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08/11/11 LA CRISI TI LASCIA IN MUTANDE? APPENDILE LUNGO IL CORSO
by csamezzacanaja on Oct.11, 2011, under Comunicati e Manifestazioni, Uniti contro la crisi senigallia
SENIGALLIA: LA CRISI TI LASCIA IN MUTANDE?
APPENDILE LUNGO IL CORSO!
Azione comunicativa per lanciare la manifestazione del 15 ottobre a Roma
Smutandata in centro storico a Senigallia. Nel pomeriggio di sabato 8 ottobre azione comunicativa del Mezza Canaja, Collettivo Studentesco e Uniti Contro La Crisi Senigallia nel centro storico della città.
All’azione hanno partecipato numerose persone, che hanno risposto all’invito “porta un paio di mutande o qualsiasi altro oggetto che possa simboleggiare la crisi nella tua vita quotidiana, stenderemo il tutto lungo Corso 2 Giugno”.
Punto di ritrovo Piazza Roma, dove passa la via principale della città, quella del passeggio senigalliese del sabato pomeriggio: lì gli attivisti hanno steso i “loro oggetti simbolo”. Appeso anche uno striscione, che recitava “la crisi ti lascia in mutande. 15 ottobre tutti a Roma”.
Mezza Canaja
Collettivo Studentesco
Uniti Contro La Crisi Senigallia
– Partenza da Senigallia per la manifestazione del 15 ottobre a Roma
06/10/11 ANCONA: OCCUPATA LA SALA CONGRESSI DI CONFINDUSTRIA
by csamezzacanaja on Oct.06, 2011, under Comunicati e Manifestazioni
ANCONA: OCCUPATA LA SALA CONGRESSI DI CONFINDUSTRIA
Centri sociali e “No rigassificatori” verso il 15 ottobre. Interrotto il convegno “Rinnovabili: quale futuro?”, contestato l’ad di Api Nova Energia
Oggi oltre 50 attivisti appartenenti a centri sociali e al coordinamento “No rigassificatori” hanno interrotto e preso la parola nella seduta del primo pomeriggio dell’incontro “Le giornate dell’energia” organizzato da Confindustria Ancona.
L’evento si concludeva con il dibattito “Energie rinnovabili: quale futuro?” tra cui compariva come primo relatore l’amministratore delegato di API Nova energia Giancarlo Cogliati, a pochi mesi dall’approvazione del progetto ammazza-rinnovabili del rigassificatore a 13 Km dalla costa del capoluogo e a pochi giorni dall’uscita delle ricette anti crisi “5 punti per salvare l’Italia” del presidente di Confindustria Marcegaglia.
Proprio per questo i movimenti promotori della partecipazione dalle Marche alla giornata di indignazione globale del 15 ottobre a Roma hanno inteso portare in quella sede la ricetta contro la crisi avanzata dai movimenti locali e globali.
Durante l’irruzione all’interno della sala sono stati esposti due striscioni sul palco “No rigassificatore” e “Per riprenderci il futuro: energie rinnovabili, beni comuni, reddito garantito”.
Il blitz degli attivisti si è concluso con una serie di interventi dal palco, che hanno riscosso anche applausi dalla platea e da alcuni imprenditori operanti nel settore delle rinnovabili, che illustravano ciò che in realtà sta realizzando l’Api nel territorio: un impianto rigassificatore che porterà al massimo 20 nuovi occupati e che avrà una ricaduta gravissima sull’ecosistema circostante e su settori produttivi strategici del territorio come quello delle rinnovabili, della pesca e del turismo.
Il movimento “No rigassificatori” dimostra come l’uscita dalla crisi non sia un fatto scontato e unidirezionale come anche a livello più generale i 5 punti di Confindustria sembrano voler imporre ma che altre soluzioni sono possibili e in costruzione e si prendono il diritto di rendersi visibili anche in occasioni come questa:
- energie rinnovabili e sostenibili in luogo delle fonti fossili, delle megacentrali e dei rigassificatori
- reddito garantito in difesa della garanzia dei posti di lavoro
- rifiuto di pagare il debito causato dalla speculazione finanziaria globale
- difesa del welfare e dei beni comuni dalle privatizzazioni imposte dei servizi pubblici essenziali
Le proteste continueranno nei territori, fino alla grande manifestazione di Roma il 15 ottobre e oltre.
