Comunicati e Manifestazioni
SULLA BAGARRE IN CONSIGLIO COMUNALE DEL 26 AGOSTO 2008
by csamezzacanaja on Aug.27, 2008, under Comunicati e Manifestazioni
BAGARRE
IN CONSIGLIO COMUNALE:
“ORA
BASTA, LA VIOLENZA NON PUÒ PIÙ ESSERE TOLLERATA”
La
gestione del Consiglio
Comunale diventa un’emergenza politica che desta preoccupazione e
sconcerto all’interno del Mezza Canaja.
Quanto
accaduto è inaccettabile e non siamo disposti a passarci sopra
– sbottano alcuni giovani del Mezza – e ci riferiamo in primo luogo
all’aggressione avvenuta a Cicconi Massi e Roberto Mancini e che, per
come ci è stata riferita, ha visto coinvolti anche Mangialardi
e i Vigili, ai quali abbiamo subito chiesto di preparare una
relazione sui fatti accaduti. Da parte nostra abbiamo inviato subito
i fascicoli in procura. Va tutta la nostra solidarietà a
coloro che hanno dovuto subire tutto questo per difendere e tutelare
la legalità e la democrazia. E’ ora che le regole siano
rispettate! Non è più possibile vedere il Consiglio
Comunale in mano a questi facinorosi. Alla prossima assemblea del
Centro Sociale affronteremo l’argomento.
Riteniamo
che il dialogo sia fondamentale come lo sono però il rispetto
delle regole e delle istituzioni. I consiglieri comunali devono
cambiare atteggiamento ed adeguarsi alle regole del vivere civile
come tutti. La città non può più permettersi di
mantenere questi politici, che con il loro modo di fare e agire
esprimono un pensiero, talvolta anche condivisibile, ma danneggiano
l’immagine turistica della città e oscurano il lavoro fatto
dal Mezza Canaja, dalle associazioni degli albergatori e dei
bagnini, e da tutte quelle persone che si adoperano per rendere
Senigallia ospitale e accogliente. Riconosciamo purtroppo che questi
ultrà del Consiglio Comunale rappresentano solo la
conseguenza dell’atteggiamento lassista, compiacente, protettivo e
addirittura simpatizzante del Mezza Canaja nei confronti
dell’estremismo violento espresso dalla maggior parte di questi
vecchi politici. Siamo davanti ad attività che pregiudicano
l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana e devono perciò
essere contrastate senza più alcun atteggiamento tollerante e
compiacente.
E’
vero, a Senigallia esiste un´area del radicalismo sociale e
politico, rappresentato da chi siede nei banchi del Consiglio
Comunale che si contraddistingue, sin dalla nascita, per politiche
urbanistiche sul filo della legalità. Avremmo sinceramente
preferito che il tutto si fosse svolto nell’insegna del dialogo e
della pacatezza, nel rispetto di tutte le posizioni. Avremmo
preferito che invece del megafono – strumento classicamente violento
e prevaricante – l’opposizione avesse protestato sotto voce, meglio
ancora testimoniando in silenzio il proprio dissenso, con le mani
alzate ed una foto di Gandhi e di Madre Teresa di Calcutta. D’altra
parte chi applica pratiche di disobbedienza civile – come affermato
da Cicconi Massi – al limite della legalità e della protesta
pacifica deve avere il coraggio e la responsabilità di
affrontarne le relative conseguenze sul piano giudiziario.
Facciamo
notare ai senigalliesi che per il Piano Cervellati dovranno sborsare
i soldi ancora una volta i cittadini, ormai stanchi delle bravate di
questi figli di papà mantenuti e prezzolati da lobby di
costruttori e proprietari terrieri, per giunta senza senso della
responsabilità. Esiste un’emergenza democratica che deve
trovare assolutamente una soluzione con un passo indietro da parte
di tutti e un ritorno alla responsabilità civile; altrimenti,
ci vedremmo costretti a chiedere l’intervento immediato della forza
pubblica supportata dall’esercito per sgomberare i locali del
Consiglio Comunale e ripristinare la legalità.
…quando
le parole ti si ritorcono contro…
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PS: Ci
teniamo ad affermare che il comunicato stampa da noi scritto è assolutamente
satirico ed ironico. Una presa in giro che mira a ridicolizzare e rovesciare
l’ordine del discorso fatto contro di noi in seguito alla occupazione della
ex-GIL. Di conseguenza smentiamo l’articolo uscito ieri su "Il Resto del
Carlino" che pubblicava pezzi del nostro comunicato come se fosse serio.
Non lo è! Una risata lì seppellirà!
14/08/08 OCCUPAZIONE ASSESSORATO ALL’URBANISTICA E CORTEO IN CITTÀ – PIANO PUBBLICO E POPOLARE: PER LA RICOSTRUZIONE DI UN PATRIMONIO DI EDILIZIA PUBBLICA PER IL DIRITTO ALL’ABITARE A SENIGALLIA
by csamezzacanaja on Aug.15, 2008, under Comunicati e Manifestazioni, Plage Sauvage
La Plage Sauvage ha percorso con un corteo di
circa trecento persone il centro storico per far conoscere a tutta la
cittadinanza la nostra proposta per la ricostruzione di un patrimonio di
edilizia pubblica/popolare in città e per il diritto all’abitare a Senigallia.
Abbiamo cominciato occupando l’Ex-GIL, attuale sede dell’Assessorato
all’Urbanistica, per consegnare all’Assessore Mangialardi il muro in cui
mattone per mattone, vi è scritta la nostra proposta. L’abbiamo occupato in
quanto riteniamo che la qualità del vivere e quindi anche dell’abitare, sia una
diretta conseguenza delle politiche urbanistiche e di come queste organizzano e
gestiscono il territorio. Ridicola e
controproducente per gli stessi agenti, il tentativo della Polizia Municipale
di improvvisarsi dei “Rambo de noatri” e provocarci fisicamente. Ad azione è
corrisposta la legittima reazione. Dopo la costruzione del muro dentro
l’assessorato e la conferenza stampa, abbiamo attraversato in corteo le
principali strade e piazze del Mercato Popolare cittadino, facendo conoscere
alla popolazione senigalliese la crisi abitativa in cui versa la nostra città e
le soluzioni da noi proposte. Più di mille volantini sono passati di mano in
mano mentre molti cittadini applaudivano, esprimendoci il loro consenso alle
nostre parole ed alle nostre azioni. Infine esprimiamo la nostra solidarietà ai
compagni del collettivo sottotetto di Reggio Emilia sgomberati ieri mattina
dalle loro case.
