Comunicati e Manifestazioni
28/08/07 RESPINTA AGGRESSIONE FASCISTA AL MEZZA CANAJA
by csamezzacanaja on Aug.30, 2007, under Comunicati e Manifestazioni
“UOMINI E NON”
Sull’aggressione fascista
al Mezza Canaja
“L’avversario ha il
medesimo volto, quello dell’ufficiale franchista e del maresciallo torturatore,
io sono sempre un soldato di un esercito numeroso, anche se avanzo solo in
territorio nemico,
per colpire il terrore
con il terrore”.
(Giovanni Pesce – “Senza
Tregua”)
La sera di sabato scorso, 24
agosto, mentre la città era travolta dal gran finale del Summer Jamboree, il CSOA Mezza Canaja ha
respinto in maniera radicale e decisa un’aggressione fascista premeditata.
I fatti sono estremamente
chiari. Verso le ore 22 alcuni loschi individui si posizionano di fronte al
centro sociale in attesa dell’inizio della serata reggae, che avrebbe avuto
luogo di lì a poco.
Un’ora dopo -verso le 23-
all’apertura del centro sociale, sfruttando l’ancora scarsa affluenza di
persone, 5 soggetti si scagliano con foga inaudita verso l’ingresso e iniziano
ad aggredire tutti quelli che si trovano sulla loro strada: i cinque sono
armati di tirapugni e –fatto ancor più grave, ma purtroppo sempre più comune
–di coltelli!
La tipologia dell’aggressione,
agita con la chiara volontà di ferire e poi fuggire, corrisponde tipicamente
all’atto vile di una squadraccia fascista.
Soltanto il tempestivo e
determinato intervento delle compagne e dei compagni che in quel momento
stavano gestendo il centro riesce a mettere in fuga gli aggressori ed evitare
danni peggiori. Purtroppo un ragazzo, che aspettava l’inizio della festa,
nella confusione viene ferito non gravemente con una coltellata nei glutei,
medicata ufficialmente con quattro punti di sutura.
Disgraziatamente episodi simili
stanno diventando sempre più frequenti.
Questo perché, a livello
nazionale, stiamo assistendo a una rinascita di movimenti organizzati di
estrema destra che agiscono in maniera sempre più libera e ogni volta più
violenta come conseguenza di una gestione politica basata sul “teorema degli
opposti estremismi”, che equipara collettivi, comunità ribelli e centri sociali
ai gruppi neofascisti, dichiarati semplicemente portatori di un’opinione di
destra radicale.
Questa teoria appartiene a chi,
per stupidità o mala fede, paragona azioni politiche basate su una determinata
e giusta opposizione di piazza ad agguati con armi mortali contro persone
inermi. E i risultati di questa gestione politica, per citare solo gli ultimi,
sono: l’assassinio di una ragazzo a Focene, località del litorale romano, un
anno fa all’uscita da una dance-hall reggae (strana analogia, eh?), qualche
mese fa a Rimini l’incendio doloso di due auto fuori dal Laboratorio Occupato
Paz, i fatti accaduti quest’estate a Villa Ada, dove un centinaio di naziskin
si è presentato a un concerto della Banda Bassotti causando vari ferimenti da
arma da taglio.
Ultimo, in ordine cronologico,
l’aggressione ai danni di un ragazzo durante la festa dell’uva a Pergola
conclusasi con l’accoltellamento ai polmoni del malcapitato.
… Ma anche a livello cittadino
le cose non vanno meglio.
Infatti nonostante la cacciata
di Forza Nuova un anno fa dalla Rotonda, un’importante piazza del centro
storico di Senigallia, Piazza del Duca, è divenuto il luogo di ritrovo di uno
sparuto gruppo di naziskin che, nella totale impunità, aggredisce sempre più
frequentemente individui colpevoli solo di avere magliette non consone ai loro
spregevoli gusti oppure capelli troppo lunghi.