Per costruire al meglio la mobilitazione anche nelle Marche proprio questa sera, giovedì 6 ottobre alle ore 21.00 alla Casa delle Culture di Ancona si terrà un incontro pubblico convocato dopo l’assemblea nazionale di Uniti per l’Alternativa il 24 settembre scorso.
La crisi facciamola pagare a chi l’ha prodotta!
Costruiamo l’alternativa!
Tutti a Roma sabato 15 ottobre!
06/10/11 ASSEMBLEA REGIONALE AD ANCONA VERSO IL 15 OTTOBRE
by csamezzacanaja on Oct.06, 2011, under Comunicati e Manifestazioni
La crisi che stiamo pagando è doppia: da un lato sottrazione di ingenti risorse dai bilanci pubblici per la ricapitalizzazione delle banche e dall’altro politiche di austerità per risanare il debito pubblico che tale sottrazione produce. Anni di politiche neo-liberiste all’insegna delle privatizzazioni, delle speculazioni finanziarie, della devastazione ambientale lasciano sul terreno una realtà cruda e violenta: ricchezza e privilegi per i guru della finanza e dello sfruttamento globale, miseria senza diritti e senza prospettive per tutti gli altri.
L’economia prende in ostaggio la politica e la centralità del potere legislativo cede il passo a quello esecutivo.
Lo spostamento della sovranità verso luoghi transnazionali come la BCE trasforma i governi in meri esecutori di decisioni prese in sedi non elette e fuori da ogni controllo democratico. L’introduzione nelle Costituzioni europee dell’obbligo del pareggio di bilancio è una cessione di sovranità di proporzioni storiche con la quale si afferma che al centro del diritto non devono esserci né le persone né i popoli ma i mercati finanziari.
L’Italia dentro questo scenario ha l’aggravante del Governo Berlusconi e di un modello politico-economico che ha fatto della cancellazione dei diritti dei lavoratori e della mercificazione dei corpi il proprio tratto distintivo.
Questo non può essere il nostro mondo. I tatticismi del centro-sinistra, con il tentativo di estendere a livello nazionale la sperimentazione marchigiana dell’asse di governo Pd-Udc, ed il chiaro impegno di voler obbedire agli ordini della BCE, non può essere la nostra prospettiva. Il “Manifesto per l’Italia” di Confindustria, già rivolto al successore di Berlusconi, non può essere Il nostro futuro.
Costruire un’alternativa che restituisca diritti, dignità, lavoro, reddito, sovranità è una possibilità concreta ed urgente di cui dobbiamo farci carico in prima persona. A partire dalle Marche dove la crisi, come ovunque, distrugge posti di lavoro, impatta sui territori con opere devastanti per l’ambiente e per la salute dei cittadini, fa aumentare la precarietà tra i giovani provocando uno stato d’emergenza che colpisce anche gli immigrati con politiche dei respingimenti, come dimostra la drammatica quotidianità al Porto di Ancona.
Il 15 ottobre una mobilitazione che si ritrova dietro lo slogan comune “«United for global change», porterà l’indignazione nelle capitali euro-mediterranee e che in Italia si dispiegherà in una grande manifestazione a Roma.
Una data fondamentale dalla quale iniziare a costruire un’alternativa politica fondata sui beni comuni, sulla difesa e l’estensione del contratto nazionale di lavoro e dei diritti sanciti dallo Statuto dei lavoratori, su una radicale riforma del welfare a partire dal reddito minimo garantito e dalla difesa dei servizi pubblici locali contro ogni tentativo di privatizzazione. Ma anche una data da cui possa partire una mobilitazione permanente nei singoli territori che sappia dimettere dal basso il Governo Berlusconi.
Il 15 ottobre deve essere qualcosa di più di una manifestazione e qualcosa di più di un giorno: deve essere un percorso che vive nei nostri territori e che giunge al 15 ottobre per oltrepassarlo.
