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02/07/10 AZIONE SUL REDDITO MINIMO GARANTITO AL CATERRADUNO DI SENIGALLIA

by on Jul.06, 2010, under Comunicati e Manifestazioni

COSTRUIAMO UNA CAMPAGNA PER UNA LEGGE REGIONALE

SUL REDDITO MINIMO GARANTITO ANCHE NELLE MARCHE

 

 

Ogni grande evento è un palcoscenico. Lo diventa anche al di là  delle volontà dei suoi organizzatori.

Il Caterraduno lo è in particolare, perché oltre ad attirare migliaia di persone in città da tutt’Italia – soprattutto dalla nostra Regione – ha un pubblico “qualificato”, cioè con una sensibilità culturale e sociale, difficilmente riscontrabile inaltri eventi senigalliesi. E’ quindi uno spazio pubblico da attraversare, in cui poter comunicare e veicolare parole e significati di lotte e istanze sociali.

Quest’anno lo abbiamo fatto insieme al  “Comitato versus Complanare e non solo” con un banchetto informativo e con proiezioni pubbliche che raccontano e denunciano lo scempio che la complanare sta facendo dentro i borghi della nostra città.

Lo abbiamo fatto insieme a partiti, associazioni, sindacati e singoli cittadini continuando a raccogliere le firme contro la privatizzazione dell’acqua.

Infine, lo abbiamo fatto lanciando pubblicamente nella nostra città l’avvio di una campagna per una legge regionale sul Reddito Minimo Garantito.

Quest’ultimo, un percorso cominciato circa un mese fa con un incontro pubblico che ha visto intervenire Andrea Fumagalli (docente di economia politica a Pavia) e CristinaMorini (giornalista e ricercatrice sociale) sul tema del reddito, la sua necessità e la sua relazione con il lavoro e il salario. Continuato venerdì, quando prima del concerto di Carmen Consoli, davanti a migliaia di persone, abbiamo calato dalla Rocca Roveresca uno striscione di 17 metri con scritto“Reddito Minimo Garantito anche nelle Marche” e distribuito in piazza circa duemila volantini. Una campagna che avrà come prossima tappa un dibattito pubblico – mercoledì 21 luglio h. 21:30 al CSOA Mezza Canaja – sul tema “reddito e diritto all’abitare” in cui interverranno Marco Bascetta (giornalista e dEditore della Manifestolibri) e Antonello Sotgia (Architetto di Roma, espertoin autorecupero di immobili sfitti).

Pensiamo che il reddito, oggi, sia l’unica risposta all’altezza dei cambiamenti nel sistema produttivo e nel mondo del lavoro. Una battaglia d’innovazione e non di resistenza; capace di parlare a molti e non a pochi. Per questo riteniamo che per il reddito sia necessario costituire una rete di soggetti politici, associativi, sociali, sindacali e di singoli cittadini com’è avvenuto per la difesa dell’acqua pubblica.

Una battaglia che individui come referente la Regione Marche, in quanto organismo istituzionale legato al territorio e contemporaneamente dotato di autonomia fiscale.

Noi abbiamo cominciato, speriamo di essere in tante/i ad andare avanti, a Senigallia e nelle Marche.

 

CSOA Mezza Canaja

 

GUARDA LA GALLERIA FOTOGRAFICA 

VOLANTINO DISTRIBUITO DURANTE L’AZIONE 

 

 

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9-10-11/07/10 SENIGART STREET FESTIVAL: LIBERA ARTE IN LIBERA PIAZZA!

by on Jul.01, 2010, under Cirko Canaja

SENIGART

STREET FESTIVAL

SENIGALLIA 9-10-11 LUGLIO 2010

LIBERA ARTE IN LIBERA PIAZZA!