SENIGALLIA – L’ANNO DELLA CASA
PIANO PUBBLICO E POPOLARE: PER LA RICOSTRUZIONE DI
UN PATRIMONIO D’EDILIZIA PUBBLICA PER IL DIRITTO ALL’ABITARE A SENIGALLIA
“Il 2008 è l’anno della casa”. Frase
trionfalistica con cui si concludeva un’intervista all’Ass. Campanile sul
Corriere Adriatico dello scorso 3 maggio. Stranamente sa di cosa parla,
stranamente ha ragione. Nel 2008 Senigallia ha vinto la gara come località con
gli affitti estivi più cari delle Marche e tra i più cari d’Italia (Ricerca Tecnocasa,
pubblicata il 5/8/’08). 3.000 euro mensili per un bilocale con 4 posti letto
nel mese di Agosto: lo stesso costo di una vacanza a Taormina o ad Amalfi, di
più che a Riccione, Gallipoli, Numana o Cattolica. Risultato: si affitta sempre
meno e, conseguentemente, aumentano gli annunci di case in vendita, soprattutto
vicino al lungomare.
Non ci resta quindi che complimentarci sinceramente con Campanile e tutta
l’Amministrazione, sicuri che ci stupiranno ancora nei rimanenti quattro mesi.
Dobbiamo però
ammettere che diversi segnali stavano lì a farci presagire che quest’anno
sarebbe stato decisivo per il diritto alla casa. Ad esempio la costruzione di
circa settanta case popolari in Via Piave, Via Guercino e al Cesano.
Considerando che nell’ultima graduatoria per l’assegnazione delle case popolari
(settembre 2007) comparivano 260 domande, di queste ne restano disattese circa
200. E’ corretto precisare che in queste settanta nuove case (se e quando
saranno pronte) andranno a stare temporaneamente i residenti di Villa Aosta –
Tribù dei piedi neri – nel momento in cui cominceranno i lavori di
riqualificazione delle loro case. In più, immaginiamo che in un anno la crisi
abitativa si sarà aggravata e quindi al prossimo bando aumenteranno le
richieste. Risultato: gli alloggi agevolati saranno appannaggio per pochi,
anzi, pochissimi. Sul fronte del canone concordato le cose non vanno molto
meglio. Le case ad “edilizia sovvenzionata” saranno 22 in Via Guercino (inizio
dei lavori ad ottobre), 18 in
Via Maratea (Marzocca), 18 in
Via Capri (Marzocca, inizio lavori 2010), 10 in Via Cimarosa, 16 nell’area ex-Veco
(progettazione in corso) ed una trentina al Cesano. Il problema non è solo che
la maggior parte non sono pronte, ma che – per quanto ne sappiamo – non esiste
né un criterio né una graduatoria pubblica per l’assegnazione e fino ad oggi,
il canone concordato ha oscillato tra i 400 ed i 600 euro al mese. A questo
punto meglio farsi un mutuo che pagare la casa due volte!
Altre case – ancora da progettare – sono previste a Borgo Bicchia e alle
Bettolelle: canone sociale o concordato? Mistero!
Un altro
segnale dell’efficacia delle politiche abitative lo abbiamo potuto sperimentare
nel consumo di suolo cittadino per l’edilizia abitativa. Nonostante la
popolazione non sia sostanzialmente aumentata, si costruisce ovunque, prime, ma
soprattutto seconde e terze case. A questo punto ci poniamo una domanda: Perché
così tante case vuote ma la nostra città è definita ad “alta tensione
abitativa”? Perché ci sono case vuote e persone senza casa o in “disagio
abitativo”? Per chi sono tutte queste
case? Noi una risposta l’abbiamo abbozzata: Forse per i turisti e forse anche a
causa di un “patto d’acciaio” tra costruttori ed Ente Pubblico. Intanto, i
costi salati di affitti e mutui hanno spinto molti senigalliesi – soprattutto
giovani – nei paesi limitrofi. In dieci anni gli abitanti di Ripe sono
raddoppiati, e la stessa cosa sta accadendo al Brugnetto, a Mondolfo, a Ponte
Rio ed a Pongelli. Come migranti, i nostri concittadini sono stati espulsi dal
mercato immobiliare di Senigallia e dalla sua politica abitativa. Per
permettersi una casa sono dovuti andare a 20km dalla città in cui lavorano. E
poi ci si lamenta del traffico!
Il segnale
determinate che però ci ha fatto convinto che questo sarebbe stato l’anno della
casa, è stato l’ingresso nella direzione delle politiche urbanistiche non di
Mangialardi (sic!), ma del Grosso Commercio, che insieme alla solita “banda del
mattone” governa il nostro territorio, disegnandolo a loro immagine e
somiglianza. Guardate i centri commerciali di Senigallia: Casualmente sono
tutti lungo l’asse della futura Complanare, addirittura l’imbocco è al Cityper
e l’uscita all’IperCoop. Oppure pensiamo al Piano Cervellati: In aperta
contraddizione con tutti i principi di interventi conservativi dei centri
storici, ecco la previsione di un centro commerciale in quello che fu il cinema
all’aperto Arena Italia. Alla faccia della riqualificazione urbanistica!
Per non parlare, infine, della ondata di speculazioni edilizie che vi sarà una
volta che alla Complanare si saranno aggiunte le varianti arceviese e
corinaldese.
La politica
della Giunta Angeloni è quella delle grandi infrastrutture e dei grandi eventi:
una città-spettacolo fatta su misura per il turista e non per i cittadini.