Perché vogliamo che il 15 ottobre sia da subito anche l’occasione per una riflessione profonda tra soggetti e soggettività politiche, sindacali e sociali che abbia al centro la problematica della costruzione di un nuovo spazio pubblico che sia motore di mobilitazione, inclusivo e non autosufficiente, ma anche luogo di costruzione dal basso di un’alternativa reale.
Giovedì 6 ottobre alle ore 21 alla Casa delle Culture di Ancona si terrà un’assemblea per preparare al meglio la partecipazione alla manifestazione del 15 a Roma e iniziare a confrontarsi su un percorso di mobilitazione che ci veda protagonisti nei nostri territori.
Promotori
Francesca Alberti, Enza Amici, Alfredo Antomarini, David Bastioli, Paolo Battisti, Margherita Barocci, Oskar Barrile, Nadia Bertini, Marco Bocci, Carlo Brunelli, Danilo Burattini, Janita Biondi, Loris Calcina, Luca Canonici, Giancarlo Centanni, Christofer Ceresi, Gabriella Ciarlatini, Giuseppe Ciarrocchi, Tommaso Cingolani, Evasio Ciocci, Paolo Cognini, Francesco Coltorti, Massimo Corinaldesi, Stefano Crispiani, David Cristofaro, Susanna Ciumelli, Daniele Dubbini, Ilaria Fava, Roberto Frey, Maurizio Foglia, Alessio Giorgetti, Andrea Giorgi, Valentina Giuliodori, Fausto Gullini, Nicola Mancini, Roberto Mancini, Milvia Marzioni, Edoardo Mentrasti, Rossana Montecchiani, Daniele Mori, Ennio Pattarin, Marcello Pesarini, Tiziano Polidori, Giuseppe Postacchini, Pierpaolo Pullini, Fabrizio Recanatesi (Reka), Emanuele Rossi, Cinzia Ruggeri, Sergio Ruggeri, Sergio Sinigaglia, Andrea Spedicato, Emanuele Tartuferi, Valeria Tizzoni, Sergio Zampini.
15/10/11 SABATO 15 OTTOBRE A ROMA MANIFESTAZIONE
by csamezzacanaja on Sep.28, 2011, under Comunicati e Manifestazioni, Uniti contro la crisi senigallia
Comments Off on 15/10/11 SABATO 15 OTTOBRE A ROMA MANIFESTAZIONE more...01/10/11 CENA SOCIALE DI AUTOFINANZIAMENTO
by csamezzacanaja on Sep.28, 2011, under Serate e Dibattiti
Comments Off on 01/10/11 CENA SOCIALE DI AUTOFINANZIAMENTO more...26/09/11 ANCONA: BLOCCATA LA STAFFETTA DELL’ACQUA
by csamezzacanaja on Sep.28, 2011, under Comunicati e Manifestazioni
Ancona – Per l’acqua pubblica: bloccata la Staffetta truffa di Federutility
Federutility scappa e Caterpillar non riesce a fare la diretta per “troppe contestazioni”. Se non era chiaro, l’acqua è un bene comune!
Lunedì 26 settembre ad Ancona ad accogliere la staffetta “truffa” dell’Acqua di Federutility c’era il Coordinamento regionale dei Movimenti per l’acqua che ha impedito che la manifestazione si tenesse.
La staffetta faceva seguito all’ingannevole “Festival dell’acqua” conclusosi a Genova lo scorso 10 settembre, voluto dalla stessa Federutility e da quasi tutti i gestori privati dell’acqua del nostro paese. Federutility, dopo essersi apertamente e pubblicamente pronunciata contro i referendum, continua ad affermare che solo i privati sono in grado di sostenere i finanziamenti per gli investimenti nel settore idrico. 27 milioni di italiane/i si sono espressi, al contrario, per la gestione pubblica e partecipativa dell’acqua in quanto bene comune e non sottoponibile alle logiche del profitto. Il Coordinamento ha ribadito agli amministratori locali che devono impegnarsi immediatamente per l’applicazione della volontà popolare, e non finanziare iniziative che nulla hanno a che fare con quanto dichiarato con il referendum.
La Festa dell’acqua e la staffetta sta costando ben 450.000 euro che pagheremo tutti noi attraverso le bollette.
