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06/05/11 6 MAGGIO BLOCCHIAMO IL PAESE – SCIOPERO GENERALE – ANCONA
by csamezzacanaja on Apr.27, 2011, under Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni
6 MAGGIO – SCIOPERO GENERALE
BLOCCHIAMO IL PAESE!
Ancona- ore 09.00 Corso Carlo Alberto
Partenza da Senigallia in treno ore 08.00
Stazione Ferroviaria (FS)
Per info:
senigalliacontrolacrisi@yahoo.it
tel. 3331295984 – 3332482695
“Più è potente il nostro desiderio, più è potente la moltitudine”
Uniti per lo sciopero
PER APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI:
29/04/11 I PRECARI E LO SCIOPERO – INCONTRO CON IL GIORNALISTA LORIS CAMPETTI
by csamezzacanaja on Apr.14, 2011, under Serate e Dibattiti
Comments Off on 29/04/11 I PRECARI E LO SCIOPERO – INCONTRO CON IL GIORNALISTA LORIS CAMPETTI more...14/04/11 CAROVANA UNITI PER LA LIBERTÀ. DALL’ITALIA ALLA TUNISIA
by csamezzacanaja on Apr.14, 2011, under Comunicati e Manifestazioni
CAROVANA UNITI PER LA LIBERTÀ. DALL’ITALIA ALLA TUNISIA.
Siamo tornati. Ora c’è tempo per rielaborare un’esperienza davvero intensa. Sono stati 4 giorni carichi e frenetici in Tunisia.
Siamo stati a stretto contatto con i tunisini dell’associazione non governativa Benevolens sans frontieres, formalizzata appena una settimana prima del nostro arrivo proprio per far si che non ci fossero problemi nella spedizione dei medicinali. La composizione di questo gruppo di persone è davvero eterogenea, da studenti appena ventenni a famiglie con bambini piccoli, fino ad imprenditori, precari, disoccupati, operai. Si sono incontrati il 17 febbraio all’ambasciata libica, mentre si erano recati singolarmente e spontaneamente lì per contestare Ghaddafi, e si sono riuniti con uno scopo ben preciso: raccogliere aiuti da portare ai campi profughi.
Sono lo spaccato della rivolta tunisina, e ci offrono molte informazioni e punti di vista, primo fra tutti che la rivoluzione in Tunisia non è fnita, ma che proprio da ora in avanti verranno gli anni difficili, quelli in cui ognuno dovrà riprendere in mano le proprie vite per poter ridare dignità e giustizia sociale al Paese.
Noi siamo esterrefatti dalla rabbia e l’entusiasmo che hano queste persone, la volontà reale di passare le contraddizioni in cui indubbiamente ogni giorno si trovano, per ricostruire un paese in cui le deboli riforme del governo provvisorio non stanno accontentando; le donne e i più giovani si dimostrano i più agguerriti e decisi durante le nostre conversazioni.
Venerdì 8 appena arrivati si è tenuta una conferenza stampa, che si è trasformata in un’assemblea molto partecipata piena di domande e confronti anche sulla situazone dei migranti che sbarcano a Lampedusa e le scelte del governo italiano. Temono la grande emigrazione di tunisini dal paese, ma sono anche consapevoli che libertà significa anche libera circolazione, e gli raccontiamo il lavoro fatto dagli attivisti e compagni che si trovano a Lampedusa con la postazione permanente Welcome.
Sabato 9 partiamo alle 3e30 di mattina da Tunisi per arrivare al confine, sono 600km di strada. Dopo 12 ore siamo a Ras Jadir. La situazione si dimostra subito nella sua concretezza, ci sono moltissime famiglie che stanno arrivando proprio ora, fuggite dai loro terrritori in guerra, con bambini e un po’ di valigie al seguito, mettendo dentro tutto quello che hanno, che gli è rimasto. Ad oggi le persone che hanno varcato la frontiera sono circa 233.000, somali, ghanesi, sudanesi, eritrei… vengono poi condotti in uno dei 4 campi allestiti a pochi kilometri da lì. Scarichiamo il container contenente sia gli aiuti portati dall’Italia, sia il materiale raccolto dall’associazione.