Notti bianche e grandi arterie stradali, il centro storico come una bomboniera
e i “quartieri-mostro” al Cesano, folklore e menù etnici al posto
dell’integrazione, polizia e finanza rispettivamente a caccia di ragazzini in
battigia e degli ambulanti abusivi, mentre si chiudono gli occhi su chi affitta
in nero. Una politica “pattizia”, fondata sulla contrattazione fra poteri, la
mediazione fra emergenze ed il coinvolgimento delle maestranze politiche,
invece che su un’alleanza fra ceti sociali, classi e territori. Una politica
che aumenta il PIL della città, ma non lo ridistribuisce, sempre più slegata
dalla stessa base sociale da cui una parte consistente del PD proviene. Una politica
molto simile a quella agita a Roma da Veltroni. Sappiamo com’è finita: pollice
verso!
La politica
urbanistica determina la politica abitativa e quindi la qualità del vivere. A
Senigallia scellerate scelte urbanistiche insieme ad una sfavorevole congiuntura
economica nazionale, hanno determinato un forte aumento del “disagio
abitativo”. Le facce del disagio sono molte: affitti alti, mutui insostenibili,
giovani coppie costrette a vivere coi genitori, lavori precari e salari bassi
che costringono i “bamboccioni” a restare in famiglia e i migranti a vivere in
condizioni di ricattabilità, di sovraffollamento e scarsa igiene, anziani e
mamme con figli minorenni sotto sfratto, lavori stagionali sfiancanti, senza
diritti e mal pagati, affitti in nero allegramente tollerati.
Per combattere
duramente e radicalmente tutto ciò, abbiamo elaborato un “Piano per la
ricostruzione di un patrimonio di edilizia pubblica cittadina e per il diritto
all’abitare a Senigallia”. Lo proponiamo ad ogni forza politica rappresentata
in Consiglio Comunale, ad ogni singolo Consigliere Comunale e soprattutto alla
Giunta Angeloni ed alla sua Maggioranza.
Cambiare la politica abitativa è possibile. Vediamo se c’è la volontà politica
di farlo o se prevarranno le solite ingerenze interessate.
CSOA Mezza
Canaja … in Plage Sauvage ‘008
PIANO PUBBLICO E POPOLARE: PER LA RICOSTRUZIONE DI
UN PATRIMONIO D’EDILIZIA PUBBLICA PER IL DIRITTO ALL’ABITARE A SENIGALLIA
Poniamo alcuni
prerequisiti:
Senigallia è
composta da 44.100 abitanti: 18.159 nuclei familiari, 17.834 abitazioni
utilizzate e 8.344 vuote, di quest’ultime più di 3.000 in centro storico.
(Dati del 2007).
Il PRG prevede un’espansione demografica della città per il doppio degli attuali
abitanti, di conseguenza la possibilità di poter costruire liberamente le
seconde o terze case per poi lasciarle vuote gran parte dell’anno. Il 92% del
Bilancio Comunale è costituito dagli oneri urbani.
L’abolizione dell’ICI effettuata dal Governo Berlusconi, ha drasticamente
ridotto una delle principali fonti di finanziamento dei Comuni italiani.
A Senigallia vige un’urbanistica contrattata fondata su patti tra potere
politico e potere economico. L’azione urbanistica avviene essenzialmente
tramite varianti al piano regolatore.
Dati i
prerequisiti, la nostra proposta per l’attivazione di un piano pubblico e
popolare per il “DIRITTO ALL’ABITARE”, pensata su un tempo d’attuazione di
medio/lungo periodo, è valida per i motivi sopra citati solo per Senigallia, il
suo territorio, la sua popolazione e la sua Amministrazione Comunale.
1) LE
VARIANTI, IL LORO UTILIZZO E LE AREE PEEP
Chiediamo che ogni qual volta si vadano a prevedere ed attuare delle varianti
al piano regolatore (strumento da rifare daccapo) con lo scopo di cambiare la
destinazione d’uso dei terreni privati, l’Amministrazione Comunale e l’Ass.
all’Urbanistica debbano inserire un’area PEEP (case popolari/canone sociale).
2) RICOSTRUIRE
UN PATRIMONIO EDILIZIO PUBBLICO
La fine della GESCAL ha determinato la fine di una politica sociale per la casa
e della costruzione di un patrimonio di edilizia pubblica. A livello comunale è
possibile ricostruire questo patrimonio tramite le fondazioni bancarie.
L’Amministrazione Comunale può far acquistare da queste fondazioni dei terreni
privati per poi costruirci degli appartamenti da affittare a canone Tramite gli
affitti, le banche avranno recuperato i soldi spesi nella costruzione, a questo
punto le case diventano patrimonio comunale e possono essere vendute o affittate
a canone sociale. La politica necessità di lungimiranza, 25 anni sono lunghi,
ma se non si comincia mai non ricostituirà mai un patrimonio di edilizia
pubblica.
3) LA FINANZIARIA E LE
SPECULAZIONI POSSIBILI
L’ultima finanziaria approvata dal Governo Prodi al comma 8, prevede la
possibilità per i Comuni di utilizzare il 50% dei soldi destinati agli oneri di
urbanizzazione anche per coprire le spese correnti (stipendi dei dipendenti,
debiti, pignoramenti, ecc). Chiediamo che l’Amministrazione Comunale faccia una
scelta pubblica, etica e politica di non utilizzare questo comma in quanto si
rischia di entrare in un circolo vizioso dove per pagare le spese e buffi si
favorisce la speculazione edilizia e in più si rischia di lasciare le case
senza infrastrutture e servizi, come è avvenuto per Borgo Passera.
4) GLI AFFITTI
ESTIVI
E’ il volano turistico delle seconde case che droga il mercato immobiliare e fa
impennare gli affitti, soprattutto d’estate. Ad esserne colpiti è sia il
turista che vuole affittare solo per qualche mese, ma soprattutto i
senigalliesi che affittano per tutto l’anno o per più anni e che invece si
trovano spesso costretti ad abbandonare la casa a maggio per poi rientrarvi a
settembre. E’ necessario un tavolo di concertazione tra tutte le parti in causa
(Amministrazione, operatori economici ed associazioni di categoria) per
stabilire definitivamente un tetto massimo – invalicabile e popolare – per gli
affitti estivi. Il fatto che la maggior parte di questi avvenga in nero e che
pochi vengano puniti per questo, denota un “disinvolto lasciar fare” degli
organi preposti al controllo, in primis la Guardia di Finanza.