 

Il SenigArt Street Festival nasce da un duplice intento, inprimo luogo quello di proporre alla cittadinanza forme d’arte che sviluppino unconcetto d’intrattenimento pubblico condiviso e gratuito.
In secondo luogo quello di offrire un palcoscenicoe un pubblico alle doti creative di artisti emergenti della zona e non, chemolto spesso sono frettolosamente messi da parte a favore di grandi nomi.
Il Festival vuole anche capovolgere molti luoghicomuni sulle cosiddette arti di strada come la giocoleria, il teatro, lamusica, lo skateboarding e il wraiting spesso considerate arti minori o confusecon atti vandalici, sono invece delle enormi risorse di intrattenimentosociale.
Nelle serate del 9/10/11 luglio gli artisti vicondurranno in un itinerario culturale all’interno del centro storicosenigalliese.
L’ingresso è libero e gratuito ..ma la moneta nelcappello è la giusta ricompensa!!
Buon divertimento!!!

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10/07/10 ONE LOVE HI POWA + ALWAYS LOVING JAH + HOTTA FAYA

by on Jul.01, 2010, under Feste

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15/06/10 PRESENTAZIONE LIBRO/INCHIESTA IL PORTO SEQUESTRATO – CAMPAGNA WELCOME

by on Jun.08, 2010, under Comunicati e Manifestazioni, Serate e Dibattiti

Il CSOA Mezza Canaja presenta

Martedì 15 giugno 2010 – ore 21.30

LIBRO/INCHIESTA

     IL PORTO SEQUESTRATO  

Security e respingimenti: reportage sul porto di Ancona al di qua e al di là delle reti 
A cura dell’ Osservatorio Faro sul Porto/Ambasciata dei  Diritti

 

 

Verso la GIORNATA DEL RIFUGIATO del 20 giugno e la mobilitazione ai porti di Ancona, Venezia e Bari: campagna "Welcome. Indietro non sitorna"incontro pubblico all’interno della Campagnacontro tutti i respingimenti e per la difesa del diritto d’asilo.

Domenica 20 GIUGNO APPUNTAMENTO ore 17.00 parcheggio retrostadio – Senigallia. Spostamento verso Ancona in macchina. Per info: 3331295984


Ad un annodall’inizio dell’ inchiesta sullo stato di salute del porto di Ancona,l’Ambasciata dei diritti Marche è lieta di presentare “Il porto sequestrato”,pubblicazione realizzata a cura dell’osservatorio Faro sul Porto.
Dopo la totale "messa in sicurezza", loscalo portuale è ormai da tempo a tutti gli effetti zona di Frontiera chequotidianamente respinge chi fugge da paesi in guerra, nella speranza diottenere, in Italia, protezione umanitaria, e che, allo stesso tempo, è luogopienamente sottratto alla città dorica e a chi vi abita.
L’incontro pubblico non vuole essere solol’occasione per consegnare 83 pagine di storie, dati, riflessioni… ma proporre,partendo dal libro, un progetto comune che denunci le violente trasformazionidel porto di Ancona, che ne hanno radicalmente cambiato il volto e lacondizione delle persone, aldiquà e aldilà delle reti, alle quali viene negatoil diritto di attraversarlo e viverlo.
Già molta attenzione è stata data all’argomentodalla stampa nazionale, che in più occasioni si è rivolta a noi per raccogliereinformazioni e dati utili a sollevare una necessaria (ed ormai improrogabile)presa di coscienza pubblica su ciò che avviene, non solo in Ancona, ma anchenegli altri porti dell’Adriatico.
Per questo faremo parte della campagnainternazionale, i cui protagonisti saranno gruppi e associazioni italiane egreche che si uniranno per mettere in campo tutti gli strumenti necessari percontrastare i dispositivi di controllo presenti alle frontiere europee cheingiustamente ed arbitrariamente colpiscono chi ha diritto a fuggire, negando,di fatto, il riconoscimento del diritto d’asilo.