Ci rechiamo poi al campo che ospita in maggior numero i profughi, circa 12mila, terra di nessuno, dove ci sono donne e uomini che rimangno lì per diversi mesi. Le testimonianze che raccogliamo ci raccontano una situazione disperata, condizioni igienico-sanitarie precarie, scarsità di cibo e acqua. In più fra pochissimo tempo le temperature saranno altissime e nella zona desertica in cui si trovano i campi si acuirà il problema della fuoriuscita di scorpioni e serpenti. Il pernottamento avviene a circa 50 km dal campo, e la mattina seguente un piccolo gruppo di persone si reca nuovamente lì per continuare le inchieste e capire più a fondo la situazione.
Si riparte poi per la capitale, da cui la mattina seguente partiamo per ritornare in Italia.
Sono stati giorni molto lunghi, densi di fortissime emozioni; abbiamo deciso di recarci in Tunisia per conoscere e confrontarci con le realtà nate dalla rivolta, che rivendicano libertà, dignità, democrazia e futuro, per portare il nostro appoggio e solidarietà contro ogni dittatura. Le nostre due culture così diverse ma vicine si sono unite in questi giorni e hanno costruito delle relazioni, per mettere in campo aiuti, e voglia di costruire nuove prospettive dal basso per il futuro.
Ringraziamo tutti i cittadini senigalliesi che hanno contribuito alla raccolta del materiale medico, il Comune di Senigallia con la donazione effettuata tramite la farmacia comunale.
Presto si organizzerà un’altra carovana; per la raccolta fondi C/C Banca Etica dell’Associazione Ya Basta! Marche IBAN IT41R05018028 0000 0000 112064, indicando come causale “Carovana Tunisia”.
Info per Senigallia: 3207281156; 3331295984
GALLERIA FOTOGRAFICA http://www.flickr.com/photos/61656164@N07/sets/72157626482141002/show/
ARTICOLI
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Uniti-per-la-liberta-report-del-primo-giorno/8130
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Mille-modi-per-dire-rivolta/8133
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Uniti-per-la-liberta-report-del-secondo-giorno/8146
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Lungo-il-bordo-della-guerra/8151
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Tunisia-Le-due-sponde/8169
http://www.globalproject.info/it/mondi/Benevoles-sans-frontieres-chi-sono/8179
hanno organizzato e partecipato: Ambasciata dei Diritti Marche, Ya Basta Marche e i Centri Sociali delle Marche, ed ha visto protagoniste circa 60 persone provenienti da tutta Italia, militanti dei centri sociali, associazioni, collettivi ecc…
Report di Chiara Buratti.
08/04/11 PRESENTAZIONE LIBRO IL REGIME DEI PADRONI DI E CON GIORGIO CREMASCHI
by csamezzacanaja on Apr.14, 2011, under General, Serate e Dibattiti
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by csamezzacanaja on Mar.31, 2011, under Collettivo Studentesco Zenit, Comunicati e Manifestazioni
RENDITA, CLIENTELE, CEMENTO: LE VIRTÙ DI SENIGALLIA
DURA CONTESTAZIONE ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SENIGALLIA
Siamo un po’ delusi, ci aspettavamo di trovare il Sindaco Mangialardi, come ci aspettavamo di trovare una sala gremita, almeno di esponenti della maggioranza comunale. E invece niente!
Alla conferenza dei comuni virtuosi – Comuni che operano concretamente nell’attuazione, divulgazione e promozione delle “buone pratiche” ambientali, a tutela e salvaguardia del Territorio e delle Comunità. – oltre ai due relatori, vi erano solo l’Assessore alla Città Sostenibile Campanile, l’Assessore all’Urbanistica Ceresoni e sei persone tra il pubblico. Certo, c’era in contemporanea il Consiglio Comunale, ma chissà se ci fosse stato un convegno con imprenditori e costruttori, magari, avrebbero trovato una data più consona.
