CSOAMezzaCanaja

21/08/07 RIFLESSIONI POST PLAGE SAUVAGE

by on Aug.23, 2007, under Plage Sauvage

 

LE LORO MANI
SULLA
NOSTRA CITTA’:

 ORGANIZZARE
IL COMUNE!

 Da
un certo punto in là non c'è più ritorno.

E' questo il punto da raggiungere".
(Franz Kafka)

 
Abbiamo atteso che altri prendessero la parola. Abbiamo aspettato quasi
una settimana per trarre le conclusioni delle parole scritte e dette – e delle
azioni a loro conseguenti – prima e durante la Plage Sauvage. Abbiamo aspettato
perché per la prima volta abbiamo detto la nostra sulla questione che dal boom
economico ad oggi, è il fulcro della politica cittadina: la questione
urbanistica. Quest’ultima, infatti, ha determinato negli anni la vittoria o la
sconfitta di Sindaci e delle relative Amministrazioni, l’ingresso o la cacciata
di Assessori e la scelta di politiche di lotta o di governo per i partiti della
così detta “sinistra radicale”.

 Abbiamo atteso che altri prendessero la parola, perché quando la si
prende per la prima volta lo si fa con umiltà e con il rispetto dovuto a chi di
urbanistica e del problema della casa se ne occupa da dieci o vent’anni.

 Abbiamo atteso che altri prendessero la parola per ascoltare critiche –
positive o negative – perché teniamo sempre presente quella pratica zapatista
del “camminare, domandando”.

 Abbiamo atteso che altri prendessero la parola, ma l’unica risposta è
stata il silenzio generale.

Come sì suol dire, chi tace acconsente, in quanto non ha argomentazioni
politiche da poter opporre.

D’altronde le argomentazioni da noi portate – con dati alla mano – per
sostenere l’egemonia del potere del mattone, la corruzione delle
amministrazioni comunali, il consociativismo tra gl’interessi politici e quelli
economici, la “selezioni sociale” agita dalla potente lobby delle agenzie
immobiliari con la relativa aggravante di razzismo, l’esproprio di porzioni del
nostro territorio da parte delle banche con la relativa sottomissione e
squalifica del “potere eletto”, sono difficilmente attaccabili. Chi ci ha
provato o ha mentito spudoratamente come il signor Belenchia (le registrazioni
da noi rese pubbliche parlano da se) o ha spostato il discorso su questioni
tecniche: i fumogeni che spaventano bambini ed anziani (sic!). Nessuno per ora
ha avuto il coraggio di misurarsi con le nostre argomentazioni politiche, e se
questo non avviene dopo sei giorni, è perché evidentemente – come con la UISP –
la verità fa male e quindi onde evitare figuracce, meglio tacere.

Il volume 2 della Plage Sauvage ha – a nostro avviso – messo in luce due
cose:

          
In primis, il profondo radicamento che il Mezza Canaja in
poco più di tre anni ha ottenuto nel territorio cittadino, regionale e
nazionale, sia dal punto di vista sociale/aggregativo, che dal punto di vista
politico.

          
In secundis, – molto più importante – abbiamo tentato di
dimostrare come anche Senigallia fosse completamente immersa dentro i processi
di globalizzazione e come l’idea idilliaca della “città di provincia” sia ormai
nei fatti morta e sepolta.

 Tramite una narrazione urbana che in poco più di una settimana ha
attraversato tre luoghi simbolo dell’erosione della democrazia rappresentativa
ed armati con i dati empirici di un’inchiesta durata un anno, abbiamo
dimostrato come a governare Senigallia non sono né i cittadini, né i partiti e
le Giunte elette tramite il voto, ma il capitale finanziario.

Quest’ultimo non è identificabile nella vecchia figura dell’imprenditore
che riuniva in sé la funzione di proprietà e di direzione dell’impresa. Il
potere finanziario, infatti, esercitando continue operazioni finanziarie e
speculative, ridefinisce continuamente i criteri di governo di un territorio – governance
– in funzione della sola creazione di valore per l’azionario. La ricchezza
delle imprese dipende sempre meno dalle proprie capacità e dalla propria
economia interna e sempre di più dall’economia esterna, ovvero, dalla ricchezza
sociale del territorio in cui si trova ad operare.

In poche parole, il capitale finanziario cresce privatizzando/rapinado
il comune: spazi, beni e saperi della collettività … della moltitudine!

 Davanti ad un potere così forte e così etereo – intangibile – ma
contemporaneamente così maledettamente e pericolosamente reale e concreto –
l’acquisto dell’immobile di Via delle Caserme 8 da parte della BNL e di altre
banche ne è il più chiaro esempio – cosa possono sindaci e giunte? Poco o
nulla!

Solo la crescita della consapevolezza del comune, la sua organizzazione
dal basso ed autonoma come è avvenuto in Val di Susa e come avviene ora a Vicenza,
può rappresentare l’unica potenza in grado di affermare nei fatti che i
territori urbani – paesi, città, metropoli – sono di chi ci vive e non di chi
ci specula. L’unica potenza che per sua natura, al contrario delle deleghe e
dei delegati, non potrà mai essere sussunta – inglobata, assorbita – dal potere
ed ad esso asservita.

 

CSOA
Mezza Canaja


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