Infine c’era da aspettarsi una
tale aggressione a Senigallia, a causa del Summer Jamboree: senza voler
attaccare direttamente il festival, è un fatto ormai assodato che durante
questi giorni la città sia invasa da celtiche, svastiche, e fascisti pronti a
colpire. Durante i giorni dei festival aggressioni a bassa intensità si sono
ripetute tutti i giorni in centro, nei paraggi della Rocca, fino all’escalation
finale di sabato.
Quello che chiediamo perciò è:
perché le istituzioni, i partiti e gli organizzatori accettano questi
avvenimenti? È forse per il fatto che si preferisce tacerli pur di continuare a
sfruttare questa miniera d’oro per le casse cittadine? Oppure perché non si è
in grado di garantire una governabilità dell’evento? Perchè le persone
aggredite invece di rivolgersi alle autorità preposte, chiedono aiuto a noi?
In ogni caso è inaccettabile
che il Summer Jamboree continui a svolgersi secondo queste condizioni. Non
certo perché il Mezza Canaja è in pericolo; infatti gli aggressori sono stati
respinti, chi
voleva impaurirci è fuggito a gambe levate e chi voleva causarci ferite si sta
ancora leccando le proprie.
Il pericolo è piuttosto per i
cittadini e per gli stessi partecipanti al festival che sono costretti a temere
per la propria libertà ed incolumità.
Auspichiamo che le istituzioni
e gli organizzatori trovino una soluzione a tali problemi, che impediscano a
questi neofascisti di scorrazzare liberamente e impunemente per la città
durante i giorni del Summer Jamboree; siamo pronti e aperti a un dibattito
pubblico, ma vogliamo che gli organizzatori, le istituzioni e soprattutto il
sindaco si esprimano chiaramente e pubblicamente al riguardo.
ABDELLAH MANYANI – PUO’ UN ESPERTO IN COSE RELIGIOSE GUIDARE UN PAESE?
by csamezzacanaja on Jul.31, 2007, under Comunicati e Manifestazioni
Con questo articolo voglio fare alcune considerazioni sugli stranieri in
Italia in generale e prenderà a guida d’esempio gli stranieri di
Senigallia!
Gran parte degli stranieri si trovano in Italia per migliorare le loro
condizioni di vita e trovare una migliore condizione sociale e molti di
loro provengono dai paesi del terzo mondo; portano con sé le loro
tradizioni, la loro cultura e la loro religione e gran parte di loro ha
conosciuto nel paese d’origine: la povertà, l’ingiustizia, l’arretratezza
e l’analfabetismo.
Spesso la loro presenza in Italia non migliora queste condizioni e i
partiti italiani e le associazioni non riescono a fare dei programmi
interessanti per la loro integrazione nella vita italiana e gli stranieri
rimangono così isolati, lamentandosi dei troppi problemi senza sapere
come affrontarli.
Ad esempio i rappresentanti degli stranieri nel Comune e nella Provincia
sconosciuti politicamente, cioè non hanno una storia politica ne
culturale e non hanno attraversato dei periodi di contestazione; il problema
è che quando gli stranieri vanno a votare non considerano le persone
per le loro capacità e che hanno programmi e proposte per sperare di
migliorare le loro condizioni, ma preferiscono sempre piccoli imprenditori
o sono condizionati nelle loro scelte dal fattore religioso o di
appartenenza etnica! Nella scorsa tornata elettorale per esempio sono stati
eletti nel comune di Senigallia due stranieri aggiunti: uno del
Bangladesh e una Rumena. Il primo è un lavoratore autonomo e la seconda ha una
impresa di pulizie; nelle elezione precedenti aveva vinto un
marocchino che era a capo di una cooperativa. Il consigliere aggiunto della
Provincia è del Bangladesh ed è un lavoratore autonomo che è stato aiutato
molto dal centro culturale islamico che aveva organizzato delle
macchine per andare a prendere la gente dalle loro case e portarle a votare il
loro prescelto in totale sfregio di chi si era candidato avendo anche
le capacità per farlo.