In compenso c’eravamo noi – circa una quarantina – che abbiamo incalzato per un’ora l’Assessore Campanile. Uno scontro dialettico frontale, duro, senza esclusione di colpi, che ha visto l’Assessore prima balbettare per poi ammutolirsi. Ceresoni ha fatto meglio, non ha proprio proferito parola.
Lo striscione che avevamo recitava: “Rendita, clientele, cemento: le virtù di Senigallia”, perché:
1) Si continua a costruire, lo dimostrano i 56(?) appartamenti al Cesano e i 52(?) all’ex-Ipsia. Questi ultimi – ottenuti con la svendita e la privatizzazione di uno spazio pubblico – sono paradossalmente spacciati come una delle più grandi vittorie contro la logica della privatizzazione, semplicemente perché faranno una fermata dell’autobus, un sottopasso di collegamento al mare – ce ne sono già due nell’arco di 200 m – e il marciapiede della statale. Queste sono le grandi conquiste, dichiarate un “bene della collettività”!
Gli oneri di urbanizzazione non sono briciole, sono DIRITTI che dovrebbero avere la funzione di disincentivare la speculazione dei costruttori, i quali, dopo aver sottopagato la manodopera, risparmiato sui materiali, sull’eco-sostenibilità delle costruzioni e sul costo di acquisto di un bene – quest’ultimo si comune, come il territorio di Senigallia – non si degnano neanche di rifare il marciapiede. Che pezzo di ecologia!
2) I mini appartamenti sorgeranno anche all’ex-Nirvana in via Baroccio, magicamente fatta entrare dentro il piano Cervellati. Ma scusate, quest’ultimo non riguardava solo la parte di città dentro le mura storiche? Via Baroccio non sta fuori? Sarebbe interessante sapere chi ci costruisce e chi finanzia, così sapremmo il perché di questo trattamento di favore.
Infine, i mini appartamenti rendono l’accesso alla casa sempre più difficile – soprattutto ai giovani – a causa di affitti troppo cari. La conseguenza è la fuga dei senigalliesi nei paesini dell’entroterra e il conseguente aumento del traffico, che la complanare non smaltisce in quanto si occupa solo della mobilità nord-sud.
3) Il Comune di Senigallia sta cercando di farsi pagare dalla Società Autostrade ben due parchi cittadini – Cesanella e Saline – come compensazione per l’orribile opera che stanno compiendo. Con questa logica, nel futuro, per avere un pezzetto di verde pubblico davanti a casa ci dovremmo far costruire un centro commerciale sopra la testa?
4) E’ stata spostata la centralina di rilevamento degli inquinanti nell’aria dell’ARPAM. Situata prima alla curva della penna, ora, sta in un parco del vivere verde, più frequentato dai cani che dalle polveri sottili.
5) Sono previsti dal piano Cervellati – nello specifico nell’allegato del Piano dei Parcheggi – ben 4 parcheggi sotterranei, il rifacimento e allargamento di altri 6 parcheggi a raso, – in superficie – e tutti sul confine delle mura storiche. Nello specifico il piano prevede: PARCHEGGI SOTTERRANEI all’Arena Italia, a Piazza Simoncelli, alla Stazione FS e alla Pesa. PARCHEGGI A RASO: via Leopardi e a fianco dell’Ex Gil. Aggiungiamoci – molto probabilmente – un bel centro commerciale al posto del Cinema Rossini. Alla faccia della ZTL!
Tutto questo è possibile grazie all’urbanistica contratta e agli accordi di programma (patti stipulati tra governo cittadino e ditte private senza coinvolgere – se non a titolo informativo – il Consiglio Comunale) che caratterizzano l’arte di governo del tandem Angeloni-Mangialardi.
Queste sono solo alcuni dei motivi che dovrebbero rendere impossibile la coabitazione tra il Comune di Senigallia e gli altri comuni virtuosi.
Per questo ci impegnano a elaborare un documento da consegnare il prima possibile all’Associazione Nazionale dei Comuni Virtuosi perché possano guardare oltre la “rappresentazione ambientalista” della Giunta ed esercitare su di essa pressioni o espulsioni.