5) INCHIESTA
DEMOGRAFICA E QUALITÀ DELL’ABITARE
Una delle pratiche peggiori è costruire le case senza sapere le esigenze abitative
della popolazione. Il risultato è lo sperpero di soldi pubblici e l’assenza di
rispetto verso i cittadini. E’ necessario che l’Amministrazione Comunale – in
forma diretta o indiretta – faccia un’analisi statistica dello sviluppo
demografico sul medio e lungo periodo della popolazione senigalliese, in modo
da capire il potenziale fabbisogno abitativo futuro della città. Capire se
serviranno più case per single o per coppie di fatto, oppure per famiglie
(quest’ultime ristrette o allargate? Di migranti, italiani o miste?). Capire
quali tra queste rappresenta la tendenza maggioritaria nella nostra città e poi
a seguire le altre. Conoscere il divenire della composizione degli abitanti è
fondamentale se si vuole parlare seriamente di “qualità dell’abitare”.
6) CANONE
CONCORDATO
Gli attuali affitti a canone concordato presenti a Senigallia sono una
fregatura, in quanto vanno dalle 400 ai 600 euro. In pratica un affitto
normale. Tra poco alla Cesanella, nell’ex-area Veco ed a Marzocca saranno
pronti i primi appartamenti da affittare tramite graduatoria comunale a canone
concordato. Chiediamo che le graduatorie siano trasparenti e pubbliche, che si
fissi un tetto massimo per gli affitti accessibili a chi versa in situazioni
abitative difficili ed a chi fa difficoltà ad arrivare alla fine del mese
(operai, precari, migranti ecc…). Chiediamo che gli ultimi iscritti nelle
graduatorie per la casa popolare – che quindi non potranno mai ottenerla –
siano i primi nelle graduatorie per il canone concordato o che almeno la loro
condizione costituisca in sé punteggio.
7) RECUPERO
EDILIZIO E CARTOLARIZZAZIONI
In città sono presenti numerosi edifici sfitti e abbandonati. Il maggior numero
di case sfitte sono di proprietà della Curia e proprio per questo è necessario
che il Comune apra un tavolo di trattativa con la stessa per essere in grado di
dare risposte immediate a situazioni di emergenza abitativa (sfratti per
morosità o per finita locazione). L’Amministrazione Comunale deve prevedere la
destinazione abitativa per tutto il patrimonio pubblico sfitto acquisendolo,
ristrutturandolo, riqualificandolo, soprattutto ex-uffici e strutture del
Ministero della Difesa e dell’Interno. Per i beni cartolarizzati – come la Caserma del reparto Mobile
in Via delle Caserme – il Comune, sempre tramite variante, deve bloccare ogni
possibile trasformazione della destinazione d’uso in modo che, a
cartolarizzazione conclusa, l’Amministrazione si possa trovare con un maggiore
potere contrattuale rispetto al privato. Questo permetto di destinare la Caserma ad uso abitativo
con vincolo alla locazione a canone concordato. In poche parole, il privato
tiene l’immobile e il Comune ne decide la destinazione d’uso.
CSOA Mezza
Canaja
10/05/08 VERONA > SENIGALLIA: FOTO E PAROLE DAL SIT-IN
by csamezzacanaja on May.14, 2008, under Comunicati e Manifestazioni
10 maggio abbiamo fatto un sit-in nella piazza centrale della nostra
città – Piazza Roma – per denunciare la barbarie avvenuta a Verona.


non era un migrante, non era meridionale, non era comunista, non era
un’attivista dei centri sociali. Nicola era una persona normale, figlio
di operai con un lavoro normale. Eppure un gruppo di naziskin lo ha
ritenuto insopportabilmente diverso. Nicola aveva il codino e questo è
bastato per ammazzarlo nella maniera più crudele e vigliacca possibile.
che è accaduto a Verona smentisce radicalmente che gli episodi di
intolleranza sono indirizzati solo ed esclusivamente verso alcuni
gruppi ben identificati. A Verona è stata colpita una persona normale e
proprio per questo, può (ri)capitare a tutti.
la concezione nazi-fascista la violenza e l’omicidio non sono delle
degenerazioni del pensiero né dei mezzi estremi per raggiungere dei
fini. Violenza e omicidio sono parte integrante, fondante e intrinseca
del pensiero nazi-fascista, sono mezzo e fine, con una peculiarità
però, violenza e omicidio sono sempre e solo indirizzati verso chi è
ritenuto debole e in qualche modo ”diverso”.
paradossalmente, la responsabilità di questi “non-uomini” è quella
minore, sono sempre e spesso a loro insaputa, “utili idioti” per il
tornaconto di qualcun altro.
sono i politici e i partiti di destra e di sinistra che hanno sdoganato
i neofascisti, equiparando chi ha difeso l’Italia e la libertà – i
partigiani – con chi ha venduto la patria ai tedeschi e massacrato i
propri connazionali, i repubblichini.
sono tutti coloro che in questi anni hanno inteso la democrazia come la
“casa delle libertà”. Non è vero e non lo è mai stato che tutti possono
esprimersi. La libertà, la parola, l’azione, non possono essere
concesse a chi le utilizza con il fine di negarle a tutti gli altri.
tempo e spazio per organizzarsi e crescere.
sono tutti coloro per i quali la sicurezza non serve per garantire
tutti, ma per escludere alcuni. Sicurezza come difesa dal diverso poi
se si muore al lavoro, se si è picchiati o stuprati in famiglia, se si
è disoccupati, se si hanno bassi salari e non si riesce a pagare un
affitto, chi se ne frega!!!
sono tutti coloro che hanno costruito il proprio successo economico,
sociale e politico sulla pelle degli altri, per poi accomodarsi nei
salotti televisivi. Abbandonando i giovani – ma non solo –
all’ignoranza ed al degrado culturale.
ci stringiamo intorno alla famiglia ed agli amici di Nicola. Oggi siamo
qui per affermare che razzismo, xenofobia, omofobia e fascismo non
hanno cittadinanza nei nostri territori.