Oltre ad ottenere che Federutility e Multiservizi lasciassero la piazza, il coordinamento al grido di Acqua Pubblica ha impedito che l’inviata di Caterpillar facesse il collegamento radiofonico in diretta bloccando una subdola comunicazione.
Il Coordinamento ha chiesto agli amministratori di iniziare seriamente il percorso della ripublicizzazione dell’acqua senza se e senza Spa e di ridurre le tariffe dell’acqua della quota relativa alla remunerazione del capitale investito di quel 7% abrogato dalla vittoria del secondo quesito referendario.
Il percorso è iniziato con la concessione di un Consiglio Comunale aperto dedicato alla ripubblicizzazione dell’acqua.
Giù le mani dal Referendum!
Perché si scrive acqua ma si legge democrazia!
– Il video
Comitato Acqua Bene COmune Senigallia
12/09/11 DA SENIGALLIA VERSO LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 15 OTTOBRE A ROMA
by csamezzacanaja on Sep.12, 2011, under Comunicati e Manifestazioni, Uniti contro la crisi senigallia
ORGANIZZARE L’INDIGNAZIONE!
DA SENIGALLIA VERSO LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 15 OTTOBRE A ROMA
“Boom boom, bussiamo al Parlamento”
(Assalti Frontali – “Roma Meticcia”)
Benché i metereologi abbiano posticipato la fine dell’estate, l’autunno sembra già essere iniziato. Se sarà o meno caldo ancora è tutto da vedere, ma le premesse, questa volta, ci sono tutte.
Lo sciopero generale del 6 settembre apre l’anno politico e lo apre con numeri incoraggianti. La CGIL da sola è riuscita a far scioperare il 60% dei lavoratori in un periodo ancora di ferie, con le scuole e le università chiuse e molti operai in cassa integrazione. Non solo, è anche riuscita, di fatto, a presentarsi come l’unica opposizione politica in grado di accomunare e mobilitare le mille parrocchie della sinistra.
Quindi un giorno di lotta fondamentale per contrastare la finanziaria del Governo e le politiche di austerity imposte dalla BCE? Fuori da ogni retorica, assolutamente no!
Lo sciopero attuato dalla Camusso mira esclusivamente a dar voce a un disagio o al massimo a esprimere un flebile dissenso, pronto a rientrare ai primi appelli del Quirinale all’unità nazionale e all’etica del sacrificio. Nei progetti della segreteria nazionale della CGIL non vi è nessuna intenzione di investire sul conflitto sociale e quindi su un’alternativa politica che preveda un’uscita a sinistra dalla crisi.
Si dice di difendere l’articolo 18 quando lo si è svenduto nell’accordo con Confindustria del 28 giugno scorso. Si dice di combattere la precarietà quando si apre al “contratto leggero”. Si parla di democrazia quando si tenta di mettere all’angolo chi come la FIOM ha fatto di questa un elemento dirimente dell’organizzazione sindacale. Soprattutto, si rischia di legittimare ancora di più la vulgata comune che sciopero o non sciopero, tanto non cambia nulla. E il problema è proprio questo, l’efficacia dello sciopero, la sua capacità di bloccare la produzione: la trasformazione dell’indignazione in efficacia politica.
Un nostro illustre concittadino del passato – Niccolò Machiavelli – sosteneva che solo da grandi tumulti derivano buone leggi. E’ su tale questione che si gioca il recupero di forme di sciopero inclusive e utili. E’ su tale questione che “Uniti Contro la Crisi” ha conquistato nell’ultimo anno una legittimità politica nazionale e – per noi – cittadina.
Il 15 ottobre sarà la giornata europea dell’indignazione, di chi non ne può più di pagare una crisi che altri hanno generato e sulla quale guadagnano. A Roma dovremmo mettere in bella mostra tutta la nostra rabbia per iniziare a imporre una nuova agenda politica in grado di costruire un’alternativa fondata sui beni comuni, sulla riconquista e l’estensione del contratto nazionale e, infine, su una riforma radicale del welfare a partire dal reddito minimo garantito.
Per costruire la partecipazione a questa grande giornata “Uniti Contro la Crisi Senigallia” invita tutte e tutti a incontrarsi e discutere il secondo e il quarto mercoledì di ogni mese alle ore 21:30 presso i locali del “GRATIS CLUB” in Viale Bonopera 53.
