CONSIDERAZIONI SUL PIANO CERVELLATI
by csamezzacanaja on Jan.25, 2008, under Comunicati e Manifestazioni
Considerazioni sul piano CeRVELLATI
Il
centro storico di Senigallia fu colpito dal terribile terremoto del 1930,
perdendo così parte del suo patrimonio architettonico e culturale. Il terremoto
segnò la fine di un’epoca e di un’immagine: molti i monumenti crollati o
abbattuti, tantissimi gli edifici scapitozzati degli ultimi piani, scorticati
dell’intonaco e in parte mutilati delle decorazioni litoidi, sostituite da
anonime fasce di cemento.
Il
commercio, che in passato, per la presenza del mercato, delle fiere, delle
botteghe artigiane e dei negozi, era l’elemento caratterizzante del centro
storico, è entrato in crisi.
Il Piano Particolareggiato proposto dall’Architetto Cervellati
interviene in attuazione del piano regolatore generale sull’area del centro storico,
con lo scopo di ripristinarne la ricchezza monumentale e la vivacità perduta.
Considerazioni:
1)
In linea teorica, riteniamo ineludibile la
necessità e il dovere in un paese come l’Italia, di conservare/ mantenere viva
la leggibilità delle città storiche, in quanto punto di forza e unicità
artistico-architettonica – a volte perduta – di numerose città italiane.
In realtà la proposta di “riconferire al centro la perduta
magnificenza”, nasconde all’atto pratico quello che viene descritto anche
dall’Arch. Ceccarelli come “l’idealizzazione
di una fotografia, l’ologramma della Senigallia di fine ‘800”, riproposta
attraverso interventi quali falsi storici ed esercizi intellettuali
arbitrariamente determinati, che non hanno nessun riscontro funzionale o di interesse
pubblico da parte dei cittadini.
Nel particolare, l’idea di
restituire ad alcuni edifici le volumetrie originarie non e’ cosa da poco (sia
concettualmente che concretamente) e proprio per questo non dovrebbe essere
fatto senza il convinto consenso dei senigalliesi.
D’altra parte c’è un’accesa
discussione sulla ricostruzione del ghetto ebraico di Piazza Simoncelli
descritta dall’Arch. Cervellati come un “vuoto,
una lacerazione, uno sbilanciamento compositivo degli spazi aperti del centro”.
Totalmente in accordo con la
cittadinanza che si è espressa sulla questione e in disaccordo con gli
architetti Capodonico e Gasparetti (che sostengono che la città e’ fatta anche
di vuoti architettonici), pensiamo che in realtà Piazza Simoncelli non sia un
vuoto, ma che essa abbia assunto la sua funzione di luogo della memoria, e che
quindi non ci sia la possibilità di ricostruire il ghetto.
Per citare il prof. Baldetti, ”la freccia del tempo non torna indietro e cio’che
scompare definitivamente non può essere ricostruito se non attraverso la
falsificazione”.
Infine come giustamente afferma
il prof. Baldetti, oggi Piazza Simoncelli svolge un’importante funzione a
livello igienico sanitario, di illuminazione e ventilazione.
Al contrario ciò di cui avrebbe
bisogno la città storica sarebbero interventi tesi a migliorare la leggibilità
e l’identificabilità delle stratificazioni temporali e del rapporto tra città
rinascimentale e impianto settecentesco; una migliore valorizzazione della
cinta muraria (recentemente danneggiata anche dagli interventi sul ponte del
Portone) e delle porte di accesso alla città (come Porta Lambertina);
l’eliminazione delle funzioni non compatibili come la caserma del reparto
celere; una migliore trattazione del verde pubblico; la restituzione delle
proprietà della curia all’attività residenziale; il ritorno alla pubblica
utilità dell’Arena Italia e dell’ex cinema Rossini (quest’ultimo finito nelle
mani di non si sa chi).
Riteniamo invece valida ed
utile la parte analitica del piano, così come la localizzazione dei parcheggi
interrati e gli interventi già realizzati come il restauro del Foro Annonario,
Piazza Manni, Via Carducci e Piazza dell’Oca.
2)
Altro argomento complesso del Piano
Particolareggiato è la funzione da “attribuire” al centro storico.
Cervellati propone di “frenare lo spopolamento del centro […]e la
rivitalizzazione delle attività commerciali”. La domanda nasce spontanea:
Come può una giunta pensare di ridare vita ad un centro storico, quando furono
le stesse scelte di un governo di centro-sinistra (vedi la localizzazione
dell’area del centro commerciale) a determinare l’irreversibile e lenta agonia
di quello che dovrebbe essere il polo calamitante dell’intera attività sociale,
commerciale e culturale della città di Senigallia?
La localizzazione dell’area
commerciale del Cityper ha segnato, di fatto, la morte del Centro storico di
Senigallia!
Una scelta opportunistica,
paralizzante e irreversibile che vanta il predominio degli interessi economici
dell’una e dell’altra parte in gioco: gli investitori che si sono tuffati in
una così appetibile possibilità di garantirsi introiti per il resto della vita,
e la Giunta
comunale che si è apprestata a quest’operazione di grande portata con il fine
di ottenere grandi quantità di denaro provenienti dalla vendita del terreno e
dagli oneri di urbanizzazione. Una scelta che ha inciso negativamente sulla
funzionalità dei singoli quartieri della città, portando alla creazione di quel
grande polo magnetico che è l’area commerciale, capace ormai di creare flussi
di traffico unidirezionali da e per il centro commerciale stesso.
In conclusione, affermiamo che il futuro del centro storico, nonostante
la reale necessità di ripopolamento e di recupero della funzione commerciale,
e’ già stato compromesso. Per lo stesso motivo, non capiamo come si possa
parlare di questo progetto come “un’occasione
di rinascita e di sviluppo”, in quanto ciò che si è sempre considerato il
cuore della città non esiste più, perché non è più centrale nella vita quotidiana
dei cittadini.
CSOA
Mezza Canaja
February 11th, 2008 on 3:54 am
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