Per approfondire:
Welcome. Indietro non si torna – L’Appello a unamobilitazione internazionale
(http://www.globalproject.info/it/in_movimento/WelcomeIndietro-non-si-torna-Appelloa-una-mobilitazioneinternazionale/4987)
Ancona – Il Porto Sequestrato
(http://www.globalproject.info/it/in_movimento/AnconaIl-porto-sequestrato/4848)
Tutte le informazioni sulle iniziative dellaCampagna Welcome
(http://www.meltingpot.org)

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05/06/10 DANCEHALL WITH FRANZISKA!!! + ALWAYS LOVING JAH + HOTTA FAYA

by on May.20, 2010, under Feste

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14/05/10 AUDIO DELLA SERATA: REDDITO PER TUTTI. PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI E CON ANDREA FUMAGALLI E CRISTINA MORINI

by on May.17, 2010, under Serate e Dibattiti

PER UNA LEGGE REGIONALE SUL REDDITO MINIMO GARANTITO ANCHE NELLE MARCHE 

     

Venerdì 14 maggio, al CSOA Mezza Canaja è stato presentato il libro “REDDITO PER TUTTI” (AA. VV. – Manifestolibri, Roma, 2010) con la presenza di Cristina Morini(giornalista e ricercatrice sociale) e di Andrea Fumagalli (Docente di Economia Politica all’università di Pavia).

Alla presenza di più di sessanta persone si è affrontato il tema del reddito minimo garantito come l’unica prospettiva politica di trasformazione dello welfare all’altezza dei nostri tempi. Il reddito inteso non come l’ennesima politica assistenziale, ma come retribuzione e ridistribuzione della ricchezza sociale. In poche parole: “Il reddito sta al lavoro precario, come il salario stava al lavoro stabile”.

Non solo un’iniziativa di “politica culturale”, ma soprattutto un’iniziativa con scopi organizzativi e di lotta: l’apertura anche nelle Marche di una campagna per una legge regionale sul reddito minimo garantito.  

Pubblichiamo l’audio della discussione:

Intervento di Alessandro Natalucci (Csoa Mezza Canaja) http://noblogs.org/flash/mp3player/mp3player.swf

 

 

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29/05/10 KEEP IT RIOT CANAJA! CONTEST HIP HOP 2° MATCH

by on May.11, 2010, under Feste

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14/05/10 REDDITO PER TUTTI. PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI E CON ANDREA FUMAGALLI E CRISTINA MORINI

by on May.11, 2010, under Serate e Dibattiti

"Tra le macerie fumanti della società salariale, negli sconquassi di una crisi globale di civilta’, di fronte alla bancarotta conclamata delle politiche neoliberiste, la parola d’ordine del «reddito per tutti» rappresenta una via di fuga per la fondazione di un nuovo progetto sociale.
Per una società basata finalmente sui concetti del «diritto all’esistenza», della libertà di scelta, della libera creazione, della distribuzione della ricchezza prodotta e della pari dignità per tutti.
Gli autori di Reddito per tutti. Un’utopia concreta per l’era globale, chiamati a raccolta dal Bin Italia, l’associazione italiana per il reddito garantito, ne sono più che convinti. Con sguardo radicale e con spregiudicato piglio teorico l’idea del reddito di cittadinanza viene sottoposta al vaglio di una pluralità di approcci e di ambiti disciplinari: ne esce un quadro sfaccettato, ricco, persuasivo."
Un testo indispensabile per affrontare, senza preconcetti, le sfide del tempo presente."
 
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22/04/10 SENIGALLIA CANAJA, UNA STORIA DI RESISTENZA. DA IL MANIFESTO. ARTICOLO DI SERGIO SINIGAGLIA

by on Apr.23, 2010, under Comunicati e Manifestazioni

SENIGALLIA CANAJA

UNA STORIA DI RESISTENZA

Di Sergio Sinigaglia ( da Il Manifesto 22/04/10)

 

 