Uniti Contro la Crisi Senigallia
12/13/14 agosto 2011: FUORI DA ‘STA MEZZA CRISI – FESTIVAL!
by csamezzacanaja on Aug.09, 2011, under Comunicati e Manifestazioni, Uniti contro la crisi senigallia
UNA PRESENTAZIONE …
12,13,14 AGOSTO ‘11 – FUORI DA ‘STA MEZZA CRISI – FESTIVAL!
Abbiamo imparato, in questi ultimi anni di dura crisi economica, a diffidare della Politica. Almeno di quella che alle dichiarazioni altisonanti sulla “modernizzazione necessaria”, sulle “riforme strutturali fondamentali per il sistema paese”, ha fatto seguire soltanto macerie: macerie nel mercato del lavoro, macerie nei servizi sociali, macerie nella gestione dei beni culturali, materiali e immateriali.
Abbiamo imparato a diffidare delle istituzioni politiche che dovrebbero prendere in carico le nostre vite, e a chiederci se dietro le dichiarazioni sul destino altalenante del nostro paese non si celi in realtà un secondo fine: ovvero la corruzione e l’incapacità di una classe dirigente tanto refrattaria ad un buon governo del Bene Comune, quanto preoccupata di perpetuare se stessa a prescindere da ogni cataclisma sociale, vero o presunto.
Fortunatamente però non abbiamo soltanto imparato a diffidare, ma anche a vivere diversamente le nostre relazioni, per essere in grado di ridare un senso pieno alle parole. Poiché per recuperare almeno una fondamentale “etica della comunicazione”, non basta sostituire contenuti banali con contenuti “impegnati”; quello che bisogna mettere in discussione è prima di tutto la relazione intersoggettiva che costringe il cittadino ad essere mero “utente”, spettatore passivo di un contenuto la cui origine resta ignota.
“Fuori da ‘sta mezza crisi” vuole essere dunque essenzialmente due cose:
– Il tentativo d’iniziare a proporre un “intrattenimento intelligente e di qualità”: intrattenimento perché o la cultura e l’arte fanno vivere una partecipazione emotiva – in termini prosaici, fanno ridere e piangere, incazzarsi e abbracciarsi – oppure, semplicemente, abbandonano la propria essenza; “intelligente e di qualità” perché le lacrime amare, o la suspence che per esempio ci fanno dire che un film è bello, possono essere qualcosa di più che un mero “cliché”, possono cioè aiutare il messaggio di un contenuto ad essere infinitamente più efficace.
– Un modo per sostenere economicamente e rivendicare l’importanza sociale che negli ultimi decenni le esperienze di Autogestione hanno avuto, anche nel nostro territorio. Per noi infatti “autogestire” e “cooperare” non hanno mai avuto il senso di “abnegazione” o “volontariato”, ma prima di tutto la ricerca di un diverso modo di “stare assieme”, perché le forze limitate degli individui potessero ricevere una crescita esponenziale, e ognuno potesse trarre un giovamento, materiale e spirituale, dal lavoro di tutti.
Il titolo della tre giorni – non a caso – è altamente simbolico. “Fuori da ‘sta mezza crisi” può sembrare un’espressione idiomatica, moneta di scambio solo per una risata banale. Si tratta al contrario di un acronimo camuffato, di un gioco di parole estremamente serio, che ha ricombinato le esperienze che hanno progettato l’evento: “Fuori da(lla) ‘Sta(nza)”, il festival che ogni anno viene organizzato dall’associazione culturale “La Stanza”; “Mezza(Canaja)”, il centro sociale autogestito che ha portato avanti negli anni le più importanti battaglie territoriali sui Beni Comuni; e infine “(Uniti contro la) Crisi”, il percorso nato tra sindacati e movimenti sociali in difesa dei diritti del lavoro, durante questa durissima fase di Austerity.
Esperienze dunque e non sigle vuote, che hanno trovato la forza di organizzarsi e cooperare, per produrre un nuovo significato, un’espressione capace di immaginare il futuro, organizzando il presente.