Mezza Canaja
Collettivo Studentesco Zenit
24/03/11 L’AQUILA: CRONACA DI UNA SPECULAZIONE ANNUNCIATA. INCONTRO PUBBLICO
by csamezzacanaja on Mar.17, 2011, under General
Comments Off on 24/03/11 L’AQUILA: CRONACA DI UNA SPECULAZIONE ANNUNCIATA. INCONTRO PUBBLICO more...01/03/2011 BOLOGNA: INVASIONE DEL CIE. PRESENTI ATTIVISTI SENIGALLIESI
by csamezzacanaja on Mar.02, 2011, under Comunicati e Manifestazioni
BOLOGNA. INVASIONE DEL CIE E RIVOLTA DEI MIGRANTI DETENUTI
PRIMO MARZO 2011, WELCOME TO ALL NEW EUROPEAN PEOPLE!
Centocinquanta attivisti dei centri sociali di Emilia Romagna, Veneto e Marche hanno invaso il Cie di Via Mattei questa mattina scavalcando con le scale il muro di cinta esterno ed arrivando a meno di 50 metri dalle gabbie in cui si trovavano i migranti trattenuti. Hanno tentato di varcare una seconda recinzione ma una camionetta dell’Esercito ha bloccato il varco che erano riusciti ad aprire nella cancellata.
Immediatamente sono accorsi gli agenti con scudi e manganelli per tenerli lontani gli attivisti, mentre dall’interno i migranti iniziavano una protesta scaturita in una vera e propria rivolta con lancio di sedie, scarpe ed altri oggetti e incendio di materassi e lenzuola.
“Libertà-libertà” gridavano le/i detenute/i, mentre i manifestanti comunicavano con megafono, fumogeni colorati e lo striscione “Welcome to all new European people”, per dir loro che l’Europa del futuro si costruisce insieme con ribellioni e lotte, come insegnano i cittadini del Maghreb stanchi di vivere in paesi dominati dalla paura e dalla miseria.
Dal collegamento telefonico con uno dei detenuti si è appreso che molti dei reclusi nel Cie di via Mattei sono giovani tunisini sbarcati in Italia nelle ultime settimane: appena arrivati e già clandestinizzati.
Gli attivisti sono riusciti ad ottenere che una delegazione facesse ingresso nella struttura per incontrare i detenuti ed assicurarsi che non avessero subito rappresaglie per la rivolta scatenata.
Per loro, e per tutti coloro che arriveranno sulle coste italiane, questo Primo marzo segna l’apertura di una campagna per il diritto di asilo europeo: contro l’Europa della segregazione e dello sfruttamento, con l’invasione del Cie è stato rivendicato dal basso e concretamente il diritto a poter scegliere liberamente dove vivere e dove progettare il proprio futuro.
Vedi anche:
– Resoconto della visita della delegazione al Cie
– da Repubblica.it – Attivisti invadono il Cie e dentro scoppia la rivolta
– Foto Le immagini della manifestazione
– Video L’irruzione
– Audio Uno straniero: “Non andate via, abbiamo paura”
– dal Resto del Carlino Bologna: Foto
19/02/11 RIFLESSIONI SUL 19 FEBBRAIO SENIGALLIESE
by csamezzacanaja on Feb.27, 2011, under Comunicati e Manifestazioni
RIFLESSIONI SUL 19 FEBBRAIO SENIGALLIESE
Mentre la realtà cambia, la politica riproduce sempre se stessa, rendendosi incapace di comprendere i processi di ricomposizione sociale e politica che in questi mesi sono avvenuti nelle piazze italiane. Questa distanza siderale si è mostrata anche nei commenti e nelle voci di corridoio – soprattutto in quest’ultime – che sono seguite al corteo senigalliese di sabato 19 febbraio.
“No-global”, “centri sociali”, “antagonisti” e anche ”Mezza Canaja”, sono parole vuote o parziali, che non sono minimamente in grado di cogliere la composizione sociale che ha costruito e manifestato sabato scorso in piazza.
Sarà forse il caso, allora, di fare qualche passo indietro per facilitare la comprensione anche ai più disattenti.
