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22/01/08 LA CRISI E’ VOSTRA, LE CASE NO! ANCORA UN’ALTRA LOTTA PER IL DIRITTO ALL’ABITARE

by on Jan.23, 2009, under Comunicati e Manifestazioni

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Il csoa Mezza Canaja ieri è entrato in un
garage spacciato come casa e affittato a 550 euro al mese in nero. Tramite una
conferenza stampa l’inquilino ha raccontato la crisi abitativa ed economica in
cui versa, la perdita della residenza e il complice silenzio delle forze dell’ordine
e dell’amministrazione alle sue ripetute denunce. Ora Felipe è uscito dall’invisibilità
e non vuole più pagare la crisi.

LA CRISI E’ VOSTRA, LE CASE NO!

Ancora un’altra lotta per il diritto
all’abitare.

Affitti estivi a 3.000€ al mese per un bilocale. Appartamenti di lusso
in costruzione nell’ex-liceo scientifico e nell’ex-liceo classico. 170 case –
dai 45 ai 150 mq – vendute a 6.000€ al mq alla ex-Sacelit. Le graduatorie per
le case popolari ferme al settembre del 2007 con 260 domande. 60 case a canone
sociale e circa 120 a
canone concordato (dai 400 ai 600 euro mensili) in costruzione. Migliaia di
appartamenti sfitti. Un lucroso business di affitti in nero, allegramente
tollerato dalla Guardia di Finanza, che non riscontra nessuna irregolarità
neanche nei cantieri edili, in un paese dove 4 persone al giorno muoiono di
lavoro.

Benvenuti a Senigallia, preda di immobiliaristi romani e di ricchi
predoni del nord Italia, tutti intenti ad arricchirsi tramite cemento e
rendita.

Felipe, invece, è un ragazzo qualsiasi. Classe ‘81, dalla maggior età
vive da solo, lontano dai genitori che all’età di 6 anni lo hanno adottato.
Felipe Giuli ha anche servito lo Stato: quattro anni in Marina, due dei quali
come sminatore in Afghanistan. Negli ultimi quattro anni, idraulico presso la Marotta Yachting.
Lavoro regolare con paga da apprendista a poco più di 800euro al mese ed un
alloggio di fortuna al Hotel Trocadero, ove aveva anche la residenza.

Dal Hotel è uscito quattro mesi fa, per cercarsi una casa più dignitosa,
ma ha trovato un garage di circa 40mq in Via Respighi a 550euro al mese, spese
incluse. Tutto in nero.

Una sistemazione transitoria, in attesa di andare ad abitare con la sua
nuova compagna. Ma c’è la crisi e la sua ditta gli da il ben servito. Da un
mese Felipe è senza lavoro, senza disoccupazione e senza cassa integrazione.
Pagare il fitto in nero diventa impossibile. Come impossibile è vivere in un
garage, umido, pieno di muffa (il medico gli segnala un principio di asma),
privo di riscaldamento, finestre, scarico dell‘acqua. Insomma, privo di ogni
norma di sicurezza. Inabitabile.

La padrona di casa – Monica Morganti/Mandolini e Claudio Ferri – farebbe
bene a non mentire, in quanto la compagna di Felipe ha assistito sia allo
scambio di soldi da mano a mano che al ricambio della bombola del gas. Mentre
noi, ieri, appena ci siamo allontanati, abbiamo assistito al tentativo di un
uomo di forzare il cancello di casa di Felipe. Come sempre le bugie hanno le
gambe corte.

Per trovare un altro lavoro serve la residenza. Per regolarizzare la sua
situazione e denunciare il fitto in nero, Felipe va dai Carabinieri, dalla
Municipale, dalla Polizia ed all’Anagrafe. L’unica cosa che ottiene è: “si
trovi un’altra casa”.

Ieri, abbiamo denunciato e resa pubblica la situazione di sfruttamento
in cui versa un ragazzo di questa città. Lo abbiamo fatto perché Felipe ha
avuto il coraggio di non tacere, rendendo visibile quello che tutti sanno ma
che nessuno dice: un fiorente, lucroso e tollerato mercato di affitti in nero.
Felipe, la crisi non la vuole più pagare!

Oggi è un uomo invisibile. Senza residenza non può avere un lavoro,
senza un lavoro non può affittare una casa. In più, rischia di perdere ogni
diritto elementare come l’assistenza sanitaria, la patente e il voto.
Inevitabile chiedersi quante altre persone versano nella stessa intollerabile
condizione.

Scandalosa è l’indifferenza degli organi di polizia ed amministrativi
davanti ad una denuncia di sfruttamento. Alla faccia delle omelie su legalità e
sicurezza!

Inesistente è una politica abitativa e mentre i cittadini perdono la
residenza, l’Assessore-per-caso Campanile pattina sul ghiaccio e gioca al lotto
con i numeri delle case popolari.

Quest’estate avevamo proposto un piano per la ricostruzione di un
patrimonio d’edilizia pubblica e popolare. Se qualcuno ci avesse ascoltato
forse oggi Felipe avrebbe una casa ed un lavoro regolare.

Leggiamo sui giornali di un Fondo Sociale per le famiglie in difficoltà,
bene, ma le persone hanno bisogno di case e non di essere legate a vita ad un
assistente sociale. Lo ripetiamo, non è con pratiche assistenzialiste ed
emergenziali che si risolve un problema strutturale come l’emergenza casa,
soprattutto nel pieno di una recessione.

Chiediamo che l’Amministrazione Comunale, l’ufficio del lavoro ed i
sindacati degli inquilini si attivino per restituire la cittadinanza a chi come
Felipe se ne è visto scippato. Chiediamo che una persona venga sottratta dal
vortice dell’economia in nero. Chiediamo che un senigalliese abbia la
possibilità di costruirsi una vita che sia dignitosa, partendo dalla casa e dal
lavoro.

Sarà tutto questo che diremo, quando martedì con Felipe, ci recheremo ad
un incontro presso l’assessorato ai servizi alla persona.

 
CSOA
MEZZA CANAJA

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Rassegna stampa:
-  Da 60019.it | L’uomo
invisibile abita a Senigallia (ma non lo sa nessuno)

-  Da viveresenigallia.it | Ha
l’affitto in nero e perde la residenza, solo ospitalità per la proprietaria


-  Da lapiagadivelluto.it | In
via dei Matti numero zero

-  Da quilly.splinder.com | L’uomo
invisibile

-  Da il messaggero.it | http://sfoglia.ilmessaggero.it/view.php?data=20090123&ediz=13_ANCONA&npag=40&file=D_4269.xml&type=STANDARD
-  Da ilmessaggero.it | Felipe,
ora il caso approda in comune

Per
approfondire:

-  Plage Sauvage 2008 | Piano pubblico e popolare:
per la ricostruzione di un patrimonio d’edilizia pubblica per il diritto
all’abitare a Senigallia

 


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