La questione antifascista:
http://www.globalproject.info/print-15993.html
http://planbbureau.splinder.com/post/17083261
02/05/08 CARO AFFITTI, CARO VITA, SALARI BASSI, SFRATTI : FUORI DA CASA NOSTRA!
by csamezzacanaja on May.06, 2008, under Comunicati e Manifestazioni
Caro-affitti,
caro-vita, salari bassi, sfratti:
FUORI
DA CASA NOSTRA!
Quella
di Tamara è una storia normale fatta di spese per il divorzio,
spese per la caldaia, un lavoro con contratto a tempo indeterminato,
un affitto da pagare e due figlie minorenni da far crescere. Una
storia comune che però nell’Italia del 2008 diventa una
storia complicata. Basta, infatti, che le ore di lavoro da sette
diventino cinque, per entrare in una seria crisi economica, fino a
rischiarci la casa. Se
poi a tutto ciò aggiungiamo i tortuosi sentieri della
burocrazia e la ruvidità umana, sociale e politica di alcune
persone che la rappresentano, il quadro è completo. Una
storia comune, dunque, e non una storia italiana, perché la
condizione di Tamara è simile a quella di molti italiani come
a quella di molti migranti. La storia di chi ogni giorno si scontra
con affitti troppo alti e salari bassi, incapaci di garantire un
reale potere d’acquisto, d’accedere ai consumi, anche quelli più
elementari. Una storia che è paradigmatica della condizione di
immiserimento che ha colpito i cittadini di questo paese e che
rischia di generalizzarsi vista l’annunciata crisi economica, la
più dura del dopoguerra. Quella
di Tamara, però, è anche una storia di dignità e
di coraggio. Dignità
e coraggio nel denunciare pubblicamente le difficoltà
economiche in cui versa. Dignità
e coraggio nell’individuare la controparte in chi affitta case a
prezzi esorbitanti e nelle lacune dei servizi sociali, invece, di
prendersela con chi sta peggio, migrante o italiano che sia. Dignità
e coraggio nel aver scelto di lottare pubblicamente per un suo
diritto, senza cercare facili e comode scorciatoie nelle soluzioni
“all’italiana”, fatte di telefonate private e conoscenze nei
posti giusti, che non fanno altro che rendere sempre più
“clientelare” il rapporto tra le istituzioni ed i cittadini.
Venerdì
2 maggio, abbiamo fatto un sit-in/conferenza stampa a casa di Tamara
in cui abbiamo avanzato quattro semplici richieste: 1) Essere
informati sullo stato reale delle pratiche inerenti al contributo
affitti ed allo sgravio delle spese. 2) Se un affitto a canone
concordato di 479euro mensili è plausibile per un appartamento
di 43mq. 3) Se l’abitazione corrisponda realmente al modello
abitativo A2/A7 (tipo civile/villette, quello con l’affitto più
caro in quanto generalmente attribuibile ai centri storici). 4)
L’intervento immediato dell’Assessorato ai Servizi Sociali come
mediatore e garante tra l’inquilino ed il proprietario e nel caso
in cui quest’ultimo voglia comunque formalizzare lo sfratto,
l’attivazione di un percorso che conduca all’individuazione di
un’altra casa per Tamara e le sue figlie.

Lunedì
5 maggio, con Tamara, abbiamo incontrato l’Assessore Volpini ed il
Dirigente Comunale Mandolini. L’incontro ha avuto, per ora, una
conclusione parzialmente positiva in quanto la famigerata pratica per
il contributo affitti non è stata persa (evidentemente era
stata una leggerezza verbale di chi aveva parlato con Tamara,
leggerezza molto grave in quanto mina la credibilità di
un’istituzione fatta per erogare servizi), anzi, ha tutte le carte
in regola per essere accettata così come lo sgravio per le
spese. Vista l’emergenza della situazione il Comune ha deciso di
anticipare i soldi del contributo per l’affitto in modo da
scongiurare l’attivazione del procedimento di sfratto.
Contemporaneamente,
si procederà ad una verifica sulla correttezza del contratto
sia in merito all’affitto – a canone concordato! – estremamente
oneroso per le dimensioni dell’appartamento, sia sulla scelta della
tipologia del modello abitativo. Parzialmente
positiva, appunto, perché restano comunque delle incognite che
negato alla radice i titoli tranquillizzanti e vittoriosi che oggi
occupano i quotidiani. Il
contributo del Comune ammonta a 1200euro, utile solo ed
esclusivamente a risolvere i tre mesi di morosità, ma da
maggio chi pagherà l’affitto? Si rischia di riitornare al
punto di partenza.
Per
quanto ci riguarda continueremo a monitorare quotidianamente
l’evolversi della vicenda, in modo che una volta calati i
riflettori, nessuno possa sentirsi libero di affermare ad una madre
con due figlie minorenni a carico: “Rimboccati
le maniche e trovati un secondo lavoro”.
Una frase del genere se fosse pronunciata, sarebbe la negazione di
ogni forma di stato e servizio sociale. Per
quanto ci riguarda saremo sempre al fianco di Tamara per portare
avanti una battaglia pubblica sul diritto alla casa, scegliendone
insieme le forme, senza escludere un salto qualitativo nelle pratiche
di lotta nel momento in cui, comunemente, lo dovessimo ritenere
necessario ed efficace.
CSOA
Mezza Canaja
Per conoscere o approfondire la cronaca degli eventi consigliamo i seguenti link:
Piaga di Velluto
http://lapiagadivelluto.splinder.com/post/16963010/Tutti+a+casa+di+Tamara%0A%0AIl+Mez
Quillyland:
http://quilly.splinder.com/post/16961999#more-16961999
Caro avvocato, stai a parlà de tutto e de niente!
Effettivamente c’eravamo preoccupati, come mai un puffo vanitoso come il nostro principe del foro ancora non era intervenuto?!
Pensavamo
fosse impegnato a spiegare l’urbanistica a Cervellati, oppure a
festeggiare la vittoria elettorale nel suo Circolo della libertà e
contemporaneamente a piangere la sonora sconfitta per la moratoria
contro l’aborto. Lo immaginavamo fare un’arringa contro l’istallazione
dell’antenna telefonica, incatenato a Palazzo Gherardi o a verificare
le attrezzature in dotazione alla Polizia Municipale. Speravamo che
svolgesse la sua seria e meticolosa attività di ragioniere del Mezza
Canaja o che magari avesse la febbre!
