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09/10/09 RISPOSTA ALLA DIOCESI DI SENIGALLIA: “LE BATTAGLIE NON SI PERDONO, SI VINCONO SEMPRE”

by on Oct.09, 2009, under Comunicati e Manifestazioni

Risposta alla Diocesi di Senigallia

“Le battaglie non si perdono, si
vincono sempre”

Più che la risoluzione di un problema, il
comunicato della Diocesi di Senigallia sembra il finale di una favola. Un
occupante sparisce, l’altro viene accolto nelle misericordiose braccia della
chiesa, e tutti vissero felici e contenti.

La realtà è ben diversa.

All’indomani dell’occupazione della Multiservizi, i
tecnici dell’azienda hanno svolto i sopraluoghi nelle case occupate per
verificare la possibilità degli allacci di acqua e gas. Quello che purtroppo si
è riscontrato – che nessuno di noi poteva immaginare – è che vi erano danni
gravi e strutturali ad un pezzo di rete idrica di via delle Caserme. La
Multiservizi per statuto non può fare interventi strutturali senza l’autorizzazione
della proprietà, quindi della Curia, e senza l’autorizzazione dell’Amministrazione
Comunale per i lavori stradali. Pochi giorni dopo, sono arrivate in rapida
successione, la dichiarazione d’inagibilità degli edifici occupati e le denunce
penali ai due occupanti, quest’ultime mandate dalla Curia. Ci fa sorridere l’inagibilità
rilevata per due soli appartamenti in un’intera struttura grande quasi tutta
via delle Caserme e che accoglie numerose attività.

Nei giorni successivi una delegazione del Mezza
Canaja con i due occupanti hanno incontrato alcuni rappresentanti della Diocesi
e della Caritas per verificarne la disponibilità ad autorizzare i lavori alla
rete idrica. La risposta è stata un no secco, accompagnata da una
controproposta di abbandonare spontaneamente le case per essere ospitati per un
tempo indeterminato alla Caritas. L’incontro si è concluso senza nessuna
decisione definitiva.

Martedì pomeriggio veniamo a sapere che la muratura
delle case era già in corso dalla mattina stessa e che l’occupante di “origine
italiana” aveva trovato posto alla Caritas. Evidentemente in questi mesi vi è
stata una trattativa privata tra la Caritas ed un occupante che ha portato a
queste conclusioni. In questo riscontriamo anche i nostri limiti organizzativi,
soprattutto dettati dalla nostra uscita dall’ex-Enel. Quando la Diocesi scrive:
pochi giorni prima dell’occupazione i Servizi Sociali del Comune avevano
chiesto alla Caritas diocesana di ospitarlo per un periodo al Centro di
Solidarietà in attesa di una sistemazione più appropriata
”, tralascia
alcuni dettagli importanti. L’Assessore Volpini aveva proposto ad aprile la
soluzione della Caritas o del centro di accoglienza. La prima era stata
rifiutata, per la seconda, invece, si era rimasti d’accordo di vedere la
struttura prima di decidere. La visita non è mai stata effettuata, nonostante i
solleciti fatti all’Assessore. Per questo dopo quattro mesi si è deciso di
occupare.

Che fine ha fatto invece l’occupante di origine
marocchina? Semplice, è da un mese in Marocco e tornerà proprio in settimana.
Se la Curia voleva sapere veramente dov’era una persona prima di ordinarne la
muratura della casa, beh, bastava che ce lo chiedesse.

Le conclusioni che traiamo da quanto è accaduto
sono che:

1) l’Amministrazione Comunale ancora una volta si
mostra incapace di affrontare l’emergenza abitativa in città, scaricando il
disservizio pubblico su strutture di assistenza e volontariato private.

2) L’assessore ai Servizi Sociali Volpini si è
comportato come Ponzio Pilato, lavandosene le mani, ignorando il dramma sociale
e abitativo che gli occupanti ponevano. Lo stesso atteggiamento che il suo
assessorato sta tenendo con numerose famiglie di sfrattati – italiani e
stranieri – con i quali siamo entrati in relazione negli ultimi mesi.

3) Mentre Volpini faceva finta di niente, con
straordinaria sinergia, l’assessore Mangialardi telefonava due volte alla
Multiservizi perché questa prendesse tempo nell’allacciare l’acqua in attesa
dell’arrivo dell’inagibilità. E questa sarebbe la tanto sbandierata trasparenza
del candidato Sindaco?!

4) Riteniamo che le occupazioni abbiano comunque
ottenuto l’importante risultato di riportare al centro del dibattito politico e
cittadino il problema del diritto alla casa, in una città ad alta tensione
abitativa e con gli affitti più cari delle Marche.

Quella della Diocesi e dell’Amministrazione
Comunale è stata un’operazione congiunta “oggettivamente reazionaria”, in
quanto hanno gestito il problema non sul campo politico e pubblico, ma come
mera reazione diretta solo a bloccare il diffondersi di una lotta popolare sul
diritto alla casa, agita direttamente, senza compromessi e mediazioni. In poche
parole, distruggere il precedente che avrebbe potuto legittimare una pratica
diffusa di occupazioni abitative. Di fronte ad una crisi economica senza
precedenti, a mutui e affitti alle stelle, a sfratti diffusi, alla precarietà,
ai salari bassi ed all’assenza di una politica seria e lungimirante di edilizia
pubblica, continueremo la nostra battaglia per il diritto all’abitare. Una
battaglia fatta di occupazioni, picchetti, assistenza legale e proposte
politiche, come il piano abitativo dello scorso anno. Per quanto ci riguarda, “le
battaglie non si perdono, si vincono sempre”.

 

Mezza Canaja

 

-       Da viveresenigallia.it | Terminata l’occupazione dei locali in via delle Caserme
 

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