– Programma e volantini del festival
MEZZA CANAJA
ASS. LA STANZA
UNITI CONTRO LA CRISI SENIGALLIA
12/13/14 AGOSTO: FUORI DA STA MEZZA CRISI – FESTIVAL ALLA GRANCETTA
by csamezzacanaja on Aug.08, 2011, under Comunicati e Manifestazioni, Uniti contro la crisi senigallia
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by csamezzacanaja on Jul.12, 2011, under Comunicati e Manifestazioni, Uniti contro la crisi senigallia
CONTRO LA RENDITA, APRIRE SPAZI COMUNI:
RECLAIM THE CITY!
Abbiamo occupato l’ex-palestra Nirvana in Via Baroccio poichè per noi rappresenta un paradigma, prima di tutto politico, delle disfunzioni prodotte dalla pianificazione urbanistica del tandem di governo Angeloni-Mangialardi.
Benché, apparentemente, la riqualificazione dell’ex-nirvana, sembri seguire delle pratiche virtuose, fondate sul “consumo zero” del territorio e sulla bio-architettura, in realtà siamo di fronte ad una sostanziale riproposizione delle pratiche che agevolano la rendita, la speculazione e le clientele.
E’ forse un caso che i fratelli Belogi che si apprestano a comprare l’ex-Nirvana, siano gli stessi che si occupano della riqualificazione dell’ex-cinema Rossini e dell’ex-Ipsia? Siamo forse così ingenui da pensare che il costante accaparrarsi di operazioni immobiliari così redditizie siano solo il risultato di autentiche virtù imprenditoriali e non di clientele politiche volte a formare oligopoli?
La recente vicenda che vede l’Assessore ai Turismi e alle Manifestazioni Colocci essere anche il progettista del piano d’area della collina di Via Cellini parla da sé!
L’ex-nirvana ha subito una rivalutazione immobiliare grazie all’introduzione coatta dell’immobile nel Piano Cervellati, quando tutti sanno che quest’ultimo riguarda solo ciò che è interno delle mura cittadine.
In questo modo, i nuovi appartamenti non vedranno un abbassamento dei prezzi e quindi una loro accessibilità, ma verranno direttamente immessi nel circuito delle seconde case: turistiche o per redditi medio-alti.
L’ex-nirvana rappresenta dunque nient’altro che l’ennesimo tassello di una gestione miope delle trasformazioni urbane del territorio, capace solo di accentuare una volta di più quei fenomeni segnalati ormai da tanti anni dagli studiosi: in una parola la dispersione urbana, e cioè, per dirla in termini prosaici, la cacciata dei senigalliesi – soprattutto i giovani e precari – dal centro città.
Da questo punto di vista risultano ridicole alcune dichiarazioni che ci sono state messe in bocca dai giornali – ma che non abbiamo mai fatto – secondo le quali noi saremmo d’accordo con le linee generali della politica dell’Amministrazione.
Espressioni come “consumo zero del territorio”, “riqualificazione dell’esistente”, “sostenibilità dell’impatto ambientale-energetico”, sono neutre e vuote se non si traducono in pratiche di governo partecipate, sostenibili, in grado di identificare nel territorio un bene comune e non una merce dal quale trarre profitto.
Le politiche dell’Amministrazione Mangialardi sono l’esatto opposto di chi vorrebbe controllare i prezzi combattendo la rendita e il consumo di energia, permettere l’accessibilità delle abitazioni del centro storico anche a fasce medio-basse di reddito, e ridurre la dispersione urbana e le conseguenze che si porta con sé: traffico e inquinamento.
Il percorso “Reclaim the City” che abbiamo iniziato con questa azione e che continuerà per tutta l’estate con altre occupazioni temporanee, mira a porre una sfida precisa al centro-sinistra che governa Senigallia e il territorio Marchigiano: mostrare che il ciclo politico che si è aperto con le Amministrative – Milano, Napoli e Cagliari – e con i Referendum, non si basa sull’opposizione tra mal governo berlusconiano e buon governo del PD, ma considera le pratiche neoliberiste fin qui adottate da quest’ultimo, come parte del problema.
Mezza Canaja – Uniti Contro la Crisi Senigallia