«Mezzacanaja», da prigione fascista a centro sociale

L’appuntamento è davanti alla stazione di Senigallia. Nicola Mancini, trent’anni, dottorando in scienze politiche all’Università diCatania, arriva in bicicletta, mezzo di trasporto assai usato da queste parti. Ma per andare nella nuova sede del centro sociale, a qualche chilometro di distanza, è preferibile usare l’auto. Il posto è verso la frazione di Scapezzano, bisogna inoltrarsi per circa un chilometro dalla statale. Una volta arrivati si può ammirare un panorama notevole, con il bleu del mare che si staglia all’orizzonte. Alle nostre spalle l’ex fabbrica Ragno, chiusa da ventianni, che cinque mesi fa i giovani del “Mezza Canaja” hanno individuato come la sede delle loro iniziative. Siamo alla terza occupazione in sei anni. Una vicenda nata proprio di questi tempi. Il nome del centro sociale si rifà a un detto popolare molto noto nelle Marche: «Sinigaglia, mezzo ebreo e mezza canaglia», battuta ben conosciuta da chi scrive per motivi evidenti. Nicola è il leader “storico” del centro, la cui storia ci sembra interessante soprattutto per chi a sinistra, in particolare dopo le ultime elezioni, ripete che «bisogna ripartire dai territori». E, in questo senso, l’esperienza del“Mezza Canaja” è particolarmente istruttiva. Una vicenda che affonda le radici negli anni prima e dopo le manifestazioni al G8 di Genova.

Il social forum e l’occupazione

«Anche qui – racconta Nicola – è nato un social forum, subito dopo i fatti del luglio 2001. Poi sulle sue ceneri la componente giovanile ha dato vita al collettivo “Il pane e le rose”». La nuova realtà incentra la sua attività su temi generali, verità e giustizia su Genova, l’opposizione al conflitto militare, prime riflessioni sulla questioni del reddito, ecc. «Ad un certo punto chiediamo al Comune uno spazio e ci viene risposto di metterci in fila. Lo facciamo per un anno ma, visto che non accade nulla, decidiamo di passare all’azione». L’opportunità la danno i carabinieri, naturalmente non volendo. Infatti Senigallia, nell’aprile del 2004, viene scelta come sede per la festa nazionale dell’Arma. È prevista la presenza delle massime cariche dello Stato, dal Presidente della Repubblica al ministro della Difesa. Quale migliore occasione per inaugurare un percorso di conflitto e partecipazione? «Decidemmo – continua Mancini – di fare una “incursione” e ci impadronimmo di un locale che stava proprio lungo il percorso, a venti metri dal corteo ufficiale. Nel cuore della “zona rossa” creata ad hoc per l’occasione. È da tenere presente che eravamo a pochi mesi dai fatti di Nassiriya, e proprio in quei giorni il nostro contingente si era macchiato di una strage di civili». La contestazione contro il militarismo che caratterizza la giornata ha una vasta eco. Nasce il centro sociale. I locali rimangono occupati per circa otto mesi, ma a sbloccare la situazione è un concerto.«Vista la situazione totalmente bloccata, decidiamo di organizzare un concerto con gli “Assalti frontali”. L’iniziativa riesce e riusciamo a portare milleduecento persone. Insomma un successone». La cosa scuote la fredda amministrazione comunale, che decide di aprire una trattativa, anche in considerazione che il posto occupato è pieno di amianto.

Così ai ragazzi del Mezza Canaja vengono assegnati i locali dell’ex Colonia Enel, sul lungomare. La proprietà è di una società immobiliare che ha intenzione di costruirci, ma, visto che per gli eventuali lavori di ristrutturazione ci vorranno alcuni anni, il Comune coglie l’occasione per togliersi la gatta da pelare e favorisce un accordo per un contratto di comodato d’uso gratuito. Il posto è centro dello spaccio cittadino e i primi tempi non sono certamente facili. «Noi abbiamo avuto il merito di ripulire un luogo e restituirlo alla città. Lì erano presenti due bande di spacciatori, una di magrebini e l’altra di anconetani. Ci sono stati scontri duri. Alla fine anche grazie al lavoro fatto con i migranti, in collaborazionecon l’Ambasciata dei diritti (associazione regionale da tempo impegnata sul tema dei diritti dei migranti, ndr), e alla mediazione degli stessi immigrati, siamo riusciti a venire a capo del problema. Gli stessi spacciatori, alla fine, hanno riconosciuto la validità del nostro progetto e hanno lasciato il campo libero».

