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17/06/09 MALHI: BOICOTTIAMO IL FESTIVAL DELLE CULTURE – DISCUSSIONE POST-ARTICOLO

by on Jun.21, 2009, under Ambasciata dei diritti

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BOICOTTIAMO I FESTIVAL  DELLE
CULTURE

Di Mohamed Malih

Da un lato la
politica che mette in guardia dagli stranieri. Sempre dallo stesso lato fra le
etnie vengono innalzate barriere anti commistione, netto discrimine fra il bene
e il male. Le etnie con le relative culture d’appartenenza sono il bene quando
ovviamente sono italiche. A difesa di tanta purezza  stanno i soliti
giovin politici le cui carriere veleggiano alla grande. I venti xenofobi che
battono l’europa  soffiano sempre a loro favore,  ce l’hanno sempre
in poppa.

Ma ora siamo
nella stagione dei festival e non sta bene parlare di queste cose.
 In tutte le città c’è una sorta di armistizio. Una tregua. Si quietano le
ronde. Scemano le aggressioni a sfondo razziale. O almeno questo sembra dai
giornali locali che d’estate sembrano preferire altre prede, e per un po’ degli
stranieri vittime e carnefici si sente parlare con meno insistenza. Anzi si
scopre il lato gioioso e giocoso degli stranieri. E quindi via con le Kermesse,
le rassegne, le feste ed i festival.

 In tutta Italia, da Nord a Sud si innalza un inno alle culture. Le
amministrazioni si sbizzariscono in titoli da dare a queste rassegne. A Ravenna
abbiano il Festival delle culture. A Senigallia siamo alla terza edizione della
festa dei popoli.
 Laddove per tutto l’anno non si trovavano due lire per un corso
d’italiano, o un simil tetto per protteggere dal freddo i tanti senza casa, o
per mettere qualche mediatore in più nelle scuole… all’improvviso budget di
tutto rispetto vengono sperperati nel giro di due o tre giorni. Vengono messe
su delle carnevalate in cui le culture sono chiamate a mettersi a lustro e
sfilare per le piazze inscenando ipocrite pantomine pseudo-culturali,
pagliacciate di pessimo gusto in cui si mischia il cuscus ai balli tribali, la
paella alla danza del ventre, il non so cosa al non so cos’altro, un orgia
pagana, un vero insulto alle tradizioni, un meltingpot alle vongole, numeri
circensi tirati fuori direttamnete dal cilindro di una società scopertasi
magicamente multietnica. Il tutto con la complicità di alcuni nostri cosiddetti
rappresentanti di noi  marocchini, algerini, peruviani, ecc, che non
venendo mai interpellati per alcunchè nelle politiche che li riguardano,
interpretano il loro coinvolgimento in queste kermesse, quando sono in buona
fede, come un riconoscimento al loro presunto ruolo di guida delle loro
comunità di riferimento. Quando invece sono in malafede,  questa è solo un
occasione per racimolare qualche soldino. Le amministrazioni non mancano mai di
elargire qualche briciola a questi stranieri perché inscenino i loro usi e
costumi.

 Davvero siamo alla svendita delle culture. Un mercato rionale dove nelle
bancarelle si mercanteggiano feticci identitari. Siamo anzi alle marchette
culturali. Sento impellente il bisogno di dissociarmene.

 Dopo un anno di leggi razziste, dopo un anno di dichiarazioni da
apartheid, dopo i morti ammazzati di Castelvolturno , dopo le umiliazioni che
quotidianamente ci vengono inflitte, ora, con il bene placido dei migliori di
noi va in scena questo scempio delle culture.

 I migranti intellettuali  spesso fanno da testimonial a questi
festival, sono chiamati come consulenti, o a recitare le loro poisiuole sulla
migranza, a presentare i loro volumetti sulla diaspora, e  tutti giulivi
ad autocelebrarsi, mai che si alzi una voce da parte di costoro per denunciare
i sorprusi e le ingiustizie di cui sono vittime gli immigrati.
 Invece di spendersi in queste cause si accontentano di fare i
saltinbanchi; girano da una fiera all’altra, da un festival all’altro riducendo
e svilendo il ruolo di intellettuali della diaspora a mere comparse
folkloristiche in queste sagre della cultura.

Contro il pacchetto sicurezza e la visione umanitaria che lo sottende, contro
il razzismo, contro lo sfruttamento degli immigrati, per rispetto dei tanti
morti annegati rivolgo un appello agli immigrati, ai nostri intellettuali, agli
amici e ai partiti italiani e ai loro esponenti perché, almeno per quest’anno,
disertino questo genere di Festival.

 Di boicottarli o di usare i loro palcoscenici per denunciare le
manchevolezze delle attuali poliche sull’immigrazione.  Perché finchè ci
fanno la festa non abbiamo nulla da festeggiare.

 

INTERVENTI POST-ARTICOLO

– Il sostegno a Malih dell’Ambasciatta dei Diritti | Ambasciata dei diritti: italiani e
migranti… ci fregano tutti quanti

– L’intervento dell’Assessore Volpini | Volpini sulla polemica immigrati: ‘Una
strumentalizzazione irresponsabile’

– Il Coord. Migranti Terza Italia risponde all’Assessore | Gli immigrati a Volpini:
‘Paradossale l’ottimismo dimostrato sui dati’


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