L’assemblea della Sapienza indetta il giorno successivo alla grande manifestazione della FIOM del 16 ottobre a Roma, può essere presa come data in cui ufficialmente si è dato inizio a un nuovo modo di fare politica.
UNITI CONTRO LA CRISI rappresenta proprio tale volontà.
Privatizzazione dei servizi pubblici, attacco ai diritti dei lavoratori, aumento delle disuguaglianze, taglio dei fondi da destinare a scuola e sanità, sono le conseguenze di come le forze di governo – ma non solo – hanno deciso di affrontare l’attuale crisi finanziaria.
Stiamo assistendo a forme di precarizzazione che si accaniscono con più ferocia su chi le vive già da molto tempo, e che nello stesso tempo si estendo a chi non avrebbe mai pensato di doverci fare i conti. Tale situazione di crisi, unita a quindici anni di berlusconismo, ha prodotto come prima conseguenza la divisione e la frammentazione dei soggetti sociali e produttivi: si pensi soltanto al referendum-ricatto cui sono stati soggetti gli operai di Mirafiori e Pomigliano. Infine, la mancanza di una sponda politica a sinistra in grado di rappresentare le istanze dei più deboli, ha aumentato il distacco nei confronti dell’intera classe dirigente.
In tale contesto s’inserisce pertanto l’opportunità e l’esigenza per movimenti, sindacati e associazioni di costruire un percorso comune. UNITI CONTRO LA CRISI significa pertanto provare a inventare un meccanismo d’interazioni e di lotte che si oppongano alla crisi non solo economica ma anche sociale-politica in atto, poiché intere generazioni di precari sono ormai private di un futuro degno.
Il 14 dicembre UNITI CONTRO LA CRISI ha partecipato alla grande manifestazione di Roma In un giorno feriale duecentomila persone hanno deciso di dimostrare il dissenso nei confronti di una classe dirigente che non ci ha mai rappresentato. Il tumulto di piazza del popolo che ne è scaturito ha rappresentato il distacco definitivo nei confronti di un modus operandi che non ci appartiene e che accomuna, con alcune distinzioni, i partiti di governo e opposizione. Con forza durante l’intera giornata si è richiesto un segnale forte, in primis da parte della CGIL, che ricompatti le differenti rivendicazioni, lo strumento a più voci reclamato è quello di uno sciopero generale e generalizzato.
Al CSO Rivolta di Marghera il 22 e 23 gennaio i nuovi soggetti precari emergenti e i vecchi segmenti operai “sommersi” dalla crisi, hanno trovato un primo e importante momento per confrontarsi e discutere di come poter fare interagire le loro lotte.
Infine, il 28 gennaio UNITI CONTRO LA CRISI ha partecipato nuovamente a fianco della FIOM, allo sciopero generale dei metalmeccanici, che si è svolto con una serie di manifestazioni in ogni capoluogo di regione. Quel giorno più di settemila persone hanno attraversato Ancona, bloccando per ore gli ingressi al porto.
Siamo stati presenti a tutte queste iniziative e manifestazioni. Dopo aver imparato a conoscerci e a rispettarci nelle nostre diversità, abbiamo deciso di organizzarci anche a livello cittadino; coscienti di dover ripartire dal basso, e con l’intento di aggregare le differenti realtà – soprattutto le singole persone – presenti in città che si oppongono alla società in cui viviamo.
Abbiamo deciso di renderci visibili dopo circa due mesi d’incontri ed assemblee, con una manifestazione cittadina in cui abbiamo scelto di affrontare tutti i temi di maggior interesse nazionale, con il fine di coinvolgere e sensibilizzare una realtà come Senigallia in cui probabilmente la crisi si è fatta sentire in maniera minore.