Da prigione fascista a…

Questa palazzina è poi diventata protagonista di uno scandalo del quale si sono occupati anche i giornali nazionali (compreso il manifesto). In sostanza un autorevole rappresentante della comunità ebraica senigalliese, Ettore Coen, ha scoperto che tra il 1943 e il 1944 la struttura funzionò da campo di prigionia per ebrei ed antifascisti. Questo mentre la proprietà e il Comune avevano concordato la realizzazione di un residence di lusso, una volta cacciato il centro sociale. L’ampia mobilitazione affinché fosse evitato l’abbattimento ha avuto risposta negativa dall’amministrazione che di fronte alla proposta che il luogo diventasse un “spazio della memoria”, ha preferito spalancare le porte al solito business. E l’ex colonia Enel è stata abbattuta pochi mesi fa. E il centro sociale? «Una volta scaduto l’anno il contratto – prosegue Nicola Mancini – ci è stato rinnovato ancora per sei mesi, finiti i quali è scattata una penale di 150 euro al giorno. La proprietà, anche per questioni di immagine, non ha mai voluto far intervenire la polizia, per cui alla fine con sulle spalle un debito così oneroso, arrivato a trecentomila euro, abbiamo dovuto lasciare liberi i locali in cambio della cancellazione del debito».

Fin qui la storia che vi abbiamo raccontata può sembrare simile a quella di altre esperienze del genere. Ma invece dietro la lunga vertenza con l’amministrazione comunale per il diritto ad uno spazio autogestito c’è un’attività che negli ultimi anni ha privilegiato il radicamento sociale, rispetto a logiche autoreferenziali che spesso contraddistingue esperienze del genere. Senigallia è una città di quarantasettemila abitanti. Il piano regolatore, risalente agli anni settanta, prevedeva una crescita fino a centomila, previsione che, per fortuna, non si è avverata, anche se in estate con i turisti, gli abitanti triplicano. Da sempre feudo della sinistra storica, fino a poco tempo fa si caratterizzava per un’economia incentrata sul classico turismo da riviera adriatica. Negli ultimi dieci anni, con la giunta targata Luana Angeloni, dirigente storico del“partito”, il cui marito è figlio di quel Franco Rodano autorevole dirigente nazionale del Pci, è subentrata una politica da piccola “città globale.

«L’esperienza di governo comunale targata Angeloni –dice Nicola – ha stravolto Senigallia. E non do solo un’accezione negativa al termine. La tradizionale economia è stata sostituita da un sistema incentrato sul terziario avanzato, invitando i privati ad investire nella città, con la falsa idea che offrendo loro lo spazio necessario, con il denaro fresco, la città si sarebbe arricchita». In realtà si è svenduto il territorio e a beneficiarne soni stati i soliti noti, anche se con un avvicendamento. «Si è creato un oligopolio, sovvertendo i tradizionali luoghi di potere, per cui all’Edra costruzioni, sono subentrati soggetti come la società che ha spianato la palazzina Ex Enel, o la Immobiliare Roma che è imparentata proprio con la famiglia Rodano, quella del sindaco». Insomma una città vetrina, dove ormai non si trova più un centimetro di proprietà pubblica, con un centro storico il cui piano di ristrutturazione, proposto da un nome autorevole come quello di Cervellati, sta portando all’espulsione dei vecchi inquilini. A tutto questo il Mezza Canaja si è opposto, con un lavoro capillare su vari fronti. In primis proprio sul tema della casa. «Sono state occupate delle abitazioni sfitte di proprietà della Curia. Inoltre abbiamo lavorato nei quartieri più a rischio disfratti ottenendo per una decina di famiglie il blocco. Tra l’altro in realtà eterogenee, con la presenza di nazionalità diverse, abbiamo riscontrato una solidarietà inimmaginabile».