Allo stesso modo anche il rinnovo del direttivo dell’associazione
Multietnica ha visto scendere in campo il centro culturale islamico che dopo
la preghiera del pomeriggio si è recato in forze alla sede
dell’Associazione per prendere in mano il direttivo che si stava rinnovando.
Questi,a mio avviso, sono degli atteggiamenti riprovevoli che non hanno
nessuna relazione con l’Islam e che anzi l’Islam deplora; non bisogna
mischiare la religione e la politica perché la religione concerne la persona
e il suo creatore e la politica concerne i rapporti della persona e
della società in cui vive.
E finisco il mio articolo con una domanda: può un esperto in cose
religiose guidare un paese o essere a capo di un dicastero senza avere
alcuna nozione di scienze politiche, o economiche ?
20/07/07 G8/GENOVA ‘001 – 20 LUGLIO – ‘007 LA STORIA E’ NOSTRA … E’ QUI E ORA!
by csamezzacanaja on Jul.20, 2007, under Comunicati e Manifestazioni
G8/GENOVA
'001 – 20 LUGLIO – ‘007
LA STORIA E’ NOSTRA … E’ QUI E ORA!
“Coltiviamo
per tutti un rancore che ha il sapore del sangue rappreso,
ciò che
allora chiamammo dolore, è soltanto un discorso sospeso”.
(F. De
Andrè – “Tutti morimmo a stento”)
Un evento storico è come una
linea di demarcazione che separa il “prima” dal “dopo”, il passato dal
presente, ciò che era da ciò che è.
Un evento storico è un punto di
rottura in cui la linearità del tempo subisce un’accelerazione, un balzo in
avanti.
Un evento storico fa sì che ciò
che era non sarà più, non tanto nella materialità e nella quotidianità delle
cose, ma nell’interiorità , nella coscienza del singolo e nelle sue modalità di
percepire ed interpretare la società e le sue relazioni.
Se sei anni dopo gli eventi del
luglio genovese occupano (e preoccupano) ancora il dibattito politico, è perché
a Genova è avvenuta una frattura per molti insanabile, tra una parte della
società e le istituzioni di questo paese.
Allora, ad una nuova
generazione che aveva cominciato ad occuparsi del mondo (spesso con uno spirito
etico o prepolitico) , veniva fatto assaggiare il piatto di una pietanza
antica. Una pietanza che ha l’odore acre dei gas CS, il rumore sordo e
cadenzato dei tonfa sugli scudi o quello secco e veloce dei colpi di pistola.
A Genova non avvenne la
“sospensione della democrazia”, ma una sua ridefinizione (corruzione) nelle
forme embrionali della “guerra preventiva” e dell’esportazione (imposizione) di
democrazia. In altre parole, il considerare ogni problema politico e sociale
come un problema di ordine pubblico al quale l’unica risposta possibile sì da
“manu militari”; come avviene in buona parte del mondo dopo l’undici settembre
… era sempre il 2001!
Genova non fu un’operazione di
polizia, ma un atto di guerra contro la popolazione civile. Espressioni come
“repressione cilena” o “macelleria messicana” per quanto siano suggestive e
metaforicamente valide, nella realtà risultano fallaci in quanto eurocentriche
(gentilmente razziste). Genova fu repressione e macelleria tutta italiana, nel
senso di europea ed atlantica.
La scoperta dell’acqua calda
fatta dai giudici e dai giornalisti che riempie la cronaca di queste ultime
settimane, stupisce solamente chi a Genova non c’era o chi ha volutamente messo
la testa sotto la sabbia. Chi c’era, invece, ha ancora impresso nella mente il
sangue fresco che copriva l’asfalto di Via Tolemaide, di Piazza Alimonda o i
pavimenti della scuola Diaz. Chi c’era si ricorda tutte le plateali battute di
giubilo che i poliziotti facevano sull’assassinio di Carlo.