Ora
ci sentiamo più tranquilli, però non possiamo nascondere la delusione
per l’assoluta inopportunità del suo intervento sia perché ha reso
pubblica la vita privata di una persona, fino a raccontarne le anomalie
cromatiche delle mattonelle del bagno, ma anche perché esula
completamente dal problema politico che abbiamo posto.
Forse il frontman
della destra senigalliese non si è accorto che abbiamo parlato di
diritto alla casa e non di diritto alla caldaia. Che la seconda parte
del nostro comunicato afferma chiaramente che la situazione di Tamara
non era affatto felicemente conclusa.
Soprattutto
se fosse meno egocentrico avrebbe notato che né lui né il proprietario
della casa non sono mai stati nominati, tanto meno attaccati. Manie di
protagonismo o coda di paglia? Mah!
Certo,
abbiamo posto la questione tutta morale e politica se un appartamento
così piccolo potesse avere un affitto a canone concordato così alto. Ci
sembra una domanda legittima ed anche quando ci sarà data la conferma –
attualmente al vaglio dei sindacati degli inquilini – che il rapporto
tra la metratura quadrata e l’affitto è corretto, continueremo a
pensare che sia comunque un’ingiustizia, anche se legalizzata.
In
ogni caso, ci sembra doveroso rispondere a quanto scritto dall’avv.
Paradisi, soprattutto per evitare la sovrapposizione di problemi tra di
loro non collegati e sui quali non siamo mai entrati. Proprio per il
fatto di non aver mai lamentato chissà quale comportamento da parte del
proprietario, né denunciato alcun atteggiamento improprio di
quest’ultimo, ci domandiamo chi sia continuamente alla ricerca dei
riflettori e della sterile polemica ai confini tra la banalità e la
verità preconfezionata.
Non
ci siamo mai interessati delle vicende interne tra la signora Tamara
Gregoretti e il proprietario non concernenti lo sfratto. Questo per il
semplice motivo che l’azione politica da noi promossa riguarda una
tematica sociale precisa, quella della casa, che lungi dall’essere
affrontata con spirito di pietà e animo caritatevole, esula dagli altri
normali e comprensibili contrasti conseguenti alla stipulazione di un
contratto, accertabili nelle apposite sedi legali.
Lo
sfratto al contrario, entra prorompente all’interno delle dinamiche
pubbliche e conflittuali di una comunità e nelle susseguenti
riflessioni, le quali, questo è il punto, sorgono dalla comprensione di
una realtà sociale che vede sempre più poveri, italiani ed
extracomunitari, stritolati dai salari più bassi d’Europa, da affitti
spropositati, opportunità di lavoro unicamente ricondotte nell’ambito
dei contratti a termine.
Non
possiamo lamentare ogni giorno le quotidiane ingiustizie e sofferenze
che si consumano nelle città, le immagini dei nostri anziani rovistare
alla sera nei vicoli dei mercati rionali, le giovani coppie
impossibilitate a progettare un futuro, gli operai cadere nei posti di
lavoro e poi avere sempre un buon motivo per lasciar perdere e
criticare chi con coraggio (Tamara e non il Mezza Canaja) ha reso
pubblica la sua condizione, aprendo uno spiraglio a tanti altri nelle
medesime condizioni.
L’intera
storia delle conquiste sociali, politiche e civili sono state
accompagnate dallo spettro/minaccia di catastrofiche conseguenze.
Non
sarà certo la resistenza agli sfratti a bloccare un mercato come quello
immobiliare e degli affitti, ma piuttosto permetterà una più compiuta
giustizia sociale, riconoscendo le responsabilità profonde delle
istituzioni e della politica, lontane ai problemi della gente comune e
indifferenti alla necessità di riforme profonde.
Senigallia
è una città ad alta tensione abitativa, non si possono non considerare
le responsabilità delle varie giunte che si sono alternate, la mancanza
d’interventi mirati al riutilizzo del patrimonio di case sfitte,
l’insufficiente edilizia popolare.
In
questo contesto organizzarsi contro gli sfratti per trovare soluzioni
che impediscano a famiglie di lavoratori di finire per strada, chiedere
più case popolari e canone sociale, monitorare l’andamento degli
affitti, senza dubbio provocherà disagi ma allo stesso tempo, senza
dubbio, per alcuni vorrà dire vita.
Infine,
per onor di cronaca, Tamara ha fatto il bonifico in banca, entro
venerdì la transazione sarà conclusa e l’affitto sarà pagato. La
pazienza è la virtù dei santi … e non di chi ambisce a candidarsi
sindaco.
CSOA Mezza Canaja
23/04/08 CIVITANOVA MARCHE : SOTTO SEQUESTRO L’EX LICEO OCCUPATO
by csamezzacanaja on Apr.23, 2008, under Comunicati e Manifestazioni
CIVITANOVA MARCHE
: GRAVISSIMO IL SEQUESTRO DELL’EX LICEO OCCUPATO
Questa
mattina, su indicazione della magistratura maceratese, sono stati
posti sotto sequestro
giudiziario
i locali dell’ex-liceo scientifico, occupato
da quasi due mesi. Un’iniziativa
gravissima e senza precedenti, assunta nel momento in cui era stato
raggiunto l’accordo con l’amministrazione provinciale per
l’assegnazione degli spazi agli occupanti.
La rete delle
Comunità Resistenti lancia una prima giornata di
mobilitazione per giovedì 1° maggio.
31/03/08 BORGO PASSERA: LA QUALITÀ DELL’ABITARE FRA FANGO E POLVERE
by csamezzacanaja on Mar.31, 2008, under Comunicati e Manifestazioni
BORGO
PASSERA:
La
qualità dell’abitare … tra fango e polvere!