Le iniziative sociali

Altro fronte caldo quello della cosiddetta Complanare, una mega arteria che dovrà attraversare la città, contro la quale è attivo un comitato cittadino, il quale ha preso spunto dalla questione per promuovere iniziative cittadine sul tema del consumo del territorio, alle quali ha invitato municipi virtuosi e urbanisti di fama nazionale. Anche in questo caso al loro fianco ci sono stati i giovani del centro sociale insieme a Rifondazione uscita dalla giunta Angeloni proprio contro le politiche urbanistiche.

E veniamo alla questione degli immigrati e della sicurezza. «Il toro è stato preso per le corna. Infatti abbiamo fatto un lavoro specifico nei quartieri più a rischio, contestando l’introduzione delle telecamere e nello stesso tempo favorendo la regolarizzazione degli immigrati, cercando di favorire il loro inserimento nel mercato del lavoro, e sottraendo parecchi di loro allo spaccio. Inoltre di fronte a casi di soprusi e pestaggi da parte dei carabinieri, siamo arrivati a manifestare davanti alla caserma con forza fino ad ottenere il rilascio di chi era stato fermato senza valide motivazioni. Infine abbiamo promosso feste ed iniziative socializzanti nelle zone più degradate per far sì che le gente si riappropriasse dei luoghi dove vive».

La Lega arretra

E la Lega, in notevole crescita nelle Marche? Se alle europee a Senigallia aveva avuto più del 5%, risultato confermato alle recenti regionali (5,7), alle comunali di quindici giorni fa che dopo al regno della Angeloni hanno visto subentrare il suo delfino Mangialardi, senza bisogno del ballottaggio, i leghisti sono arretrati di circa due punti. C’è da dire che il voto di protesta gli è stato sottratto dal candidato di Rifondazione Roberto Mancini che, appoggiato da una lista civica e sorprendentemente dai rutelliani dell’Api, ha ottenuto un importante 12%, un riconoscimento sia al lavoro svolto dopo la rottura con il Pd che alla persona conosciuta e stimata da molti. Il partito di Bossi ha comunque eletto un consigliere comunale e la differenza con il risultato delle concomitanti regionali, per alcuni, è dato anche dalla pochezza di chi si è presentato.

Ma in questo ultimo anno la Lega a Senigallia ha avuto comunque vita dura. «Abbiamo sottratto loro il terreno iniziando dai simboli. Appena hanno iniziato a fare riferimento alle tradizioni, “a Sena Gallica”, alle nostre iniziative ci siamo presentati, oltre che con le nostre bandiere, anche con i colori della città, il rossoblu, il simbolo del comune, ecc. Inoltre ogni volta che hanno cercato di ritagliarsi uno spazio con banchetti al centro, siamo interventi circondandoli con i nostri striscioni, con volantini che denunciavano le loro politiche xenofobe, con la parola d’ordine “oscuriamo le parole e i volti dei razzisti”. Nulla di violento ma praticamente nessuno li vedeva. Fino ad arrivare alla contestazione di un loro raduno regionale difeso con cariche della polizia. Dovevano essere centinaia. Erano una trentina, chi li contestava duecento».

Insomma dalla città vetrina che ha conquistato attenzione dai mass media nazionali per il “Kater Raduno” e il Summer Jamborie(revival anni cinquanta), dove si sta svendendo il suolo pubblico a favore delle voraci società immobiliari, i giovani di un centro sociale, insieme ad altri soggetti civici e singole persone, cercano di affermare un punto di vista diverso, lavorando capillarmente nel territorio. Un esempio per la regione, e non solo.

 

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23/04/10 NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA! PER LA COSTITUZIONE DI UN COORDINAMENTO CITTADINO PER LA DIFESA DELL’ACQUA PUBBLICA

by on Apr.23, 2010, under Serate e Dibattiti

NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA!

