CSOAMezzaCanaja

22/09/07 LE TELECAMERE PRODUCONO PAURA E NON SICUREZZA!

by on Sep.23, 2007, under Ambasciata dei diritti

 

Perchè avete votato ancora la
sicurezza, la disciplina?!

"L’impennata securitaria che sta attraversando il
nostro paese non tarda ad arrivare nemmeno nella piccola Senigallia.
Esattamente come Milano, Bologna e Firenze -dove si pretendono misure di
sicurezza contro lavavetri, migranti e graffitari, soggetti ritenuti pericolosi
per la cittadinanza- anche a Senigallia la CDL propone di predisporre sistemi di sicurezza
per i cittadini del Rione porto".

Dal canto suo, la maggioranza, trainata dai “buoni” DS, se
da una parte dice no alla postazione fissa della municipale, dall’altra, non
solo appoggia ma addirittura rende ufficiale la predisposizione della
videosorveglianza entro un mese, perché “… nel rione porto c’è bisogno di una
vigilanza continua”. E i soggetti da vigilare sono sempre i medesimi, quelli
che “… li risiedono troppo spesso in condizioni precarie, senza lavoro e anche
in clandestinità” come sottolinea Cicconi Massi. Come se essere precari e senza
casa fosse un reato penale; come se lo spaccio e lo sfruttamento fossero atti
illegali commessi solo nella zona del Rione porto. Del resto non sembra più
nemmeno tanto strano che vendere due canne venga punito molto più severamente
di quanto non lo siano le attività speculative che molti proprietari di
immobili perpetrano nei confronti degli extracomunitari che vivono in quella
zona.

Permettere di vivere in 10 in
un appartamento di 30 mq, pagando una quota a testa e in condizioni disastrose,
ci sembra molto più grave che bere una birra su una panchina. Ma soprattutto
quello che ci sembra ancora più grave è credere che attraverso l’installazione
della videosorveglianza, questi e tanti altri problemi senza dubbio esistenti
in via Carducci, possano essere risolti. Del resto anche Senigallia è soggetta
ad un progetto di città- vetrina che porta ad additare gli immigrati ed emanare
decreti che alimentano discriminazione e intolleranza; non analizzare le cause
strutturali che producono queste situazioni urbanisticamente problematiche, ci
sembra la scelta disperata di chi ha liberamente deciso di svendere la propria
città rimuovendo continuamente le emergenze sociali. Il vero pericolo
rappresentato da questa ondata securitaria, più che l’attuazione di meccanismi
di controllo e repressione, è quello della produzione di una paura del diverso
e di un opinione pubblica che tende ad abituarsi ai sistemi di controllo, anzi
a ritenerli gli unici in grado di garantire la risoluzione del problema.

Ci chiediamo se oltre a vedere chi le due canne le vende, l’amministrazione
riuscirà ad accorgersi di chi affitta case con prezzi esorbitanti; di chi non
stipula e quindi non registra contratti che possano mettere in sicurezza i
diritti di coloro che queste case le abitano; di chi affitta dimore che non
rispettano i canoni di sicurezza intesa come acqua, luce, gas a norma.
Ribadiamo per l’ennesima volta che la messa in funzione della videosorveglianza
non farà altro che aumentare la tensione senza risolvere nessuno dei grossi problemi
che costringono alla pratica dell’illegalità in cambio della sopravvivenza. La
costruzione di uno spazio interculturale attraversabile e vivibile da tutti
passa piuttosto per la conoscenza dei problemi e la contaminazione culturale
reciproca.

Non accetteremo le telecamere nel Rione porto perchè farlo significherebbe
accettare uno dei sistemi attraverso cui l’Impero controlla le nostre vite e
produce la guerra tra poveri, negando la vera sicurezza, quella dei diritti e
della dignità.

Ambasciata dei diritti
CSOA Mezza Canaja


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