Sono
anni che ciclicamente il problema dell’assenza delle infrastrutture
di Borgo Passera ed i conseguenti disagi creati agli abitanti,
vengono a galla. Lo
hanno fatto per primi i residenti della nostrana borgata, lo ha fatto
di velluto", e il 6 agosto del 2007 lo abbiamo fatto
anche noi; portando i giornalisti a documentare lo scempio
urbanistico ed a raccogliere le legittime rimostranze dei residenti. Il
30 gennaio su Viveresenigallia, alcuni abitanti di Borgo Passera
hanno nuovamente denunciato la situazione di abbandono e di degrado
in cui vivono a causa della mancata realizzazione delle opere di
urbanizzazione. Oggi, 1°aprile, leggiamo un nuovo accorato
appello dei cittadini del Borgo, ma continuiamo a non sentire (e
vedere) le risposte dovute. Così,
vediamo di rinfrescare a chi di dovere la memoria, e visto che ci
siamo, citiamo anche alcune cifre ed alcuni nomi dei politici che
hanno trasformato un borgo – al dire degli stessi abitanti
– nella barzelletta della città. E’
stato l’allora Assessore all’Urbanistica Stefanelli ad indicare
tramite il semplice passaggio in Commissione Edilizia, e senza mai
passare per il Consiglio Comunale – cosa gravissima – Borgo Passera
come "area di completamento". Tramite la procedura del
completamento, è stato possibile integrare l’edilizia
preesistente e moltiplicarla con fabbricati di nuova costruzione fino
al raggiungimento di un indice di cubatura pari a per ogni metro
quadrato di superficie di lottizzazione (mc/mq), tramite una semplice
richiesta del "permesso di costruire". L’indice di cubatura
0,86 mc/mq produce un effetto di "tutto pieno", in quanto
nei lotti liberi le volumetrie finiscono con l’addossarsi
pesantemente tra loro. Nel
caso di Borgo Passera, il passaggio da un indice di 0,86 mc/mq, ha
prodotto la nascita di circa 100 nuovi appartamenti su un’area di
circa 8000 mq accanto alle piccole case preesistenti del Borgo. Si
è così sviluppata una zona fortemente congestionata,
disarmonica, squilibrata e per molti aspetti invivibile. La tendenza
alla saturazione e all’utilizzo della massima cubatura consentita ha
provocato la sottrazione dello spazio riservato alle cosiddette AUS
(aree di urbanizzazione secondaria) ovvero la quantità
percentuale di superficie necessaria per la realizzazione di strade,
marciapiedi, parcheggi e spazi comuni, per la quale si è
consentito l’antico meccanismo della "monetizzazione"
(quello della colata di cemento sul lungomare nord), che prevede
soldi in cambio dell’obbligatoria cessione di aree (soldi che, come
vedremo, il Comune non incasserà mai). Ma
la cattiva pianificazione, lo sfruttamento del territorio e la
cementificazione selvaggia non sono sufficienti per spiegare perchè
a distanza di tre anni non sono ancora state realizzate le opere di
urbanizzazione secondaria (strade, marciapiedi e parcheggi) e che,
cosa ancor più grave, non siano nemmeno state adeguate allo
spropositato aumento dei residenti le opere di urbanizzazione
primaria come la rete fognaria (rimasta invariata rispetto alla
precedente configurazione) e le relative reti di adduzione di acqua
sanitaria. Risale
al 24 maggio 2007 l’approvazione da parte della Giunta Comunale
dell’appalto da 227000 euro per la realizzazione delle opere
sopracitate, "affidate
– citiamo testualmente dal comunicato stampa del Comune di Senigallia
– alle
imprese operanti nella zona, Villa Torlonia s.r.l. e .M.A.
Costruzioni s.r.l., le quali si sono appunto impegnate a realizzare
tali opere, ciascuna per la propria quota di competenza, a titolo di
scomputo degli oneri di urbanizzazione e della monetizzazione A.U.S.
(i
soldi che, appunto, il Comune avrebbe dovuto incassare)
relativa alla costruzione di alcuni edifici residenziali"
(Maurizio Magialardi). Nello
stesso comunicato si legge che per la costruzione delle
infrastrutture "è stata votata anche l’immediata
eseguibilità".
Dall’immediata
eseguibilità ad oggi, sono passati quasi undici mesi ed ancora
– come scrivono gli stessi abitanti – polvere e fango si alternano
nelle strade del borgo. Quindi, niente aree A.U.S., niente soldi
della monetizzazione di dette aree, e niente opere a scomputo:
semplicemente niente per il pubblico, tutto per i costruttori che, a
belle cifre, hanno ceduto gli appartamenti ad – a volte –
inconsapevoli compratori in buona fede. La
vicenda di Borgo Passera riguarda tutti, perchè ci mostra come
a Senigallia noi cittadini siamo in balia degli sfizi, degli egoismi
e dei profitti dei costruttori e di come l’Amministrazione Comunale
con soldi pubblici, deleghi la qualità dell’abitare a soggetti
privati. Pensiamo
che su questa vicenda l’Assessore Campanile debba a tutti i
senigalliesi – in primis a chi a Borgo Passera ci vive – delle chiare
e pubbliche spiegazioni.
E
siccome non siamo sedotti da nessuna "vocazione maggioritaria",
concediamo, come tempo di replica, all’Assessore
finto-dimissionario, più dei 9 secondi cui è stata
relegata la democrazia in Consiglio Comunale.
20/03/08 SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI IN SCIOPERO
by csamezzacanaja on Mar.21, 2008, under Comunicati e Manifestazioni
CIARE:
SI SCRIVE MOBILITA’, SI LEGGE LICENZIARE
Solidarietà
ai lavoratori in sciopero
Il
caso CIARE è di nuovo al centro delle cronache per l’ennesimo
affronto e attacco ai suoi lavoratori. Non
è la prima volta che gli operai dell’impresa senigalliese si
trovano a dover affrontare la pratica o la minaccia di licenziamenti;
quello di questi giorni non è che l’ennesimo affronto al loro
lavoro ed alla loro dignità in una storia lunga quattordici
anni. Come
CSOA Mezza Canaja vogliamo con forza rimarcare la nostra solidarietà
e vicinanza a questi lavoratori, esprimendoci contro l’attacco ai
loro diritti posto in essere dalla dirigenza aziendale. Infine,
garantiamo – qualora gli operai la ritengano opportuna – la nostra
massima disponibilità nel sostenere attivamente la lotta.
