune dei movimenti. Così, diverse centinaia di persone si sono ritrovate davanti ai cancelli della New Holland di Jesi e di fronte ad altre grandi fabbriche della zona industriale jesina come la Caterpillar.

Studenti e precari, operai e migranti insieme per bloccare la produzione e garantire anche ai lavoratori non garantiti, dal basso, il diritto a sottrarsi dall’imposizione dei tempi e degli spazi della produzione.

Riscaldati dalla musica del sound-system e dai bracieri improvvisati dai lavoratori, i manifestanti hanno bloccato gli ingressi delle maggiori fabbriche della zona in occasione dei cambi turno del primo mattino per impiegati e operai.

Un contributo fondamentale al successo dell’astensione dal lavoro proclamata dalla Fiom: i primi dati diffusi dal sindacato parlano di una media dell’80% di adesione allo sciopero nelle principali industrie della regione: Ariston, Indesit, Elica, Caterpillar. Si sfiora il 98% alla Fiat Cnh.

Dai presidi ai cancelli, verso le 9.00, i manifestanti fanno rotta verso la Fiera della Pesca di Ancona, dove si stanno dirigendo decine di pullman da tutta la regione.

Per le 10.30 inizia a muoversi il corteo regionale: lo aprono gli operai Fiom che hanno presidiato le fabbriche nella notte. Subito dietro il sound-system del Csoa Tnt e il lungo spezzone che segue lo striscione Uniti Contro la Crisi.

Il serpentone dei manifestanti attraversa tutto il centro città, si sofferma appena a scandire qualche slogan sprezzante nei confronti del governo al passaggio del corteo nelle vicinanze della sede regionale del Pdl. L’obiettivo è il blocco totale della circolazione di merci e mezzi in entrata e in uscita dallo scalo dorico.

Gli attivisti dei centri sociali si fermano al terminal sud, gli operai Fiom e Fincantieri bloccano l’accesso nord: il porto di Ancona è completamente bloccato, il traffico in tilt arriva a paralizzare anche la statale adiacente.

Sono oltre 7000 le persone che hanno preso parte alla manifestazione e hanno condiviso le pratiche di generalizzazione dello sciopero nelle forme del blocco della circolazione. Una giornata storica, una delle più imponenti manifestazioni che abbiano mai attraversato il capoluogo marchigiano.

Il corteo termina all’interno delle banchine del porto, liberandolo ancora una volta dalle gabbie dei respingimenti, restituendolo alla città: decine di interventi che si susseguono dal palco in una grande assemblea che racconta di come le battaglie per i beni comuni si sono intrecciate con le mobilitazioni studentesche incontrando gli operai che si battono per la dignità contro i ricatti.

Una giornata, quella del 28 gennaio, che racconta di quel ‘comune sociale’ che a partire dalla medesima condizione di precarietà, ha scelto di tentarne il rovesciamento: “quello di oggi è uno sciopero costituente, verso il comune politico dei movimenti per costruire l’alternativa sociale alla crisi. Per ritrovare il tempo della trasformazione”.

Dal palco, le parole di un delegato rsu si uniscono a quelle di un precario della scuola, l’indignazione di uno studente medio fa eco alla determinazione di un militante per l’acqua pubblica: in piazza, i movimenti costruiscono senso comune per estendere l’opposizione e la conflittualità sociale a partire dalla rivendicazione dello sciopero generale e generalizzato, qui e ora.

Perchè, come conclude Sergio Bellavita, segretario nazionale Fiom, “un intero continente e oltre, dalla Tunisia all’Egitto, da Londra ad Atene, ha preso la parola per difendere la dignità e i diritti contro la crisi, ha dimostrato che riberllarsi è giusto”.

Approfondimenti:

Foto e video della manifestazione

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