Per la costituzione di un coordinamento cittadino per la difesa dell’acqua pubblica 

 

Un centinaio di persone hanno partecipato all’assemblea pubblica contro la privatizzazione dell’acqua tenutasi mercoledì  21 aprile al CSOA Mezza Canaja. Tra i tanti cittadini anche rappresentati del mondo dell’associazionismo senigalliese e dei partiti di maggioranza e di opposizione. [  Ascolta gli audio della serata ]

Marco Bersani  – Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua – ci ha raccontato come l’acqua sia un paradigma di questa società, in quanto anche da essa dipendono guerre e migrazioni, nuove forme di energia e tutela dell’ambiente, la salute e la qualità della vita. Per tutti questi motivi l’acqua va sottratta ad ogni privatizzazione, che nel caso specifico essendo unica la rete idrica si tratterebbe di un monopolio e non di una liberalizzazione.

Paolo Cognini – Comunità Resistenti Marche/CSOA TNT – ha invece posto l’accento sulla necessità di iniziare a ragionare su una nuova fonte del diritto che sappia sottrarre i “beni comuni” dall’appropriazione della proprietà privata e da quella statale. L’acqua come bene né pubblico né privato ma comune: una “proprietà sociale”. 

      

Il Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua propone tre quesiti referendari:  

PRIMO QUESITO: fermare la privatizzazione dell’acqua

Si propone l’abrogazione dell’art. 23bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica.

È l’ultima normativa approvata dal Governo Berlusconi. Stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%.

Con questa norma, si vogliono mettere definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime infatti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali, per poter mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entrogiugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015.

Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese. 

SECONDO QUESITO : aprire la strada della ripubblicizzazione

Si propone l’abrogazione dell’art. 150(quattro commi) del D. Lgs. n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), relativo aLla scelta della forma di gestione e procedure di affidamento, segnatamente al servizio idrico integrato.

L’articolo definisce come uniche modalità di affidamento del servizio idrico la gara o la gestione attraverso Società per Azioni a capitale misto pubblico privato o a capitale interamente pubblico. L’abrogazione di questo articolo non consentirebbe più il ricorso né alla gara, né all’affidamento della gestione a società di capitali, favorendo il percorso verso l’obiettivo della ripubblicizzazione del servizio idrico, ovvero la sua gestione attraverso enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali. Darebbe inoltre ancor più forza a tutte le rivendicazioni per la ripubblicizzazione in corso in quei territori che già da tempo hanno visto il proprio servizio idrico affidato a privati o a società a capitale misto. 

TERZO QUESITO : eliminare i profitti dal bene comune acqua

Si propone l’abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.

Poche parole, ma di grande rilevanza simbolica e di immediata concretezza. Perché la parte di normativa che si chiede di abrogare è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.

Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si eliminerebbe il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici, avviando l’espropriazione alle popolazioni di un bene comune e di un diritto umano universale. 

Riteniamo che la difesa dell’acqua e della sua dimensione pubblica, comune e sociale sia una battaglia prioritaria per resistere contro chi vuole privatizzare e trasformare in merce ogni diritto fondamentale e ogni  forma di vita. Per questo sosterremo attivamente la raccolta delle firme per il referendum contro la privatizzazione dell’acqua.  

Riteniamo fondamentale che anche a Senigallia si costituisca un coordinamento per la difesa dell’acqua pubblica aperto ai movimenti, alle associazioni, ai sindacati, ai partiti e soprattutto ai singoli cittadini. Un coordinamento cittadino che si ponga tre obbiettivi. Il primo, il sostegno e l’adesione alla campagna referendaria lanciata dal Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua. Il secondo, il cambiamento dello statuto comunale per definire l’acqua e la rete idrica dei beni privi di rilevanza economica. Il terzo, l’affidamento della gestione del servizio idrico ad “Aziende Speciali Consortili”  soggette a diritto pubblico e non – com’è ora con la Multiservizi – in S.P.A. soggette a diritto privato. 

System change,not climate change! 
 

CSOAMezza Canaja

 

 

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