CSOA
Mezza Canaja – Ambasciata
dei Diritti Senigallia
CIARE: di nuovo crisi, aperta procedura di modalità – da viveresenigallia
14/03/08 DA BOLZANETO ALLE ELEZIONI : CANDIDATURA RITIRATA
by csamezzacanaja on Mar.14, 2008, under Comunicati e Manifestazioni
FALCONARA
– Ernesto
Cimino,
ufficiale della polizia penitenziaria, tra i 44 agenti e medici
coinvolti nel processo
per le torture nella caserma di Bolzaneto nei giorni del G8 di
Genova, compariva tra i candidati in corsa alle prossime elezioni
amministrative. Lo si era appreso dalla stampa locale, nel giorno
stesso in cui arrivava da parte dei Pm titolari dell’inchiesta su
Bolzaneto, la richiesta di condanna a 76 anni di carcere per gli
accusati in un processo comunque inevitabilmente destinato a finire
in prescrizione. Dopo
le pressioni immediate seguite all’annuncio di una figura così
impresentabile, dallo stesso interessato è stata confermata la
notizia del ritiro della propria candidatura.
– Approfondimenti
sul blog del Csa
Kontatto
Ricette
elettorali per la questione sicurezza
– Il
comunicato diffuso dal Csa Kontatto
[…]
Bolzaneto:
un processo nato morto
– Vai allo speciale a cura di Global
Project
14/03/08 DA VIA VICO A VIA MARCHE: DIRITTO ALL’ABITARE PER TUTTI!
by csamezzacanaja on Mar.14, 2008, under Comunicati e Manifestazioni
Da
Via Vico a Via Marche
DIRITTO
ALL’ABITARE PER TUTTI!
La
strada che ci ha condotti da Via Vico a Via Marche l’abbiamo
percorsa in tre settimane, quelle stabilite tra noi, la famiglia di
Djiallo, il proprietario e l’Amministrazione Comunale.Durante
il percorso è emerso anche il caso di Leye e della sua
famiglia, abitante sempre in Via Vico; stesso condominio, stesso
proprietario … stesse condizioni di sfratto.Ieri,
chiavi e casa sono state riconsegnate in cambio di altre chiavi e di
altre due case, entrambi in Via Marche. Case belle, accoglienti,
rispettose delle norme igienico/sanitarie e delle norme di sicurezza.
Case in cui i figli di entrambe le famiglie avranno la possibilità
di crescere in condizioni più che dignitose, senza che
l’umidità ne minacci la salute.
Per
quanto ci riguarda quello che si è ottenuto non è una
semplice vittoria – benché importante – ma il passaggio da
azioni di protesta essenzialmente di denuncia e di testimonianza,
all’affermazione pratica di un diritto. Il passaggio – per una
volta – da un piano simbolico ad uno squisitamente materiale, capace
d’incidere qualitativamente nella vita di due famiglie. In termini
più politici, la capacità di incidere nella realtà
e di trasformarla.Questo
è stato possibile perché Djaillo ha reso pubblico il
suo problema, dandoci la possibilità di attivare
tempestivamente le forme di lotta adeguate alla situazione.Il
picchetto è stato un atto illegale necessario a ristabilire la
legalità; il diritto all’abitare … alla casa.Il
picchetto ha imposto alle parti di trattare ed ha fornito la
possibilità all’AmministrazioneComunale
di porsi come mediatore e garante della trattativa.Abbiamo
spesso criticato anche aspramente e radicalmente, le politiche di chi
governa questa città e continueremo a farlo, ma questa volta
dobbiamo dare atto che l’Assessorato ai Servizi Sociali e
soprattutto il dirigente comunale Maurizio Mandolini, hanno avuto in
queste settimane un comportamento serio, tempestivo, efficace e
rispettoso degli impegni pubblicamente presi.
Eppure,
paradossalmente, è nella soluzione stessa che si annida il
problema. L’emergenza abitativa di Djiallo e Leye – e di altre
famiglie – è stata risolta dal comune affittando degli
appartamenti da un privato di Roma per poi al medesimo costo –
500euro – riaffittarlo alle famiglie sotto sfratto. Bene, finché
si tratta di emergenze, ma male, molto male, se l’emergenza diventa
la normalità e le politiche abitative delle soluzioni per
tamponare le continue crisi.
Ogni
azione legislativa che Regione, Provincia e Comune attuano per
sostenere chi si trova in difficoltà abitative (sostegno
economico per mutui o affitti troppo alti, edilizia popolare o
concordata, cooperative di autocostruzione, ecc) è cosa buona
e giusta – oltre che un loro dovere – in quanto oltre ad aiutare le
persone più indigenti, funge anche da calmiere per il mercato
immobiliare. Il problema però, è che per affermare in
maniera compiuta, sistematica, capillare e strutturale il diritto
all’abitare – alla casa – è necessaria una radicale
inversione di tendenza delle politiche abitative ed urbanistiche,
capace, in primis, di smettere di considerare la casa una merce alle
complete dipendenze di proprietari privati, immobiliaristi,
speculatori, costruttori e dei loro lucri.
A
Senigallia come in tutta Italia, serve un piano di edilizia pubblica
e popolare, che dia la possibilità ad ogni singola persona –
operaio, studente, precario, migrante, famiglie e coppie di fatto –
di potersi permettere un’abitazione dignitosa, senza doversi
indebitare con le banche, senza trovare un “terzo soggetto” che
medi con il proprietario per calmierare l’affitto o senza fare ore
ed ore di straordinari al lavoro, magari rischiando anche la vita. Un
piano di edilizia pubblica e popolare vuol dire affermare una volontà
tutta politica che miri a rovesciare i rapporti di forza per ora
saldamente in mano al mercato immobiliare ed ai suoi commensali.
Per
quanto ci riguarda – nel nostro piccolo – continueremo a portare
avanti le lotte contro gli sfratti e per il diritto alla casa.
CSOA
Mezza Canaja
Ambasciata
Dei Diritti Senigallia
08/03/08 CRITICAL MASS – SENIGALLIA – ORE 17 PIAZZA ROMA
by csamezzacanaja on Mar.06, 2008, under Comunicati e Manifestazioni