La nostra manifestazione ha voluto marcare una discontinuità rispetto alla retorica che negli ultimi mesi ha opposto un sedicente buon governo del territorio ad un mal governo che ha occupato quasi manu militari le istituzioni pubbliche. Questo discorso ci sembra in realtà miope e colpevole: le analogie berlusconiane tra politica e amministrazione d’impresa e, per converso, tra garanzie costituzionali ed “ostacoli”, non sono altro che l’estrema conseguenza di un’arte di governo che ha accumunato negli ultimi quindici anni destra e sinistra, con risultati a dir poco disastrosi. Come non rendersi conto degli innumerevoli tentennamenti che anche il Pd ha avuto davanti alle svendite del territorio e dei diritti di chi lavora?
UNITI CONTRO LA CRISI SENIGALLIA è qualcosa di più di un semplice slogan; è una prospettiva, quella di chi vuole intendere le relazioni politiche non come inciuci o compromessi tra classi dirigenti, ma come l’affermazione di un comune tra le forze sociali.
Noi abbiamo cominciato.
Uniti Contro la Crisi Senigallia
– Leggi la cronaca e guarda le foto della Manifesta/azione del 19 febbraio
19/02/11 MANIFESTA/AZIONE DIMETTIAMO BERLUSCONI
by csamezzacanaja on Feb.21, 2011, under Comunicati e Manifestazioni
DIMETTIAMO BERLUSCONI: MANIFESTA/AZIONE
Sabato 19 febbraio, più di trecento persone hanno attraversato le vie del centro storico senigalliese. L’hanno fatto dietro lo striscione “Uniti contro la crisi: Remember, remember 14 december”, portando due parole d’ordine molto chiare: dimettere Berlusconi e chiedere lo sciopero generale.
Il corteo ha portato in piazza le realtà sociali di Senigallia: associazioni, sindacati di base e confederali, centri sociali, collettivi studenteschi e partiti politici, ma anche e soprattutto singole persone: operai, studenti e precari. Questi ultimi sono i soggetti di “uniti contro la crisi”, singole persone che hanno visto in questo spazio una nuova dimensione del fare politica, capace di essere presente dentro il tessuto nazionale, regionale e cittadino.
Il corteo di sabato 19 tramite azioni comunicative – quasi teatrali – ha scritto davanti a luoghi simbolo della politica nazionale e locale i suoi “no” contro il berlusconismo e i suoi “sì” per uscire da questo quasi ventennio.
In piazza Roma dalle impalcature del Municipio sono stati calati due striscioni di dieci metri con scritto “Dimettiamo Berlusconi”. Il corteo si è poi mosso verso le sedi della CISL e della UIL lasciando sulle loro porte due cartelloni enormi con la faccia di Marchionne al posto dello Zio Sam con scritto “I fuck you”, denunciando così la collusione antioperaia che lega le politiche della Fiat a quelle di chi, in teoria, dovrebbe difendere i diritti degli operai. Subito dopo è stata oscurata con un enorme muro di cartone con scritto “casa chiusa” la sede del PDL, il partito principalmente responsabile dello scempio di questo Paese.
Il corteo si è poi diretto verso la sede della CGIL, appendendo davanti all’ingresso uno striscione con scritto “sciopero generale subito” per poi arrivare alla sede del PD, dove è stato lasciato un altro striscione con scritto “il berlusconismo abita anche qui”. Quest’ultima azione ha voluto affermare in maniera chiara e inequivocabile che il berlusconismo è una cultura politica trasversale, che coinvolge anche la classe dirigente democratica.
Il corteo è poi concluso in Piazza Saffi, dove tra interventi di operai della Fiom, attivisti del comitato per l’acqua pubblica, del collettivo studentesco e dell’ANPI, è stato calato uno striscione di dieci metri dal tetto della scuola Pascoli con scritto “acqua, salute, scuola e lavoro: beni comuni”.
L’acqua, perché tra qualche mese si dovrà votare per il referendum contro la privatizzazione. La scuola, contro la Gelmini e verso lo sciopero generale di marzo. Il lavoro, in solidarietà alla FIOM e per il reddito di cittadinanza. Infine, la salute, perché l’ospedale di Senigallia è sotto attacco, i suoi lavoratori licenziati e i suoi servizi tagliati.