La scoperta dell’acqua calda
non restituisce nessuna verginità politica allo Stato, perché i responsabili di
quella repressione sono ancora tutti al loro posto oppure sono stati promossi.
Non parliamo solo di squallidi funzionari di piazza o di Fini ed Ascierto, ma
di chi predispose i primi piani di divisione, smembramento e militarizzazione
della città, ovvero, l’allora primo ministro Amato (Napoli docet!) e di chi
diresse l’ordine pubblico in quelle giornate, l’ex-capo della PS De Gennaro.
Oggi, sei anni dopo, Amato è
Ministro degli Interni e De Gennaro è il suo capo di gabinetto.
Oggi, sei anni dopo, i
poliziotti indagati hanno già in mano la prescrizione, mentre per molti
compagni si attende entro la fine dell’anno la prima sentenza per l’accusa di
“devastazione e saccheggio”; il processo per l’assassinio di Carlo da tempo è
già stato archiviato. Le indagini sui mandanti politici, ovviamente, stanno a
zero.
Genova per noi non è solo una
memoria da conservare e tramandare, ma è pratica quotidiana di costruzione di
forme di vita e di spazi sociali liber(at)i e autonomi.
Genova per noi è, in ogni luogo
ed in ogni tempo, uomini e donne liberi che affermano e difendono la propria
dignità, il proprio diritto di r/esistenza; dalla Val di Susa a Rostock, da
Vicenza a Copenaghen, dalle strade romane a quelle parigine, dalla Campania al
Messico.
Uomini e donne che in ogni
tempo ed in ogni luogo sanno che la dignità delle volte ha la forma ed il peso
di un estintore sollevato a mezz’aria.
CSOA
MEZZA CANAJA
SOLIDARIETA’ AD ABDELLAH MANYANI
by csamezzacanaja on Jun.25, 2007, under Comunicati e Manifestazioni
Solidarietà ad Abdellah
Manyani
Quello di Abdellah Manyani è un
gesto di grande coraggio, non solo perchè reagisce all'intimidazione subita
rendendola pubblica, ma soprattutto perchè esprime una visione laica della
politica e della società.
Una lezione di dignità e di
coraggio che dovrebbe essere d'esempio a tutti gli
illustri lacchè italiani del "pastore tedesco" che
siede in Vaticano.
Una lezione di dignità e di
coraggio perchè va a sfidare la pericolosa espansione del fondamentalismo
islamico.
Una lezione di dignità e di
coraggio perchè mostra come l'ingerenza della religione nella sfera pubblica
sia sempre più pesante, pressante e presente in tutto il mondo e che va
ben oltre le differenze geografiche, politiche e religiose. Un'ingerenza che
pur nelle rispettive diversità, accomuna il cristianesimo con l'islam ed i
preti con gli imam.
Un'ingerenza che è sempre più
insopportabile.
Come diceva la canzone? …
"Tu credi
un pò a quello che vuoi, ma no religione tra di noi."
Ad Abdellah Manyani va tutta la
nostra solidarietà.

Ambasciata dei diritti
Articolo su www.viveresenigallia.it:
Manyani: l'imam di Senigallia mi ha minacciato di morte
Abdellah Manyani, appena eletto consigliere dell'Associazione Multietnica
denuncia gravi irregolarità nelle ultime elezioni del direttivo dell'Associazione
Multietnica.
Inoltre durante l'ultimo consiglio dell'associazione l'Imam di Senigallia
avrebbe minacciato di morte lo stesso Manyani.
di Michele Pinto
L’Associazione Stranieri Multietnica, fondata nel 1990
quando non esistevano a Senigallia comunità islamiche, è rigorosamente
apolitica e aconfessionale, aperta a italiani e stranieri , “indipendentemente
dalla loro ideologia politica o religiosa” (art.3 dello Statuto).
