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01/01/09 AUGURI, PER UN 2009 DI RABBIA E DIGNITA’

by on Jan.03, 2009, under Comunicati e Manifestazioni

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AUGURI. PER UN 2009 DI RABBIA E DIGNITÀ

Non
abbiamo che la rabbia e la dignità.
La rabbia che ci fa inorridire davanti alle immagini di questi giorni nella
Striscia di Gaza, ai barconi stracolmi di uomini, donne e bambini che arrivano
su improbabili barche nelle nostre coste, a chi non ci riesce e muore a tredici
anni schiacciato dal tir sotto cui si nascondeva.
La rabbia che proviamo di fronte a questa guerra che ci impone nuove basi
militari o all’arroganza del potere che vuole distruggere i nostri territori
con mega discariche o linee ad alta velocità.
La rabbia che abbiamo provato in tanti per l’omicidio di Alexis in Grecia, come
Carlo Giuliani a Genova, sette anni indietro. Per Abbba.
La rabbia che proviamo di fronte al Potere che ci vuole impoverire, sfruttare,
controllare.
La rabbia verso chi sgombera spazi sociali e case occupate, agli imbecilli che
predicano e praticano l’odio e la violenza.
La rabbia per chi è rinchiuso in un CPT e si ribella. Per chi muore di freddo
nelle nostre ricche città o dal fuoco in una baracca.
La dignità è la nostra arma, l’arma di chi in tutto il mondo non si sottomette,
non accetta, e cerca di costruire altri cammini.
Partiamo dunque per un viaggio di cui non conosciamo le strade, né immaginiamo
le destinazioni. Un viaggio lungo un anno ma anche cento, mille, e che durerà
un anno e anche cento. Ma non sapere le strade non significa non avere nulla
negli occhi. E sono le immagini di Gaza martoriata, dei suoi figli più piccoli
massacrati e straziati, ad occupare oggi tutta la nostra visuale.
Partiamo con il cuore stretto da una morsa, quella dell’assurdità di questo
mondo ingiusto, orribile. Partiamo sapendo che questo ci resterà dentro, ed è
l’unica cosa che sappiamo. Si può forse portare con sé il dolore come compagno
di viaggio? Si può mettersi in cammino con questo fardello che ti pesa e ti
schiaccia?
Dovremo imparare a portarlo, impedendo che esso ci inchiodi al suolo, fermi,
prostrati.
I bimbi di Gaza, come quel murales di Banksy tracciato sul muro israeliano
della vergogna e dell’aphartheid, vogliono solo volare, attaccati ad un pallone
che sale verso il cielo.
A loro, ai loro sogni e desideri che qualcuno o qualcosa di mostruoso cerca di
rubare, va il nostro pensiero. E se nel percorso sconosciuto in cui ci
avventuriamo, la coltre di nebbia, di fumo, di oscurità sarà fitta così tanto
da renderci incapaci di proseguire, alzeremo gli occhi, cercando gli occhi che
ridono dei bambini di Gaza che volano.

 

SENIGALLIA
CON IL POPOLO PALESTINESE

SIT-IN
ITINERANTE

Domenica 4
gennaio h.16 Piazza del Duca

 
 


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