C’è chi dice che Berlusconi abbia fatto promesse e non le abbia mantenute ed è per questo che se ne deve andare. C’è, invece, chi pensa che Berlusconi abbia fatto delle promesse e le ha mantenute tutte ed è per questo che va dimesso. E’ su questa politica del fare (i fatti propri) che “Uniti contro la crisi Senigallia”, organizzerà un ciclo di seminari, non solo per denunciare, ma per iniziare a costruire parole e pratiche che siano in grado di tracciare un’alternativa al belusconismo e per “uscire a sinistra” dalla crisi.
Sabato è stato solo l’inizio!
Uniti Contro La Crisi Senigallia
– LE FOTO DELLA MANIFESTA/AZIONE
– IL COMUNICATO DI INDIZIONE DEL CORTEO
19/02/11 DIMETTIAMO BERLUSCONI – MANIFESTA/AZIONE A SENIGALLIA
by csamezzacanaja on Feb.10, 2011, under General
Berlusconi dimettiti! E poi? Fini? Casini? Tremonti? Letta? Montezemolo? Bersani e Bossi a braccetto?
Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Non cambia perché le politiche contro i lavoratori di Marchionne, quelle contro la scuola della Gelmini e la privatizzazione dei beni comuni come l’acqua sono ampiamente condivise da tutti i soggetti sopra nominati.
Ciò che è condiviso è il berlusconismo, in altre parole una concezione della politica e delle relazioni economico-sociali fondate sull’individuo proprietario, sul possesso e sul profitto ad ogni costo.
Il berlusconismo propone una pratica di privatizzazione che va dalla politica al corpo delle donne, passando per il lavoro, l’istruzione, il territorio e le istituzioni pubbliche.
Il berlusconismo è un potere neofeudale fondato sulle clientele, sugli oligopoli e sulla rendita.
L’uscita dal belusconismo non coincide necessariamente con la caduta di Berlusconi.
A Berlusconi non si possono chiedere le dimissioni. Berlusconi va dimesso!
Dimetterlo vuol dire produrre una frattura sociale, un atto di dignità e d’indignazione pubblica, anzi, comune!
Vuol dire non delegare il cambiamento agli inciuci di palazzo, alla compravendita di parlamentari e alle politiche da Gattopardo.
Vuol dire costruire e condividere un nuovo lessico della politica, affermare il lavoro, la formazione e l’acqua come beni comuni.
Vuol dire praticare una nuova narrazione della società e delle sue relazioni. In poche parole, riprendersi il futuro!
Tutto questo non accadrà né grazie a Futuro e Libertà o all’UDC, né grazie alla Lega o alla classe dirigente del PD.
Dimetterlo vuol dire dimetterli tutti! Que se vayan todos! Lo urlava l’Argentina, oggi ce lo insegnano le rivolte che stanno decapitando i tiranni arabi. Lo abbiamo urlato anche noi a Roma il 14 dicembre 2010!
E’ ora che questa voce si levi ovunque, non solo dalle metropoli italiane, ma anche dalle province dell’impero: anche da Senigallia.
Da circa due mesi in città esiste uno “spazio comune” chiamato “Uniti Contro la Crisi – Senigallia” aperto a tutte/tutti coloro che vogliono condividere ragionamenti e pratiche di lotta per costruire un’alternativa sociale e politica per questo paese, partendo dal nostro territorio.
“Uniti Contro la Crisi – Senigallia” è una rete di collettivi, associazioni, sindacati e centri sociali, ma soprattutto di singole persone (studenti medi e universitari, precari, insegnanti, operai, elettricisti, idraulici, operatori sanitari, commessi, magazzinieri, camerieri ecc.).
Se sei stanco di stare a guardare, di provare rabbia che si tramuta in frustrazione individuale. Se pensi che sia ora di mettersi in gioco, di buttare il proprio corpo nella lotta, ti aspettiamo sabato 19 febbraio 2011 a Senigallia alle ore 17.00 in Piazza Roma: manifestazione.
Dimettiamolo!!! Non delegare, partecipa!
Contattaci: senigalliacontrolacrisi@yahoo.it
Uniti Contro la Crisi Senigallia