Abdellah Manyani denuncia un tentativo di snaturare la natura dell'Associazione
da parte dei membri del Centro Culturale Islamico.
"Durante l'ultimo mandato il vecchio presidente dell'Associazione
Multietnica Omar Bellarhdar ha chiuso l'associazione verso l'esterno –
racconta Manyani – non ha presentato le relazioni culturali ed economiche di
fine mandato ed ha fatto rimandare la data delle elezioni per rinnovare il
direttivo al fine di permettere a molti membri del Centro Culturale Islamico di
iscriversi all'associazione".
Le accuse di Manyani non si fermano qui, addirittura molti avrebbero votato per
rinnovare il direttivo dell'associazione multietnica senza essere iscritti. Le
elezioni, tenutesi il 19 Maggio, si sono concluse con quattro dei sei eletti
iscritti al Centro Culturale Islamico.
La prima sessione del consiglio dell'Associazione multietnica, il 2 Giugno, ha
eletto presidente Morad Belkassem, anche lui del Centro Culturale Islamico. Era
presente anche Tarik Ben Yusef, presidente del Centro Culturale
Islamico, pur non essendo stato eletto consigliere.
Abdellah, anche lui eletto consigliere, ha espresso tutto il suo disappunto.
Per tutta risposta Tarik Bek Yussef, ha minacciato di morte Abdellah. "Stai
zitto o ti taglio la testa" si legge nella denuncia che Manyani ha
presentato alla Polizia.
16/06/2007 COMUNICATO CONTRO PRESENZA FN IN PIAZZA
by csamezzacanaja on Jun.25, 2007, under Comunicati e Manifestazioni
Oggi -sabato 16 giugno 007- come CSOA Mezza
Canaja, insieme a tutt* le/gli antifascist* che vorranno unirisi a
noi, saremo nelle piazza, nelle strade e in ogni vicolo di
Senigallia per manifestare contro la presenza di Forza Nuova.
FN è un'organizzazione infame che si richiama apertamente
al duce, alla dottrina fascista e al più cupo periodo storico che l'italia
abbia mai vissuto.
Invece senigallia è storicamente una città aperta,
solidale, democratica e orgogliosamente antifascista e queste sue caratteristiche
continuano a vivere nell'assoluta maggioranza dei suoi cittadini, i
quali rifiutano in maniera categorica le proposte e la pratica
politica proprie di un'organizzazione di estrema destra.
Quindi invitiamo tutta la cittadinanza senigalliese
(e non solo) ad essere presente oggi in Via Carducci alle ore 17:00.
Per testimoniare che questa città non è la loro… e
non lo sarà mai!
Senigallia non permetterà che la cultura d'accoglienza,
integrazione e contaminazione reciproca tra culture diverse che l'ha sempre
contraddistinta ceda alle pretese di chi nell'odio, nel razzismo e nella
discriminazione trova il proprio terreno politico e la propria ragione di
esistere.
TODOS IGUALES… TODOS DIFFERENTES.
Ni Un Paso Atràs!!!
09/06/07 NO BUSH NO WAR DAY
by csamezzacanaja on Jun.08, 2007, under Comunicati e Manifestazioni
ROMA – Il 9 giugno il presidente statunitense George Bush, di ritorno dal G8 di Rostock sarà in visita in Italia invitato dal governo Prodi.
Il 9 giugno una grande manifestazione attraverserà le vie della capitale contro tutte le politiche di guerra, per dichiarare Bush ospite indesiderato.
No Bush No War Day
Roma – Manifestazione nazionale
Piazza Esedra, 15.30
Le Comunità Resistenti organizzano la partecipazione:
Treno dalle Marche
MeetingPoint: Ancona – ore 7.15
Senigallia – ore 6.45
TRENO SCONTATO
Per informazioni e prenotazioni:
tel 331/4062502 – mail info@glomeda.org